Il-Trafiletto

05/12/13

Riemerge dal passato l'inquietante figura della monaca di Dresda

La figura di questa donna rimane tutt'oggi avvolta nel mistero, le uniche informazioni che si hanno su di lei sono contenute in un manoscritto ritrovato nel 1808. Si chiamava Eldha  e nacque nel 1680 a Dresda,  dove visse in un convento sulle rive dell’Elba. Ciò che contraddistingue la vita di questa donna, sono le lettere che inviò ad alcuni personaggi molto importanti a quell’epoca, le quali contenevano messaggi profetici, che riguardano anche i nostri tempi. Oltre ciò della monaca conosciamo il fatto che venne scelta come “messaggera ed anello di congiunzione tra entità divine e il nostro mondo”.
Monaca di Dresda
 Dato che  era semianalfabeta, a quanto pare, le lettere profetiche pare siano state scritte in uno stato di trance. Infatti alcuni sostengono che quando entrava in questo stato di trance parlava correttamente diverse lingue tra cui greco e latino. Secondo questa  monaca, la fine del mondo arriverà nel 3033, dopo un lungo periodo di degrado e pieno di errori della nostra società. Una delle profezie più importanti che vengono ricordate è quella riguardante le tre piaghe della purificazione, da riferirsi “alla fine dell’età del figlio”, ovvero al 2000. In essa la monaca di Dresda annuncia una pulizia generale della Terra, dovuta al fatto che “l’uomo avrà fatto scempio di ogni cosa”. Questa pulizia porterà molto dolore in quanto si verificheranno le piaghe di cui abbiamo parlato. Essa annuncia un cambiamento della Terra, e ciò avverrà, come riportato nella profezia, “in un tempo in cui l’uomo avrà sperperato il grano e avrà sperperato l’acqua”. In questa profezia la veggente annunciò il suo futuro e lungo dominio sulla Santa Russia, prevedendo anche il numero di figli nati durante il trono, “tanti germogli quanti sono gli Apostoli”. Pietro il Grande, come annunciò la monaca regnò sulla Russia per molto tempo, 36 anni ed ebbe 12 figli. Molto curioso in questa profezia è la frase in cui dice: ”l’ultimo, che è come il primo, troverà morte violenta”. Il 17 marzo del 1917, Nicola II abdicò in favore del fratello Michele, stesso nome del primo zar, Michele Fedorovic. I due fratelli vennero trucidati in un bosco con la famiglia imperiale. Michele fu ucciso dai bolscevichi in un bosco, la monaca scrisse “solo le betulle saranno testimoni”. Venne predetta anche la Rivoluzione russa, “i fratelli uccideranno fratelli”. Inoltre il messaggio preannuncia anche la nascita e il crollo del marxismo e dell’Unione Sovietica, e anche ilo ritorno al Cristianesimo. In questa lettera a Luigi XIV venne preannunciata la durata della sua vita, 77 anni, e anche il numero dei suoi figli: “tanti figli quanti ne contiene chi viene dopo il tuo successore”. Lui ebbe 16 figli, sei legittimi e dieci illegittimi, e il suo successore fu Luigi XVI, sedici come i suoi figli. Inoltre predisse la rivoluzione francese e la prigionia di Pio VI in Francia nel 1799, ma anche il Regno dei Borboni per un lungo periodo. Moltissime altre furono le profezie della monaca di Dresda. In una di esse annunciò che tra il 1850 e il 2000 si sarebbe edificata un’epoca in cui “la macchina parlerà per l’uomo”, l’epoca della “grande confusione e dell’incomunicabilità”. A quanto pare le profezie della monaca si sono realmente realizzate. Si tratta di grandi predizione o le lettere della veggente hanno solo riscontrato grandi coincidenze?

Seduzioni a tavola: Banane calde jolie femme


Seduzioni a tavola
Cari seduttori in cucina, o voi, che, indossato un grembiule, vi trasfomate in magici chef. Ecco che sono aproporvi un delizioso dessert, che farà cadere ai vostri piedi chiunque.

Ingredienti
2 grosse banane
3-4 cucchiai di zucchero
30 gr di burro
1 arancia
1 limone
Cointreau
10 noci
 5 mandorle


Banane jolie
Sbucciate le banane e tagliatele a metà nel senso longitudinale, fate appena sfrigolare il burro in una piccola priofila e rosolatele leggermente, rivoltandole con delicatezza e cospargendole di zucchero. 
 Fatele colorire un po' e nel frattempo sbucciate la scorza degli agrumi, grattugiatene metà e tenetela da parte, così come la frutta secca tritata. Spremete il succo dell'arancia e del limone e versatelo insieme a un paio di cucchiai di Cointreau sulle banane, alzando un poco la fiamma per far restringere lo sciroppo. Aggiungete quindi le bucce e la frutta secca tritata, versando su di esse cucchiai del liquido di cottura per mantenerle morbide. Cuocete al massimo per una ventina di minuti: le banane non devono risultare sfatte e lo sciroppo, invece, giustamente cremoso e profumato, per chiudere in dolcezza una cena d'autunno.

Perchè si dice: "andare a Canossa"?

