Il-Trafiletto
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07/02/16

Porsche Panamera: confermata la Sport Turismo

Sorpresa durante i collaudi la versione shooting brake della Panamera, che dovrebbe vedere la luce nel 2017. 


Da tempo si rincorrono voci ed ipotesi relative ad una versione della Porsche Panamera più originale nell’aspetto e concepita per una fascia d’utenza non per forza interessata alla classica berlina di lusso.

Le indiscrezioni vengono oggi confermate da alcune immagini spia, pubblicate su MotorAuthority che mostrano un esemplare ancora provvisorio di quella che potremmo definire una shooting brake. Il termine inglese, che tradotto suonerebbe come giardinetta da caccia, viene oggi utilizzato per descrivere le station wagon più filanti ed aerodinamiche.

Fonte: http://www.alvolante.it/news/porsche-panamera-shooting-brake-2017-spy

19/12/15

Porsche 718: ecco come sarà il boxer 4 cilindri

Il motore boxer delle 718 Boxster e 718 Cayman sarà derivato dal 6 cilindri turbo della 911 Carrera e avrà cilindrata di 2.0 e 2.5 litri. 


In occasione dell'aggiornamento di metà carriera, previsto a inizio 2016, le Porsche Boxster e Cayman cambiano nome in 718 Boxster e 718 Cayman (qui per saperne di più).
Porsche 718
Porsche 718

Saranno modificati gli esterni, cambieranno alcuni particolari dell’abitacolo e debutteranno nuovi motori a quattro cilindri, boxer, più moderni e prestazionali rispetto alle odierne unità aspirate da 2.7 e 3.4 litri.

Il riferimento alla Porsche 718 non è casuale, ma evoca un passato che le Boxster e Cayman vogliono riecheggiare: non soltanto perché la 718 fu una vettura dalle numerose affermazioni in gara, ma perché vinse utilizzando un motore quattro cilindri boxer. Fonte AlVolante

05/11/15

Nuova Porsche 911 Carrera Cabrio sempre un Passo Avanti

Ancora una volta parliamo di tutto. O di un nuovo riferimento. Di una vettura sportiva unica in questa forma. Che affascina da generazioni e cattura la nostra anima. 


Parliamo del futuro della 911. Guardiamo avanti, dunque. Non a fianco, mai indietro. Il passato, per noi, è come un cuscino troppo morbido.

Porsche 911 Carrera Cabrio
Porsche 911 Carrera Cabrio

Per quanto glorioso sia stato, indipendentemente dalle vittorie in gara, i sogni, i nostri sostenitori e le migliaia di idee. Tutto è custodito nel nostro cuore.

Ma ora partiamo da zero e mettiamo tutto sul piatto della bilancia. Torniamo alla carica per continuare a migliorare.
E lottiamo per difendere il podio.

Con un unico obiettivo: costruire la prossima 911 più efficace, potente e a basso consumo di sempre. Una vettura sportiva bella come il primo giorno.

Questa è la nostra tradizione. E il nostro futuro. Perciò diamo il massimo. Per costruire la migliore 911 di tutti i tempi: la nuova 911.

17/10/15

Porsche Boxter Consumi Emissioni Ciclo Urbano Extraurbano

Consumi/Emissioni* Boxster: Ciclo urbano l/100 km 11,8-10,9; Ciclo extraurbano l/100 km 6,4-6,2; Ciclo combinato l/100 km 8,4-7,9; Emissioni di CO2 g/km 195-183. 


Ammettiamolo: la realtà virtuale può essere molto divertente. Ma non sentiremo mai il vento accarezzarci la pelle mentre percorriamo strade tortuose. La Boxster è un inno alla vita reale. Perché è un classico del design, una potente vettura sportiva con motore centrale.

E perché è una roadster autentica. Possiamo definirla con tanti nomi. Tutti rendono immancabilmente onore alle leggendarie vetture che l’hanno preceduta, come la 356 N. 1 o la 550 Spyder. La questione era, quindi, come continuare a rendere loro omaggio anche in futuro. Si trattava, naturalmente, di trovare la giusta armonia fra design e funzionalità, tradizione e innovazione.

