Il-Trafiletto
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14/10/14

Fanno un dolce da sballo e finisco al pronto soccorso

Una festicciola tra ragazzi stava per finire in tragedia dopo aver servito un dolce "speciale" fatto con una sostanza comprata online


Avevano appena mangiato il dolce come fine cena, quando si sono sentiti male in nove. E' accaduto sabato sera a Cassino ( Roma ). Era un dolce tipo muffin con un ingrediente anomalo: marijuana comprata online. Avevano appena mangiato il dolce, preparato in casa per l'evento, che ci sono stati i primi malori. I nove ragazzi ( fra i 20 e 40 anni) sono finiti in ospedale con gli stessi sintomi.
I carabinieri coordinati dal capitano Silvio De Luca, hanno constatato che la sostanza era stata acquistata da un sito online non europeo, hanno aperto un'inchiesta.

Al pronto soccorso del nosocomio di Cassino gli accertamenti medici hanno dato un riscontro sorprendente: positivi al test per i "cannabinoidi". Le conseguenze peggiori le hanno subite due ragazze di 25 anni, ricoverate nel presidio sanitario. Gli altri sette intossicati, invece, sono tornati a casa con una prognosi di quattro giorni. Una serata tra amici sicuramente indimenticabile.

Inevitabile in conclusione che scattasse una segnalazione alla Prefettura come consumatori di sostanze stupefacenti. Come di prassi i carabinieri di Cassino hanno avviato un'indagine per verificare eventuali responsabilità penali ed individuare il cuoco che ha preparato la cena. Gli uomini del capitano De Luca stanno cercando anche di risalire ai gestori del sito Internet dove è stata acquistata la sostanza "intossicante", che ha fatto concludere la festicciola al pronto soccorso.

18/09/14

Allarme cannabis: aumento esponenziale del consumo fra i giovani

Nella  “Relazione sulle tossicodipendenze 2014” del Dipartimento per le politiche antidroga (Dpa) emerge un dato allarmante relativo al consumo di cannabis fra i giovani: un ragazzo su quattro fuma marijuana. Il campione preso in esame è molto ampio (31.661 giovani tra i 15 e i 19 anni) e indica chiaramente la progressione dei consumi: nell’ultimo anno, infatti, siamo arrivati al 23,46 per cento, due punti in più rispetto al 2013 e cinque punti in più rispetto a qualche anno fa.

Tra l’altro, il consumo di cannabis è in controtendenza nei confronti di quelli di cocaina, eroina, amfetamine ed ecstasy, tutti stabili o perfino in diminuzione. Così come continua a diminuire in Italia il numero di morti per droga: 344 nel 2013, contro i mille del 1999. «L’analisi corretta dei numeri ci dice che la battaglia contro la droga si può vincere. Purtroppo il terribile errore di oggi, di considerare la cannabis innocua, lo pagheremo domani, quando rivedremo in aumento i consumi di cocaina ed eroina e, temo, anche i morti per droga» commenta sconsolato il professore Giovanni Serpelloni, fino a qualche mese fa responsabile del Dipartimento antidroga e poi licenziato in tronco dal governo Renzi.

Fumatore di cannabis
immagine presa dal web

Dai dati del Dpa è chiaro che in Italia si sta ormai diffondendo un’idea sbagliata e controproducente della cannabis, in base alla quale questo tipo di droga non fa male, non produce dipendenza, e non apre la strada a sostanze ancora più pericolose. Un vero e proprio sdoganamento. Smentito a livello internazionale dalle ultime indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha sottolineato come i consumatori di cannabis diventano apatici, perdono motivazioni di vita e trascurano la scuola. Al contrario, il governo sempre più orientato a condividere, con i suoi provvedimenti, lo sdoganamento diffuso della cannabis: da qui le norme per il ritorno alla fittizia e scivolosa distinzione tra doghe pesanti e leggere e l’autorizzazione della coltivazione e dell’uso della marijuana di Stato per fini terapeutici.

