Il-Trafiletto
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10/07/14

Etichettatura dell'olio: la legislazione

E arriviamo all'etichetta da cui il consumatore può ricavare al cune importanti informazioni, ma al contempo obbliga il produttore a darle. Quali sono obbligatorie?  L’art. 3 del decreto legislativo 27 gennaio 1992 n. 109 elenca al primo comma le indicazioni che debbono obbligatoriamente apparire sulla confezione di un prodotto alimentare e dunque anche sulle confezioni degli oli di oliva.
Esempio di etichetta
immagine presa dal web

Tali indicazioni (con esclusione di quelle irrilevanti per gli oli d'oliva) sono le seguenti e devono figurare sulle etichette nel momento in cui gli oli di oliva sono posti in vendita al consumatore: la denominazione del prodotto di vendita; la quantità netta o, nel caso di prodotti preconfezionati in quantità unitarie costanti, la quantità nominale; il termine minimo di conservazione; il nome o la ragione sociale o il marchio depositato e la sede del fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito nella CE; la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento; una dicitura che consenta di identificare il lotto di appartenenza del prodotto; le modalità di conservazione.

Il Regolamento (CE) n. 182/2009 della Commissione del 6 marzo 2009 modifica il Regolamento (CE) n. 1019/2002 relativo alle norme di commercializzazione dell’olio di oliva, con particolare riferimento alla disciplina della designazione dell’origine. Grazie a tale modifica il consumatore ha la possibilita' di distinguere il prodotto italiano dagli oli di oliva provenienti dagli altri Paesi comunitari e non comunitari. Art. 4 Un altro particolare importante è l’obbligo di apporre “nello stesso campo visivo”, in modo che il consumatore possa prenderne conoscenza simultaneamente, le seguenti tre indicazioni: la denominazione del prodotto; la quantità; il termine minimo di conservazione. Nulla vieta che le tre indicazioni appaiano insieme nella retro etichetta oppure su un lato della confezione.

I prodotti della gamma olio di oliva commercializzabili al dettaglio, e dunque in confezioni, sono solo: l’olio extra vergine di oliva, l’olio di oliva vergine, l’olio di oliva composto di oli di oliva raffinati e di oli di oliva vergini, l’olio di sansa di oliva.


24/01/14

Sapete scegliere un detersivo ecologico?

Se vogliamo contribuire a dare alla nostra terra un po' di sollievo dai veleni che la inquinano in abbondanza ogni giorno, potremmo, nel nostro piccolo, orientarci nell'acquisto di detergenti ecologici a basso impatto ambientale. Per far questo è necesario saper leggere le etichette e, in taluni casi informarsi. Molti potrebbero obiettare che anche questa operazione richiede il suo tempo, ed è vero, ma ritengo che imparare, capire e gestire al meglio i nostri budget e i soldi che con fatica guadagnamo siano un buon deterrente per il tempo speso a far nostre informazioni utili a noi stessi, agli altri e a madre terra

