Il-Trafiletto

04/02/14

La prostituta bambina, faceva anche 600 euro al giorno

Non sappiamo proteggere i nostri bambini, che continuano a essere vittime di orchi travestiti da "persone per bene". Non esiste una legislazione che difenda i diritti dei minori. I genitori sono lasciati a se stessi, senza tutela che garantisca una efficace punibilità a chi approfitta dei minori. Sfruttatori di minori, che agiscono indisturbati procacciando clienti facoltosi, che impuniti pagano fior di euro per giacere con ragazzette che dovrebbero solo studiare e giocare. 


Due studentesse romane, incontrano l'orco in internet: "Un giorno sono andata su 'google' e ho scritto 'fare soldi facili' e poi ho risposto a un annuncio".
Cosi' e' cominciata la storia di una delle due studentesse romane che, dalla scorsa primavera, si prostituivano in un appartamento ai Parioli messo a disposizione da Mirko Ieni. "Credo che lui sapesse che ero minorenne e si serviva di questo per aumentare il numero dei clienti potenzialmente interessati a fare sesso. Guadagnavo molti soldi, anche 5-600 euro al giorno, di cui una piccola parte la giravo a lui per l'affitto della stanza".
Sentita nel corso di un incidente probatorio, con l'assistenza di un avvocato e di uno psicologo, la giovane, in collegamento video da un'altra stanza del palazzo di giustizia, ha risposto senza tanti indugi alle domande al gip Maddalena Cipriani. "Non mi sono fatta mancare nulla, quello che guadagnavo lo spendevo per le cose che mi piacevano di piu'", ha ammesso la ragazzina. Rispondendo a quella inserzione su internet, lei entro' in contatto con il caporalmaggiore dell'esercito Nunzio Pizzacalla e poi con Ieni. Il militare, secondo l'accusa, avrebbe indotto lei e l'altra sua amica minorenne (che sara' sentita dopodomani sempre in sede di incidente probatorio) a prostituirsi nell'appartamento ai parioli "procacciando clienti, mantenendo la contabilita' e impartendo disposizioni sulle tariffe".

Per l'accusa, pero', Pizzacalla avrebbe anche sfruttato la prostituzione di ragazze maggiorenni e indotto una delle baby-squillo a produrre foto e video in pose sexy per procacciare clienti. "Pizzacalla non credo di averlo mai visto - ha detto la minore al gip -. So che e' venuto a Roma due volte per incontrarmi ma mi sono rifiutata. Del resto, alla fine mi ero creata un mio giro di conoscenze e quindi anche a Ieni giravo qualche soldo ma non gli dicevo tutto quello che facevo". Quest'ultimo, secondo il capo di imputazione, deve rispondere anche della cessione di stupefacenti e della commercializzazione del 'servizio' sul sito web 'bakecaincontri'". Al commercialista Riccardo Sbarra e' contestato non solo di aver avuto rapporti con le due minorenni, ma anche di aver detenuto e ceduto materiale pedopornografico. C'e' poi il cliente Mario Michael De Quattro che risponde anche di un episodio di tentata estorsione, (definito inesistente per la difesa), per aver cercato di farsi dare 1.500 euro dalla piu' grande delle due minorenni, dopo aver videoregistrato un incontro a loro insaputa e dietro la minaccia di diffondere il filmato. C'e' poi al vaglio del gip la posizione della madre dell'altra minorenne, arrestata a fine ottobre assieme agli altri per induzione alla prostituzione, e quella dell'imprenditore Marco Galluzzo che avrebbe ceduto cocaina in cambio di prestazioni sessuali. A completare la lista ci sono tre clienti indagati a piede libero per aver avuto rapporti sessuali con le ragazzine. "Non potevano sapere che quelle due erano minorenni", e' la versione dei loro difensori.                                                                                                  fonte(AGI)

Due Soli per un pianeta che nasce!

Due Soli per un Pianeta che nasce! Parlando scientificamente i pianeti circumbinari, cioè quelli che orbitano intorno a due stelle, rappresentano una vera e propria sfida, sia alle leggi della fisica che per i ricercatori che sono preposti a darne spiegazione sulle sue origini.

Appare alquanto difficile poterne comprendere il vero significato sul come possano essersi combinati corpi del genere in maniera cosi intrinseca sotto l’influenza gravitazionale di due Soli. Ad oggi abbiamo soltanto uno studio della Bristol’s School of Physics che prova ad abbozzare un suggerimento in tal senso: pianeti del genere di cui il più celebre e conosciuto dai fans della saga fantascientifica Star Wars è Tatooine, pare si siano formati in realtà ben lontano da dove si trovino oggi, ovverosia che abbiano trovato la loro vita altrove, per poi migrare lontano dal luogo di origine. Lo studio è stato pubblicato su Astrophysical Journal Letters.
 
