Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta Anne Rice. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Anne Rice. Mostra tutti i post

11/11/14

Lestat non è più un vampiro? Non ci credo!

Lestat è di nuovo nei guai in questo nuovo capitolo delle Cronache dei vampiri, e questa volta le luci della scena sono tutte per lui ne "Il ladro di corpi" di Anne Rice.

Il vampiro Lestat, il principe viziato delle tenebre, colui che ha risvegliato Akasha, comincia a sentire il peso della propria immortalità, ed in particolar modo quello della solitudine. Depresso e solo Lestat si trascina per il mondo, desiderano, per la prima volta nella sua lunga vita, di essere mortale, tanto per alleviare la noia. Qualcuno sembra essere disposto ad aiutarlo, qualcuno che lo sta seguendo da molto tempo, e che può accontentarlo. Senza pensarci molto Lestat accetta il patto che lo sconosciuto gli propone, le conseguenze però sono terribili.

La penna della Rice comincia a farsi sempre più esperta con questo quarto volume delle Cronache dei vampiri, regalando al lettore una storia avvincente, ricca di colpi di scena e di digressioni riflessive.

Il personaggio di Lestat assume concretezza sempre maggiore, la sua psicologia si delinea assumendo connotazioni reali, tanto che risulta quasi impossibile non vederlo con i propri occhi aggirarsi per le strade di Miami o di Londra con aria annoiata e depressa.

Lestat ha bisogno di distrazioni e di avventura, ha bisogno di un palcoscenico dove potersi pavoneggiare e osare, facendo quello che nessun vampiro ha mai fatto e mai farà. Se non fosse così dannatamente adorabile, Lestat sarebbe quasi odioso nel suo atteggiamento narcisistico. Lui è fatto così e il lettore ormai ci ha fatto l'abitudine, se Lestat cambiasse non sarebbe la stessa cosa.

Con questo quarto volume dunque la Rice dedica a Lestat lo spazio che aveva bisogno, è lui il padrone della scena. Le divagazioni, le riflessioni filosofiche si limitano alla figura del famoso vampiro. Ne Il Ladro di corpi, il lettore si ritroverà a chiedersi chi sia davvero il vampiro Lestat: la malvagia e crudele creatura descritta da Louis, oppure un essere sensibile in grado anche di soffrire?

Un romanzo che parte lentamente, quasi in punta di piedi, per poi crescere d'intensità con un finale per nulla scontato.

(Le immagini presenti in questo post sono stata prese da internet)

05/09/14

La rock star e l'autrice filosofa

Lasciati indietro i vampiri “alternativi” della Meyer, proseguiamo oggi con la lunga saga de Le Cronache dei Vampiri di Anne Rice con il libro La Regina dei Dannati.

La Regina dei Dannati
La Regina dei Dannati
La narrazione di questo terzo capitolo comincia esattamente dove si era interrotta con il secondo capitolo, con Lestat divenuto una famosa rock star all'apice del successo, che con la sua musica ha messo allo scoperto il mondo dei vampiri, spingendo molti di loro a desiderare Lestat morto stecchito. La musica di Lestat è giunta anche fino al luogo dove Akasha e Enkil, sovrani dei vampiri, sono confinati in un sonno eterno. E' giunta alle loro immortali orecchie quella musica prepotente, risvegliando Akasha da un sonno che dura da 6000 anni. Lestat vuole la fama, la gloria, le luci della ribalta puntati fissi su di se, i vampiri vogliono restare nell'ombra e Akasha vede, in quel vampiro rock star il suo nuovo re.

“Io sono il vampiro Lestat. Vi ricordate di me? Il vampiro che è diventato una superstar del rock, quello che ha scritto l'autobiografia. Quello con i capelli biondi e gli occhi di ghiaccio e il desiderio insaziabile di non essere più invisibile e di raggiungere la fama. Ricordate?”

