Il-Trafiletto

10/01/14

Il freddo polare convince un evaso a ritornare in carcere

Quello che non potè fare la polizia del Kentucky, lo potè il freddo. Evaso fa un passo indietro e ritorna in carcere per non congelare.

Frankfort (Kentucky, Usa).Quanto freddo fa in questi giorni in Kentucky? Abbastanza freddo da convincere un prigioniero evaso da un carcere a riconsegnarsi alle autorità. Protagonista della vicenda è Robert Vick, 42 anni.

 L'uomo era riuscito a fuggire domenica da un carcere di Lexington ma ieri, quando le temperature erano scese sotto zero, è entrato in un motel e ha chiesto all'impiegato della reception di chiamare la polizia, spiegando di volersi consegnare per sfuggire al freddo polare. Il detenuto ha ricevuto cure per ipotermia ed è stato trasferito in carcere. Quando era scappato, indossava un paio di pantaloni, una camicia e un giubbotto. Vick sta scontando una condanna a sei anni per furto con scasso.

Il debutto della Lexus RC F al salone di Detroit!

Vi vorrei proporre il debutto della fantasmagorica Lexus RC F al salone dell'auto di Detroit!
Queste le prime foto della sportiva Luxus RC F, che farà il suo tanto atteso debutto al Salone di Detroit.

Lexus RC F
Trattasi della versione ancora più performante del precedente modello proposto al Salone di Tokyo nel mese scorso di novembre dello scorso anno, il Coupè RC. La Lexus RC F è quindi la "sorellina" minore della supercar LFA, ma non per questo meno potente, anzi tutt'altro, è anche la sportiva più potente V8 che sia mai stata realizzata da Lexus e a tal proposito propone un nuovo V8 di 5000 cc da 460 CV.

A differenza della Coupè RC con motore a sei cilindri, la Lexus RC F adotta un inedito kit aerodinamico con paraurti minigonne e un cofano fornito di sfoghi d'aria dedicati, mentre in coda è stato installato uno spoiler.

I cerchi in lega da 19" sono disponibili in tre differenti versioni, una delle quali rifinita e lucidata completamente a mano. Inoltre nell'abitacolo, oltre a finiture specifiche e cinque varianti per i pellami, spiccano i sedili sportivi, la pedaliera in alluminio, la strumentazione realizzata appositamente per il nuovo modello e il volante che prevede la disponibilità di "paddles" specifici.

Le sopracciglia? Una protezione ma anche comunicazione

Le sopracciglia? Una protezione si, com’è semplice intuirne la loro presenza ma non sono soltanto uno strumento che aiutano a proteggere gli occhi dagli agenti esterni, sono altrettanto importantissime anche per comunicare in maniera non verbale.
Sopracciglia

Le sopracciglia che ognuno di noi possiede chi più evidenti chi meno, sono certamente un tratto distintivo evidente del nostro aspetto esteriore: immaginate con un po’ di fantasia ad eliminarle, usando un programma di fotoritocco naturalmente, e avrete modo di notare come sarà cambiata totalmente la nostra immagine.

Non solo: le sopracciglia aiutano anche a definire meglio le nostre emozioni. Quando ad esempio siamo sorpresi le sopracciglia si alzano, oppure si incurvano quando, al contrario, siamo arrabbiati. Spesso, sono presenti anche nelle emoticon che si utilizzano in rete, proprio perché permettono di evidenziare meglio lo stato d’animo di chi scrive. Dunque, anche senza far ricorso alla comunicazione verbale si può comunque trasmettere le proprie emozioni.

Ma a cosa servono esattamente le sopracciglia, al di là della loro funzione estetica e comunicativa? Bene, e presto detto: secondo gli scienziati, le sopracciglia aiutano ad allontanare l’umidità e il sudore dai nostri occhi. La loro forma, più o meno arcuata, devia le gocce di pioggia o di sudore ai lati del nostro viso, mantenendo gli occhi all’asciutto. Tutto ciò serve a mantenere una visione chiara e nitida anche quando stiamo sudando molto o quando camminiamo sotto la pioggia. Tra l’altro, il sudore, vista la quantità di sale che contiene, potrebbe danneggiare la vista. Dunque, la prossima volta che vi depilate le sopracciglia, pensate bene a quanto sono utili per i nostri occhi!

Perchè si dice "il Re è morto, viva il Re"?

Ricordo ancora un giorno d'estate, ora del vespro, rientravo placida dal mare e, attraversando il viale ombroso dei pini, le mie orecchie furono colpite da una tonante voce, proveniente da un balcone di una palazzina affacciantesi sul viale medesimo. Una signora in età avanzata ed in evidente stato confusionale, urlava a squarciagola: "E' morto, è morto, è morto il Re!" Fu allora che mi ricordai di un motto particolare....

Il Re è morto, viva il Re, questa frase si usa per indicare l'immortalità di un'idea, di un concetto, di un'istituzione, il suo perpetuarsi nel tempo, malgrado sia impersonata o rappresentata da una creatura mortale. Era la frase di rito pronunciata per tre volte consecutive da un araldo, all'epoca della vecchia monarchia francese, quando si annunciava al popolo la morte del re e l'avvento al trono del suo successore. La frase venne detta per l'ultima volta in occasione della morte di Luigi XVIII, il 24 Ottobre 1824, nella Chiesa di San Dionigi, e a pronunciarla fu il Duca di Uzès, davanti alla salma del defunto sovrano. Subito dopo fu acclamato Carlo X, nuovo re di Francia.