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Pianeta con due Soli
Zoe Leinhardt, a capo della ricerca, spiega che insieme ai colleghi sono arrivati a queste conclusioni effettuando una serie di simulazioni al computer che mimavano le collisioni su e tra un milioni di blocchi planetari, i mattoni da cui sono nati poi i pianeti, calcolando anche l’effetto della gravità. “Le nostre simulazioni”, spiega Leinhardt, “mostrano che il disco circumbinario è un ambiente ostile anche per oggetti di grandi dimensioni, gravitazionalmente forti.

Prendendo in considerazione i dati sulle collisioni, così come il tasso di crescita fisica dei pianeti, abbiamo scoperto che Keplero 34 (AB)b (un pianeta circumbinario, nda) avrebbe faticato a crescere dove si trova adesso”. Per questo l’ipotesi è che i pianeti con due soli si siano formati lontano, molto lontano, dal sistema binario di cui fanno parte, dove sarebbero migrati solo in un secondo momento. Una teoria, spiegano gli scienziati, valida per tutti i pianeti circumbinari, ad eccezione forse di Kepler-47 (AB)c, che si trova già molto lontano dal sistema binario attorno cui orbita rispetto ai propri simili. Anche Tatooine quindi si sarebbe formato lontano da dove lo avremmo conosciuto nell’universo di Star Wars.

“Hdl” | Il colesterolo che può far male davvero!

"Hdl": il colesterolo che può far male davvero! Nel momento in cui si ossida, favorisce l'aterosclerosi. Esistono vari tipi di colesterolo: affiancato a quello “cattivo”, che mette in grave pericolo la salute di cuore e arterie, c'è ne un tipo “buono” che aiuta a contrastare l'aterosclerosi.

Ma non fraitendetemi, il colesterolo in genere è sempre e comunque un  rischio per la salute e a tal proposito, uno studio pubblicato su Nature Medicine da un gruppo di ricercatori, coordinato da Stanley Hazen, esperto di Cardiologia Preventiva e Riabilitazione della Cleveland Clinic (Stati Uniti), ha infatti messo in luce il fatto che se le proteine presenti al loro interno si ossidano, le particelle di colesterolo buono” perdono le loro proprietà cardioprotettive, diventando pericolose per il sistema circolatorio, favorendo invece l'infiammazione e quindi l'aterosclerosi.

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Hdl il colesterolo che fa male
Hazen e colleghi hanno scoperto che durante il processo di aterosclerosi, che porta al restringimento e all'irrigidimento delle arterie, nelle pareti dei vasi sanguigni si accumula una forma ossidata di apoA1, la proteina più abbondante all'interno delle particelle di colesterolo “buono”. Quando non è ossidata, apoA1 permette di trasportare il colesterolo dalle arterie al fegato, attraverso cui può essere eliminato dall'organismo. La forma ossidata non riesce a svolgere questa funzione, tanto che analizzando il sangue di 627 pazienti i ricercatori hanno scoperto che all'aumentare dei livelli di particelle di colesterolo “buono” ossidato aumenta anche il rischio di avere a che fare con un disturbo cardiovascolare.

“Identificare la struttura della apoA1 non funzionale e il processo attraverso cui inizia a promuovere le malattie anziché prevenirle è il primo passo verso la creazione di nuovi test e trattamenti per i disturbi cardiovascolari”, spiega Hazen. Non solo, questa scoperta fornisce anche una possibile spiegazione al fatto che gli studi condotti fino ad oggi utilizzando farmaci pensati per aumentare i livelli di colesterolo “buono” non abbiano dato i risultati sperati in termini di salute cardiovascolare. “Ora che sappiamo come è fatta questa proteina non funzionale stiamo sviluppando un test clinico per misurare i suoi livelli nel sangue che sarà uno strumento utile sia per valutare il rischio cardiovascolare nei pazienti sia per guidare lo sviluppo di terapie mirate contro l'Hdl [il colesterolo “buono”, ndr] per prevenite le malattie”.

Cinico, ironico e mordace: l'investigatore degli investigatori

Erano pressapoco le undici del mattino, mezzo ottobre, sole velato, e una minaccia di pioggia torrenziale sospesa nella limpidezza eccessiva là sulle colline. Portavo un completo blu polvere...