Ma, cos’è l‘armonia? Ha forse a che fare con la grazia, la delicatezza o la leggerezza delle linee? Non esattamente. Quindi, abbiamo rafforzato la nostra idea di roadster. Perfezionandola. E conferendole un’espressione completamente nuova. Con potenza più elevata a fronte di maggiore efficienza. Grazie a tecnologie innovative, struttura leggera intelligente e all‘armonia sportiva fra esterno e interni. E inserendo linee spigolose dove servono. Per un look attraente.

Lo spirito dell’autentica roadster è vivo. Ed è libero come non mai. Più potente, indomabile e intenso che mai.

30/10/14

Alla guida di un ibrida | La nuova Cayenne l'identificazione di un nuovo concetto

Contemporaneamente all'abbellimento apportato a metà della illustre carriera della 2a generazione, della Porsche Cayenne, si inventa un nuovo concetto della versione ibrida. 


S E-Hybrid, questo il nome della nuova ibrida di Porsche che identifica al tempo stesso sia un’evoluzione della prima variante che un adeguamento al modus operandi di casa Porsche, che con la Panamera e la 918 Spyder aveva già fatto il suo ingresso fra le ibride plug-in.

Le principali caratteristiche tecniche. 
La trasformazione ha avuto luogo tramite una ristrutturazione del powertrain, adesso rappresentato da un motore elettrico da 95 CV (anziché 47) e 310 Nm di coppia e da un V6 di 3.0 litri sovralimentato da 333 CV e 440 Nm. La potenza totale si attesta così a 416 CV, invece la coppia è di 590 Nm, ovvero, 36 CV e 10 Nm in più in confronto alla prima Cayenne Hybrid, a fronte di consumi medi più bassi e di prestazioni migliori: stando ai dati dichiarati, dai precedenti 8,4 l/100 km si scende a 3,4, con 243 km/h di velocità massima e un'accelerazione da 0-100 in 5,9 secondi. 

Usando la sola modalità elettrica, la Cayenne S E-Hybrid garantisce una velocità max di 125 km/h e percorrenze che si attestano tra i 18 e 36 km. Il motore elettrico viene alimentato da un pacco di batterie agli ioni di litio da 10,8 kW/h allocato al di sotto del piano di carico della bagagliaio che, rispetto altre Cayenne, ha una portata inferiore di soli 580 litri. Attraverso una normale presa di corrente la ricarica viene completata in sole 3,5 ore, cosa che diminuirà ad un'ora mezza se si utilizzano una presa industriale e un caricabatterie specifico. 
L'innovativa struttura trova la sua completezza nella modalità E-Charge (si attiva attraverso il tasto E-Power che è stato sistemato sulla console centrale), che cambia l’unità elettrica in generatore, velocizzando il "rifornimento" delle batterie in movimento e, quindi, aumenta l'autonomia a emissioni zero. 

La resa. 
Nella sopracitata modalità, utilizzando con poca parsimonia l'acceleratore durante un tragitto di 54 km formato da tratti di autostrada e di collina (compreso l'attraversamento di certi paesi), secondo il computer di bordo abbiamo consumato in media 6 litri/100 chilometri, un risultato ottenuto dando fondo alla carica iniziale delle batterie (22 chilometri). Pure quando si continua a procedere a emissioni zero, la Cayenne S E-Hybrid tira fuori un carattere più che brioso. Bisogna solo fare attenzione a non avere il pide troppo pesante, per impedire che il sistema reinserisca in automatico la modalità standard, cioè quella da ibrida originale, che attiva la sinergica attività dei due motori secondo la situazione di marcia. Ottima in ogni caso la risposta del cambio Tiptronic a otto rapporti, che scandisce sempre i passaggi marcia favorendo il rendimento ed è in grado di far divertire quando si utilizza manualmente attraverso i paddle al volante. 

Per concludere, la configurazione della S E-Hybrid avviene come una vera Porsche, cioè quello che intendo dire e che introducendo la modalità Sport, questa Cayenne emana un dinamismo che appaga in toto il piacere di guida, facendo scordare il fatto che sulla fiancata sinistra sia presente… una presa elettrica.

