Il-Trafiletto
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27/01/17

Zuppa di granoturco ⧫ Corn Chowder

Zuppa di granoturco ⧫ Corn Chowder ⧫ Il Midwest


Le chowder sono considerate un tipico piatto del New England, e in questo caso il loro ingrediente principale è il pesce. Ma sono anche popolari nel Midwest, dove si usano invece come principali ingredienti il pollo e il granoturco.

Protidi 40
Glucidi 170
Lipidi 71
Kcal 1479

Zuppa
Dosi per 4-6 persone
Ingredienti:

g 100 di bacon finemente tritato
1 cipolla tritata
1/2 gamba di sedano tritata
2 patate pelate e tagliate a dadini
2 tazze d'acqua
1 foglia d'alloro
sale, pepe nero
2 tazze di latte
1/2 tazza di panna montata
2 tazze di chicchi di granoturco
sgranati dalla pannocchia

Far rosolare in una casseruola il bacon fino a quando non avrà preso colore. Aggiungere la cipolla e cuocere per circa 2 minuti. Aggiungere a questo punto il sedano, le patate, l'acqua e il sale. Far bollire a fuoco basso per circa 20- 30 minuti, fino a quando le patate non saranno tenere. In una scodella mescolare la farina con un cucchiaio di latte e aggiungerli alla zuppa. Mettervi il restante latte e mescolare. Far cuocere fino a che la zuppa non avrà preso consistenza. Incorporare la panna montata e i chicchi di granoturco. Far cuocere ancora per poco sul fuoco basso, mettere il pepe e servire.

21/12/16

Misto di granturco con peperone dolce Corn and Okra mix

Misto di granturco con peperone dolce Corn and Okra mix ⧫ Il Profondo Sud


L'okra è un vegetale fondamentale nella cucina creola e in quella dei neri del Sud. Appartiene alla famiglia delle malvacee ed è di origine africana. Da noi si può trovare con il nome arabo di «bamia».

Protidi 52
Glucidi 224
Lipidi 34
Kcal 1410

Contorno
Dosi per 4 persone
Ingredienti:

4 fette di bacon
1 cipolla finemente tritata
1 tazza di peperone dolce fresco
finemente affettato
3 tazze di granoturco fresco, tolte
dalla pannocchia
3 grandi pomodori privati dei loro
semi, pelati e fatti a dadini
1 cucchiaino di zucchero
sale e pepe nero
1/4 di cucchiaino di Tabasco

In una larga padella friggere il bacon finché non è diventato scuro e piccante. Sgocciolarlo su una carta assorbente e metterlo da parte. Tenere 4 cucchiai del grasso di cottura del bacon e il resto eliminarlo. Aggiungervi il granoturco, l'okra e la cipolla, far saltare in padella per 10 minuti, rimestando frequentemente. Aggiungere i pomodori, lo zucchero, il sale, il pepe e il Tabasco. Coprire e far cuocere a fuoco lento per 25 - minuti, girando di tanto in tanto. Togliere la padella dal fuoco. Aggiungere un po' di Tabasco e cospargere con il bacon a pezzettini.

01/10/14

Grissini di pane al mais | Oggi lo faccio io

GRISSINI AL MAIS

INGREDIENTI PER 12 PEZZI
*farina speciale per pizze g 200
*farina di mais g 80
*farina di grano duro g 50
*burro g 30
*lievito di birra g I0
*paprika
*olio
*sale
TEMPO: 50+ la lievitazione'
PREPARAZIONE Nell'impastatrice lavorate la farina speciale e quella di grano con il lievito sciolto in g 150 di acqua tiepida, ottenendo un panetto. Fatelo lievitare fino al raddoppio del suo volume, poi impastatelo con g 50 di farina di mais, il burro morbido, un cucchiaino di paprika e un pizzico di sale. Pennellate la pasta d'olio e fatela lievitare ancora, quindi lavoratela sulla spianatoia spolverizzata di mais (g 30), preparando dei lunghi bastoncini sottili. Deponeteli su una placca unta d'olio e infornateli a 200°C il tempo necessario per farli biscottare.