La voce narrante di questo libro è ancora una volta il nostro amato Lestat, il principe viziato del mondo dei vampiri, con un romanzo dalla trama intricata, per i molti fili sparsi che si radunano in un unico punto, agguerrito e ricco di azione, ma anche di momenti riflessivi tipici della Rice.
Anne Rice
Anne Rice

Se Intervista col vampiro aveva un tono romantico e melanconico, e Scelti dalle tenebre riflessivo e un po' narcisistico, La Regina dei Dannati è invece un libro d'azione. La Rice mette da da parte, almeno parzialmente, la sua natura filosofa che si interroga sull'etica, per concentrarsi sulle vicende dei vampiri, sugli Antichi e sulle origini (almeno nel mondo della Rice) degli Homina Nocturna.

La Rice non è fatta per i libri d'azione, lo si capisce in questo libro, con questo però non voglio dire che La Regina dei Dannati sia un libro da buttar via. No, anzi, il romanzo da alla saga quella spinta in avanti di cui aveva bisogno, solo che la Rice è più una filosofa che un'avventuriera. Guerre e scontri all'ultimo sangue non sono per lei, sono un pane troppo poco poetico per la sua penna.

“Si tratta di una verità spaventosa: il dolore può renderci più profondi, può conferire un maggiore splendore ai nostri colori e una risonanza più ricca alle nostre parole. Questo avviene se non ci distrugge, se non annienta l'ottimismo e lo spirito, la capacità di avere visioni e il rispetto per le cose semplici e indispensabili”
(Lestat)

Akasha - La Regina dei
Dannati (il film)
Molte sono le storie raccontate in questo romanzo, moltissimi i personaggi che si avvicendano lungo il percorso, ciò rende la lettura de La Regina dei Dannati talvolta un po' difficile. I salti temporali poi, rischiano di rendere ancora più difficoltosa la lettura ad un lettore inesperto allo stile della Rice. All'inizio infatti il lettore viene gettato in pasto alla mischia senza un'introduzione, questo perché c'è stata nel libro precedente, rendendo il viaggio, almeno all'inizio un po' difficoltoso; ma per il lettore che avrà il coraggio di proseguire, la Rice regala un romanzo di tutto rispetto.

Bisogna abituare il palato allo stile di scrittura per poter apprezzare i suoi libri, ma per quanti ci riescono, la Rice sa regalare un mondo che appare reale, anche quando inventato.

Alcuni di voi probabilmente avranno sentito parlare de La Regina dei Dannati grazie all'omonimo film di Michael Rymer. Mi duole dirvelo ma il libro e il film non si somigliano per niente, l'unica cosa che hanno in comune sono i personaggi e anche quelli non ci sono tutti e non sempre rispecchiano quelli descritti nel libro. Quindi se volete vedervi il film per evitarvi il mattoncino che è il romanzo, sappiate che non vi servirà a niente.


(Le immagini presenti in questo libro sono state prese da internet, le citazioni invece dal libro di cui il post tratta)

02/09/14

Scelta letteraria e le sue conseguenze sul pubblico

Confesso che scrivere la recensione del libro di oggi mi risulta quanto mai difficile. Ho trovato meno intoppi a recensire libri praticamente sconosciuti o particolarmente delicati come la famosa trilogia di E. L. James, che il libro di cui vi parlerò tra pochissimo. Perché? Perché libri del genere si amano o si odiano, e quelli che li amano, di solito, sono agguerriti come mercenari bisognosi di denaro.

Bando alla ciance e campo alla narrativa. Il libro di oggi e nientepopodimenoche Twilight di Stephenie Meyer. Twilight è il primo capitolo di una saga composta da altri tre libri. Come tutti sicuramente saprete da questi quattro libri sono stati tratti cinque film. Sul perché dei cinque film se i libri sono quattro, la spiegazione è molto semplice: marketing.
Twilight
Twilight

A noi però interessa il libro e non il film, quindi diamo un'occhiata alla trama, anche se immagino che tutti voi, più o meno, la conosciate.

Protagonista del libro è Isabella, chiamata semplicemente Bella, che decide di lasciare Phoenix, dove vive con la madre, per andare a Forks dove invece vive il padre. Una nuova vita, una nuova scuola e dei nuovi compagni di classe. E' proprio a scuola che l'attenzione di Bella ci concentra su un gruppo di ragazzi, tra i quali spicca il misterioso ed enigmatico Edward Cullen.