Ricapitolando, i numeri vanno in una direzione, gli avvertimenti delle organizzazioni internazionali sono molto chiari, e il governo, con il consenso del Parlamento, invece marcia in senso opposto in una sorta di autismo politico. Anche l’uso terapeutico della cannabis rischia di trasformarsi in una clamoroso autogol e in ogni caso non ha alcuna giustificazione scientifica. Il professore Silvio Garattini, un’autorità in materia di farmaci e tra l’altro un componente del comitato scientifico del Dpa, ha recentemente documentato il bluff che circonda la liberalizzazione terapeutica di farmaci a base di cannabis. Non esistono ricerche e studi comparati, con dati attendibili, che siano in grado di dimostrarne l’effettiva utilità e innanzitutto la mancanza di controindicazioni.

Al contrario, sul mercato sono già in commercio almeno tre medicinali che possono sostituire la cannabis con ottimi risultati nella terapia contro il dolore. E tra i possibili effetti collaterali di farmaci a base di cannabis non vanno trascurati fenomeni come la perdita di memoria e la psicosi. Con questo scenario, purtroppo, l’Italia rischia di essere uno dei paesi del mondo più all’avanguardia nella tolleranza all’uso della cannabis e nella utilizzazione di farmaci ricavati proprio da quella che viene classificata, per legge, come una “droga leggera”.

 A chi giova questa linea politica così permissiva e tollerante? Certamente non alle famiglie di quei ragazzi diventati fumatori abituali di spinelli, dove il dramma della dipendenza si traduce in una battaglia impari, solitaria e senza sponde. Piuttosto saranno soddisfatte le grandi multinazionali del tabacco, affamate di potenziali alternative alla domanda di sigarette in forte contrazione, e le holding farmaceutiche che stanno investendo montagne di euro per aumentare l’offerta sul mercato di prodotti a base di cannabis e hanno quindi bisogno di un sostegno in termini di politiche sanitarie. Così la marijuana, che per generazioni è stata una bandiera di trasgressione e di ribellione, si sta trasformando nel simbolo di un capitalismo selvaggio, dove il profitto viene prima della salute, e di un politica debole che non riesce a contenerlo.

09/09/14

400 chili di cocaina trovati nella residenza di Paris Hilton

Costa Rica la polizia ha sequestrato 1,5 milioni di dollari e quattrocento chili di cocaina.


Erano dentro ad un velivolo parcheggiato nell'area privata del ranch di Paris Hilton. Non è possibile stabilire ora se sia coinvolta la ricca ereditiera che, si trovava ad Ibiza ad una festa al momento del sequetro. Quattro uomini sono stati arrestati e sembra che uno sia diretto dipendente della famiglia Hilton.

immagine presa dal web
 L'area privata dove si trova l'aereo è sotto sequestro da parte della polizia che intanto indaga sul vero coinvolgimento della Hilton tenendo conto dell'ipotesi che i nacotrafficanti usassero la pista di atterraggio del ranch a sua insaputa e magari con la complicità di un dipendente della residenza della famiglia Hilton.

Paris Hilton, che non è nuova a problemi giudiziari, nel 010 fu arrestata a Las Vegas, nel 2014 in Sud Africa, in entrambi i casi perché sorpresa a fumare marijuana, sarà sicuramente chiamata a testimoniare davanti agli organi inquirenti.

11/01/14

E la cannabis "sballa" i mercati | A Wall Street è considerata il nuovo “oro verde”

La legalizzazione della marijuana in Colorado, a Wall Street si sono registrati rialzi da record. Crescite anche del 300%

E a poco più di una settimana dalla legalizzazione in Colorado, anche Minnesota, Ohio e Pennsylvania si preparano ad aprire all’uso terapeutico A Wall Street è considerata il nuovo “oro verde”. Sono già schizzati alle stelle i titoli legati al business della cannabis. Un’attività in piena espansione su cui numerosi investitori hanno deciso di puntare, dopo che in una ventina di Stati ne è stato approvato l’uso medico e in undici anche quello ricreativo. L’iniezione di fiducia nel settore ha portato con sé un piccolo, ma significativo aumento dei prezzi delle “penny stock”, le azioni delle aziende, a bassa capitalizzazione, che si occupano della coltivazione e vendita della canapa, oltre che di strumenti per il suo uso.

