Il-Trafiletto

16/12/13

Il "ricattino" di Renzi a Grillo: rimandato al mittente

Il "ricattino" di Renzi non ha smosso il leader M5S che chiede il voto col Mattarellum. Definisce la "sorpresina" come una "scoreggina"."Si sciolga il Parlamento e al voto con il Mattarellum. Sarà il prossimo Parlamento a fare la nuova legge elettorale". E' il tweet con cui Beppe Grillo, che aggiunge l'hashtag "#renziecaccialagrana", chiude alla "sorpresina" indirizzatagli da Matteo Renzi: un patto con Grillo su legge elettorale e costi della politica, con la rinuncia del Pd ai rimborsi elettorali in cambio dell'impegno di Grillo a cambiare la legge elettorale. E la rinuncia ai 40 milioni del prossimo anno se Grillo si impegna a "superare il Senato e abolire le province". E quando l'hastag "#renziecaccialagrana" scala rapidamente la classifica, Grillo torna alla carica con un nuovo tweet: "Lo capirà ora? Restituisci i soldi agli italiani!". Prima dell'intervento su Twitter, è stato un post pubblicato sul blog di Grillo a respingere la proposta al mittente. "Sorpresina? Solo una scoreggina" si legge sul blog del leader del M5S. "I rimborsi elettorali vanno restituiti agli italiani, non a Grillo - prosegue il post -. Caccia la grana, Renzie, e cacciala tutta, non solo la seconda rata, anche la prima, quella di luglio, una parte dei 91 milioni che il pdexmenoelle ha portato a casa insieme al partito del noto pregiudicato di cui è ora, grazie al M5S, vedovo inconsolabile. Ma la restituzione dei finanziamenti di questa legislatura è solo un acconto. Il pdexmenoelle ha preso rimborsi illegittimi in questi vent'anni per circa un miliardo di euro".



"Renzi è tutto chiacchiere e marketing. I 40 milioni di euro dei rimborsi elettorali deve restituirli agli italiani, non a noi" ribadiscono i gruppi parlamentari del Movimento. "Fa finta di non capire e propone accordicchi da prima repubblica, camuffati da slogan. E' ridicolo su questo tema proporre un do ut des". 
Alfano: "Renzi? Un discorso di sinistra, vantaggio per noi".  Alfano sul taglio dei costi della politica. "L'unica cosa che Renzi, se voleva fare sul serio, doveva dire - sostiene - è che il finanziamento pubblico ai partiti va tagliato da domani mattina, non dal 2017. E' l'unica cosa che non ha detto".

15/12/13

Un quadro di Picasso del 1914 del periodo cubista a 100 euro

Sembra impossibile ma è vero. Un quadro di Picasso, "L'Homme au Gibus"valutato 700mila euro, venduto a 100 euro, si ma a 50mila persone che compreranno un biglietto da 100 euro per partecipare alla lotteria di beneficienza offerta dalla casa d'asta Sotheby's di Parig.
Parigi- C'è una speranza per gli aspiranti collezionisti d'arte di essere estrattie aggiudicarsi un Picasso per 100 euro.

I biglietti della lotteria sono in vendita online da aprile scorso e l'estrazione avverrà il 18 dicembre. Il dipinto è di proprietà dell'Associazione internazionale per la salvaguardia di Tiro, che spera di raccogliere 5 milioni di euro per proteggere la città libanese, patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Il nipote del pittore, Olivier Picasso, ha fatto sapere in un comunicato che suo nonno, morto nel 1973, sarebbe stato "divertito a partecipare a un evento del genere".

Cina: bambino marina la scuola, padre lo lega ad un albero e lo frusta

Che in Cina l'educazione preveda metodi molto rigidi e alquando discutibili lo sappiamo, ma sinceramente  ve ne sono alcuni che sono esagerati. Ora, la punizione dovrebbe servire a far capire che vi sono azioni che non bisogna fare, ma è certo che i genitori hanno a disposizione molta scelta e possono evitare la brutalità di quelle corporali. Ma pare che in Cina incontrino il favore della popolazione come  racconta il quotidiano Mirror.

