Il-Trafiletto

08/01/14

La Storia è un optional. "L'Eredità" insegna.

Fino ad oggi il simbolo dell’ignoranza nel piccolo schermo, visti gli esiti delle prove di cultura generale, era stato affibbiato ai personaggi del popolare reality show “Grande Fratello”. A malincuore dobbiamo ricrederci. La Storia è una materia che sicuramente non piace a tutti, ma si presume che coloro che vengono scelti come concorrenti per un quiz a premi da mandare in onda nei canali della TV di Stato abbiano almeno una minima conoscenza di quelle che dovrebbero essere le nozioni base. Purtroppo non è così. Ne sa qualcosa il popolare Carlo Conti, presentatore del quiz televisivo “L’Eredità”, in puntata andata in onda alcuni giorni fa.
l'eredità

Arrivati al penultimo gioco prima della ghigliottina, i 4 partecipanti si sono trovati davanti questa domanda: “Adolf Hitler viene nominato cancelliere nel” da accoppiare a una delle 4 alternative: “1933, 1948, 1964, 1979”. Naturalmente la risposta è 1933, visto che il dittatore tedesco è morto nel 1945. Scioccanti le risposte dei concorrenti: 1948, 1964, 1979!!! La quarta concorrente per esclusione ha indovinato. Stupore sulla faccia di Carlo Conti. in che anno Mussolini ha incontrato il poeta americano Ezra Pound. Le date erano le stesse, e la risposta, essendo Mussolini morto anche lui come Hitler nel 1945, non poteva essere che la stessa, 1933, eppure una concorrente ha pensato bene di dire nel 1964. A questo punto Conti ha tuonato: “E’ proprio il caso di fare un bel ripassino di storia”. Chissà se questa puntata è stata vista dal Ministro della Pubblica Istruzione e, se sì, cosa ne pensa.

La futura diagnostica arriva "direttamente" da Star Trek

Il futuro arriva da Star Trek? Un 'test lampo' svelerà le malattie
Il metodo di diagnosi usato dal dottor. Leonard  McCoy sulla nave spaziale 'Enteprise' potrebbe diventare realtà: secondo uno studio del Lawrence Livermore Laboratory, in California, tra 5-7 anni basterà un tampone all'interno della guancia e in pochi minuti si potrà svelare il virus e prescrivere il giusto trattamento.
 La diagnostica del dottor McCoy potrebbe presto diventare una realtà: a studiare lo sviluppo di un nuovo dispositivo - come riporta il 'Seattle Times' - che potrebbe rivoluzionare la medicina è uno studio del Lawrence Livermore Laboratory, in California. La squadra di ricercatori guidati dall'ingegnere chimico Elizabeth Wheeler sta sviluppando un metodo per riconoscere rapidamente gli agenti patogeni che causano le malattie più comuni.
Star Trek
 La chiave del test, che potrebbe arrivare sul mercato tra 5-7 anni, è la reazione a catena della polimerasi (Pcr), una tecnica di biologia molecolare che consente l'amplificazione di frammenti di acidi nucleici dei quali si conoscano le sequenze nucleotidiche iniziali e terminali. La Pcr è stata scoperta nel 1983 dal premio Nobel Kary Mullis e oggi è usata per identificare i resti umani, ma anche nel settore della sicurezza alimentare e, appunto, nella rilevazione di batteri. L'amplificazione del Dna mediante Pcr consente di ottenere molto rapidamente in vitro la quantità di materiale genetico necessaria per le successive applicazioni. La ricerca guidata dalla Wheeler sta lavorando proprio in questo versante, usando la Pcr a cui viene aggiunto uno speciale enzima. In seguito, con una macchina speciale, il Dna viene riscaldato a 202 gradi e poi raffreddato. In questo modo - precisano i ricercatori - si raddoppia la quantità di materiale genetico ad ogni ciclo. "Ci vogliono circa tre minuti per eseguire i 30 cicli necessari per amplificare il Dna e renderne possibile l'identificazione dal test, così da scoprire l'origine della malattia", avverte Wheeler. L'obiettivo degli scienziati è quello di arrivare a dispositivi di nuova generazione molto veloci, che "consentiranno ai pazienti in un prossimo futuro di inviare un campione al medico - sottolineano i ricercatori - il quale così potrà esaminarlo in pochi minuti con il test e prendere una decisione sul trattamento più appropriato". I possibili sviluppi del test andrebbero dal rilevamento degli agenti patogeni durante le guerre batteriologiche a quello dei virus responsabili delle epidemie. "Sarà possibile - concludono - testare in poco tempo i passeggeri in aeroporto che arrivano da zone a rischio, invece di lasciarli in quarantena per giorni".                             fonte Adnkronos 

A cosa serve sbadigliare?