23/09/14

Riscaldare la casa con olive e mais? Ecco le caldaie policombustibili a biomassa

Il riscaldamento è importante, ma meglio se è un riscaldamento ecosostenibile, grazie al riciclo di sostanze bio. Per esempio olive e mais. Sembra strano o forse un po' bizzarro, ma si può fare.
E per questo esistono caldaie ecocompatibili di ultimissima generazione che si alimentano con vari tipi di combustibili derivati da biomasse. Fra questi conoscerete certo: legna,  segatura, cippato e pellet (derivati dalla lavorazione del legno), sansa e nocciolino (sottoprodotti del processo di estrazione dell'olio d'oliva) e mais.

L'energia che viene prodotta da queste biomasse è molto più pulita, in quanto, a differenza di altri sistemi come gas o gasolio che emettono nell'aria carbonio assorbito dal sottosuolo, la combustione delle biomasse rilascia nell'ambiente anidride carbonica che viene nuovamente assimilata dalle piante durante la loro fase vegetativa creando una sorta di "ciclo continuo", nonché una quantità di zolfo e di ossidi di azoto inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili, evitando di aggravare la situazione di riscaldamento atmosferico nota come effetto serra.

Efficienza energetica
Quindi, oltre ad essere più ecologiche, queste caldaie hanno il vantaggio di utilizzare un combustibile dal costo nettamente inferiore e di godere degli incentivi statali, che consentono di ottenere una detrazione fiscale sull'IRPEF del 65% del costo sostenuto per l'acquisto dell'elettrodomestico e dei lavori necessari alla sua installazione. Queste caldaie sono vantaggiose, sia in termini ambientali, sia per l'abbattimento del caro bolletta.  Per grandi sistemi centralizzati, come quelli per un condominio, o per reti di teleriscaldamento che collegano più edifici, o comunque per impianti con potenza superiore ai 50 kW, uno dei combustibili ideali è il cippato.

Per impianti unifamiliari o di dimensioni più ridotte, l'alimentazione a legna, sansa, segatura e pellet è la più classica, soprattutto se si ha accesso gratis o a buon prezzo al combustibile, e garantisce una resa molto elevata. Inoltre, la libertà di scelta del combustibile che queste caldaie consentono, conferisce loro un indubbio valore aggiunto. Ricordiamo, poi, che queste macchine si prestano a riscaldare ambienti domestici di vario tipo, anche in presenza di impianti di vecchia fattura.

17/09/14

Mais: un cereale che unisce tutto il mondo

Tra non molto inizierà Expo 2015 e i preparativi sono quasi in dirittura di arrivo e tanti sono i paesi nel mondo che hanno chiesto di partecipare a questo evento mondiale. 


Oggi vi parlerò delle iniziative intorno al mais che è un cereale con ampia biodiversità, e molta variabilità genetica e viene usato per l’uomo e per gli animali e si utilizza per parecchi prodotti alimentari e industriali, anche con la possibilità di uno sviluppo nella ricerca e nei progetti di risorsa energetica rinnovabile (biocarburanti).

L’obiettivo del progetto è di promuovere il mais con attenzione alla dimensioni della natura, dell’identità, dell’economia e dell'uso che ne viene fatto nel mondo.

Pe prima cosa ci vuole un'educazione alimentare: bisogna promuovere l’educazione alimentare come valore fondamentale in un progresso sociale, in uno sviluppo sostenibile e nella condivisione dei valori, nel rispetto degli usi e dei costumi alimentari di ogni paese nel mondo.
L’iniziativa di mais “sociale” che coinvolge diversi enti con l’Orto Botanico di Bergamo vuole promuovere progetti educativi a carattere divulgativo e scientifico ossia il mais come laboratorio della diversità biologica, ecologica, paesaggistica, ambientale e alimentare del territorio bergamasco, legata ai diveris Paesi nel mondo dove si usa il mais.

