Il-Trafiletto

09/12/13

Alunni d’eccezione per classi digitali in continua crescita!

Alunni d’eccezione per classi digitali che proliferano in maniera esagerata! La classe digitale più recente è stata inaugurata due giorni fa, esattamente il 7 dicembre a Sassello, in Liguria. Pensate, soltanto due giorni prima ne era sorta un'altra a Piegaro, un piccolo borgo dell'Umbria che non conta nemmeno 4000 persone. L'11 dicembre toccherà all'istituto comprensivo di Fucecchio, nei pressi di Firenze, mentre giorno 17 verrà il turno di Pescara e a seguire, giorno 18 quella di Foggia. Stiamo parlando delle classi del progetto Smart Future di Samsung, che era stato già reso noto nel mese di giugno (vedi Galileo, "Smart Future, la didattica diventa digitale") e che è ormai entrato in piena fase operativa. Prima delle vacanze natalizie, infatti, saranno convertite in digitale in tutto ben 25 classi. Il che vale a dire tablet, lavagne interattive e-board, banda larga, supporto tecnico costante. Ma anche aggiornamento e training per tutti gli insegnanti oltre che vari test di nuove applicazioni.

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Classi digitali
Le regioni interessate in questa prima parte della sperimentazione sono 7: Lombardia, Liguria, Puglia, Toscana, Lazio, Umbria e Abruzzo. Si è deciso di iniziare da Milano, da una terza elementare dell'“Enrico Toti”, una piccola scuola al confine della città. Una classe scelta perché “difficile”. O meglio, perché presenta alcune caratteristiche per le quali la tecnologia potrebbe risultare particolarmente utile: è numerosa, con 27 alunni, e vi sono 13 bambini stranieri (alcuni sono arrivati quest'anno e tre non conoscono l'italiano); altri otto presentano dei disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa), come disgrafia e dislessia.

L'idea è proprio quella di privilegiare scuole complesse dal punto di vista dell'integrazione territoriale e della presenza di stranieri, o piccoli plessi che rischiano di chiudere. 
“Per questo progetto Samsung ha sviluppato tre tipi di suite di programmi: uno per la gestione della classe, uno per facilitare i bambini ipovedenti, uno per gli alunni con Dsa”, spiega Carlo Barlocco, Senior Vice President Samsung Italia. Il tablet dell'insegnante sarà una specie di cabina di regia, dalla quale è possibile visualizzare gli schermi di ogni singolo studente, attivare e disattivare funzioni, monitorare il lavoro e lo svolgimento dei compiti, inviare contenuti personalizzati e test. Quanto all'integrazione, esiste un kit di accoglienza studiato appositamente per gli alunni neofiti della lingua italiana.

I contenuti prettamente didattici, invece, restano competenza degli editori e degli sviluppatori di applicazioni dedicate alla didattica. E naturalmente dei docenti, e degli alunni.
“Il ruolo dell'insegnante è di valorizzare le potenzialità di ciascuno studente e il progetto è impostato per aiutare a sviluppare percorsi personalizzati individuali”, spiega la dirigente scolastica Elena Borgnino: “Il nostro obiettivo è offrire una didattica all'altezza dei tempi”. “Non nego che il progetto un po' mi spaventi, ma mi incuriosisce”, aggiunge una delle due maestre coinvolte, Laura Martignoni, 55 anni. “Non possiamo negare che i ragazzi ne sanno più di noi di tecnologia, ma proprio per questo bisogna collaborare con loro”.La prossima settimana, insegnanti e preside del Toti verranno formate e comincerà la vera e propria sperimentazione, che durerà circa due mesi.

A seguirla e a valutarla (sia in questa scuola che nelle altre) ci saranno i ricercatori del Cremit, il Centro di ricerca sull'educazione ai media, all'informazione e alla tecnologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Per cominciare analizzeremo la percezione degli insegnanti e delle famiglie attraverso dei questionari”, spiega il direttore Pier Cesare Rivoltella: “L'obiettivo per ora è capire cosa si modifica nella classe quando si introduce la tecnologia”.


Dopo la delusione di settembre da Curiosity…ora tutta un’altra storia! Finche c'è speranza c'è VITA!

Dopo la delusione che fu annunciata nel mese di settembre, quando i dati rispediti a Terra da Curiosity avevano cancellato quasi del tutto l'ipotesi che esistesse il metano su Marte e conseguentemente, con ogni probabilità la possibilità di forme di vita, oggi pare tutta un’altra storia! Infatti le informazioni fornite dal rover spaziale, danno ad intendere tutt’altra storia. Almeno per quel che riguarda il lontano passato. Una serie di paper che sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science, esclusivamente dedicati all’analisi della formazione dei vari sedimenti marziani, suggeriscono infatti che in passato su Marte ci fosse stata la presenza di un lago, e che questo bacino d’acqua aveva tutte le caratteristiche necessarie perchè ci si potesse ospitare la vita.