Twilight è quello che si definisce un paranormal romance, un genere che unisce il paranormale e quindi creature fantastiche, con il romanticismo e la narrativa rosa. In aggiunta a questo c'è da dire che Twilight, e il resto della saga, è rivolto più al pubblico giovanile/adolescenziale che a lettori più maturi. Questo può farvi rendere l'idea dei temi trattati.

Cos'ha di paranormale Twilight? I vampiri. Edward e la sua famiglia infatti sono vampiri. Ma i Cullen non sono l'unica componente paranormale della saga, di questo però ne parleremo però più avanti, per i capitoli successivi della saga. Torniamo dunque ai vampiri proposti dalla Meyer per la sua saga. Un purista del genere, un lettore cresciuto con un'iconografia precisa dei vampiri rimarrà sicuramente deluso ed oltraggiato, perché i vampiri presenti in Twilight non hanno davvero nulla a che spartire con i vampiri comunemente noti.
Stephenie Meyer
Stephenie Meyer

Una scelta, quella della Meyer, dettata dal fatto di dover necessariamente incastrare una storia d'amore tra adolescenti, anche se uno è vecchio di un centinaio di anni. Io capisco la scelta fatta dalla Meyer, ma sono anche una di quelle persone che è cresciuta con una particolare iconografia del vampiro e che adora i vampiri della Rice, quindi non mi sbilancerò in alcun modo nel commentare oltre i vampiri creati dalla Meyer. E' stata una sua scelta letteraria con le relative conseguenze. Punto. Andiamo avanti.

La parte romance di Twilight è ovviamente regolata per un target adolescenziale, quindi abbastanza semplice e scontato. Il tipo di narrazione e lo stile adottato dall'autrice, sono anch'essi molto semplici e lineari, senza scossoni, momenti particolarmente avvincenti o rivelazioni shock.

In un articolo, e mi perdonerete se questa volta non vi posto il link, ma era su un Vogue che ho gettato da tempo, si chiedeva alla Rice cosa ne pensasse di Twilight. Fra le tante cose che disse, quella che più riassume tutto ciò che si può dire su questo libro restando obiettivi è che Twilight è “un libro per adolescenti”.

Non vi dirò altro, è stato già difficile arrivare fino a qui.

(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet)

29/04/14

La rock star dei vampiri irrompe sulla scena in tutto il suo tenebroso fascino

Scendiamo oggi un altro gradino nel regno creato dalla nostra Regina delle Tenebre: Anne Rice. Avevamo lasciato la saga de Le cronache dei vampiri al primo capitolo dove Louis de Pointe du Lac narrava, con voce tormentata e sconfortata, la sua lunga vita da vampiro.

In questo secondo capitolo della saga, intitolato Scelti dalle tenebre, l'attenzione passa da Louis a Lestat de Lioncourt che, dopo aver dormito a lungo, risorge scoprendo un mondo totalmente diverso da quello che aveva lasciato. Al suo risveglio tutto è nuovo, pieno di stimoli affascinanti e infinite possibilità che lo porteranno a diventare una vera rock star, uscendo allo scoperto come nessun vampiro aveva mai fatto prima. 

Scelti dalle
tenebre
In questo romanzo Lestat ci racconta la sua storia, da quando era ancora umano a quando divenne vampiro, dalle sue peregrinazioni per il mondo fino al suo incontro con Louis raccontandoci il suo punto di vista, ribattendo punto per punto alle affermazioni diffamatorie che il vampiro aveva fatto sul suo conto.

“Sono il vampiro Lestat. Sono immortale. Più o meno. La luce del sole, il calore di un fuoco intenso... ecco, potrebbero annientarmi. O forse no... Ora sono ciò che l'America chiama una superstar del rock.”

