Il-Trafiletto
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27/01/14

Avvelena la moglie con l’acido muriatico. Chiesta l’archiviazione perché….. il veleno era poco!

Incredibile vicenda in provincia di Bergamo. Il Pubblico Ministero ha chiesto di archiviare il caso di un avvelenamento perché ….il veleno era poco! Una donna si è improvvisata detective e ha piazzato una microcamera all'interno di una sveglia dopo che aveva trovato nel cesto della spazzatura delle fiale vuote di acido muriatico. E le immagini della telecamera hanno ripreso suo marito che, con un contagocce, le versava il veleno in una bottiglietta, la stessa bottiglietta dalla quale, alcuni giorni prima, la donna aveva bevuto un sorso d'acqua che le aveva bruciato la bocca. Il tutto accadeva a marzo dell'anno scorso e la donna aveva sporto denuncia alla polizia, che aveva proceduto all’arresto del marito Eliseo Bongiorno, 67 anni, falegname di Dalmine in pensione e sposato con la donna da ben 39 anni, con l'accusa di tentato omicidio aggravato dal legame di parentela. Adesso il PM ha chiesto per lui l'archiviazione del caso perché il quantitativo di acido muriatico che l'uomo aveva messo nella bottiglietta della moglie era, secondo una perizia, insufficiente a causarle la morte. Il marito ha aveva sempre ammesso la propria responsabilità, giurando però di non aver mai voluto uccidere la donna. <padre Pio e di ascoltare Radio Maria tutto il giorno. Si dedica completamente a quello...>>, aveva spiegato al giudice. La moglie si era fatta aiutare in questa storia da un figlio che vive ancora con la coppia. I primi sospetti della donna erano arrivati a febbraio: dopo aver bevuto dalla famosa bottiglietta, la moglie si era sentita poco bene. Da lì l'idea di collocare la microcamera e riprendere il marito, scoprendolo un avvelenatore. La stessa donna aveva anche fatto analizzare il contenuto della bottiglietta dalla ditta dove lavora, che produce detersivi, e aveva scoperto la sostanza nociva. La donna si è opposta alla richiesta di archiviazione.

27/12/13

La delusione nel rendersi conto che Freeman non è il Cross di James Patterson

Superati i bagordi natalizi e pronti per gettarci sui festeggiamenti di fine anno, quest'oggi nella mia rubrica vi parlerò del libro Il collezionista di James Patterson.

Come molti di voi sapranno, e per chi non lo sapesse non se ne faccia una colpa, Patterson è uno dei grandi e famosi autori del genere thriller. Dal libro di cui vi parlerò oggi è stato tratto, nel 1997, un film diretto da Gary Fleder, con Morgan Freeman nei panni di Alex Cross, uno dei personaggi più famosi creati dalla penna di Patterson.

Il collezionista
In questo romanzo la famiglia del detective psicologo Alex Cross viene sconvolta dalla notizia che la nipote, Naomi, è scomparsa, rapita da un uomo che si fa chiamare Casanova, un serial killer che commette crimini perfetti e che non lascia dietro di se alcuna traccia. La polizia del North Carolina, dove Casanova agisce, e l'FBI, intervenuta per la delicatezza del caso, non hanno tracce o indizi concreti su cui indagare, ma il detective Cross è deciso ad entrare nelle indagini e riportare a casa l'amata nipote. Sfortunatamente per il detective però, le cose non vanno affatto come previsto. La polizia del posto non collabora, l'FBI tenta di tagliarlo fuori, gli indizi su cui deve lavorare per entrare nella mente di Casanova sono davvero pochi, ma Cross non demorde. Casanova continua a rapire ragazze e finalmente il detective viene inserito nelle indagini ed è allora che scopre la presenza di un secondo serial killer a Los Angeles: il Visitatore Gentiluomo. Si tratta dello stesso killer che attraversa tutta l'America accanendosi su giovani e talentuose donne? Oppure sono due uomini differenti? A queste domande Cross deve trovare una risposta prima che per Naomi sia troppo tardi.

Alex Cross, protagonista di questo romanzo, come di molti altri di Patterson, è un detective psicologo, non un profiler alla Criminal Minds, ma qualcosa di molto simile. Un personaggio a cui ci si affeziona più per il suo lato paterno nei confronti dei suoi figli e della sua famiglia che per le sue altre caratteristiche. Quando un autore crea un detective come Alex Cross è inevitabile tinteggiarlo come un uomo forte e tenace, quasi indistruttibile, fortunatamente Patterson ha avuto l'accortezza di renderlo anche umano e sensibile, in questo libro lo si nota molto rispetto agli altri in cui compare Alex Cross.
James Patterson
proprio un

Gli altri personaggi presenti in questo libro, con l'eccezione di Sampson e Kate, sono descritti e analizzati superficialmente, lo stretto indispensabile per integrarli nella storia e questa forse rovina un po' il romanzo. Per quanto riguarda Sampson e Kate, i due co-protagonisti del libro, sono descritti e approfonditi maggiormente, ma sempre in toni distaccati e distanti, come se l'autore temesse, nel dedicare loro più spazio, di togliere la scena al detective Cross.

L'intero romanzo è narrato in prima persona, principalmente dallo stesso Cross, altre volte da Casanova, il Visitatore Gentiluomo o Kate; una scelta questa caratteristica di Patterson che lo distingue dagli altri autori di thriller che invece prediligono una narrazione in terza persona, che permette una maggiore libertà di movimento ma allo stesso tempo un certo distacco con il lettore.

La trama in se stessa è intricata e ricca di colpi di scena, di false piste ed indizi svelati solo all'ultimo momento, lasciando il lettore spiazzato piacevolmente sorpreso, vi ritroverete infatti a divorare le ultime 30 pagine del romanzo scoprendo però l'identità di Casanova solo nelle ultimissime pagine. Su questo Patterson è un ottimo scrittore che gareggia alla pari con Deaver per spartirsi decide di lettori appassionati di thriller.

Il collezionista (film)
Se state pensando di guardarvi il film invece di leggervi il libro, devo avvisarvi che, benché da principio i due corrano sullo stesso binario, a metà i binari cominceranno separarsi per non rivedersi mai più. Se invece volete vedere il film ma leggere anche il libro per accertarvi di persona delle differenze tra i due, vi consiglio di leggere prima il libro, altrimenti passerete tutto il tempo della lettura a tentare di “spalmare” il film sul libro, immaginando Alex Cross come il buon caro Morgan Freeman, finché non arriverete a pagina 223 dove rinuncerete definitivamente rassegnandovi alla dura realtà che sfortunatamente Freeman non assomiglia al Cross descritto da Patterson.

Mettendo da parte il film e Morgan Freeman, possiamo dire che Il collezionista è un romanzo godibile, ben scritto e ben gestito, da leggere con il fiato sospeso, adatto a chi a voglia di leggere un thriller e allo stesso tempo vuole andare sul sicuro.
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