Il-Trafiletto
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02/06/14

2 giugno 1981 - 2 giugno 2014: 33 anni fa moriva il cantante Rino Gaetano.

2 giugno 1981, 33 anni. Tanti ne sono trascorsi da quel tragico incidente stradale avvenuto a Roma sulla via Nomentana in cui perse la vita il cantante pop Rino Gaetano, calabrese di nascita ma romano d'adozione. Moriva così in quella notte uno dei cantanti più allegri e ironici della musica italiana, ancora oggi le sue meravigliose canzoni immortali vivono su tutti i palcoscenici e su tutte le bocche di tutti i giovani. Rino Gaetano vede la luce in quel di Crotone, in Calabria e all'età di dieci anni si trasferisce nella capitale. La sua prima band musicale si chiamava Krunx, dove Rino cantava, suonava la chitarra e componeva canzoni. Venne scoperto nel 1973 da Vincenzo Micocci, uno dei più celebri discografici italiani, e con lo pseudonimo di Kammamuri's pubblica un 45 giri, "I love you Marianna". Il suo primo album invece è datato 1974 e si intitolava "Ingresso libero", ma non ebbe un buon successo, sia di vendite che di critica. Nel 1978 è presente a Sanremo con la canzone "Gianna", classificandosi al terzo posto dietro i Matia Bazar e Anna Oxa, ottenendo un enorme successo di vendite arrivando a superare le 600 mila copie. Altri suoi successi "Nuntareggae più", "Berta filava", " Ma il cielo è sempre più blu". A gennaio 1982 ebbe un primo incidente stradale dal quale uscì praticamente illeso mentre la sua Volvo 343 andò praticamente distrutta. Ne riacquistò una identica, ma il 2 giugno dello stesso anno ebbe il secondo incidente che gli fu fatale per le gravi ferite riportate. Ogni anno, nella serata del 2 giugno, molti amici, colleghi e gente comune ( in genere non meno di 10.000 persone ) si riuniscono a Roma in Piazza Sempione per celebrare il cantante, accompagnati dalle note musicali della "Rino Gaetano Band", della quale fanno parte il nipote di Rino, Alessandro Greyvison e Marco Morandi, figlio del più celebre Gianni.

09/02/14

Anche quest’anno polemiche sul Festival di Sanremo. Uno spot sotto accusa.

Anche quest’anno il Festival della canzone italiana di Sanremo non è esente dalle polemiche più disparate. Questa volta oltre a quelle di routine il Festival è accompagnato da una denuncia all’Agcom che parte direttamente dalla sede leccese dello “Sportello dei diritti”. Sotto accusa è il primo spot pubblicitario della manifestazione canora. I due presentatori del programma Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, sulle note della canzone “Se mi lasci non vale” iniziano un tira e molla nel quale la comica inscena il suo allontanamento dal fianco del presentatore, mentre Fazio la tira per un braccio nel tentativo di farla ritornare sui suoi passi. Fin qui nulla di strambo se non fosse per il finale dove, a furia di andare avanti con il tira e molla l’attrice esce di scena lasciando in mano al presentatore un braccio artificiale. La scenetta non ha divertito affatto i portatori di handicap e in particolare coloro che sono costretti a vivere con delle protesi. Lo spot si è quindi guadagnato l'etichetta di politicamente scorretto, oltre che di messa in scena dal cattivo gusto e dalla scarsa sensibilità nei confronti di chi vive con un handicap fisico. Il primo ad appoggiare la loro causa è stato Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei diritti” di Lecce che si è unito al coro di telespettatori disturbati e allibiti dall’epilogo dello spot. “Ancora una volta, siamo costretti a denunciare il cattivo gusto cui ci abitua quello che dovrebbe essere il servizio pubblico, che è tanto più squalificante se si pensa che riguarda una tra gli appuntamenti televisivi più attesi ogni anno” si legge in una nota dell’associazione che tutela cittadini e consumatori. E’ stata immediatamente richiesta la rimozione dello spot incriminato dalla scaletta dei programmi della RAI. Non va certo meglio in rete dove anche il popolo del web ha bocciato severamente la scenetta della coppia Fazio-Littizzetto: “Mancanza di tatto”, “Vergognoso”, “Cosa c’entra con la musica?”, “Che spettacolo penoso”. Ed infatti a pochi giorni di distanza sembrerebbe che la pubblicità in questione sia sparita dai teleschermi, sostituita da un altro spot questa volta in apparenza più “politically correct.
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