 Un fenomeno che gli esperti hanno definito come una “bubble-pot” (dal nome gergale con cui si indica questa droga leggera). E c’è già chi, preso dall’euforia, spera di trovare “la prossima Microsoft” tra queste imprese che hanno registrato rialzi da record. È il caso della Hemp Inc. , che utilizza le fibre di canapa industriale per l’abbigliamento e l’attrezzatura da campeggio, il cui titolo – che ora vale 8 centesimi di dollaro – ha segnato un +205% in meno di 72 ore. L’aumento del valore di GreenGro Technologies è stato addirittura del 1.714%: costa 80 centesimi un’azione dell’azienda che studia tecniche agricole ecosostenibili. Su anche Terra Tech (+29%), produttore di attrezzature per coltivatori, e Advanced Cannabis Solutions Inc. (+144%), che gestisce lo stoccaggio, così come la Medical Marijuana Inc. (+300%), attiva nel campo farmaceutico, e le bevande a base di cannabis di MediSwipe (+70%). Medbox , produttore di macchinari per ospedali e distributori automatici per le farmacie, ha poi annunciato di voler adattare i propri dispenser per vendere marijuana: la pioggia di ordini in arrivo da Colorado, Illinois, Massachusetts, Nevada, Oregon e Washington, ha fatto guadagnare oltre il 65% in più. Secondo gli analisti il comparto ha un margine decisamente ampio ed entro il 2018 potrebbe rendere 10 miliardi di dollari l’anno. Se da una parte i numeri e i progetti in atto dimostrano la serietà di questo nuovo business, ad agosto la Financial Industry Regulatory Authority ha però invitato gli investitori alla cautela di fronte a fornitori potenzialmente fraudolenti, il cui scopo sia quello di creare un rialzo ingiustificato della domanda, attraverso la diffusione di informazioni ottimistiche fuorvianti. Intanto, mentre Minnesota, Ohio e Pennsylvania si preparano ad aprire alla cannabis a scopo terapeutico, in Colorado si spera che la legalizzazione abbia un forte impatto anche sul turismo. I tour operator di Denver sono già al lavoro per proporre ai migliaia di turisti attesi un pacchetto ad hoc che comprenda visite guidate nei centri di produzione e “degustazioni” nei coffee-shop.

04/01/14

Colorado: alla scoperta dell’oro verde!

Si prevedono essere a migliaia di turisti alla scoperta dell'oro verde. Sono decine i tour operator che si stanno occupando di mettere a punto visite guidate e "assaggi" nei canapai. E le principali aziende del settore, quotate in borsa, fanno un balzo in avanti.

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Marijuana
Mancano solo due giorni dall'atteso via libera alla legalizzazione della marijuana ricreativa in Colorado, lo stato si prepara a diventare la Napa Valley californiana per il vino, ovvero sia un'enorme attrazione per migliaia di turisti dagli Stati Uniti e da tutto il mondo.

Per questo motivo decine di imprenditori e nuovi tour operator stanno lavorando senza sosta alfine di specializzarsi sulle proprietà dell’oro verde. Ma c'è anche chi sta puntando sulle azioni di compagnie che operano nel settore della cannabis e che sono quotate in borsa. In base a quanto prevedono i diversi analisti, dalle ricerche che stanno effettuando il comparto avrebbe un ampio margine di crescita ed entro il 2018 potrebbe rendere fino 10 miliardi all'anno.

