Il primo "
vagito" di una
stella appena
nata! La vita si sa bene, è una questione di
equilibrio, e per ottenerlo bisogna cambiare constantemente.
Questo inculcava nel lontano 1930 al proprio figlio
Eduard Albert Einstein in una celebre lettera. Le
stelle chiaramente non hanno una
vita in se ma si bensi si
formano per poi
evolversi. Tutta la loro
vita è una costante e continua
ricerca di equilibrio in cui tante di esse, appena formate sono costrette ad espellere miliardi e miliardi di tonnellate di
materiale gassoso e
polvere che hanno in eccesso dentro di loro per non essere costrette ad
esplodere. Questo lo si sa da tempo ormai, ma ora c'è una conferma davvero importante che ci giunge da un'
immagine a dir poco
spettacolare, dai colori oltremodo superbi e di un dettaglio mai raggiunto, realizzata da un gruppo di
astronomi nord e
sud americani che, facendo uso del nuovissimo e potente
Alma l'insieme di
radiotelescopi posto a 5.000 metri nel
deserto cileno di Atacama, hanno fissato una
stella appena
formatasi da cui fuoriescono, con una violenza e velocità inimagginabile,
getti di gas e
polvere. Questi, viaggiando a centinaia di migliaia di chilometri all'ora, vanno incontro ad altro
materiale inerte e nello scontrarsi si produce un'
energia notevolissima che si tramuta in segnale luminoso. La novità delle osservazioni dell'oggetto
Herbig Haro 46/47, così si chiama dal nome di
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Stella appena nata |
due
famosi astronomi del recente passato, sta soprattutto nel livello di dettaglio raggiungibile con il nuovo strumento, che osserva la
radiazione elettromagnetica nelle
lunghezze d'onda di un millimetro o meno. Questi
pennacchi luminosi e colorati, a causa degli
elementi chimici coinvolti nel
fenomeno, stanno a soli 1400 anni luce da noi, nella
costellazione della Vela, alquanto
ricca di gas e
polveri interstellari da cui si formano continuamente
nuove stelle. La loro vita iniziale è sempre a rischio: da una
massa informe di
materiale diffuso, parliamo di poche
particelle per centimetro cubo, si addensa una
formazione sferoidale di qualche milione di chilometri di diametro, tipicamente, che si contrae su sé stessa per
attrazione gravitazionale, le parti più interne sono sulla
Terra. A questo punto sulla
sfera è come se agissero due enormi mani infatti più dense e attirano sempre più quelle esterne. L'
aumento di massa porta man mano a quello della
densità al centro e di conseguenza della temperatura, parliamo comunque sempre di
tempi "astronomici" e quindi centinaia di migliaia e più di anni. Quando la
temperatura nel cuore dello sferoide va sui milioni di gradi si accende la fusione nucleare, quella che cerchiamo da 50 anni di riprodurre qui sulla
Terra. Sulla
stella nascente agiscono ora due
fenomeni contrapposti: la
gravità tende a far "cadere" le parti più esterne verso il centro, come un bicchiere cade per terra se ci sfugge di mano, mentre l'
energia prodotta dalla
fusione nucleare all'interno tende ad uscire, sotto forma di
radiazione e
calore, come una stufa elettrica accesa. Per dire è come se due mani schiacciassero un pallone da calcio e due dall'interno cercassero di farlo espandere. L'equilibrio, la parola chiave, può essere raggiunto nella
stella anche espellendo quantità per noi mostruose di
materiale dallo sferoide che sta diventando
stella a tutti gli effetti, come nel nostro caso. Se non ce la fa la
stella scoppia subito e si ritenta fra qualche miliardo di anni. Al di là della
scoperta scientifica questa ricerca dimostra l'eccezionale resa di
Alma, l'
Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, un
osservatorio astronomico internazionale che è una collaborazione fra l'Europa, il Nord America e l'Asia Orientale, in cooperazione con la
Repubblica del Cile. Le parabole europee di Alma sono state fornite dall'Italia, che ha vinto la gara internazionale per la loro costruzione. Siamo noi infatti ad avere la migliore
tecnologia in questo campo, che è apparentemente di nicchia, ma molto qualificante a livello internazionale.