A fare intendere tutto questo ci sono le analisi effettuate dal rover su delle rocce sedimentarie, oggetto di studio per Curiosity, situate nei pressi della Yellowknife Bay, nel cratere Gale. Quello che le rocce hanno evidenziato è questo: su Marte, circa 3,6 miliardi di anni fa esisteva almeno un lago, che si mantenne per decine se non centinaia di migliaia di anni.
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Bacino d'acqua su Marte?
Era formato prevalentemente di acqua dolce, scrivono i ricercatori del Mars Science Laboratory (Msl) della Nasa e dell’Imperial College London, era calmo e gli elementi chimici più comuni erano idrogeno, carbonio, ossigeno, azoto, zolfo e fosforo. Per gli scienziati un ambiente del genere avrebbe potuto ospitare forme di vita semplici come i chemiolitotrofi, batteri in grado di estrarre l’energia necessaria per vivere da rocce e minerali e presenti sulla Terra di prossimità di grotte e sorgenti idrotermali.

“E’ importante considerare che non abbiamo trovato segni di vita antica su Marte”, precisa Sanjeev Gupta, tra gli autori che hanno preso parte agli studi del team del Msl: “Quello che abbiamo scoperto è che il cratere Gale è stato in grado di ospitare un lago sulla sua superficie almeno una volta nel suo antico passato che potrebbe essere stato favorevole per lo sviluppo di vita microbica, miliardi di anni fa”. E al momento la caccia a ambienti marziani abitabili continua.


Android 4.4.1: nuove funzioni per la fotocamera del Nexus 5!

Google ha fatto sapere della disponibilità del nuovo software Android 4.4.1 per i dispositivi Lg Nexus 5. Tale aggiornamento provvederà a migliorare in maniera importante le prestazioni della fotocamera, che comunque sia fino a oggi non erano affatto idonee per un device da “numero uno” della classe.
L'ultimo recente Nexus, presentato a intorno la fine di Ottobre e l'inizio di Novembre, ha ricevuto il favore e la simpatia da parte della stampa internazionale. In effetti si tratta comunque di un ottimo smartphone Android, possiede uno schermo a 5 pollici tra i migliori in circolazione e, appartenendo alla serie Nexus, da garanzia di aggiornamenti al sistema operativo precisi e costanti.

Notevolmente migliorato Lg Nexus 4 sotto vari aspetti, e tra i tanti miglioramenti, abbiamo avuto modo di notare, giusto per citarne due, la memoria interna più grande e la presenza della rete 4G LTE. E' stato fatto un passo in avanti anche con la fotocamera, che su Nexus 4 era stata riconosciuta da più parti come mediocre. Tuttavia la falcata non è stata abbastanza ampia. Almeno, si spera, fino a oggi.

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Android 4.4.1 HDR+
La fotocamera che abbiamo potuto trovare su Android 4.4 non era poi così male, ma aveva dei problemi con il tempo di messa a fuoco, che risultava essere troppo lungo. Tanto per capirsi, se si scattava una foto tenendo il telefono perfettamente immobile il risultato era sicuramente ottimo; tuttavia è difficile rimanere sempre perfettamente immobili. I ritardi della messa a fuoco inoltre erano ancor più evidenti durante la registrazione video.

Per uno smartphone di media fascia risultati del genere sarebbero stati anche tollerabili, ma il punto è che Nexus 5 deve essere collocato tra i top di gamma, al fianco di Samsung Galaxy S4, Nokia Lumia 1020, Sony Xperia Z1 o di Apple iPhone 5S, tanto per citare alcuni mostri sacri. La situazione è destinata a cambiare. La Grande G ha fatto sapere tramite un post su Google Plus che l'aggiornamento ad Android 4.4.1 KitKat, disponibile da oggi, consentirà di usare al meglio la funzione HDR+ e che sarà in grado di dare risultati come quelli nella fotografia.

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Esempio foto con fotocamera Nexus5
HDR+ "consente di scattare fotografie grandiose nei contesti più impegnativi, dove c'è un netto contrasto tra luce e zone d'ombra e nelle situazioni poco illuminate". Il risultato che viene proposto è una media ponderata di una serie di foto che vengono registrate in appena 1/3 di secondo.
La società di Mountain View fa sapere che "la fotocamera avrà una messa a fuoco più veloce, specialmente nelle condizioni di scarsa luminosità, bilancerà più velocemente il bianco, per colori più reali, consentirà il pinch to zoom durante la modalità HDR+ e riduce il ritardo dello scatto".

