Il-Trafiletto
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29/05/14

India | Continua la violenza del "branco". Due ragazzine stuprate e impiccate.

India. E' dal 2012 che si susseguono fenomeni di strupro ad opera del "branco" ai danni di donne, sia indiane che straniere. Questa volta è toccato a due ragazzine di 14 e 15 anni, cugine, appartenenti ai Dalit, i senza casta, stuprate e impiccate ad un albero di mango da un branco di sette uomini. Teatro dell'atroce assassinio è stato il villaggio di Katra, nello stato settentrionale dell'Uttar Pradesh. Le due cuginette erano scomparse di casa martedì sera e la mattina seguente i loro corpi penzolavano ad un albero. Gli abitanti sono insorti contro la polizia, ritenendola colpevole di essersi mossa con estremo ritardo dopo la denuncia di scomparsa presentata dai parenti delle due piccole vittime e per protesta hanno bloccato un'intera strada.. Le forze dell'ordine hanno arrestato uno dei sette responsabili dello stupro e sono sulle tracce degli altri sei, tra i quali sembra ci siano due poliziotti. E' da ben due anni che l'India è teatro di stupri e violenze nei confronti delle donne. Nel dicembre 2012 fu la volta di una studentessa di 23 anni, violentata dal branco in autobus e morta a causa delle ferite riportate, a gennaio una ragazzina di 12 anni è stata bruciata viva dopo essere stata violentata, il mese dopo è stata la volta di una bimba di nove anni ed anche una turista danese ha subito violenze e percosse. (immagine presa dal web)

05/05/14

FAGGIO: IL CARBONE CURATIVO

AMICO DELL'INTESTINO In caso di colite e come disinfettante
Il faggio comune, Fagus sylvatica, della famiglia delle Fagacee, è un albero che può raggiungere i 30-40 metri di altezza; ha tronco regolare, eretto e cilindrico, con rami grossi ascendenti che formano una chioma ampia e fitta, per lo meno negli esemplari isolati, o allungata e conica nei boschi. La corteccia è grigia e liscia nei rami vecchi, verde cupo, lucida e pubescente in quelli giovani, molto sottile e spesso macchiata di chiaro per la presenza di licheni.
Le foglie sono verde chiaro, più chiare sotto, lucide, ovali e caduche; i bordi sono ricoperti di peluzzi corti e morbidi. I fiori sono riuniti in infiorescenze a forma di piccoli «grappoli» chiamati amenti e fioriscono da aprile a maggio. Il frutto è piccolo e secco, contiene un solo seme rivestito da un tessuto di consistenza simile al cuoio (achenio), liscio e lucido, chiamato faggiola, racchiuso in gruppi di due o tre all'intemo di un involucro bruno e spinoso che a maturazione si apre in quattro spicchi. Secondo i botanici, la storia del faggio ebbe inizio in Giappone, da dove raggiunse l'Europa occidentale passando per l'Asia centrale, il Caucaso e l'Asia minore.
Oggi, il faggio ha un vasto areale centro-europeo che si estende dalla Spagna al Mar Nero, dalla Norvegia alla Sicilia. In Italia è presente su tutto il territorio a esclusione della Sardegna e caratterizza i boschi montani. Vive sulle alpi tra i 600 e i 1300-2000 m, mentre sull'Appennino tra i 1000 e i 1700-2300 m; predilige le piogge e le nebbie.
Fagus sylvatica
È una pianta molto longeva che raggiunge normalmente i 150 anni di vita. Della pianta si utilizzano la corteccia dei rami e il legno. Il carbone vegetale ottenuto dal legno di faggio è eccellente per combattere le fermentazioni e i gas intestinali, le coliti e la diarrea, grazie alla sua potente azione assorbente e disinfettante. È utile anche come dentifricio e come antidoto universale contro qualsiasi tipo di intossicazione: accidentali da veleno, cibo avariato, funghi velenosi, ecc.
Dal suo legno si estrae anche il creosoto, un espettorante e antisettico delle vie respiratorie ricco di guaiacolo, componente di molti sciroppi. Il legno, omogeneo, pesante, poco elastico ma resistente, si utilizza nella fabbricazione di mobili. Fornisce anche una buona pasta da cellulosa ed è un ottimo combustibile. Dalla distillazione secca del legno si ottiene il catrame. Dal seme essiccato e macinato si ottiene olio.

PREPARAZIONE E USO
Evitare di mangiare grandi quantità di faggiole (i frutti), perchè sembra che nella loro corteccia ci sia una sostanza lievemente tossica, ancora non identificata, che può indurre mal di testa.
CARBONE 10-20 g, fino a 5 volte al giorno, disciolto in acqua o masticato così com'è. Nei casi gravi di intossicazione si possono prendere fino a 100g in una sola dose.
DECOTTO: 60 g di corteccia essiccata in un litro dio acqua; bollire per 20 minuti, 2 o 3 tazze al giorno. Utile anche per alleviare l'asma, bronchite, tosse e abbassare la febbre. Per un effetto vermifugo, 2 tazze al giorno a digiuno per 5 giorni.
PER RISANARE la camera di un malato: bruciare nel camino o in un braciere legno di faggio.
IL GEMMODERIVATO di fagus sylvatica svolge azione antistaminica e stimola le funzioni renali. Indicato in caso di allergie, insufficienza renale, obesità, ritenzione idrica e cellulite.