Cercare di fare un’indagine mondiale sugli stili di vita e di consumo delle giovani generazioni.

Successivamente vedere l'alimentazione e gli stili di vita: la campagna di studio, ricerca e sensibilizzazione per promuovere la consapevolezza della sovranità alimentare, dell’accessibilità e equità del cibo sano, buono e culturalmente appropriato per tutti.
L’internazionalizzazione che passa sulla nostra tavola, con ricette, contaminazioni, percorsi gastronomici e culturali che possono nascere attraverso il mais come cibo d’incontro e di confronto e integrazione tra i vari popoli nel mondo.

Il mais rappresenta un alimento che unisce tutti i continenti da quello sudamericano, a quello nordamericano, passando per l’africano, l’asiatico, l’oceanico e l’europeo in un legame mondiale fra molti Paesi, uniti nella diversità.

Diversi progetti di cooperazione e di sviluppo sono partiti, grazie alla collaborazione nazionale con i vari Ministeri, il CRA, l’Università e anche a livello mondiale con: la FAO, l’ONU, l’Unesco e l’Unicef.
Il mais cereale usato in tutto il mondo

12/07/14

Il nemico del mio nemico è mio amico

Il fagiolo di Lima
(Phaseolus lunatus)
In amore ed in guerra tutto è lecito e le piante sanno bene con chi allearsi per vincere una battaglia. 

E quale metodo migliore se non chiamare in aiuto i predatori dei propri predatori: il fagiolo di Lima (Phaseolus lunatus), legume tipico del Perù e coltivato per i suoi semi, quando viene attaccato da un acaro fitofago, Tetranychus urticae, rilascia una complessa miscela di composti volatili che attira Phytoseiulus persimilis, altro acaro ma in questo caso carnivoro che libera la pianta mangiandosi il suo nemico erbivoro.

Questa interazione viene detta tritrofica perché mette in relazione tre organismi e il loro nutrimento. Nel corso dell'evoluzione, i vegetali hanno sviluppato moltissime interazioni di difesa di questo tipo ma quando l'uomo ci mette lo zampino spesso questi equilibri si spezzano; è il caso del mais selezionato per produrre di più, che ha perso la sua capacità di reclutare alleati. Quando viene infestato dalle larve di Diabrotica virgifera, il mais selvatico o quello di varietà più antiche è in grado, producendo cariofillina, di richiamare dei nematodi ghiotti delle larve di diabrotica e di sopravvivere. Ebbene, il mais "moderno" non riesce più a farlo, Per ripristinare questa caratteristica gli scienziati dell'Università di Neuchàtel hanno inserito nel Dna del mais un gene preso in prestito dall'origano. I risultati della ricerca, pubblicati nel 2009 su Pnas, si sono rivelati incoraggianti: le piante modificate hanno attirato più insetti amici.(science)

28/04/14

Semi antichi conservati per la biodiversità

Ormai sono a rischio di estinzione migliaia di semi che davano vita a un'infinita varietà di ortaggi frutta, cereali e legumi. L'omologazione dei sapori e il dominio di semi ibridi ha uniformato la produzione dei prodotti da orto. Per ovviare a questo impoverimento dei nostri prodotti, è nato una nuova figura: il "Seed Saver"( salva di semi)

Ma chi sono i salvatori di semi? Partiamo dal loro capostipite, Jimmy Nardello, uno dei tanti emigranti italiani che dalla nativa Lucania nel 1887 si trasferì negli Stati Uniti, portandosi dietro un fagottino di semi, tra i quali un peperone dolce che gli avrebbe ricordato la famiglia lontana. Nardello e i suoi discendenti continuarono a coltivare nel loro orto quel particolare peperone, conservandone i semi generazione dopo generazione. Nel 1983, poi, un discendente di Nardello fondò negli Usa l'associazione «Seed savers exchange», il gruppo più attivo e organizzato che si conosca: ha 8.000 soci e ha salvato oltre 20 mila semi di ortaggi.
Pomodori antichi

