Il-Trafiletto
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12/03/14

"Gocce" di notizie: Messina assediata da rapinatori figli della miseria

Messina è divenuta una città sotto assedio da bande di rapinatori. Ogni giorno vengono segnalati innumerevoli episodi di brigantaggio ai danni dei commercianti peloritani. L’indifferenza delle istituzioni e la crisi economica che non accenna a ridimensionarsi sono gli ingredienti principali di questa escalation di malvivenza; sullo sfondo la miseria. Molteplici e quotidiani sono, oramai, gli assalti a supermercati e tabaccherie nella città dello Stretto. Come il brigantaggio quest’aumento di furti affonda le sue radici nella miseria; anche se la giovane età dei nuovi briganti potrebbe indicare nella rincorsa alla dose le ragioni di tali gesti. Tuttavia non si tratta di un fenomeno esclusivamente messinese: i casi di banditismo si stanno moltiplicando in maniera esponenziale anche su scala nazionale. I commercianti, che già subiscono una pressione fiscale insostenibile, ricevono così il colpo di grazia verso il fallimento dell’attività. Alcuni supermercati di Messina hanno deciso di chiudere gli esercizi nelle ore pomeridiane, per evitare che l’oscurità faciliti determinate iniziative; si tratta di un amaro palliativo che tuttavia rende l’idea di una resa incondizionata alla criminalità. La miseria nella città dello Stretto si manifesta in concomitanza della chiusura di tantissimi cantieri edili. Messina ha un’economia debolissima, basata essenzialmente sull’edilizia; di conseguenza la crisi del mercato immobiliare e la nuova amministrazione comunale espressamente contraria alla cementificazione hanno fatto esplodere la disoccupazione
 A questo punto esistono due soluzioni: aumentare la presenza di forze dell’ordine sul territorio messinese oppure sbloccare i cantieri.                            fonte F.Vinci

19/02/14

Protesta dei piccoli imprenditori: "Ritorneremo se non otterremo quello che ci serve per non chiudere"

In piazza migliaia di commercianti, artigiani, piccoli imprenditori stanchi della burocrazia e della pressione fiscale : "Siamo tanti, tantissimi e rappresentiamo la stragrande maggioranza delle imprese italiane. Il prossimo governo e il Parlamento devono prendere atto di questa grande forza".


Piazza del Popolo ribattezzata Piazza delle Imprese: commercianti, artigiani, piccoli imprenditori hanno organizzato a Roma una manifestazione considerata "storica". A protestare per un fisco e una burocrazia meno oppressivi sono stati - secondo gli organizzatori - in 60mila e hanno chiesto alla politica di cambiare e al futuro premier di convocarli. "Siamo tanti, tantissimi - ha dichiarato Marco Venturi, presidente di Confesercenti - e rappresentiamo la stragrande maggioranza delle imprese italiane. Il prossimo governo e il Parlamento devono prendere atto di questa grande forza" e "devono cambiare registro"; 372.000 imprese hanno chiuso nel 2013, per la crisi economica e per "l'incapacita' politica ed istituzionale" di affrontare la situazione. "Noi non molleremo - ha dichiarato Venturi - saremo dialoganti ma pronti a tornare in piazza, in tutte le piazze italiane, se non avremo concrete e rapide risposte dalle nostre istituzioni". "Siamo stanchi, stanchi: chiediamo rispetto, meritiamo piu' rispetto", ha gridato dal palco il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, secondo cui "non c'e' piu' tempo" ed e' "a rischio la pace sociale"; "Oggi qualcosa e' cambiato - ha sottolineato - la politica non puo' fare finta di niente.

Se non avremo risposte ci riproveremo ancora e saremo piu' numerosi e piu' determinati". Piu' esplicito Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato: "Ci siamo rotti i co..... - ha gridato - non ne posso piu' come imprenditore e come cittadino di essere soffocato da tasse e burocrazia". Poi rivolto al premier incaricato: "Matteo stai preoccupato, se non abbasserai le tasse alle piccole imprese ti faremo nero". "Questa manifestazione - ha concluso - non restera' solo nella nostra memoria ma nella storia, come la piu' grande manifestazione delle piccole e medie imprese italiane". Stessi toni nel discorso del presidente della Cna Daniele Vaccarino: "La manifestazione di oggi e' un evento storico: la politica deve tenerne conto". "Non abbiamo perso la speranza, abbiamo perso la pazienza - ha sottolineato - e non siamo sereni, siamo incaz... La politica ci ha deluso ma nonostante tutto siamo qui per sostenere l'Italia". "Gli invisibili - ha detto ancora - oggi sono tornati visibili, perche' le ragioni dell'impresa diventino le ragioni dell'Italia". "Vale piu' un urlo che tanti discorsi - ha affermato il presidente di Casa Artigiani, Giacomo Basso - vogliamo dignita'". Le richieste di artigiani, piccoli imprenditori, commercianti sono di tagliare il peso delle tasse, favorire l'accesso al credito, ridurre il peso della burocrazia, rilanciare investimenti e consumi, temi simili a quelli evidenziati dai sindacati: "Anche noi ci mobiliteremo nelle prossime settimane - ha annunciato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni - perche' i lavoratori e le imprese hanno oggi gli stessi problemi e devono marciare uniti per la riduzione delle tasse e sollecitare una svolta nella politica economica".
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