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10/07/15
Gluten sensitivity
Pubblicato da
Lifarnur

09/07/15
Eliminare il glutine e i passi successivi
Pubblicato da
Lifarnur

18/05/14
Il riso per l'abbondanza ·
Pubblicato da
Galadriel
ENERGETICO E CURATIVO È adatto in caso di insufficienza renale
Il riso, per gli orientali, non rappresenta solo la base della razione alimentare giornaliera, ma è anche sinonimo di ricchezza, abbondanza, purezza. Oggi anche noi usiamo il riso per augurare felicità e fecondità: non è forse per questo che si gettano manciate di riso sugli sposi durante la cerimonia delle nozze? Dal punto di vista nutrizionale, il riso è un ottimo alimento ad alta resa energetica e di facile digeribilità; favorisce l'abbassamento della pressione sanguigna elevata, è utilissimo nelle coliti e nelle fermentazioni intestinali, è fondamentale nella cura della diarrea e, se integrale, anche della stitichezza. È il cereale più indicato per la dieta di chi soffre di insufficienza renale: è infatti povero di proteine e di sodio. Un'alimentazione basata sul riso favorisce quindi l'eliminazione dell'urea e contrasta la ritenzione idrica. Oggi, purtroppo, al posto dello sbramato di risone (nome commerciale del riso integrale) si consuma quasi esclusivamente riso raffinato. L'uso dell'aggettivo «raffinato» è in questo caso quantomeno inappropriato e lascia intendere chissà quali miglioramenti qualitativi possano essere ottenuti attraverso lavorazioni particolari. In realtà i processi di raffinazione e di sbiancamento impoveriscono grandemente il riso. Vengono infatti eliminati, con il germe e gli strati esterni del chicco, parecchi minerali, molte vitamine, una buona percentuale delle proteine e quasi tutte le fibre. Non esistono controindicazioni al consumo di questo cereale e non a caso è proprio con il riso che viene iniziato lo svezzamento. Per questo delicato periodo dello sviluppo psicofisico, il riso è sicuramente da preferire ad altri cereali sia per le sue elevate caratteristiche di digeribilità, sia per l'assenza di glutine nella sua composizione. Il glutine, infatti, è una proteina che può a volte determinare fenomeni di intolleranza se consumata troppo precocemente nei primi mesi di vita.LA COTTURA DEL RISO INTEGRALE
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Riso immagine presa dal web |
RISO ALLE CAROTE
Per 4 persone 350 g di riso integrale un volume triplo d'acqua 3 carote l cipolla l spicchio d'aglio prezzemolo 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva sale. Cuocete il riso seguendo le indicazioni già date. Nel frattempo pulite e affettate la cipolla, le carote e l'aglio. Mettete tutte le verdure a stufare lentamente in una padella con 1 cucchiaio d'olio e un pizzico di sale mescolando spesso per 15 minuti. Versate il riso cotto nella padella, aggiungete un po' di prezzemolo tritato, un altro cucchiaio d'olio, mescolate delicatamente e servite.Tempo di preparazione: 60 minuti. Valori nutrizionali per porzione 391 calorie 7,6 g di proteine 9 g di grassi 74 g di glucidi
13/03/14
Riscoprire il farro e le sue proprietà
Pubblicato da
Lifarnur
Sarebbe interessante cominciare a riscoprire il farro, che è la più antica tipologia di frumento coltivato, ma che con il tempo è stato soppiantato dal comune grano tenero e dal grano duro, diretti discendneti del farro grande e farro medio. Pensate che era già usato nel Neolitico. Molte persone ancora non ne conoscono bene le proprietà di questo cereale che è ricco di vitamine e di sali minerali, ma povero di grassi, per non parlare del contenuto proteico.
Il farro integrale, inoltre, presenta un contenuto di fibre più elevato rispetto al farro perlato. Le fibre aiutano a favorire il transito intestinale e a proteggere la salute dell'intestino, contribuendo all'eliminazione delle scorie.
Questo cereale garantisce un apporto calorico piuttosto basso, pari a 340 chilocalorie per 100 grammi di prodotto. Il consumo di farro contribuisce all'apporto di vitamine del gruppo B e di proteine attraverso l'alimentazione quotidiana. Per facilitare l'assunzione e l'assimilazione di proteine, si consiglia di accompagnare il farro, meglio se integrale, ai legumi. Tra gli elementi nutritivi essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo presenti nel farro troviamo tiamina, nacina e riboflavina. Tra i sali minerali maggiormente presenti nel farro, troviamo fosforo, potassio e magnesio. Per quanto riguarda le vitamine, l'attenzione è rivolta soprattutto a vitamina A, B2 e B3.