Per adesso le società i cui titoli sono scambiati sull'over the counter sono piccole, ma dal primo gennaio sono state protagoniste di una poderosa corsa. I nomi da tenere d'occhio sono diversi. Si va da MediSwipe (ticker: MWIPD), gruppo che produce bevande a base di marijuana che venerdì ha chiuso con un +70%; a GreenGro Technologies, che produce tecnologie per la coltivazione di cannabis e ha chiuso a +40%. Poi c'è Medbox (MDBX) - produce macchinari per ospedali e per cure alternative a base di marijuana - che cresce del 16,6% e ancora e GW Pharmaceuticals (GWPRF), anch'essa attiva nel campo farmaceutico, che ha chiuso con un più 2,6%.


Anche il settore turistico continua a la sua corsa senza sosta, attirando sempre più investitori e imprenditori. Tra questi spicca il Colorado Highlife Tours che propone visite ("a portata di portafogli e che garantisce l'anonimato") ai centri di produzione della cannabis, dando ai nuovi visitatori la possibilità di fare tour guidati in bus o in limousine nella nuova Mecca dei fumatori. "Potrete comprare un po' di maria, guardare la crescita delle piante, visitare i luoghi più rappresentativi del Colorado e fare molte fotografie", ha detto a Nbc il proprietario del gruppo, Timothy Vee, "Sarà come un tour del vino nella Napa Valley". Solo a Denver 18 rivenditori hanno ricevuto il via libera per la commercializzazione della marijuana e almeno altri 20 sono in attesa di autorizzazione. Insieme alla capitale dello Stato altre 25 città e paesi hanno iniziato a vendere cannabis ricreativa.
 
Non solo perché ci sono già alcune guide ai tour per le strade della marijuana e le stesse città e lo stanno hanno pubblicato brochure per dare informazione ai nuovi viaggiatori, un po' come succedeva prima per chi si recava in Colorado per sciare, camminare o fare attività culturali. Ma c'è anche qualcuno che frena: "Non ci sono ancora ricerche sui benefici del turismo della marijuana, quindi per il primo anno non ci metteremo a fare marketing su questa cosa", ha detto Rich Grant, portavoce di Visit Denver, l'ufficio della città che si occupa di turismo.Resta una sola piccola delusione per i nuovi turisti. La legge del Colorado prevede che la marijuana possa essere acquistata da persone con più di 21 anni e sia consumata in casa, ma soprattutto che non venga portata all'esterno dei confini dello Stato. Per questo nessuno dei visitatori potrà portarsi a casa un ricordo da offrire a parenti e amici come invece avviene con una buona bottiglia di vino della Napa Valley.

17/12/13

Uno spinello al giono: toglie o mette il medico di torno?

Fumare marijuana: una pratica in aumento che allerta e stimola i ricercatori a fare studi sul sui danni che creerebbe il fumo dell'"erba". Da sempre in contrasto le opinioni: "Fa bene o male fumare uno spinello? E fumarne tanti?" e ancora " Legalizzare l'uso della canapa per uso medicale o no"

Fumare marijuana durante l'età adolescenziale, quando il cervello è ancora in formazione, creerebbe danni evidenti alle strutture cerebrali che regolano la memoria e la capacità di ragionamento. Uno studio pubblicato sul Schizophrenia Bulletin mostra - con risonanza magnetica su un gruppo di 80 volontari di età media 20 anni - che i cervelli dei giovani che avevano fatto forte uso di 'erba' erano alterati nelle regioni sub-corticali: strutture che regolano i circuiti della memoria e della logica.
La funzionalità polmonare non è compromessa da un uso occasionale o moderato di marijuana, anche a lungo termine. A stabilirlo è stato uno studio condotto da ricercatori dell'Università dell'Alabama a Birmingham, che ne riferiscono in un articolo pubblicato sul "Journal of American Medical Association" "Con l'uso della marijuana in aumento e un gran numero di persone che sono state e continuano ad esservi esposte, sapere se provoca danni permanenti alla funzione polmonare è importante per la salute pubblica e l'uso medico della marijuana", dice l'autore senior dello studio, Stefan Kertesz, ricordando che dal 1996 a oggi, 16 stati e Washington, DC, hanno legalizzato l'uso medico della marijuana per contribuire a una migliore gestione dei sintomi di molte malattie, comprese cancro, AIDS e glaucoma."Ai livelli di esposizione alla marijuana comunemente osservati negli americani, l'uso occasionale è stato associato a un aumento del PEF e della capacità polmonare", spiega Kertesz. "Gli incrementi osservati non sono grandi, ma statisticamente significativi. Fino a livelli di utilizzo moderati, intorno a una 'canna' al giorno per sette anni, non ci sono prove di una diminuzione del flusso d'aria o del volume polmonare".

