Erano pressapoco le
undici del mattino, mezzo ottobre, sole velato, e una minaccia di
pioggia torrenziale sospesa nella limpidezza eccessiva là sulle
colline. Portavo un completo blu polvere...
Chi di voi non ha mia
visto un film in bianco e nero? Magari passandoci per caso, facendo
zapping tra una pubblicità e l'altra, o magari perché appassionato
del genere.
Le caratteristiche di
questi film, soprattutto quelli ambientati nelle grandi città degli
anni '30 e '40, sono le donne bellissime ed enigmatiche, sempre
perfette nei loro abiti attillati, i cui sguardi languidi ammaliavano
qualunque uomo. E poi? Protagonisti maschili forti, decisi, virili e
incorruttibili. Ma anche gangster, alcool, bische clandestine,
scazzottate e pistole. Tutte cose che nei film di oggi non ci sono
più.
Per i libri vale lo
stesso discorso. I noir, i gialli, i polizieschi e i thriller con il
tempo si sono evoluti, adattandosi al tempo in cui venivano scritti.
Evoluzione naturale e necessaria di qualunque cosa a questo mondo.
Torniamo alla prima frase
che avete letto, ed immaginate che a parlare sia un investigatore
privato cinico, ironico, quasi corrosivo, irrispettoso e mordace
nelle sue battute sempre pronte, anche nei momenti che sembrano meno
opportuni, quasi diabolico nel suo non lasciarsi mai mettere i piedi
in testa da nessuno, che si tratti di polizia, uomini ricchi o
spietati gangster. Se vi è più semplice, immaginatelo con il volto
di Humphrey Bogart.
Bene, l'uomo che avete
davanti è l'investigatore privato Philip Marlowe. Ai molti
non dirà nulla, altri invece diranno “Certo che lo conosco! Era
ora che qualcuno ne parlasse!”, ma procediamo con
ordine. Il libro di cui vi parlerò oggi si intitola Il grande
sonno scritto
da Raymond
Chandler.
Il grande sonno
è il primo romanzo di Chandler
in cui compare l'investigatore Philip Marlowe.
In questo romanzo il nostro investigatore viene chiamato alla villa
dell'anziano e ricchissimo Generale Sternwood, arricchitosi grazie a
dei pozzi petroliferi situati fuori Los Angeles. Il Generale vuole
che Marlowe indaghi su un biglietto ricattatorio inviatogli da un
certo Arthur Gwynn Geiger, titolare di una libreria specializzata in
volumi antichi e rari. Ben presto però Marlowe si rende conto che le
cose sono ben più complicate di quanto sembrino, soprattutto quando
finisce per conoscere le figlie del Generele: Vivian e Carmen.
![]() |
Il grande sonno |
A
parlare è Chandler in risposta all'interesse che cominciarono
a suscitare i suoi libri e il suo investigatore. Parlo di interesse
perché Chandler non divenne mai effettivamente famoso né in
patria né tanto meno all'estero. Tuttavia a lui va reso il merito di
aver tolto il poliziesco inglese dal suo curato e perfetto prato
verdeggiante, per buttarlo in mezzo alla strada tra la gente comune.
A
Chandler va inoltre riconosciuto il fatto di aver perfezionato
lo stile hard boiled, un sotto-genere del poliziesco
che si distingue dal giallo prettamente deduttivo per la sua
rappresentazione realistica del crimine ed in genere di tutte le
vicende narrate.
Leggendo Il grande sonno
lo si capisce subito. Scritto in modo di per se semplice e diretto,
non usa giri di parole o termini infiorettati, no, usa lo slang del
tempo, quello che si sarebbe potuto sentire se avessimo vissuto in
quel tempo, tra le strade di Los Angeles,
stando alle costole di Marlowe.
Sulla storia in sé
di cui Il grande sonno
si compone, non c'è molto da dire, un noir ben articolato e
avvincente, pare proprio di veder scorrere la pellicola di un film in
bianco e nero. Quello che realmente colpisce
di questo libro è il protagonista: Philip Marlowe.
Cos'ha di
particolare? La sua straordinaria realtà, la sua concretezza nel suo
essere un paladino imperfetto della difesa del bene contro il male.
Un disilluso uomo onesto,
intestardito nell'andare avanti sempre e comunque nella sua
convinzione di una concreta distinzione tra il bene e il male e nella
scelta di compiere il bene piuttosto che il male. Si finisce con
l'affezionarsi subito ad un personaggio simile, sorridendo alle sue
battute pungenti e a quel suo senso della correttezza che a ben
pensarci solo una creatura di cellulosa può avere.
Se ricordate,
all'inizio vi dissi di immaginare Marlowe
con il volto di Humphrey Bogart.
Non è stata una scelta casuale la mia, in quanto dal libro di
Chandler è stato
tratto un film dove, ad interpretare l'investigatore, è proprio
Bogart.
L'investigatore, stereotipo di tutti gli investigatori privati venuti
dopo, è stato anche di ispirazione per un personaggio di cellulosa
tutto italiano. Tiziano Sclavi,
per il suo famoso Dylan Dog,
si ispirò infatti proprio
Marlowe, e non solo,
se
ci fate caso, alcuni titoli degli albi di Dylan Dog
sono gli stessi dei romanzi di Chandler.
Con simili
premesse, non vi è venuta una gran voglia di conoscerlo questo
Philip Marlowe?
“Si dorme il grande
sonno senza preoccuparsi di essere morti male, di essere caduti nel
letame. Quanto a me, ne condividevo una parte pure io, di quel
letame, ora.”