La foto shock
Un bambino di soli otto anni è stato infatti legato ad un albero e fustigato dal padre solo perché aveva marinato la scuola. Non è di certo il primo caso del genere, e spesso i presenti alle punizioni non si limitano a guardare ma approvano compiaciuti i metodi del genitore. Il bambino di otto anni, di Nanchong, nella provincia del Sichuan in Cina, aveva deciso di saltare un giorno di scuola, ma è stato subito scoperto dal padre, poiché non si decideva a tornare a casa. Il padre allora lo ha cercato e, trovatolo vicino ad un negozio alimentare, lo ha preso, legato ad un albero, gli ha abbassato i pantaloncini e ha cominciato a frustarlo con una bacchetta. La reazione della folla, incredibile ma vero, è stata a favore del padre: quasi tutti i presenti hanno cominciato ad applaudire la punizione esemplare. Qualcuno ha persino detto: “ci sono bambini tanto disubbidienti da meritarsi una lezione simile”. Qualcun altro ha aggiunto: “Credo che la maggior parte delle persone fosse dalla parte dell’uomo. Nella Cina di oggi senza un’educazione non si va da nessuna parte e se quel bambino stava iniziando a saltare la scuola per lui non ci sarebbe più stata speranza. Le botte erano forti e il bambino aveva gli occhi spalancati dalla paura, ma scommetto che non dimenticherà tanto presto questa lezione. Probabilmente d’ora in poi preferirà le lezioni di scuola”.

La rivista americana “Forbes” lo inserisce sempre nell’elenco dei criminali «più ricchi del mondo»

Se da cinque anni la rivista americana “Forbes” lo inserisce sempre nell’elenco dei criminali «più ricchi del mondo», una ragione certo ci sarà. Il boss amante del lusso, Matteo Messina Denaro, di lui sappiamo che lo chiamano “Diabolik” o “Testa dell’Acqua” e i suoi lo venerano come una divinità.
Sulla vecchia carta d’identità risulta coltivatore diretto. Sconosciuto è il suo reddito ufficiale, come il suo volto. E' ricercato dal 2 giugno del 1993, e custodisce l’archivio segreto di Totò Riina. Conosce ogni dettaglio sulle uccisioni di Falcone e Borsellino ed è a capo di un impero di qualche miliardo di euro.
Matteo Messina Denaro