I semi hanno una lunga storia da raccontare, non solo quella delle mani in cui sono passati, ma anche la storia di innumerevoli generazioni di agricoltori che fin dalla notte dei tempi hanno utilizzato, in modo naturale, la genetica dei vegetali per ricavarne cibo, fibre per tessere, coloranti e medicinali. Purtroppo dopo circa diecimila anni di frammentarietà, varietà e fantasia l'agricoltura si è imbucata nel tunnel d'una grandiosa monotonia. Non pìù terreni coltivati con molte varietà di semi ma estese monoculture. Una filosofia agricola che ha portato in primo piano i big della chimica con il loro arsenale di fertilizzanti sintetici e pesticidi, affiancati dai venditori di trattori che tormentano il suolo e dai fautori dei semi ibridati. Qualche voce di opposizione che ha osato levarsi, denunciando i danni che sarebbero derivati da questa tendenza, è stata subito messa a tacere. Finché, a partire dagli anni Settanta, un parassita dei cereali dimezza, in un' estate, il raccolto di mais e in Brasile le piantagioni di caffè, orgoglio dei genetisti, vanno in fumo non solo per la cattiva stagione ma soprattutto perché la ruggine delle foglie fa fuori le superpiante senza pietà. In pratica è accaduto quanto già in molti avevano previsto: quando il gene antimicrobico è messo fuori gioco dalle mutazioni, il vegetale sarà facile vittima della malattia, e 1'appiattimento genetico farà diffondere il morbo per migliaia di ettari.
 Sarebbe bastato trarre insegnamenti dall'agricoltura di una volta: biodiversità delle sementi, il concime quasi non occorreva, poca acqua e le malattie quando colpivano si fermavano presto, provocavano pochi danni e non isterilivano intere regioni. Invece, il risultato principe dell' agricoltura della monotonia sta solo nel far dipendere la nutrizione umana da appena trenta piante, otto delle quali coprono i tre quarti del contributo che il regno vegetale offre al mantenimento dell'umanità. Le campagne italiane sono un chiaro esempio di tale politica. Che fine ha fatto il grano Rieti 11, resistente agli assalti della ruggine? In Sicilia, durante gli anni Venti c'erano ben 42 varietà di frumento duro, oggi siamo appena a una. L'impoverimento ha colpito anche i vigneti e gli agrumeti siciliani. Questo fenomeno ha coinvolto anche l'universo vegetale del Terzo mondo: i paesi industrializzati hanno creato ibridi a più alta resa, che i paesi «sottosviluppati» sono costretti ad acquistare, sostituendo le varietà autoctone selezionate dai contadini, che per millenni hanno rifornito il cibo quotidiano. Gli ibridi sono oltretutto sterili e quindi a ogni nuova semina occorre rifornirsi di un nuovo stock. Per questo motivo è indispensabile che anche in Italia inizino a operare nuovi salvatori di semi. L'obiettivo? Cercare e salvare le numerose varietà locali che lentamente cedono il passo alle biotecnologie. Noi non siamo fanatici che vogliono il ritorno a un mondo forzatamente bucolico e non ci occupiamo di piante provenienti dalle foreste vergini. Stiamo lavorando per salvare vegetali assai comuni e in cui ci imbattiamo sempre, come patate, pomodori, peperoni, lattughe, mele e altri utilizzati dall'umanità come cibo. «A rischiare di sparire non sono chiaramente questi prodotti anzi continueranno ad arrivare sulle nostre tavole; a correre il pericolo della totale estinzione è la loro biodiversità, mi riferisco soprattutto a quelle più antiche e tradizionali che senza i Seed Savers sarebbero condannate a non lasciare più traccia. Per esempio, delle 25 varietà di cocomero italiano coltivate a inizio secolo ne resta solo una, «il moscadello a pasta gialla». Le altre sono state sostituite con quelle provenienti dall' America. Le varietà di broccolo scomparse sono invece 33 e ancora 400 varietà di frumento, centinaia di pomodori e meloni. Se non resteranno semi antichi, sarà inevitabile consumare cibi prodotti da semi manipolati, brevettati e che servono semplicemente a monopolizzare il mercato e a pagare le royalties ai loro inventori. È in gioco la biodiversità del pianeta. Noi dobbiamo rispondere incrementando la rete di tutti i salvatori di semi scambiandoci piantine. 