Ed eccoci con un nuovo adagio, che però è caduto in disuso, forse anche perchè non si ha memoria del fatto storico. Perciò ho ritenuto opportuno riproporlo e far sì che possa in caso di necessità essere usato da noi tutti nell'ambito di una bella conversazione.
Andare a Canossa, chiedere umilmente perdono, sottometersi nel modo più incondizionato. Il castello di Canossa, nei pressi di Reggio Emilia, all'epoca delle lotte per le investiture, fu teatro dell'umiliazione di Enrico IV, re di Germania, poi imperatore, davanti a papa Gregorio VII, che lo aveva scomunicato.
Andare a Canossa
  Prima di essere ammesso alla presenza del pontefice, il re dovette attendere tre giorni, poi ottenere il perdono per intercessione della padrona di casa, la contessa Matilde. Cinque anni dopo, nel 1081, il re si vendicò togliendo alla contessa tutti i suoi diritti e gran parte dei beni. La frase Andare a Canossa venne usata per la prima volta da Emilio Castelar, presidente della Repubblica di Spagna verso la fine dell'Ottocento, stando a quanto asseriva lo stesso presidente. Castelar doveva provvedere ad alcuni vescovadi vacanti, per cui si mise d'accordo con il papa circa le nomine. Bismarck, che non condivideva l'atteggiamento di Castelar, gli indirizzò una lettera di rimprovero, cui il presidente spagnolo rispose che il suo comportamento era determinato dal fatto che lui doveva tener conto, nelle sue scelte, della religione dominante nella sua nazione, e concludeva: Anche voi andrete a Canossa. Va fatto rilevare però, che Castelar ricoprì la sua carica dal 9 Settembre 1874, mentre molto tempo prima, Bismarck, all'epoca del conflitto tra il Secondo Reich e la Chiesa cattolica, ebbe a dire, per esprimere il suo pensiero: Nach Canossa gehen wir nicht! (Noi non andremo a Canossa).

ARROSTO CON LE PRUGNE

Un seconso piatto particolarmente adatto alla stagione invernale, con frutta essicata dal gustoso e gradevole sapore agrodolce, proposte come originale contorno. L'apporto calorico contenuto in 440 kcal per porzione
Ingredienti per 4 porzioni • 800 gr di fesa di tacchino • 8 prugne secche snocciolate • 8 albicocche secche snocciolate • 0,8 dl di cognac • 80 gr di pancetta affumicata • 20 gr di burro• 2 dl di brodo di pollosale e pepe.

RIUNITE la frutta secca in una ciotola, aggiungete il Cognac e lasciatela macerare per almeno 30 minuti, finché si sarà ammorbidita. Allineate le fette di frutta su un foglio di carta da forno. accavallandole leggermente tra loro.

SPALMATE su tutta lo superficie della fesa di tacchino una presa di sale e una macinata di pepe.
Disponete lo carne al centro della pancetta e avvolgetela con questa ultima. Fissate tutto con alcuni giri di spago da cucina.

SCIOGLIETE il burro in una pirofila, unite lo carne preparata e trasferite in forno scaldato a 200°C per circa 20 minuti.
Arrosto con la frutta secca
Aggiungete lo frutta secca con il Cognac di macerazione, versate il brodo bollente e proseguite lo cottura per altri 30 minuti abbassando lo temperatura a 180°C.

TOGLIETE il tacchino dal fondo di cottura, avvolgetelo in un foglio di alluminio e lasciatelo riposare per 5 minuti, in modo che sia più facile da affettare. Eliminate l'alluminio e spago e servite l'arrosto a fette con lo frutta e il suo sughetto.
 VARIANTI APPETITOSE
l• Un'altra carne che ben si abbina al sapore dolce della frutta secca è lo lonza di maiale, che quindi potrete usare al posto del tacchino.
2• Ottimo l'arrosto di tacchino con le pere sciroppate, usato in sostituzione della frutta secca ammollata.

MEDAGLIONI DI UVA E PECORINO

Un abbinamento: uva e formaggio, che offre sempre spunti interessanti da sviluppare in pietanze raffinate. Comuni frittelle si trasformano in medaglioni gustosi e particolari. Le calorie sono contenute nonostante il fritto :solo 376-251 kcal per porzione.

Ingredienti per 4-6 porzioni • 500 gr di uva nera • 50 gr di pecorino romano grattugiato • 4 cucchiai di olio EVO • 1 mazzetto di erbe aromatiche (salvia, rosmarino, timo, maggiorana, basilico) • :5 fette di pan carrè • 5 uova • 3 cucchiai di pan grattato • sale e pepe.

LAVATE l'uva, pelate gli acini ed eliminate i semi, poi mettetela in un tegame con 2 cucchiai d'olio; salate e cuocetela a fuoco vivace per 10 minuti. Infine, unitevi un cucchiaio abbondante di erbe aromatiche pulite, lavate e tritate con la mezzaluna e lasciate su fiamma vivace ancora per circa 2 minuti.
Medaglioni di uva e pecorino

PASSATE il pancarré al mixer in modo da sbriciolarlo piuttosto finemente, Quindi sbattete le uova in una terrina con un pizzico di sale e una macinata di pepe. Unite il pangrattato, il pecorino e l'uva; mescolate bene e lasciate riposare il composto per una decina di minuti.

SCALDATE il restante olio in una piccola padella antiaderente e versatevi dentro un cucchiaio abbondante di composto; schiacciatelo con il dorso del cucchiaio, in modo da ottenere una frittella a forma di medaglione, quindi fatelo cuocere 2 minuti per parte. Toglietelo dal fuoco, posatelo su carta assorbente da cucina e proseguite allo stesso modo fino a esaurire il composto.

SERVITE i medaglioni ben caldi, decorando a piacere con pomodorini secchi tritati e mescolati con un po' di erbe aromatiche miste.

VARIANTI APPETITOSE 
l • Questi medaglioni si possono preparare anche con le verdure al posto dell'uva: per esempio, con 500 g di melanzana a dadini cotta in tegame con olio, aglio ed erbe aromatiche.
2 • oppure con le zucchine, preparate nello stessomodo.
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