Dappertutto è un fantasma. Oggi ha più prestanome Matteo Messina Denaro nella provincia di Trapani di quanti ne abbiamo tutti gli altri boss di Cosa Nostra in tutta la Sicilia, amministratore delegato (di fatto) di aziende turistiche e agricole, vinicole e di ristorazione, di smaltimento rifiuti, calcestruzzo, movimento terra, grande distribuzione, di impianti eolici e fotovoltaici, di ospizi per anziani e case di cura. È proprietario di palazzi e negozi, è il ras degli appalti pubblici, porti, strade, edifici governativi. Sono affari di famiglia. Con la sorella Patrizia. E con il nipote Francesco Guttadauro, il figlio del messaggero “numero 121” in quel ministero delle Poste che aveva messo su Bernardo Provenzano con i suoi pizzini che viaggiavano da una parte all’altra dell’isola. Il nipote prediletto manteneva i contatti con la mafia di Corleone, una sorta di addetto-stampa dello zio. Al quinto posto per pericolosità appena dietro a Osama Bin Laden prima della sua morte e a gangster russi e a narcos messicani (è sempre il magazine Usa a stilare la graduatoria), l’ultimo dei boss siciliani, figlio del campiere (guardia privata di una tenuta agricola) dei latifondisti D’Alì di Trapani, da giovane scavezzacollo che andava in giro su una Porsche ed esibiva Rolex, con la maturità — ha compiuto 51 anni il 16 aprile — e la responsabilità di tenere in piedi una Cosa Nostra in crisi di vocazioni si è trasformato in un grande manager al servizio del popolo mafioso e di se stesso. Un uomo di successo. Anche in tempo di crisi. Come è diventato un Paperon de’ Paperoni l’imprendibile Matteo Messina Denaro? Grazie agli amici che lo adorano e che fanno tutto per lui. Come uno degli arrestati di ieri in un piccolo paese fra Marsala e Trapani, dove Michele Mazzara è conosciuto come “il Berlusconi di Paceco” per quanti “piccioli” faceva girare insieme alle sue ruspe che sono entrate perfino nel carcere dell’Ucciardone. O come Aldo Licata, di Campobello, che concedeva pacchetti di voti — “Onda Nuova” il suo movimento politico — al migliore offerente, centrodestra e centrosinistra, prima all’Mpa dell’ex governatore Raffaele Lombardo, poi a Gianfranco Micciché di Grande Sud, poi ancora ai Democratici Riformisti Siciliani dell’ex ministro Totò Cardinale. Questo Licata è nipote di Carmelo Patti, mister Valtur che ha ancora i suoi alberghi sotto indagine, i giudici hanno appena chiesto il sequestro del suo patrimonio che è calcolato sui 5 miliardi di euro. Il sospetto è che Matteo Messina Denaro abbia più di qualche interesse anche da quelle parti.Come negli appalti che nel 2004 si erano aggiudicati i suoi compari per l’America’s Cup alle isole Egadi. Come è infilato nel business di Vito Nicastri, il re dell’eolico in Sicilia, «il signore del vento» (definizione del “Financial Times”) al quale qualche mese fa hanno sequestrato un miliardo e 300 milioni di euro, 43 società, 98 immobili, 7 auto e 66 fra conti correnti, titoli e fondi d’investimento. A quanto pare, se così stanno le cose, “Testa dell’Acqua” è veramente ricco come sostiene “Forbes”. E anche veramente protetto. Gli danno la caccia ma non riescono mai a prenderlo. Ci vanno vicino, sentono il suo odore, ma lui non si fa acchiappare. Dal giugno del 2010 i servizi segreti hanno messo una taglia su di lui: un milione e mezzo per chi lo fa catturare. Fino ad ora, nessuno ha parlato. Nemmeno quel Giuseppe Grigoli, Pino, che è all’origine della sua fortuna, uno che nel ‘74 aveva una bottega di generi alimentari e dichiarava al fisco 3 milioni ma che qualche anno fa — quando l’hanno preso — aveva sette supermercati nella Sicilia occidentale e beni per 700 milioni di euro. Tutta roba di Matteo. Adesso, in famiglia, sembrano preoccupati che Pino possa «cantare». La residenza ufficiale di Pino Grigoli è Mazara del Vallo, via lungomare San Vito numero 167. A meno di dieci passi dalla sua villa c’è una palazzina a due piani con un citofono e una scritta: Sea-MeWee3. Dentro la palazzina arrivano i dati di un cavo lungo 39 mila chilometri che collega Asia, Medio Oriente ed Europa. È uno dei nodi dei terminali della Sparkle Telecom dello scandalo Datagate, quello delle rivelazioni dell’ex tecnico dell’Nsa e della Cia Edward Snowden. Cose che succedono in Sicilia. Gli 007 che spiano tutto il mondo sono vicini di casa di Pino, l’uomo legato a uno dei più grandi latitanti del mondo.
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Seduzioni a tavola: Calzoni ripieni


Seduzioni a tavola
Ecco un secondo stuzzicante, anzi più che secondo diciamo un piatto unico buono ed invitante.
Vi farete la fama di pizzaioli esperti e non viresisterà nessuno

Ingredienti

700-800 gr di pasta di pane
2-3 mozzarelline ciliegine (se non vi piacciono come me potete usare il gorgonzola)
150 gr di prosciutto crudo saporito
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 uovo

Tritate il prosciutto e le mozzarelline, mischiateli con il parmigiano e l'uovo formando un impasto omogeneo che dividerete in 6 parti di circa un grosso cucchiaio l'una. Stendete la pasta lievitata in 6 dischi di circa 13-14 cm di diametro,
Calzone
  ponete su ciascuno un cucchiaio d'impasto (o poco più se c'è spazio) ripiegandoli a mezza luna, rigirando all'interno la pasta sul bordo, premendolo bene (è determinante) per la larghezza di 1 cm circa, e docoratelo con tacche parallele usando la lama di un coltello.  Surgelateli così avendo l'accortezza di tenerli separati l'uno dall'altro: in un secondo momento potrete riunirli in un sacchetto di plastica per alimenti. Successivamente potrete scongelarli nel forno o friggendoli direttamente; se però avete il tempo di scongelarli la sera prima, teneteli comunque in frigorifero, altrimenti la pasta risulterà appiccosa.
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