16/12/13

Inciampa in 40 kili di marijuana e chiama i Carabinieri

Quando si dice "inciampare nella fortuna" Un cacciatore camminando per i boschi inciampa in un paccheto, anzi in venti pacchetti di marijuana.
Un cacciatore di Corciano (Perugia) si è ritrovato davanti a ben venti pacchi sigillati con dentro della marijuana. Immediatamente ha chiamato i Carabinieri per denunciare il fatto. Non si è però riusciti a risalire agli spacciatori “
Carabinieri di Perugia
Corciano Perugia cacciatore trova marijuana bosco




CORCIANO (PERUGIA) - Era andato a caccia ma invece di sparare si è trovato costretto a chiamare i carabinieri per denunciare la presenza nel bosco di venti pacchi di marijuana. Il reparto operativo di Perugia si è quindi appostato per alcuni giorni cercando di identificare i “proprietari” dei venti pacchi dal peso di 2 chilogrammi ciascuno per un totale di ben 40 chilogrammi di droga.
Nessuno però si è presentato nel bosco. Alla fine i carabinieri non hanno potuto fare altro che sequestrare i pacchi. La marijuana è stata quindi trasportata nel laboratorio analisi del comando provinciale e sottoposta ad analisi dai carabinieri che ne hanno stabilito l’elevato grado di purezza.



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10/12/13

Uruguay pronto a ratificare una legge che regola la produzione e commercializzazione della cannabis

 Uno dei temi più scottanti, che ha scatenato polemiche di ogni genere e tipo.  Ve lo sareste mai aspettato da un paese dell'America Latina un passo tanto audace? Eppure, e questo è un mio personalissimo parere, trovo che il parlamento uruguayano stia dimostrando grande ampiezza di vedute e lungimiranza. Uno scacco ai trafficanti e agli spacciatori, atto a contrastare a microcriminalità e quindi in fieri, i traffici più ampi.
Cannabis


Il parlamento dovrebbe infatti ratificare oggi la norma dopo che il disegno di legge è già stato approvato a fine luglio dalla maggioranza alla Camera. La legge prevede che lo Stato controlli la coltivazione e la vendita a scopi psicotropi e ricreativi. Ancora pochi mesi, poi lo spinello sarà libero.Dalla seconda metà del 2014 il piccolo Paese sudamericano potrebbe cominciare a coltivare e vendere marijuana al prezzo di un dollaro (0,75 euro) per grammo. Senza infrangere la legge. Proprio così: tra poco non sarà più necessario avvicinare, complici e furtivi, il piccolo spacciatore di quartiere per comperare qualche grammo per preparare spinello. Il "porro", così lo si chiama in Uruguay, sarà libero, non più appannaggio del business degli spacciatori di droga. Un'ondata di giubilo. La decisione è stata accolta così. Almeno a guardare dagli utenti dei social network in Uruguay. Il segretario dell'Ufficio nazionale delle droghe (Jnd) di Montevideo, Julio Calzada, ha anticipato al quotidiano locale 'El Pais' che l'Uruguay potrebbe essere il primo Paese al mondo ad autorizzare e applicare le regole per la produzione, distribuzione e vendita di marijuana per i consumatori adulti. Il progetto mira a creare un'industria legale di marijuana gestita dallo Stato; la decisione è già passata alla Camera bassa del Congresso e il presidente José Mujica si aspetta di ricevere presto il via libera dal Senato. L'obiettivo è quello di contrastare il traffico di droga. Un grammo, ha specificato Calzada, sarà sufficiente «per una sigaretta di marijuana o per una o due sigarette più piccole». L'idea, avallata o contrastata da tutti i Paesi nei quali si è aperto questo dibattito, è quella di combattere la microcriminalità e rendere quindi poco profittevole quest'attività commerciale ai venditori illegali. Calzada ha infine dichiarato che lo Stato offrirà un prodotto «di buona qualità, a un prezzo competitivo».