Un'intervista molto speciale

Chiudete le imposte, sprangate le finestre in modo che alcun raggio di sole possa entrare. Rischiarate l'oscurità con la pallida luce di una lampadina, ma non di una candela, il fuoco, come il sole, è pericoloso per l'ospite di oggi, perché in questo appuntamento con la mia rubrica, vi parlerò della creatura della notte per eccellenza: il vampiro. Il vampiro in questione è Louis de Pointe du Lac, creato dall'abile penna di Anne Rice e il libro è Intervista col vampiro.

Intervista col vampiro
Molto c'è da dire su questo libro, sulla saga a cui appartiene e sull'autrice, ma cominciamo dalla trama di questo romanzo. In un'anonima stanza immersa nell'oscurità Louis de Pointe du Lac si appresta a narrare la sua lunga esistenza di vampiro a Daniel Molloy, un giornalista di New Orleans. Acceso il registratore Louis ritorna indietro nel tempo, fino al lontano 1791 quando la sua vita umana terminò ed iniziò la sua vita da vampiro, grazie, o forse a causa, dell'intervento del vampiro Lestat de Lioncourt. Con lo scorrere del nastro del registratore, Louis racconta della sua nuova vita, dei propri tormenti e dubbi, del suo compagno notturno Lestat, della piccola Claudia e del misterioso Armand. Una lunga storia quella di Louis che da New Orleans, percorre le strade di tutto il mondo per tornare alla New Orleans dove tutto è iniziato.

Intervista col vampiro fa parte della saga Le cronache dei vampiri, un lungo viaggio dove la Rice ci porta nel mondo dei suoi vampiri, molto più vicini al Dracula di Bram Stoker che a quelli che vanno di moda in questi ultimi anni. I vampiri di Anne Rice sono creature della notte, cupi, malinconici, ambigui. Vampiri condannati che sono vittime e carnefici al medesimo tempo, stanchi e disincantati. Vampiri che sembrano più uomini di quanto gli esseri umani potrebbero essere.

Il romanzo in sé è un racconto nel racconto, nel quale la Rice ci racconta di Louis attraverso le parole di quest'ultimo che si racconta a David, e nel farlo l'autrice utilizza descrizioni dettagliatamente accurate e lente, da assaporare e apprezzare come un quadro. Questa capacità descrittiva della Rice, in chiave minore in questo primo volume ma più spiccato nei successivi, permette al lettore di vedere senza troppe difficoltà il mondo in cui i suoi vampiri si muovono. Dico suoi perché per quanto si legga libri incentrati sui vampiri, nessuno di essi sarà come quelli creati dalla penna della Rice e il motivo va ricercato proprio nell'autrice.


[I miei] libri riflettono chiaramente un viaggio dentro l'ateismo per ritornare a Dio. È impossibile non accorgersene. Essi sono un tentativo di stabilire ciò che è buono e ciò che è cattivo in un mondo ateo, descrivono la lotta tra fratelli e sorelle in un mondo senza padri e madri credibili”.

Con queste parole la Rice parla dei propri libri, e di queste Cronache, iniziate alla morte della sua prima figlia per leucemia. Perché, se come afferma lei stessa, il Lestat di cellulosa è plasmato sulla figura del marito, in Claudia è impossibile non vedere la figlia dalla quale ha dovuto separarsi prematuramente.
Anne Rice

Leggere Intervista col vampiro, fermandosi alla superficie, alla semplice storia narrata, fa di questo romanzo un ottimo romanzo, con una Rice un po' alle prime armi certo, ma fantastica nella sua capacità descrittiva. Assaporare però il romanzo, tenendo conto della vita e dei dubbi dell'autrice, porterà questo romanzo e i successivi ad un livello superiore e credetemi, arrivati all'ultimo capitolo della saga ne coglierete tutto il trasporto e tutti i sentimenti che ne traspaiono.

Prima di allora però ci aspettano ancora molti altri libri che compongono Le cronache dei vampiri, e avremo modo di conoscere meglio Lestat, Louis e tutti gli altri vampiri che compongono la grande famiglia creata da Anne Rice.

La grande avventura della nostra vita. Che cosa significa morire quando si può vivere fino alla fine del mondo? E che cos'è la "fine del mondo", se non un modo di dire, perché chi sa anche soltanto cos'è il mondo stesso? Ormai ho già vissuto due secoli e ho visto le illusioni dell'uno completamente distrutte dall'altro, sono stato eternamente giovane ed eternamente vecchio, senza possedere illusioni, vivendo attimo per attimo come un orologio d'argento che batte nel vuoto: il quadrante dipinto, le lancette intagliate, che nessuno guarda, e che non guardano nessuno, illuminate da una luce che non era luce, come la luce alla quale Dio creò il mondo prima di aver creato la luce. Tic-tac, tic-tac, tic-tac, la precisione dell'orologio, in una stanza vasta come l'universo.”
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