27/02/14

Come nei racconti dei pirati: trova un tesoro sepolto in giardino

Come nel racconto di Robert Stevenson "L'isola del tesoro" la mappa di John Silver portava direttamente sotto ad un albero nel loro giardino Affiorava a livello di terreno un tesoro da 10milioni di dollari in monete d'oro.


 Houston - Una coppia californiana ha trovato per caso un tesoro da 10 milioni di dollari in monete d'oro nascosto nel proprio giardino. L'incredibile scoperta e' avvenuta nella Gold County. Le monete, complessivamente 1.427 e tutte datate tra il 1847 e il 1894, erano sotterrate all'ombra di un albero in barattoli di latta. La coppia, di cui non e' stata resa nota l'identita', non ha alcuna idea sulla loro provenienza o su chi possa averle sotterrate. " Dopo aver pagato i nostri debiti, faremo molta beneficienza" hanno affermato i due fortunati neo milionari. Le monete sono state autenticate dagli esperti dalla Professional Coin Grading Service di Santa Ana.



07/02/14

Il volo del serpente | Un incubo che viene dal cielo!

Il volo del serpente: un incubo che viene dal cielo! Sicuramente saremo in tanti a non amare i serpenti, sinonimo di astuzia e tradimento di bugia e falsità e sapere che alcuni di essi possono volare non ci conforta affatto!

Si, proprio cosi, avete ben capito: alcuni di essi sanno volare. Tale scenario e sufficente ad alimentare i nostri peggiori incubi, ma per Jake Socha del Virginia Tech College si tratta del lavoro svolto per buona parte della sua carriera: cercare di comprendere come animali che hanno un aspetto antiaerodinamico, come per l'appunto i serpenti, possano essere capaci di planare da alberi alti anche 30 metri. I risultati del suo studio, pubblicato sul Journal of Experimental Biology, riguardano le caratteristiche fisiche che permettono a questi rettili di generare la spinta necessaria per rimanere in volo semplicemente modificando la sezione del proprio corpo.

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Serpente in volo
Secondo lo studio di Socha, al momento del lancio i serpenti flettono le loro costole per allungarsi, appiattirsi e cambiare la loro sezione corporea da un cerchio a un semicerchio arcuato. Utilizzando una stampante 3D, i ricercatori hanno realizzato un modello di questa forma e l’hanno poi collocato in un contenitore pieno di acqua. Sebbene l’acqua sia molto più densa e appiccicosa dell’aria, infatti, è possibile ricreare le stesse condizioni sperimentate da un serpente durante la sua planata facendola scorrere sul modello ad alcune specifiche velocità.

Inclinando il modello ad angoli diversi, gli scienziati hanno misurato la spinta e le forze agenti su di esso e hanno concluso che in quasi tutte le condizioni, l’inusuale forma assunta dal corpo dei serpenti è in grado di generare abbastanza spinta da mantenere in volo i rettili. In particolare, i ricercatori hanno osservato un picco nella spinta generata quando il modello era orientato secondo un angolo di 35 gradi.
Ma c’è di più, e Socha spera di scoprire di cosa si tratta in studi futuri: “Anche se la forma assunta dal corpo dei serpenti produce più spinta di quella che ci aspettavano, non spiega completamente il fenomeno. Dal punto di vista aerodinamico, ci deve essere qualcos’altro”.

28/11/13

Perchè si dice: "restare sull'albero a cantare"?

Una volta mi sono arrampicata su un fico e mi sono comodamente seduta su un ramo, mentre naturalmente i miei, distratti, ignoravano le mie performance ginniche. Da quel ramo intonai una specie di canzoncina, una sorta di inno da me composto per la conquista del ramo stesso.
In verità l'adagio che andremo ad analizzare non c'entra nulla con il mio ricordo, ma a me piace l'associazione di idee e quinidi....
Il corvo e la volpe

Restare sull'albero a cantare, restar delusi, perdere un'occasione, lasciarsi scappare qualcosa a beneficio di altri. Il modo di dire viene probabilmente dalla famosa favola di Esopo, raccontata anche da Fedro, Apuleio e La Fontaine, che s'intitola Il corvo e  la volpe. Un corvo aveva rubato un pezzo di carne ed era andat a posarsi su un albero. Lo vide la volpe e le venne la voglia di quella carne. Si fermò ai suoi piedi e cominciò a fare gran lodi del suo corpo perfetto e della sua bellezza, dicendo che nessuno era più adatto di lui ad essere il re degli uccelli, e che lo sarebbe diventato senz'altro, se avesse avuto la voce. Il corvo allora, volendo mostrare che nemmeno la voce gli mancava, si mise a gracchiare con tutte le sue forze, lasciando cadere la carne. La volpe si precipitò ad afferrarla, soggiungendo: " Se poi, caro il mio corvo, tu avessi anche il cervello, non ti mancherebbe proprio altro, per diventare re". Ecco, conclude Esopo, una favola adatta per un uomo stolto.

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