La nuova ibirida di Porsche: la S E-Hybrid

28/09/14

I muletti di 2a generazione: la Porsche Panamera

Porsche Panamera

La realizzazione e l'evoluzione riguardo la 2a generazione della Porsche Panamera è arrivata ad una fase fondamentale, dal momento che gli specialisti della casa tedesca per la prima volta hanno messo su strada un prototipo con la carrozzeria ormai finita. 


Nonostante tutto la berlina della casa tedesca è ancora celata sotto i rivestimenti protettivi e per adesso pare somigliare tanto alla versione che tutti conosciamo, appare logico immaginare un'importante cambiamento del design.

Cosa ci sarà innovativo 
I cristalli laterali verranno nettamente tagliati, mentre il design relativo al montante posteriore pare assumere una differenziazione dalla prima serie della Panamera, ma pure le misure appaiono notevolmente aumentate. Oltretutto, lo spoiler posteriore attivo si presenta parecchio diverso da quello attuale, con misure evidentemente maggiori e il tetto apribile, è ora composto da una sezione mobile di cristallo simile a quella della 911. 

La Panamera sarà dunque più allargata e allungata di quella che consociamo già, nonostante abbia ridotto la massa nella sua globalità, grazie allo svilupparsi della nuova piattaforma modulare che farà da base anche per altri modelli del Gruppo Volkswagen. L'esordio con ogni probabilità potrà avere luogo durante il corso del 2016 con l'immissione nei mercati nel 2017, una tempistica coerente con l'introduzione nel 2013 della Panamera restyling attuale.

24/09/14

Emozioni nuove? Provate a guidare la nuova Porsche Cayenne V8 biturbo

Stare alla guida dell’ultima Porsche Cayenne, dicono dalla casa madre che si provi nuove emozioni, grazie pure all’handling ancora più avvincente in confronto al modello precedente. 


Sembrerebbe che alla Porsche abbiano perfettamente ragione. Per provare quanto detto fin'ora basterà trovarsi a percorrere con questa Suv 4x4 da oltre due tonnellate per averne la consapevolezza, il “toboga” ricco di tragitti con salite e discese, tornanti, curve e controcurve del Montserrat, zona internata di Barcellona. Sembrerebbe che ci si trovasse alla guida di una 911. Diciamolo, la Cayenne Turbo, top di gamma, affascina. Il V8 biturbo da 520 CV (Euro 6), aggiornato rispetto alla versione precedente per erogare 20 CV in più, ma anche per consumare meno, ha una coppia di 750 Nm (+50 Nm) e offre ovviamente prestazioni molto elevate per una Suv: velocità massima di 279 km/h e accelerazione 0-100 km/h in 4,5 secondi.

Ben saldata all’asfalto. 
Con una presentazione del genere ci si accomoda al comando della Cayenne Turbo quasi provando un certo timore riverenziale, ma successivamente la possibilità di potere selezionare il proprio menu prediletto, che interviene su vari parametri, riesce a farla apparire meno inarrivabile. In questo modo effettivamente ci si rende conto che sono soltanto i numeri ad intimorire. Sono sufficienti pochi chilometri per prendere confidenza con il mezzo e così, quando iniziano le curve, si cerca di osare sempre di più.
La nuova Porsche Cayenne turbo

Le sospensioni essendo dotate di controllo attivo con tre programmi d’intervento (Comfort, Sport e Sport Plus), permettono di fare affidamento su un atteggiamento dinamico e sportivo tra i migliori che si possono trovare della categoria. Le pericolose curve in salita e in discesa del Montserrat, con il menu Sport Plus (quello che ha un'assetto più rigido e risposta più veloce di sterzo, motore e cambio), la Cayenne Turbo le percore come se stesse viaggiando su di un binario invisibile mantenendo l'auto ben attaccata al terreno, grazie anche ai pneumatici prosperosi montati su ruote dalle dimensioni che vanno da 18 a 21 pollici. Se in curva si arriva un po’ lunghi, la Cayenne Turbo tende leggermente a sottosterzare, ma rientra prontamente grazie alle doti dello sterzo, veloce e preciso. Ottima, poi, in ogni situazione, la frenata. E ci mancherebbe, ci viene da dire.