Il farro è un alimento più digeribile rispetto al grano duro e al grano tenero. Chi soffre di stitichezza può trarre beneficio dalle proprietà lassative di questo antico cereale. Il farro può essere utile per proteggere l'apparato digerente da malattie come le gastriti e da disturbi come il ristagno della bile nell'intestino.E' utile anche nelle diete dimagranti. Si tratta infatti di un alimento saziante, che può aiutare a limitare le quantità di cibo e di calorie introdotte durante i pasti. Il suo contenuto di fibre insolubili favorisce la pulizia dell'intestino e la depurazione dell'organismo. Ulteriori benefici del farro riguardano la riduzione del rischio di aterosclerosi. Inoltre, il contenuto di niacina di questo cereale contribuirebbe ad abbassare i livelli di colesterolo LDL e il rischio cardiovascolare. Il consumo di farro è considerato utile per ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Il suo elevato contenuto di fibre e di elementi nutritivi benefici contribuisce alla prevenzione di insulino-resistenza, ischemie e obesità.
Il farro, proprio come il comune grano tenero, contiene glutine. Non è dunque adatto a chi soffre di celiachia o di intolleranza a questo elemento e deve dunque seguire una dieta senza glutine. Chi è allergico alle proteine del grano, potrebbe invece tollerare le proteine contenute nel farro, che risultano di più facile digeribilità. Si tratta comunque di un aspetto da valutare con attenzione a seconda delle problematiche di salute individuali. Inoltre, dato che il farro presenta proprietà lassative, il suo consumo è sconsigliato in caso di coliti croniche. L'elevato contenuto di fibre del farro, con particolare riferimento alla sua versione integrale, potrebbe rendere questo alimento controindicato in soggetti con particolari problemi intestinali o digestivi. In proposito è sempre bene consultare il proprio medico.
Il farro integrale, inoltre, presenta un contenuto di fibre più elevato rispetto al farro perlato. Le fibre aiutano a favorire il transito intestinale e a proteggere la salute dell'intestino, contribuendo all'eliminazione delle scorie.
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Farro- Spighe |
Questo cereale garantisce un apporto calorico piuttosto basso, pari a 340 chilocalorie per 100 grammi di prodotto. Il consumo di farro contribuisce all'apporto di vitamine del gruppo B e di proteine attraverso l'alimentazione quotidiana. Per facilitare l'assunzione e l'assimilazione di proteine, si consiglia di accompagnare il farro, meglio se integrale, ai legumi. Tra gli elementi nutritivi essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo presenti nel farro troviamo tiamina, nacina e riboflavina. Tra i sali minerali maggiormente presenti nel farro, troviamo fosforo, potassio e magnesio. Per quanto riguarda le vitamine, l'attenzione è rivolta soprattutto a vitamina A, B2 e B3.
Il farro è un alimento più digeribile rispetto al grano duro e al grano tenero. Chi soffre di stitichezza può trarre beneficio dalle proprietà lassative di questo antico cereale. Il farro può essere utile per proteggere l'apparato digerente da malattie come le gastriti e da disturbi come il ristagno della bile nell'intestino.E' utile anche nelle diete dimagranti. Si tratta infatti di un alimento saziante, che può aiutare a limitare le quantità di cibo e di calorie introdotte durante i pasti. Il suo contenuto di fibre insolubili favorisce la pulizia dell'intestino e la depurazione dell'organismo. Ulteriori benefici del farro riguardano la riduzione del rischio di aterosclerosi. Inoltre, il contenuto di niacina di questo cereale contribuirebbe ad abbassare i livelli di colesterolo LDL e il rischio cardiovascolare. Il consumo di farro è considerato utile per ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Il suo elevato contenuto di fibre e di elementi nutritivi benefici contribuisce alla prevenzione di insulino-resistenza, ischemie e obesità.
Il farro, proprio come il comune grano tenero, contiene glutine. Non è dunque adatto a chi soffre di celiachia o di intolleranza a questo elemento e deve dunque seguire una dieta senza glutine. Chi è allergico alle proteine del grano, potrebbe invece tollerare le proteine contenute nel farro, che risultano di più facile digeribilità. Si tratta comunque di un aspetto da valutare con attenzione a seconda delle problematiche di salute individuali. Inoltre, dato che il farro presenta proprietà lassative, il suo consumo è sconsigliato in caso di coliti croniche. L'elevato contenuto di fibre del farro, con particolare riferimento alla sua versione integrale, potrebbe rendere questo alimento controindicato in soggetti con particolari problemi intestinali o digestivi. In proposito è sempre bene consultare il proprio medico.
17/02/14
Diagnosticare la celiachia | Adesso si può fare con un esame del sangue!
Pubblicato da
Vito Ienna
Diagnosticare la celiachia. Adesso si può fare con un esame del sangue! Una sorta di rivoluzione per quel che riguarda la diagnosi di questa patologia che da adesso potrà essere effettuata attraverso un nuovo test per nulla invasivo, ed in grado di dare i risultati in 24 ore!
Si tratta di un semplice esame del sangue: l'innovativo test, ideato e sperimentato con successo dai ricercatori australiani del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research di Parkville (Australia), è capace di effettuare la diagnosi dell'intolleranza al glutine in maniera molto più veloce e meno sopratutto meno invasiva rispetto agli attuali esami ad oggi in uso. I ricercatori sono arrivati a questi risultati, pubblicati sulla rivista Clinical & Experimental Immunology, grazie al lavoro svolto in collaborazione con i ricercatori della società di biotecnologia “ImmusanT” di Boston (Usa).
