Il-Trafiletto
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27/02/14

Storia dell'oro colato: il miele in cucina, Acciughe in salamoia dolce

Vi sono sapori che mandano i miei sensi e relativo cervello in stanby a lungo, e la ricettina che sto per condividere con voi a me fa questo effetto.  Se avete un palato troppo fine, questo non è un piatto per voi, ma almeno una volta provate dei gusti forti.
Procurarsi delle acciughe fresche, da mettere in salamoia. Si diliscano, si adagiano su piatto o vassoio formando uno primo strato che si ricopre con sale grosso, miele (un bel miele di montagna, magari), aceto di miele (l'aceto di miele è un tipo di aceto che si ottiene per fermentazione acetica dell'idromele. Essendo l'idromele ritenuta la bevanda alcolica più antica, l'aceto di miele è probabilmente l'aceto più antico al mondo. L'aceto era in effetti conosciuto già dagli antichi Egizi, come prova una iscrizione presente su un vaso egizio, risalente all'8.000 a.C., adibito appunto al contenimento di aceto..)
Acciughe in salamoia

 Man mano si pongono gli strati successivi. Il tempo di marinatura può variare in base alla “cottura” che si vuole realizzare. Non è necessario che la carne sbianchi completamente come quando si abbonda con il limone, è importante che il pesce si trasformi al punto da potersi conservare alcuni giorni sott’olio. Dopo una dozzina di ore dalla preparazione, dissalare le acciughe e asciugarle parzialmente, tagliare alcuni spicchi d’aglio, aggiungere il peperoncino e l’olio extravergine di oliva. “Non è un piatto per palati fini, ogni sapore giunge sparato perché il sale risulta sempre importante ed allora l’acido deve contrastare, il peperoncino aprire tutti i pori, l’aglio può essere utile alla digestione  ed il miele infine, anche se abbondante, quasi non si sente e la sua funzione, oltre all’effetto acidificante più morbido, è di conferire un tocco di originalità a un piatto adatto a una cena estiva”.

25/11/13

Seduzioni a tavola: "Frittata " di spaghetti con capperi


Seduzioni a tavola
La semplicità di questo piatto è disarmante, tutto sta nel profumo dei capperi sotto sale, che ne determinano l'inconfondibile  aroma. Si può fare all'ultimo momento (se avete i capperi), ma se lasciate passare un'oretta (o anche di più, la mattina per la sera per esempio), l'apprezzerete ancora di più.

Ingredienti
250 gr di spaghetti
50-60 gr di capperi salati
olio extravergine d'oliva
sale grosso

Sciacquate molto bene i capperi e teneteli da parte. Cuocete nel frattempo gli spaghetti molto al dente, in acqua salata, scolateli efermate la cottura sotto l'acqua fredda. Conditeli in una terrina con l'olio in buona misura,  e versatevi sopra i capperi smuovendo appena gli spaghetti per evitare che vadano tutti sul fondo. Fate intanto scaldare una padella su fiamma molto vivace, e quando il calore sarà forte versate vi velocemente gli spaghetti conditi appiattendoli sul fondo; l'impatto con la padella arroventata è sufficiente a creare una bella crosta dorata. Attendete qualche minuto badando che non si bruci, poi riducete il fuoco al minimo per 10 minuti almeno.
Frittata di spaghetti e capperi

Dopo tale tempo saggiate la consistenza della frittata (che in realtà è una schiacciata), se si è attaccata  (cosa normale) staccatela con una paletta di legno, dovrà rimanere tutta bella compatta; in caso contrario proseguite la cottura sullo stesso lato per qualche minuto ancora. Alzate quindi di nuovo la frittata, controllate che sia ben dorata e capovolgetela con un coperchio. Fate questa operazione sul lavello della cucina, perchè rovesciando la padella sicuramente scolerà fuori l'olio in eccesso. Rimettete la padella sul fuoco e fatela scaldare ancora una volta con un filo d'olio, versatevi la frittata sull'altro lato e fatela dorare qualche minuto, quindi toglietela dal fuoco e fate assorbire l'unto in eccesso su carta da cucina. Il segreto sta nel regolare bene la quantità di pasta in rapporto alla padella; una frittata troppo sottile consisterebbe in due strati croccanti, che non ce la farebbero a reggerla insieme se fosse troppo alta. Ma poche semplici regole, per un primo piatto un po' casereccio che proviene dagli spledidi sapori della cucina pugliese. I ricordi di famiglia vivono anche così: chiedete al vostro Lui o alla vostra Lei se ha delle reminescenze gastronomiche, e organizzate magari un pranzetto sul filo della memoria, in onore delle rispettive nonne!

12/11/13

Voglia di polenta: Polenta al tè fumeé con pancetta

Quale soddisfazione mettersi seduti a tavola davanti ad una polenta fumante, un semplice alimento che può essere condito come più ci piace, seguendo i seniteri della fantasia. La polenta mi piace in tutti i modi, anche scondita, fritta, pasticciata, anche fredda.
Ed è in suo onore che voglio proporvi una buonissima ricettina che esula un po' dai gusti classici tranne che per qualche ingrediente.

POLENTA AL TE' FUMEE' CON PANCETTA

Preparazione: 15 minuti
Cottura: 30 minuti
Difficoltà: Facile
polenta

Ingredienti
Per la polenta:
1/2 kg di farina di mais (va benissimo anche la polenta precotta)
3 cucchiai di tè affumicato
2,5 litri d'acqua
200 gr di taleggio
8 fettine di pancetta
25 gr di sale grosso

Scaldate 1 litro d'acqua, unite il tè e lasciate in infusione per 10 minuti. Filtrate e rimettete sul fuoco la metà dell'acqua aromatizzata (tenete da parte il resto). Versate la polenta a pioggia e mescolate continuamente. Aggiungete l'acqua non aromatizzata e, quando si sarà assorbita unite il resto dell'acqua aromatizzata. In una padella antiaderente scottate le fette di pancetta per renderle corccanti.
Disponete la polneta nei piatti e decorate con le fettine di pancetta e di taleggio tagliato a listerelle.
Sentire che buona!
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