Anche in fuoristrada non è male. 
Apprezzabile anche il cambio Tiptronic S a 8 marce adesso con l'ausilio della funzione “veleggio” che disinserisce la trasmissione nelle fasi di elevati rallentamenti in cui il pedale dell’acceleratore viene del tutto rilasciato. La trazione viene ricomposta non appena si riprenderà ad accelerare o in caso si dovesse frenare. Alquanto veloce la possibilità di selezione dei rapporti, sia in salita sia in scalata, con a portata di mano i paddle ai lati del volante sportivo, multifunzionale e ispirato alla 918 Spyder. La Cayenne Turbo, tuttavia, se la cava molto bene anche in fuoristrada. Messa alla prova, infatti, si è mossa con disinvoltura in un test effettuato su un terreno “difficile”, con sentieri appena accennati e disseminati di sassi, rocce, fango, pozzanghere. Si possono scegliere sei diverse altezze dal suolo e, una volta impostato l’Hill Descend alla velocità desiderata, ci si può buttare a capofitto nelle discese più ripide senza particolari difficoltà. Incredibile!

Quanto costano.
Sotto il cofano dell’irruente Suv germanica, come già detto, trova posto il V8 biturbo con motore benzina da 520 CV. Che cosa dire di ciò? Funziona in maniera ottimale, costantemente disponibile e senza nessun vuoto fastidioso in quanto non è mai avvertibile il ritardo della sovralimentazione. Insomma è cattivo, esuberante. Atto quarto e lifting non invasivo per il model year 2015 della Cayenne i cui prezzi partono da 69.784 € per la Diesel destinata a raccogliere i maggiori consensi in Italia. In gamma anche la S biturbo benzina (84.058 €), la S Diesel (86.010 €), la palestrata Turbo (133.468 €) e la S E-Hybrid (85.600 €) che arriverà in Italia entro la fine dell’anno.

Nel mese di ottobre sarà disponibile alla vendita.
La vendita avverrà nel mese di ottobre, subito dopo il suo esordio al Salone di Parigi, la Cayenne restyling è stata riveduta particolarmente nella parte frontale, con nuovi paraurti equipaggiati di originali prese d'aria, cofano diversificato e fari aggiornati con tecnologia bi-xeno o Led in base all'allestimento. Gli interventi estetici hanno riguardato anche la parte posteriore. Modificati i gruppi ottici, così come il portellone e lo spoiler sopra il lunotto, i paraurti e i terminali di scarico.

L'abitacolo, per concludere, può essere reso più ricco attraverso nuovi dispositivi, come ad esempio il sistema di climatizzazione dei sedili posteriori che va a fare il paio con i numerosi gadget, anche tecnici, che fanno parte della dotazione sia di serie sia a richiesta della Cayenne. Infine, le sospensioni ad aria, di serie sulla Turbo, forniscono una comoda funzione aggiuntiva. Con portellone posteriore aperto, grazie a un tasto installato lateralmente nel vano di carico, è possibile abbassare l’auto di 52 millimetri e di conseguenza il bordo di carico per facilitare le operazioni di stivaggio. Nulla da obiettare quindi? Be’, listino vertiginoso e qualche leziosità stilistica con alcuni “colpi” d’effetto per rendere più grintosa quest’ultima Cayenne.


16/01/14

Il mito della leggendaria Lancia Fulvia| Regina di Montecarlo con Munari e Mannucci.

Rinasce il mito della Lancia Fulvia! Regina di Montecarlo con due "principi" d'eccezione: Munari e Mannucci!
La storia dell'automobilismo è stata segnata da sole due auto che sono ricordate menzionando il numero di gara: la Mercedes 300 Slr numero 722, alla cui guida c'era Stirling Moss che vinse a tempo di record la Mille Miglia del 1955, e la ancor più mitica Lancia Fulvia HF con numero 14 che, con la coppia Munari-Mannucci, i quali dominarono contro tutto e contro tutti il Rally di Montecarlo del 1972.

