Si intravede tra un
alluvione ed una tempesta di vento, i
l Natale spuntare all'orizzonte, così come migliaia di consumatori europei che come ormai capita da tempo, avranno, oppure staranno già ordinato online il regalo per i
rispettivi coniugi, figli, figliastri e amici! Risultato, nei magazzini di Amazon è scattato il periodo di allerta massimo per le consegne. Bene, dira qualcuno, in tempi di crisi che si parli pure di lavoro, consegne, regali etc etc etc saremo dunque tutti contenti? Ma certo che... No!
Perchè ad affliggere l'azienda di
Seattle condotta da
Jeff Bezos sono venute fuori nelle ultime ore situazioni che riguardano strettamente il portafoglio e più di tutto la salute dei suoi dipendenti. Indovinate in quali
Nazioni Europee? Germania e Regno Unito!
La questione che riguarda il rinnovo del contratto.
Centinaia di lavoratori
tedeschi del colosso dell'e-commerce, impiegati presso i centri di distribuzione
a Bad Hersfeld e Lipsia, sono infatti in sciopero e dal sindacato Ver.di è arrivato un avvertimento esplicito: "non sarà la prima volta che i dipendenti incroceranno le braccia prima di Natale se non saranno aumentati i salari". La richiesta avanzata ad
Amazon è altrettato chiara, e riguarda l'equiparazione del contratto a quello dei lavoratori occupati nell'area delle
vendite.
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Dipendenti Amazon come robot |
La società
nordamericana, scrivono le agenzie, ha subito accettato di pagare i bonus d
i Natale, ma a quanto pare la concessione non è stata ritenuta sufficiente dalle parti sindacali (Ver.di rappresenta nel complesso oltre 5mila lavoratori fra il centro di
Lipsia e quello di
Bad Hersfeld) per chiudere la vicenda.
L'azienda, da parte propria, non sembra disposta ad ulteriori provvedimenti, convinta del fatto che i dipendenti in attività presso i suoi magazzini siano già pagati con il massimo della paga prevista dal contratto di settore.
Spedizionieri come fossero
robot.
Ancora più problematica, per molti versi, la situazione scoppiata in mano ad
Amazon in terra britannica. Il personale addetto allo smistamento di libr
i, Dvd, giocattoli e tutti gli altri prodotti dell'immenso catalogo del retailer americano sarebbe infatti a rischio di "problemi mentali e fisici" per l'eccessivo carico di stress a cui è sottoposto. Lo dice, con estrema dovizia di particolari, un'inchiesta condotta dalla Bbc , che ha infiltrato un suo giornalista
(Adam Littler) fra le file degli addetti alle spedizioni.
Detto che
Amazon arriva ad impiegare complessivamente fino a oltre 20mila persone nei suoi centri logistici nel periodo di massima punta qual è quello di
Natale, nei centri inglesi e in particolare in quello
di Swansea (in Galles) dove ha preso lavoro per sette settimane il giovane reporter i magazzinieri sono chiamati a prestazioni da super atleta: 11 miglia (oltre
15 chilometri) da percorrere a piedi nel corso del proprio turno di lavoro all'interno del gigantesco deposito da 75mila metri quadrati per trovare gli oggetti da inviare ai clienti, gestendo ogni singolo ordine in un tempo medio
di 33 secondi.
Il tutto sotto il controllo costante di uno scanner che guida gli addetti (2mila quelli impiegati in questo periodo) al "pick up" degli articoli a scaffale e ne registra tutta l'attività inviando apposita reportistica ai diretti responsabili.
"Siamo macchine, siamo robot", queste le parole usate dall'inviato della Bbc per descrivere lo stato di alienazione a cui i dipendenti, a suo dire, sono sottoposti. A condizioni economiche, oltretutto, non particolarmente entusiasmanti: 8,25 sterline l'ora per il turno notturno (esteso fino a 10 ore e mezza) e 6,50 sterline per quello diurno.
La difesa di Amazon.
La denuncia della Bbc ha avuto estremo risalto nel Regno Unito anche grazie al parere di uno dei maggiori esperti britannici in materia di stress sul posto di lavoro, Michael Marmot, secondo cui "le caratteristiche di questo lavoro evidenziano un rischio di malattie mentali o di natura fisica".
La difesa di
Amazon, che nel Regno Unito ha investito circa un miliardo di sterline e creato circa 5mila posti di lavoro permanenti, è stata lapidaria: "la salute dei lavoratori è la nostra priorità numero uno", così recita lo statement ufficiale, "aderiamo a tutte le normative materia di lavoro e le ispezioni condotte nelle nostre sedi non hanno dato alcun riscontro negativo".
Gli standard prestazionali raggiunti dalla forza lavoro, fanno notare ancora dall'azienda nordamericana, sono alla base degli obiettivi di produttività cui sono chiamati i dipendenti assunti part time per affrontare il picco delle spedizioni natalizie.
Direttamente contattati dal
Sole24ore.com, i portavoce di
Amazon Uk hanno
di fatto respinto tutte le osservazioni mosse dalla Bbc, rifiutando "con forza l'accusa che l'azienda sfrutta i suoi dipendenti in alcun modo".
Sulla questione salari ci viene detto che a stipendi competitivi si aggiungono benefit in grado di far aumentare in media del 12 %, negli ultimi cinque anni, la paga base annuale. E precisato come un dipendente con due anni di servizio (non è quindi il caso dei lavoratori stagionaliù) guadagna 8,98 sterline all'ora per i turni di giorno e 10,78 sterline per un turno di notte (all'indirizzo www.amazon.co.uk /fcpractices c'è il dettaglio).
Quanto al rischio di malattie fisiche e mentali,
Amazon ha pagato un esperto indipendente che ha visitato edifici e collaboratori e considerato simile ad altri ambiente lavorativi e non nocivo il sistema di raccolta delle informazioni delle attività degli addetti. E a supporto di tale tesi i portavoce hanno messo l'accento sul "tasso di sicurezza molto favorevole rispetto alle aziende dello stesso settore". Da aprile 2012 a novembre 2013, l'indice
Riddor (Reporting of Injuries, Diseases and Dangerous Occurrences Regulations, parametro definite dalla UK Health and Safety Executive) è stato inferiore dell 40% rispetto alla media delle imprese appartenenti alla stessa industria.