Il-Trafiletto
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26/06/14

Scienza tra i ghiacci

British Antarctic Survey (BAS)
Ha tutta l'aria di un insediamento su Europa, la gelida luna di Giove. Invece questo edificio futuristico è molto più vicino: è la base antartica Halley IV.

Questa stazione di ricerca scientifica gestita dalla British Antarctic Survey (BAS) si trova nel pinto più remoto dell'estremo meridione terrestre. E' un complesso di otto moduli, ciascuno dei quali movimentabile in quanto collocato su giganteschi sci che consentono di trainarlo sul ghiaccio.

Si tratta di una caratteristica importantissima, perchè la stazione poggia sulla Brunt Ice Shelf, una lingua ghiacciata calotta polare che si sposta in direzione dell'oceano al ritmo di 400 metri all'anno. I moduli sono inoltre dotati di gambe idrauliche che sollevano la stazione al di sopra delle masse nevose accumulate durante le tormente, e che in precedenza finivano puntualmente per sommergere gli edifici.

"Il modulo che vedete in primo piano comprende una piattaforma-osservatorio", spiega Anna Jones, chimica atmosferica del BAS. "Al suo interno, uno spettrofotometro rileva lo spessore dello strato di ozono. E' uno strumento simile a quelli utilizzati dagli scienziati di Halley per scoprire il buco nell'ozono negli anno Ottanta del secolo scorso. Le misurazioni a lungo termine effettuate dalla nostra stazione son di vitale importanza per valutare le variazioni atmosferiche e climatiche che si verificano in Antartide".(science)

11/03/14

Quattro nuovi gas responsabili del buco nell'Ozono

Un gruppo di ricerca dell’Università East Anglia in Gran Bretagna ha scoperto quattro nuovi gas responsabili del fenomeno del buco dell’ozono. La ricerca pubblicata sulla rivista Nature Geoscience rivela che tali sostanze  sarebbero state immesse nell’atmosfera a partire dagli anni ’60 e si è notato come le concentrazioni in atmosfera di alcuni di questi gas siano aumentate giorno dopo giorno nel corso degli ultimi 50 anni. Delle 4 sostanze individuate dagli scienziati, 3 fanno parte dei clorofluorocarburi e una degli idroclorofluorocarburi. Sarebbero in particolare i primi ad essere responsabili del buco dell’ozono che già da tempo si è creato sopra l'Antartide.
Buco nell'ozono
 Per valutare la situazione, il gruppo di ricerca coordinato da Johannes Laube, ha preso dei campioni atmosferici in Tasmania e in Groenlandia. Secondo i calcoli effettuati, l'emissione di questi 4 nuovi gas in realtà sarebbe da considerare piccola (circa 74.000 tonnellate nell’anno 2012), “piccola” in rapporto al fatto che negli anni ’80 i clorofluorocarburi nell’atmosfera erano stimati in circa un milione di tonnellate. “Piccola” ma comunque dannosa e fuori legge dato che queste sostanze, sottolineano i ricercatori, sono in contrasto con il Protocollo di Montreal, il trattato internazionale dell’89 nato per far in modo che vengano ridotte gradualmente (fino a totale scomparsa) tutte le sostanze che provocano danni allo strato di ozono. Purtroppo però, come ha dichiarato Laube: ''la normativa presenta delle scappatoie che permettono ancora qualche utilizzo di queste sostanze''. Da dove esattamente vengono emessi questi gas? Gli esperti non hanno una risposta certa, probabilmente dalla produzione di insetticidi e detergenti per la pulizia di prodotti elettronici. Il problema che hanno fatto presente i ricercatori, tra l’altro, è che, anche smettendo immediatamente di utilizzare queste sostanze, esse rimarranno nell’atmosfera ancora per decine di anni data la caratteristica di questi gas di dissolversi lentamente.
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