Chi di voi non ha mia visto un film in bianco e nero? Magari passandoci per caso, facendo zapping tra una pubblicità e l'altra, o magari perché appassionato del genere.
Le caratteristiche di questi film, soprattutto quelli ambientati nelle grandi città degli anni '30 e '40, sono le donne bellissime ed enigmatiche, sempre perfette nei loro abiti attillati, i cui sguardi languidi ammaliavano qualunque uomo. E poi? Protagonisti maschili forti, decisi, virili e incorruttibili. Ma anche gangster, alcool, bische clandestine, scazzottate e pistole. Tutte cose che nei film di oggi non ci sono più.
Il grande sonno (film)

Per i libri vale lo stesso discorso. I noir, i gialli, i polizieschi e i thriller con il tempo si sono evoluti, adattandosi al tempo in cui venivano scritti. Evoluzione naturale e necessaria di qualunque cosa a questo mondo.

Torniamo alla prima frase che avete letto, ed immaginate che a parlare sia un investigatore privato cinico, ironico, quasi corrosivo, irrispettoso e mordace nelle sue battute sempre pronte, anche nei momenti che sembrano meno opportuni, quasi diabolico nel suo non lasciarsi mai mettere i piedi in testa da nessuno, che si tratti di polizia, uomini ricchi o spietati gangster. Se vi è più semplice, immaginatelo con il volto di Humphrey Bogart.

Bene, l'uomo che avete davanti è l'investigatore privato Philip Marlowe. Ai molti non dirà nulla, altri invece diranno “Certo che lo conosco! Era ora che qualcuno ne parlasse!, ma procediamo con ordine. Il libro di cui vi parlerò oggi si intitola Il grande sonno scritto da Raymond Chandler.

Il grande sonno è il primo romanzo di Chandler in cui compare l'investigatore Philip Marlowe. In questo romanzo il nostro investigatore viene chiamato alla villa dell'anziano e ricchissimo Generale Sternwood, arricchitosi grazie a dei pozzi petroliferi situati fuori Los Angeles. Il Generale vuole che Marlowe indaghi su un biglietto ricattatorio inviatogli da un certo Arthur Gwynn Geiger, titolare di una libreria specializzata in volumi antichi e rari. Ben presto però Marlowe si rende conto che le cose sono ben più complicate di quanto sembrino, soprattutto quando finisce per conoscere le figlie del Generele: Vivian e Carmen.

Il grande sonno
Quando ho cominciato a scrivere, il massimo che mi proponevo era giocare come mezzo di espressione capace di restare a un livello non intellettuale e di acquistare tuttavia il potere di comunicare un certo numero di informazioni di solito somministrate in tono letterario. Il tipo di storia da scrivere in realtà non m'importava: ho scritto una storia melodrammatica perché, guardandomi intorno, era l'unica forma di narrativa relativamente onesta e non rischiava di pestare i piedi a nessuno.”

A parlare è Chandler in risposta all'interesse che cominciarono a suscitare i suoi libri e il suo investigatore. Parlo di interesse perché Chandler non divenne mai effettivamente famoso né in patria né tanto meno all'estero. Tuttavia a lui va reso il merito di aver tolto il poliziesco inglese dal suo curato e perfetto prato verdeggiante, per buttarlo in mezzo alla strada tra la gente comune.
A Chandler va inoltre riconosciuto il fatto di aver perfezionato lo stile hard boiled, un sotto-genere del poliziesco che si distingue dal giallo prettamente deduttivo per la sua rappresentazione realistica del crimine ed in genere di tutte le vicende narrate.

Leggendo Il grande sonno lo si capisce subito. Scritto in modo di per se semplice e diretto, non usa giri di parole o termini infiorettati, no, usa lo slang del tempo, quello che si sarebbe potuto sentire se avessimo vissuto in quel tempo, tra le strade di Los Angeles, stando alle costole di Marlowe.
Sulla storia in sé di cui Il grande sonno si compone, non c'è molto da dire, un noir ben articolato e avvincente, pare proprio di veder scorrere la pellicola di un film in bianco e nero. Quello che realmente colpisce di questo libro è il protagonista: Philip Marlowe.
Raymond Chandler

Cos'ha di particolare? La sua straordinaria realtà, la sua concretezza nel suo essere un paladino imperfetto della difesa del bene contro il male. Un disilluso uomo onesto, intestardito nell'andare avanti sempre e comunque nella sua convinzione di una concreta distinzione tra il bene e il male e nella scelta di compiere il bene piuttosto che il male. Si finisce con l'affezionarsi subito ad un personaggio simile, sorridendo alle sue battute pungenti e a quel suo senso della correttezza che a ben pensarci solo una creatura di cellulosa può avere.