Mentre si sta svolgendo l'edizione 2014 del Rally più famoso del mondo, che affronterà per ben due volte il Col de Turini anche se in senso inverso rispetto alla tradizione, ricordare la leggenda di un'auto rimasta nel cuore di tutti gli appassionati di motori è un piacere e un obbligo.
Un'auto che proprio sul Col de Turini ribaltò la classifica che fino ad allora la vedeva in terza posizione, e già quello era considerato un risultato straordinario. Perché la Lancia Fulvia HF 1600, nel 1972, era ormai considerata ormai superata, una sorta di catorcio, un'auto spompata con soli 160 CV destinata a soccombere senza speranza nel confronto diretto con le Porsche (270 CV) e le Renault Alpine (cavalleria simile alle Porsche e 200 chili in meno della Fulvia) considerate le vere predestinate al successo finale.
Lancia Fulvia HF

Poco prima di affrontare il Turini, in quel gennaio del 1972, iniziò prima a piovere e poi a nevicare. Il dio pluvio delle corse aveva scombinato le carte, apparecchiando una situazione meteo nella quale la vecchia Fulvia si trovava a suo agio. Lo si era già capito molti anni prima, al Rally di Corsica, quando il motore era ancora il 1400: le rivali non riuscivano a tenere la strada mentre lei, la piccola Fulvia, restava aggrappata all'asfalto bagnato e ricoperto di foglie e fango. Chilometro dopo chilometro, fino alla vittoria finale. Un'auto che avrebbe vinto molto, che sarebbe entrata nella storia dei Rally anche grazie a un aggiornamento del motore, portato ai 1600 di cilindrata.

Ma il Montecarlo del 1972 quello no, era un sogno impossibile. Troppo potenti le Porsche, troppo potenti e leggere le Alpine anche solo per restargli alle costole. E poi, suvvia, i francesi schieravano addirittura sei equipaggi, proprio per non tralasciare alcun particolare sulla strade di casa. E invece, pioggia e vento: e "nonna" Fulvia a fine carriera che improvvisamente si ritrova nel suo ambiente naturale. Quando le altre escono di strada... Sembra di vedere lo sguardo sornione della HF numero 14, con i fanaloni a illuminare la notte e la scritta Lancia Italia sul cofano per far sentire a francesi e tedeschi il fiato sul collo. Fino ad arrivargli alle costole, fino a prenderli. Le Porsche non restano in strada: troppa potenza da scaricare a terra e a terra, al posto dell'asfalto asciutto, c'è solo neve.

Tanta, troppa neve. Le Alpine non reggono alla prova di una natura così scatenata: sul Turini, Jean Claude Andruet esce sbattendo contro la montagna. Darnische e Ove si fermano con il cambio rotto. Le altre Alpine, beh! quelle erano già dietro da tempo. Nonna Fulvia vola. Munari la guida come se fosse un prolungamento del suo corpo, Mannucci disegna il percorso per l'amico alla guida rendendogli impossibile un qualsiasi errore. Passato il Turini la Fulvia, la nonnetta, il ronzino, la vittima predestinata è in testa, dominatrice di un Montecarlo che spianerà la strada verso il titolo Mondiale Rally. Che farà passare la Fulvia Hf 1600, targata TO E24266, dalla storia alla leggenda. Ricordandola oggi rendiamo omaggio all'immenso Sandro Munari e a Mario Mannucci, che molti chiamavano "il maestro" e che ci ha lasciati, in silenzio, nel dicembre del 2011. Ricordiamo Cesare Fiorio, che tutti ricordano come artefice della Squadra corse Lancia di quegli anni straordinari. Ma ricordiamo anche Ettore Zaccone Mina, il papà del motore della Fulvia.

L'uomo che progettò un motore millecento, per la Fulvia berlina, riuscendo a trasformarlo nel tempo con una genialità inarrivabile in un 1600 da 160 cavalli, con un rapporto di 100 CV/litro che rivisto oggi ha dello straordinario. Lo fece quasi di nascosto, nelle notti trascorse disegnando nel salotto di casa, perché il numero uno della Lancia, il professor Fessia, gli aveva dato il permesso di inseguire questo sogno solo al di fuori dell'orario di lavoro. Così nacque il V stretto che ancora oggi stupisce gli addetti ai lavori per la perfezione assoluta con cui è stato concepito. Così, con la straordinaria unione di molti e molti uomini che hanno reso grande la Lancia, è nata la vittoria al Montecarlo del 1972 e la leggenda di una macchina immmortale.
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