Tra gli atti più comunemente giudicati di…cattivo gusto o poco nobili c’è senz’altro lo sbadiglio. Considerato dai più segno di noia, di mancanza di rispetto per chi ti sta parlando, poco interesse per chi ci sta accanto, insomma c’è ne per tutti i gusti ed opinioni!
In realtà lo sbadiglio è un atto involontario con il quale avviene una profonda inalazione, seguita da una espirazione del respiro! Fino ad ora le esatte cause che lo generano non sono propriamente chiare. Vorrei quindi porre ala vostra attenzione ( ecco che vedo già sbadigliare…) le teorie più accreditate!

sbadiglio-noia
Sbadigliare
Lo sbadiglio, come abbiamo già affermato, è un atto involontario che consiste in una profonda inalazione ed espirazione del respiro. Durante questo stato, il nostro corpo compie una serie di movimenti, atti a favorire il passaggio dell’aria: l’insieme di questi movimenti, viene chiamato pandiculazione!

Ovvero sia, si apre la bocca, vengono contratti muscoli facciali si alza la glottide liberando il passaggio dell’aria nella trachea, al contempo si contraggono i muscoli costali, generando il sollevamento e l’allargamento della cassa toracica e la distensione del diaframma, insomma l’avrete capito, ci stiamo semplicemente“stiracchiando”. Ok, a questo punto direte: “e quindi?”. Stiamo calmi! Ciò che non tutti voi sapete è che le cause che portano allo sbadiglio non sono ancora del tutto chiarite.

Ci sono tantissime teorie sulle cause che generano questo atto involontario, cerchiamo umilmente di esaminarne insieme le principali! Dicesi comunemente sbadiglio uno stato di noia o, soprattutto, di stanchezza della persona. I momenti in cui lo sbadiglio è più frequente, infatti, sono la mattina appena alzati e la sera prima di andare a letto. Inoltre esistono altre cause che molto spesso generano lo sbadiglio, come per esempio la fame, oppure lo stress.

Ma queste sono soltanto le cause più comuni. Ad esempio, molti di voi già lo sapranno, lo sbadiglio negli esseri umani è contagioso, si sbadiglia vedendolo o sentendolo fare da un’altra persona. Uno studio condotto in tal senso da Ivan Norscia e da Elisabetta Palagi dell’Università di Pisa ha messo in evidenza che il contagio dello sbadiglio è associato al legame empatico tra le persone: perciò il contagio è massimo tra parenti, diminuisce negli amici e poi nei conoscenti, fino ad essere quasi nulli negli sconosciuti. Finora abbiamo parlato delle cause più comuni alla gente, ma non esistono solo queste!

In base ad un recente studio, invece, svolto da Gary Hack della School of Dentistry della University of Maryland di Baltimora e da  Andrew Gallup della Princeton University, sbadigliare aiuterebbe il cervello a raffreddarsi in modo da poter lavorare più efficacemente, insomma avrebbe lo stesso compito di un radiatore nell’automobile. Grazie allo sbadiglio, secondo la ricerca, le pareti del seno mascellare sono in grado di espandersi e contrarsi immettendo aria nel cervello abbassandone così la temperatura. Gallup, per esempio, fece un esperimento nel quale inserì delle sonde nel cervello dei ratti e ne registrò la temperatura prima, durante e dopo lo sbadiglio (si, si, i ratti sbadigliano). Ebbe cosi modo di confermare la funzione di raffreddamento dello sbadiglio.

Svolse anche uno studio su due donne che soffrivano di continui attacchi di sbadiglio e ne registrò le variazioni della temperatura corporea, confermando lo studio effettuato sui ratti. Potrebbe davvero essere lo sbadiglio il sistema di raffreddamento del nostro cervello? Un’altra ipotesi, invece, sostiene che lo sbadiglio serva ad aumentare l’ossigeno nei polmoni. Dunque una ipotesi che si avvicina notevolmente alla precedente, con la differenza che ad essere ventilato non è il cervello, ma bensì i polmoni. Inoltre, sbadigliando viene anche cambiata anche l’aria nel sangue.

Queste ultime due ipotesi, perciò, attribuiscono allo sbadiglio la funzione di “ventilatore” del nostro corpo che serve a farlo lavorare meglio durante alla giornata. In generale, tutte le teorie sopra elencate pare che possano essere plausibili. Forse non vi è distinzione e lo sbadiglio può essere la conseguenze di ognuna di esse. Infatti non si può assolutamente negare che quando siamo stanchi viene da sbadigliare e che, probabilmente, per la stanchezza, lo sbadiglio serva a farci funzionare meglio nei momenti di sonno. Ognuna delle teorie è buona, ma, nonostante ciò le esatte cause che provocano uno sbadiglio non sono state completamente chiarite!