Se ricordate, all'inizio vi dissi di immaginare Marlowe con il volto di Humphrey Bogart. Non è stata una scelta casuale la mia, in quanto dal libro di Chandler è stato tratto un film dove, ad interpretare l'investigatore, è proprio Bogart. L'investigatore, stereotipo di tutti gli investigatori privati venuti dopo, è stato anche di ispirazione per un personaggio di cellulosa tutto italiano. Tiziano Sclavi, per il suo famoso Dylan Dog, si ispirò infatti proprio Marlowe, e non solo, se ci fate caso, alcuni titoli degli albi di Dylan Dog sono gli stessi dei romanzi di Chandler.

Con simili premesse, non vi è venuta una gran voglia di conoscerlo questo Philip Marlowe?

Si dorme il grande sonno senza preoccuparsi di essere morti male, di essere caduti nel letame. Quanto a me, ne condividevo una parte pure io, di quel letame, ora.

Temple Grandin | "Più conosco l'essere umano più sento di amare gli animali!" Psicologa autistica ed amante delle mucche!

Grandin: psicologa, autistica ed amante delle mucche! Provate ad immaginare un bel giorno che vi venga diagnosticato di essere affetti di autismo all’età di soli 2 anni di non aver proferito sillaba fino a 4 di essere nate negli States intorno la fine degli anni ’40, ovvero sia, quando la teoria che andava per la maggiore riguardo la causa dell’autismo era quella delle “madri no frost”, prive di alcun sentimento e attenzione ai vostri bisogni, al punto tale da costringervi a forza di chiudervi in una fortezza vuota

Bene...immaginate di avere avuto viceversa una madre fantastica, oltre ogni umana immaginazione che si rifiuta di farvi internare in un istituto e si impegna per insegnarvi a parlare, a cercare le cure migliori e le scuole idonee a darvi gli stimoli più congeniali a voi. Così da consentirvi di ottenere, nonostante le difficoltà, un notevole successo accademico e professionale in un campo non propriamente per signorine, gli allevamenti di bestiame. A raccontare la vita di questa donna è "Temple Grandin. Una vita straordinaria”, il film HBO che è proiettato al Festival delle Scienze 2014 di Roma dedicato ai linguaggi.
Temple Grandin

Autistica altamente funzionale, Grandin si laurea in psicologia, conquista un master in zootecnia e un dottorato in scienze del comportamento animale, nonostante le sue difficoltà nei rapporti con gli esseri umani. Celebre la definizione che diede di sé durante una conversazione con Oliver Sacks, il primo a raccontarne la storia: “quando cerco di entrare nella testa delle persone il più delle volte mi sento come un antropologo su Marte”. 

Grazie alla sua diversa sensibilità, capacità di osservazione e di catalogazione delle immagini, Temple riesce invece a entrare in piena sintonia con le mucche e analizza le cause di stress nei grandi allevamenti intensivi. Rumori, riflessi, percorsi, staccionate: tutto viene riprogettato da Grandin in modo da migliorare la qualità della vita del bestiame e di condurlo in un flusso ordinato al suo triste destino.
Che i percorsi da lei progettati conducano al macello è per Grandin un fatto inevitabile: molte mucche non sarebbero neanche in vita se non fossero state allevate a questo scopo. 

L’importante è ridurre però la loro ansia, non soltanto negli ultimi minuti di vita, quando il livello di cortisolo può alterare la qualità della carne. Riduzione dell’ansia che Grandin sperimenta su se stessa, quando inventa una “macchina per gli abbracci”. Durante un’estate trascorsa nel ranch della zia in Arizona, Temple osserva come le mucche si calmino quando vengono strette nelle gabbie per la vaccinazione. “Non sappiamo perché, ma le rende docili” le spiega un cow-boy. In preda a un attacco di panico, prova a entrare lei stessa nella gabbia e scopre che una pressione uniforme su tutte le parti del corpo è la cosa più simile a un abbraccio che un autistico riesca a sopportare. 

Il film esplicita e sintetizza, anche con una buona dose di ironia, un diverso modo di osservare la realtà: “le persone autistiche e gli animali ragionano nello stesso modo, non usano le parole ma il linguaggio sensoriale di suoni, odori, tatto. E soprattutto immagini”. A interpretare Temple Grandin è Claire Danes, che per questo ruolo ha vinto un Emmy e un Golden Globe. Le figure chiave della sua giovinezza – la madre, la zia e il professore di scienze – sono rispettivamente Julia Ormond, Catherine O’Hara e David Strathairn.
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