29/03/14

ZUPPA DI MAIS ALLA SALVIA

SI TRATTA DI UNA MINESTRA SAPORITA, PARTICOLARMENTE SOSTANZIOSA PERCHÉ ACCOMPAGNATA DA CROSTINI DI PANE TOSTATO, DOPO, SERVITE SEMPLICEMENTE UNA MACEDONIA. kcal per porzione 527


Ingredienti per 4 porzioni • 300 G DI MAIS IN SCATOLA • 8 FOGLIE DI SALVIA • 200 G DI FAVE SURGELATE • 2 PICCOLE PATATE(200 Gr) • 1 CAROTA • 1 CIPOLLA • 1 COSTA DI SEDANO • 1 CUCCHIAIO DI OLIO EVO • 2 DADI PER BRODO VEGETALE • 100 G DI PASSATA DI POMODORO • 8 POMODORI SECCHI SOTTOLIO • 4 FETTE DI PANE • 50 G DI CACIOTTA STAGIONATA 

SBOLLENTATE le fave per 2 minuti in acqua a bollore, sgocciolatele e passatele sotto l'acqua corrente, eliminando la pellicina che le ricopre. Tenete da parte. Pelate le patate, mondate la carota, sbucciate la cipolla e private il sedano dei filamenti; lavate questi ortaggi e tagliateli a pezzetti.

LAVATE, asciugate e tritate finemente la salvia con il tritatutto o con la mezzaluna, poi fatela appassire in una casseruola con l'olio caldo. Disponetevi sopra le verdure a pezzetti, le fave, il mais sgocciolato e fate insaparire un istante il tutto a fiamma vivace.

ZUPPA DI MAIS ALLA SALVIA
VERSATE nella casseruola l litro d'acqua, i dadi, la passata di pomodoro e portate a bollore. Abbassate il fuoco, coprite con un coperchio e cuocete per 20 minuti. Nel frattempo tagliuzzate i pomodori secchi e frullateli con l cucchiaio del loro olio di conserva, fino a ottenere un paté.

TOSTATE le fette di pane (se non avete il tostapane utilizzate il forno o una piastra), spalmatevi sopra il paté di pomodori e distribuite qualche fettina sottile di caciotta. Servite la zuppa ben calda, guarnita con i crostini.

VARIANTI APPETITOSE 
l• Peruna preparazione più veloce, sostituite le fave con la stessa quantità di piselli surgelati che, a differenza delle prime, non dovrete spellare.
2• Unite alla salvia un piccolo peperoncino rosso tritato.

L'IDEA VELOCE
ZUPPA DI MAIS PROFUMATA Per 4 porzioni: versate l cucchiaio d'olio in una casseruola, scaldatelo, aggiungete 50 g di verdure miste per soffritto e fatele insaporire per 1 minuto a fiamma vivace. Versatevi sopra l litro di brodo vegetale e portate a bollore. Unite 300 g di mais, 100 g di riso Arborio e cuocete per 20 minuti circa. Aggiungete alla fine 2 cucchiai di erbe aromatiche miste tritate (prezzemolo, basilico, menta, erba cipollina). Servite la zuppa ben calda, cosparsa a piacere con formaggio pormigiano grattugiato.
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