24/10/13

Uruguay: "Pepe" Mujica statalizza il commercio di droghe leggere

Uruguay: "Pepe" Mujica statalizza il commercio di droghe leggere grazie ad una legge già approvata dalla Camera, a novembre se l'approverà anche il Senato lo Stato produrrà e venderà direttamente marijuana diventando il primo paese al mondo ad autorizzare e applicare regole per la produzione, la distribuzione e la vendita di droghe leggere.
Questa legge vuole provare a strappare il mercato ai trafficanti-  ha detto il presidente José Mujica parlando all'Onu -" Rendendo legale l'acquisto di modiche quantità e regolando la produzione che sarà affidata sia allo Stato che a singole persone o a cooperative di consumatori".
Ieri il governo ha stabilito il prezzo di questa "Cannabis di Stato" che oscillerà intorno ad un dollaro al grammo. In Uruguay si calcola che su un totale di 3 milioni e mezzo di abitanti circa 120 mila cittadini consumino marijuana almeno una o due volte all'anno. La marijuana legale dovrebbe diventare disponibile entro la seconda metà dell'anno prossimo ed avrà l'obiettivo di combattere il traffico illegale che proviene dal vicino Paraguay. Il Paraguay infatti è oggi il maggior produttore di cannabis in America Latina ed esporta grandi quantità di marijuana essiccata che costituisce la base del rifornimento illegale.

Nei mass media l'Uruguay è già diventato "l'Olanda del Sudamerica" ma quello della legalizzazione delle droghe leggere non è, per ora, un progetto facile per "Pepe", il nickname con il quale è popolarmente conosciuto José Mujica, presidente dal 2010. Marijuana di Stato, aborto e nozze gay in Uruguay ha sollevato l'ostilità di Chiesa e opposizione. E non è l'unica legge contestata nell'Uruguay che "Pepe" ha trasformato in un laboratorio politico sui diritti civili in America Latina. Prima c'è stata la legalizzazione dell'aborto (libero nelle prime 12 settimane), quella dei matrimoni gay e, ultima, la legge sulla donazione degli organi che la prevede in forma automatica a meno che non si firmi una dichiarazione per rifiutarla.


Ex guerrigliero tupamaro, 78 anni, "Pepe" Mujica è diventato molto famoso fuori dal suo paese quando la rivista londinese "Monocle" lo ha definito "il miglior presidente del mondo". Titolo che "Pepe" s'è guadagnato grazie al suo stile esemplare e modesto. Per "Le Monde" è diventato "il presidente più povero del mondo", mentre "El Paìs" lo descrive come leader di un nuovo "radicalismo a bassa intensità", opposto e lontano, in America Latina, dal populismo alla Chávez e dalla demagogia Kirchner. Appena eletto Mujica ha rifiutato la residenza presidenziale e continua a vivere, insieme alla moglie, la senatrice Lucia Topolansky, in una "chacra" (una piccola fattoria) alla periferia di Montevideo dove si dedica all'orto e alla coltivazione di fiori. Non usa Twitter, non ha email e neppure un conto in banca. Per il fisco locale possiede soltanto due vecchi maggiolini Wolksvagen (comprati nel 1987) e tre trattori (la piccola fattoria è intestata alla moglie). Vive con il 10 percento del suo stipendio da presidente, circa mille euro dei diecimila che riceve, visto che il 90 percento lo versa ad associazioni di promozione sociale. Ciclista professionista da giovane, Mujica ha trascorso tredici anni (1972-85) in carcere.
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