Dunque, iniziamo: in etichetta non troveremo  una lista completa degli ingredienti utilizzati per la formulazione del prodotto (tranne in alcuni rari casi), ma un semplice elenco delle sostanze incluse al suo interno, accompagnate dall'indicazione di alcune percentuali. Ciò avviene sia per i detersivi convenzionali che per i prodotti che si dichiarano ecologici. Come conoscere con precisione i componenti del detersivo da acquistare? I consumatori hanno diritto a ricevere informazioni dettagliate per quanto riguarda i componenti presenti nei detersivi, in particolar modo se soffrono di allergie o di problemi di salute che potrebbero risultare connessi al loro impiego. In tal caso, per conoscere nei dettagli la composizione dei prodotti, dovrete rivolgervi direttamente alle aziende, contattandole via e-mail o tramite il numero verde per l'assistenza segnalato in etichetta. In alcuni casi, potrete visitare il sito web dei produttori, in cui consultare le schede tecniche dei prodotti. Si tratta di un'accortezza che vale sia per i detersivi convenzionali che per i prodotti ecologici. Anche alcuni detersivi ecologici, infatti, potrebbero contenere sostanze allergizzanti o in grado di causare dei rischi per la salute a causa di un utilizzo improprio del prodotto. Oltre alle indicazioni relative alla composizione dei detersivi, troveremo in etichetta alcuni simboli specifici che indicano i rischi di utilizzo dei prodotti. Questi simboli sono in fase di aggiornamento. Per questo motivo, sulle confezioni attualmente in vendita potremo trovare sia i vecchi che i nuovi simboli. L'Aise ha pubblicato una guida online illustrata che specifica i cambiamenti in corso per quanto riguarda i simboli di sicurezza dei detersivi. Entro il 2017, tutti i prodotti dovranno riportare i nuovi simboli. Per fare un semplice esempio, la croce di Sant'Andrea nera su sfondo arancione, verrà sostituita da un punto esclamativo nero su sfondo bianco. Entrambi i simboli al momento indicano un pericolo per la salute, che potrebbe essere costituito dal rischio di irritazione della pelle, di sensibilizzazione o di grave irritazione agli occhi. Ancora, il prodotto in questione potrebbe essere nocivo se ingerito. I segnali di sicurezza riguardano sia coloro che utilizzano i detersivi a livello professionale, sia i semplici cittadini che si occupano delle pulizie domestiche. Per quanto riguarda la composizione dei detersivi, è necessario sottolineare le indicazioni relative alla sostenibilità presenti sulle etichette di alcuni prodotti ecologici. I detersivi migliori sono stati formulati per ridurre il più possibile l'impatto ambientale legato al loro utilizzo. Gli stessi processi produttivi dovrebbero risultare rispettosi dell'ambiente. I detersivi più attenti al Pianeta dovrebbero essere formulati con tensioattivi di origine vegetale, non derivati dal petrolio, e dovrebbero contenere ingredienti di origine naturale e controllata, provenienti, ad esempio, da agricoltura biologica o biodinamica. Un detersivo davvero rispettoso dell'ambiente non contiene sostanze come fosfati, perborati, paraffina e triclosan. Nella sua formulazione non sono presenti candeggina e sbiancanti ottici, che possono essere sostituiti dall'acqua ossigenata e dal percarbonato di sodio. Dal punto di vista della salvaguardia della salute, chi soffre di allergie dovrebbe evitare i detersivi che contengono profumazioni sintetiche (parfum). I profumi sintetici possono essere sostituiti da oli essenziali naturali e da sostanze delicate e prive di allergeni. Leggete bene le specifiche presenti in etichetta e non abbiate timore di contattare le aziende e di consultare i loro siti web ufficiali in proposito. Certificazioni Come capire se un prodotto per la detergenza della casa è stato formulato con ingredienti naturali ed ecocompatibili e non è stato testato su animali? A questo punto entrano in gioco le certificazioni. Quando un prodotto è certificato, di norma presenta un simbolo ben preciso in etichetta, legato all'organismo di certificazione. Ecco le garanzie offerte dalle certificazioni più comuni per quanto riguarda i detersivi e altri prodotti utili per la pulizia della casa, come oli essenziali e saponette per il bucato.
Ecolabel  (www.ecolabel.eu) è il marchio dell'Unione Europea che premia la qualità ecologica dei prodotti (e dei servizi) migliori dal punto di vista ambientale, che mantengono comunque elevati standard di prestazioni ed efficacia. Il marchio attesta che il prodotto prescelto ha un ridotto impatto ambientale lungo tutto il proprio ciclo di vita.
Icea, l'Istituto Europeo per la Certificazione Etica e Ambientale (www.icea.info), propone due certificazioni, dedicate all'Eco Detergenza e all'Eco Bio Detergenza. Lo standard garantisce, sia nel prodotto che nel materiale di imballaggio, l'assenza di sostanze a rischio dal punto di vista ecologico, di materie prime non vegetali ritenute dannose per la salute dell'uomo e dell'ambiente, allergizzanti o irritanti. Garantisce inoltre un'efficacia del prodotto paragonabile a quella dei prodotti convenzionali di alta gamma, la presenza di imballaggi riciclabili e realizzati con materie prime rinnovabili. La certificazione Eco Bio Detergenza indica che i prodotti che la riportano sono ottenuti utilizzando materie prime vegetali da coltivazioni biologiche.
Aiab, l'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (www.aiab.it), propone una certificazione dedicata ai prodotti per la detergenza domestica. Il marchio Aiab Detergenza Pulita si basa su disciplinari che valutano l'efficacia e la sicurezza dei prodotti, i quali devono risultare sia a ridotto impatto ambientale che rispettosi per la salute, offrendo un pulito ecologico e sicuro. Inoltre, la certificazione garantisce che le materie prime utilizzate per la formulazione dei prodotti siano state approvate singolarmente e provengano, in base a quanto è possibile reperire sul mercato, da agricoltura biologica. Lav, Lega Anti Vivisezione (www.lav.it), dal 2004 permette alle aziende di esporre il proprio marchio soltanto a seguito dei controlli effettuati da Icea per verificare la conformità dei prodotti allo Standard Internazionale Non Testato Su Animali. Il principale obiettivo dell'iniziativa consiste nel qualificare e valorizzare le politiche e scelte commerciali, aziendali e personali, orientate a non ricorrere e non incrementare le sperimentazioni sugli animali.
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