Lestat irrompe nella saga con tutta la sua irruenza, il suo narcisismo e il suo fascino. D'ora in poi sarà lui il protagonista e il narratore della saga, salvo qualche cambio di narrazione. Da qui cominceremo a conoscerlo, con i suoi capricci e i suoi tormenti, con i suoi slanci emotivi e i suoi discorsi filosofici.

Se Lestat è l'alter ego del marito della Rice, ciò che l'autrice fa dire al suo personaggio, altro non è che quello che lei stessa sta cercando. Da questo romanzo infatti inizia un viaggio per Lestat e la Rice, un lungo viaggio alla ricerca di risposte. Ma torniamo al libro, e vediamo un po' com'è.

Prima di tutto vi devo avvertire che questo secondo romanzo è ben diverso dal primo. Lo stile della Rice sta maturando, la sua capacità di portare il lettore nel suo mondo si sta facendo sempre più raffinata, e allo stesso tempo scopriamo l'anima filosofica dell'autrice.

Anne Rice
Scelti dalle tenebre infatti, prende una piega più profonda e più filosofica rispetto ad Intervista col vampiro, cosa che a più di qualche lettore potrebbe non andare giù, tanto da chiedersi perché mai questa saga abbia avuto tanto successo. Anne Rice è fatta così, le vicende e le avventure dei suoi personaggi sono interrotte da pause riflessive. Sicuramente difficili da digerire e per nulla incoraggianti a finire un libro che comincia ad essere corposo, ma fidatevi, tutte queste digressioni che la Rice fa sul suo amato Lestat servono a dipingere il personaggio, a far comprendere al lettore chi sia il vampiro Lestat e cosa lo spinga ad agire, perché senza capire tutto questo, non è possibile comprendere il perché poi riesca a combinare guai nel mondo umano quanto in quello vampiresco.

In Scelti dalle tenebre, oltre ad incontrare alcuni personaggi che avevamo già conosciuto nel precedente capitolo, ne incontriamo molti altri, alcuni dei quali saranno ospiti più o meno fissi, della lunga saga sui vampiri, ognuno dei quali avrà il proprio spazio per narrare la propria vita e i propri pensieri.

Una Rice dunque che ha appena cominciato a scalfire la superficie del suo “regno vampiresco”, con uno stile che deve ancora prendere del tutto forma, e la giusta misura tra azione e pause riflessive, ma che merita di essere letto almeno per il fatto che a parlare sia Lestat, il principino viziato del vampiri.

“La bellezza non era il tradimento che lui aveva immaginato; era piuttosto una terra inesplorata dove si potevano commettere mille errori fatali, un paradiso selvaggio e indifferente senza nulla che indicasse la presenza del male e del bene. Nonostante tutti gli affinamenti della civiltà che cospiravano per creare l'arte, la perfezione inebriante del quartetto d'archi, e la grandiosità distesa delle tele di Fragonard, la bellezza era selvaggia. Era pericolosa e senza leggi come lo era stata la terra molti millenni prima che l'uomo avesse un solo pensiero coerente o scrivesse codici di comportamento sulle tavolette d'argilla. La bellezza era un Giardino Selvaggio.”

(Le immagini presenti in questo articolo sono state prese da internet, le citazioni invece sono tratte dal libro di cui si parla nell'articolo.)

10/01/14

Un'intervista molto speciale

Chiudete le imposte, sprangate le finestre in modo che alcun raggio di sole possa entrare. Rischiarate l'oscurità con la pallida luce di una lampadina, ma non di una candela, il fuoco, come il sole, è pericoloso per l'ospite di oggi, perché in questo appuntamento con la mia rubrica, vi parlerò della creatura della notte per eccellenza: il vampiro. Il vampiro in questione è Louis de Pointe du Lac, creato dall'abile penna di Anne Rice e il libro è Intervista col vampiro.