La Spagna rimonta e batte l'Italia

Era messa molto peggio dell'Italia, un anno fa la Spagna. Tecnicamente era in default. Lo spread con il Bund tedesco, lo «spauracchio» che misura il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato, era ancora a quota 510 punti. Il tasso di disoccupazione aveva raggiunto il record storico del 27,2% e il sistema bancario locale versava ancora in condizioni difficili tanto da ricorrere a un'iniezione di capitali da 40 miliardi di euro dal Fondo salva-stati dell'Ue, l'Esm. In un anno hanno raggiunto una notevole ripresa, dopo 9 cali trimestrali consecutivi, il Pil spagnolo è tornato a crescere segnando nel periodo luglio-settembre 2013  un incoraggiante +0,1 per cento. La disoccupazione è calata di oltre un punto percentuale e si attesta ora al 26% grazie alla creazione di 135mila posti di lavoro, soprattutto nella parte più «ricca» e turistica del Paese (Catalogna, Baleari e Valencia). Lo spread è sceso a 201 punti, superando quello italiano (ieri a quota 203) e le banche non sono più nel mirino.
Nello stesso anno all'Italia succede che la disoccupazione è salita al 12,5%, quella giovanile è ai massimi storici oltre il 40%. Abbiamo perso altri 400mila posti di lavoro.
Italia Spagna

Il Pil, soprattutto non è ancora tornato a crescere: il nostro Paese è formalmente ancora in recessione. La spiegazione del disastro è tutta nel dato macroeconomico «principe»: l'andamento dell'occupazione. In Spagna si creano opportunità lavorative, qui da noi no. Il governo di centrodestra guidato da Mariano Rajoy, appena entrato in carica nel 2012, ha subito riformato il mercato del lavoro rendendo meno onerosi per le imprese i licenziamenti (in Spagna non esiste l'articolo 18, in caso di crisi basta solo pagare un indennizzo). Più facili sono diventate le assunzioni per le aziende con meno di 250 dipendenti sgravandole di gran parte del carico contributivo, quel «cuneo fiscale» che il governo Letta non riesce minimamente a limare. Inoltre è stato dato più spazio alla flessibilità anche a livello aziendale: i contratti di apprendistato valgono fino a 30 anni, mentre per i nuovi assunti c'è una finestra di licenziabilità di 3 anni (idea che Matteo Renzi ha copiato da Rajoy). Una dimostrazione dell'efficacia? In Spagna si producono 2 milioni di autovetture all'anno contro le 600mila italiane pur non essendoci un solo costruttore nazionale. Eppure, anche in Italia esistono variegati sgravi per chi assume e si parla sempre di tagliare le tasse e di sburocratizzare (anche Saccomanni s'è convinto di averlo fatto). Ma in Italia esiste pure la «riforma Fornero» che irrigidisce l'apprendistato, limita l'uso dei contratti atipici e di fatto perpetua l'articolo 18 (dimostrare a un giudice la sussistenza dei motivi economici è un'impresa). Il ministro Enrico Giovannini in 9 mesi non ha cambiato una virgola e i dati parlano chiaro. La Spagna, va detto, ha fatto i «compiti a casa» richiesti dall'Ue. Zapatero, prima di lasciare, ha tagliato del 10% gli stipendi pubblici e la contrattazione aziendale porta con sé la moderazione salariale tanto che l'inflazione nel 2013 s'è fermata allo 0,2% (+1,2% quella italiana). Il compito dell'Italia, invece, è stato tutto «pasticciato» e non s'è nemmeno trovato un accordo con la «maestrina» Merkel per evitare il solito 4 in pagella.
fonte Il Giornale.it

07/01/14

Seduzioni a tavola: Costolette di maiale al marsala

Seduzioni a tavola

Miei cari seduttori, è quasi ora di cena, perciò vi propongo una sfiziosa ricetta da preparare all'ultimo momento o in anticipo, vedere voi.
COSTOLETTE DI MAIALE AL MARSALA
Ingredienti
4 costolette di maiale (o 6/8 costolette di abbacchio)
60 gr di burro
olio extravergine di oliva
100 gr di prosciutto crudo
2 dadi da brodo
1 bicchiere di marsala secco
farina
sale

Infarinate le costolette di maiale e fatele dorare in una padella con l'olio e il burro, salate e quandosaranno colorite abbassate la fiamma, copritele con il prosciutto tagliato a listarelle e versate il marsala. Fate evaporare a fuoco moderato, quindi aggiungete il brodo che avrete preparato nel frattempo, e fate restringere il sughetto per altri 10-15 minuti. Le costolette potrete cuocerle direttamente surgelate se avrete avuto l'accortezza di conservarle separate l'una dall'altra. Semplice vero? Ma sono proprio queste piccole cose che rendono piacevole la vita. come ilprofumo del marsala...Se vi piace il vino in cucina (e io lo adoro), non perdete questa occasione, viva Bacco!
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