La fotocamera su Nexus 5 da oggi sarà tutta nuova. Questa notizia, per quanto piacere possa fare, non è comunque una sorpresa. Infatti Google, dopo aver ricevuto le prime critiche, aveva prontamente fatto sapere a TheVerge che l'hardware del telefono "non ha niente che non va", facendo capire che si trattasse esclusivamente di una questione software.






Arrivano in Italia i telefoni Wiko Mobile

Arrivano in Italia i cellulari Wiko Mobile, che in Francia hanno letteralmente spopolato  (terzo posto per gli smartphone, secondo Gfk). La divisione dell'azienda francese è stata aperta sotto la guida della country manager Mara Vincenti (ex Tre Italia)  ad aprile . I telefoni sono prodotti da Tinno group in Cina ma l'azienda è europea:  «Vogliamo aprirci al mercato europeo, dopo che in Francia abbiamo venduto 2 milioni di cellulari in un anno» spiega in esclusiva a Nòva24 Laurent Dahan, presidente di Wiko. L'Italia (i telefoni sono in vendita in questi giorni) arriva insieme alla recente apertura delle filiali in Spagna, Germania, Portogallo e Algeria.
Wiko Darkfull

Nel corso del 2014 l'espansione interesserà Regno Unito, Benelux, Svizzera, Austria e Marocco. Quali obiettivi per l'Italia? «Vogliamo raggiungere il 5% del mercato totale entro 12/18 mesi». Con mercato totale l'azienda intende smartphone più feature phone. Qui è la scommessa. Mentre i grandi si danno battaglia su tecnologie complesse, sotto c'è un mondo dove piccoli e grandi produttori vogliono mettere le mani su chi vuole un telefono connesso a internet, con le app, una buona fotocamera e processore spendendo la metà. Wiko Mobile vuole fare questo, non sarà una passeggiata perché sconta la debolezza del marchio rispetto ai big. Come farsi riconoscere? «Offriamo il miglior prodotto per il miglior prezzo» risponde Dahan. I telefoni sono anche dual sim. Partiamo dal prezzo. Wiko ha 12 modelli, dai 79,99 ai 279 euro. Il top di gamma si chiama Darkfull e ha caratteristiche avanzate (processore quadcore 1,5 GHz, cortex-A7, fotocamera da 13 megapixel) e altre meno ma comunque notevoli per un prezzo così basso (connettività Hspa+ e Android 4.2.1). L'Lte arriverà a inizio 2014. Occorrerà provare i device per capire l'effettiva qualità. Interessante la strategia commerciale: «Vogliamo essere dappertutto, dalla grande distribuzione ai supermercati ai grandi store online» conclude il presidente. L'azienda dice di puntare anche sull'ascolto delle esigenze degli utenti, sfruttando anche le community online. L'assistenza è affidata a Smart e garantisce, in caso di danni seri, la soluzione completa del telefono in tre giorni.

Perchè si dice "dare a Cesare quel che è di Cesare"?

Questo adagio lo conosciamo tutti, e lo si usa spesso, o se non altro lo abbiamo sentito dire da qualcuno. Sono sicura che, intuitivamente sappiamo tutti cosa significhi. Ma a me piace comunque indagare ed esser sicura quando parlo o quando faccio citazioni di esser capace di spiegare il perchè l'ho usata e da cosa deriva.
Dare a Cesare
 Dare a Cesare quel che è di Cesare, dare a ciascuno il suo, quel che gli spetta o s'è guadagnato. Ma anche non dare più di questo, non quello che spetta agli altri. La frase è tolta dal Vangelo, Luca 20,20: Essi (gli Scribi e i Capi dei Sacerdoti) non lo perdettero di vista e mandarono insidiatori, i quali si fingessero giusti per sorprenderlo in fallo durante i discorsi, e poterlo dare in mano alle autorità e in balia del governatore. Costoro lo interrogarono: "Maestro, sappiamo che tu parli e insegni rettamente, e non guardi in faccia nessuno, ma insegni la via di Dio con verità. E' lecito a noi pagare il tributo a Cesare o no?". Egli, conoscendo la loro astuzia, rispose loro: " Perchè mi tentate? Mostratemi un denaro. Di chi è l'immagine e l'iscrizione?" Gli risposero: "Di Cesare". "Rendete dunque" soggiunse loro "a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio".
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