Intervista col vampiro
Molto c'è da dire su questo libro, sulla saga a cui appartiene e sull'autrice, ma cominciamo dalla trama di questo romanzo. In un'anonima stanza immersa nell'oscurità Louis de Pointe du Lac si appresta a narrare la sua lunga esistenza di vampiro a Daniel Molloy, un giornalista di New Orleans. Acceso il registratore Louis ritorna indietro nel tempo, fino al lontano 1791 quando la sua vita umana terminò ed iniziò la sua vita da vampiro, grazie, o forse a causa, dell'intervento del vampiro Lestat de Lioncourt. Con lo scorrere del nastro del registratore, Louis racconta della sua nuova vita, dei propri tormenti e dubbi, del suo compagno notturno Lestat, della piccola Claudia e del misterioso Armand. Una lunga storia quella di Louis che da New Orleans, percorre le strade di tutto il mondo per tornare alla New Orleans dove tutto è iniziato.

Intervista col vampiro fa parte della saga Le cronache dei vampiri, un lungo viaggio dove la Rice ci porta nel mondo dei suoi vampiri, molto più vicini al Dracula di Bram Stoker che a quelli che vanno di moda in questi ultimi anni. I vampiri di Anne Rice sono creature della notte, cupi, malinconici, ambigui. Vampiri condannati che sono vittime e carnefici al medesimo tempo, stanchi e disincantati. Vampiri che sembrano più uomini di quanto gli esseri umani potrebbero essere.

Il romanzo in sé è un racconto nel racconto, nel quale la Rice ci racconta di Louis attraverso le parole di quest'ultimo che si racconta a David, e nel farlo l'autrice utilizza descrizioni dettagliatamente accurate e lente, da assaporare e apprezzare come un quadro. Questa capacità descrittiva della Rice, in chiave minore in questo primo volume ma più spiccato nei successivi, permette al lettore di vedere senza troppe difficoltà il mondo in cui i suoi vampiri si muovono. Dico suoi perché per quanto si legga libri incentrati sui vampiri, nessuno di essi sarà come quelli creati dalla penna della Rice e il motivo va ricercato proprio nell'autrice.


[I miei] libri riflettono chiaramente un viaggio dentro l'ateismo per ritornare a Dio. È impossibile non accorgersene. Essi sono un tentativo di stabilire ciò che è buono e ciò che è cattivo in un mondo ateo, descrivono la lotta tra fratelli e sorelle in un mondo senza padri e madri credibili”.

Con queste parole la Rice parla dei propri libri, e di queste Cronache, iniziate alla morte della sua prima figlia per leucemia. Perché, se come afferma lei stessa, il Lestat di cellulosa è plasmato sulla figura del marito, in Claudia è impossibile non vedere la figlia dalla quale ha dovuto separarsi prematuramente.
Anne Rice

Leggere Intervista col vampiro, fermandosi alla superficie, alla semplice storia narrata, fa di questo romanzo un ottimo romanzo, con una Rice un po' alle prime armi certo, ma fantastica nella sua capacità descrittiva. Assaporare però il romanzo, tenendo conto della vita e dei dubbi dell'autrice, porterà questo romanzo e i successivi ad un livello superiore e credetemi, arrivati all'ultimo capitolo della saga ne coglierete tutto il trasporto e tutti i sentimenti che ne traspaiono.

Prima di allora però ci aspettano ancora molti altri libri che compongono Le cronache dei vampiri, e avremo modo di conoscere meglio Lestat, Louis e tutti gli altri vampiri che compongono la grande famiglia creata da Anne Rice.

La grande avventura della nostra vita. Che cosa significa morire quando si può vivere fino alla fine del mondo? E che cos'è la "fine del mondo", se non un modo di dire, perché chi sa anche soltanto cos'è il mondo stesso? Ormai ho già vissuto due secoli e ho visto le illusioni dell'uno completamente distrutte dall'altro, sono stato eternamente giovane ed eternamente vecchio, senza possedere illusioni, vivendo attimo per attimo come un orologio d'argento che batte nel vuoto: il quadrante dipinto, le lancette intagliate, che nessuno guarda, e che non guardano nessuno, illuminate da una luce che non era luce, come la luce alla quale Dio creò il mondo prima di aver creato la luce. Tic-tac, tic-tac, tic-tac, la precisione dell'orologio, in una stanza vasta come l'universo.”
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.