Un patrimonio di specie e varietà di frutta e verdura si è persa nel tempo a favore delle varietà più produttive. Ecco le principali e preziose varietà da ritrovare
Se provate a osservare la merce posta in vendita sugli scaffali di un negozio di frutta e verdura la prima cosa che salta agli occhi è la scarsa varietà dell'offerta. Valutazioni ingiustificate? Non proprio.Forse per i più giovani, ma per noi che eravamo ragazzini negli anni '50 ricordiamo tante varietà di frutte e verdura ora perse nel tempo. Per esempio, puntate l'attenzione sulle mele: per quanti sforzi facciate ne avrete a disposizione quattro varietà: le americane
Red Delicious e
Golden Delicious, le neozelandesi
Gala e le giapponesi
Fuji. Quattro varietà di mele che rappresentano il 90 per cento della produzione. Eppure all'inizio del Novecento l'Italia poteva fregiarsi di migliaia di varietà, alcune pregiate e apprezzate in tutto il mondo. Cosa è successo? La melicoltura tradizionale ha ceduto il passo a quella intensiva di pianura negli anni Sessanta e le varietà locali sono state rapidamente sostituite da quelle straniere: più produttive, più grandi, più belle, più adatte alle tecniche moderne, a sentir loro. Così, in appena quarant'anni è scomparsa un'enorme ricchezza. Se poi entrate in un supermercato, vi accorgerete che nonostante i migliaia di articoli posti in vendita, al momento della scelta noterete che si tratta di una pia illusione: non a caso quando incontrate lo scaffale dei legumi, scoprirete che ce ne sono appena cinque tipi. Una volta, invece, le varietà erano ben 3.600. E lo stesso andante vale per insalata, patate, pomodori, carciofi, aglio e altro ancora. Ma non tutto è perduto: a difesa dei cibi in via d'estinzione sono scese in campo numerose associazioni che lavorano per recuperare un patrimonio dal valore inestimabile. Allora, cominciamo a conoscere alcuni capolavori dimenticati della cultura alimentare italiana, campioni per resistenza alle malattie, per il sapore inebriante e la ricchezza di nutrienti.
MELONE "BANANA". Un tempo si trovavano anche meloni a forma di banana, una forma che racchiudeva aromi e nutrienti incomparabili. Ormai non li conosce più nessuno, ma grazie ai Savers sono ancora vivi in Canada.
SEDANO"VIOLETTO" Spicca per i colori rosso, rosato e violetto. La varietà violetta produce più clorofilla e antocianine, ed è una miniera di micronutrienti.
ASPARAGI Chi ricorda più il violetto d'Albenga, quello pistoiese e le numerose altre varietà famose per sapore, vitamine, sali minerali e oligoelementi? Assolutamente da riscoprire.
BUONADAMA (Atreplice) Le sue foglie carnose a forma di cuore impreziosivano le insalate e le coloravano, soprattutto grazie ai loro vividi colori. Una pianta da far riemergere dall'oscurità per riportare alla luce solarità, sapori e vitamine.
CARDO GOBBO DI NIZZA DEL MONFERRATO Un prodotto straordinario, croce nt dolce.
PEPERONE CORNO DI BUE DELLA CARMAGNOLA Qualità organolettiche di prim'ordine.
AGLIO ROSSO DI VESSALICO Ecco un altro prodotto sconosciuto ai più, dal sapore intenso e dall'estrema conservabilità.
ALBICOCCHE DEL VESUVIO Sono soprannominate con tanti vezzeggiativi, ma le accomuna una unica caratteristica: l'essere un tesoro della natura di elevatissima qualità nutrizionale.
GRANO SARACENO DELLA VALTELLINA Il seme era soprannominato la «bistecca dei poveri». Ha sfamato per millenni le popolazioni della zona. Oggi, la moderna dietologia lo raccomanda a chi è allergico al glutine.
POMODORO PIENNOLO. Sapore inconfondibile e ricchezza ineguagliabile di acidi organici.
ZOLFINO. Potremmo chiarnarlo il super, piccolo fagiolo: gusto unico e nutrienti superiori. Chi l'ha assaggiato non dimenticherà
|
grano saraceno |
|
albicocche del vesuvio |
|
asparagi selvatici |
|
aglio rosso di Vessalico |
|
peperone corno di bue della Carmagnola |
|
pomodori Piennolo |
|
sedano violetto |
|
cardo gobbo di Nizza del Monferrato |
|
fagioli zolfini |
|
melone banana |
|
Atreplice detto Buonadama
|