Alla ricerca hanno fatto parte anche 48 persone che sono state sottoposte a un normale prelievo di sangue: "Questo test – spiega Jason Tye-Din, uno degli autori della ricerca - misura il rilascio di citochine, ovvero la risposta delle cellule T del sistema immunitario al glutine. Una risposta positiva è altamente predittiva della malattia celiaca. Con questo test siamo stati in grado di rilevare la risposta delle cellule T nella maggior parte dei partecipanti allo studio affetti da malattia celiaca e soprattutto, il test è risultato negativo in tutti i pazienti che pensavano di essere affetti dall'intolleranza al glutine, ma in realtà erano sani".
Attualmente per ottenere una diagnosi definitiva di celiachia è necessario sottoporsi a una biopsia intestinale che viene utilizzata per valutare lo stato di salute della mucosa e dei villi intestinali. Un altro test utile è l'esposizione prolungata al glutine per osservare le conseguenze sull'organismo. Tye-Din spiega però che la biopsia è un esame piuttosto fastidioso e che molte persone sensibili al glutine ma che non hanno ancora avuto una diagnosi definitiva trovano angosciante reintrodurre il glutine nell'alimentazione:
"Un test affidabile per la celiachia impone loro di consumare di nuovo il glutine, cosa spesso sgradevole e difficoltosa. Molte persone hanno infatti paura di sperimentare gli spiacevoli sintomi legati a questa malattia (diarrea, vomito, gonfiore addominale, spossatezza, perdita di peso, anemia) e finiscono per fermarsi prematuramente o evitare del tutto questi test".
Il nuovo esame sarebbe, oltre che poco invasivo, anche rapido: sarebbe infatti in grado di dare un responso preciso dopo 24 ore dal prelievo di sangue. "I nostri risultati, inoltre, hanno messo in evidenza che questo innovativo esame del sangue è preciso dopo soli tre giorni di consumo di glutine, e non dopo le diverse settimane o mesi generalmente necessari per ottenere una diagnosi attraverso la biopsia intestinale. Un test che semplifichi la diagnosi - conclude Tye-Din - è probabile che in futuro possa migliorare significativamente l’individuazione della malattia".
Si tratta di un semplice esame del sangue: l'innovativo test, ideato e sperimentato con successo dai ricercatori australiani del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research di Parkville (Australia), è capace di effettuare la diagnosi dell'intolleranza al glutine in maniera molto più veloce e meno sopratutto meno invasiva rispetto agli attuali esami ad oggi in uso. I ricercatori sono arrivati a questi risultati, pubblicati sulla rivista Clinical & Experimental Immunology, grazie al lavoro svolto in collaborazione con i ricercatori della società di biotecnologia “ImmusanT” di Boston (Usa).
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Celiachia |
Alla ricerca hanno fatto parte anche 48 persone che sono state sottoposte a un normale prelievo di sangue: "Questo test – spiega Jason Tye-Din, uno degli autori della ricerca - misura il rilascio di citochine, ovvero la risposta delle cellule T del sistema immunitario al glutine. Una risposta positiva è altamente predittiva della malattia celiaca. Con questo test siamo stati in grado di rilevare la risposta delle cellule T nella maggior parte dei partecipanti allo studio affetti da malattia celiaca e soprattutto, il test è risultato negativo in tutti i pazienti che pensavano di essere affetti dall'intolleranza al glutine, ma in realtà erano sani".
Attualmente per ottenere una diagnosi definitiva di celiachia è necessario sottoporsi a una biopsia intestinale che viene utilizzata per valutare lo stato di salute della mucosa e dei villi intestinali. Un altro test utile è l'esposizione prolungata al glutine per osservare le conseguenze sull'organismo. Tye-Din spiega però che la biopsia è un esame piuttosto fastidioso e che molte persone sensibili al glutine ma che non hanno ancora avuto una diagnosi definitiva trovano angosciante reintrodurre il glutine nell'alimentazione:
"Un test affidabile per la celiachia impone loro di consumare di nuovo il glutine, cosa spesso sgradevole e difficoltosa. Molte persone hanno infatti paura di sperimentare gli spiacevoli sintomi legati a questa malattia (diarrea, vomito, gonfiore addominale, spossatezza, perdita di peso, anemia) e finiscono per fermarsi prematuramente o evitare del tutto questi test".
Il nuovo esame sarebbe, oltre che poco invasivo, anche rapido: sarebbe infatti in grado di dare un responso preciso dopo 24 ore dal prelievo di sangue. "I nostri risultati, inoltre, hanno messo in evidenza che questo innovativo esame del sangue è preciso dopo soli tre giorni di consumo di glutine, e non dopo le diverse settimane o mesi generalmente necessari per ottenere una diagnosi attraverso la biopsia intestinale. Un test che semplifichi la diagnosi - conclude Tye-Din - è probabile che in futuro possa migliorare significativamente l’individuazione della malattia".
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