Il-Trafiletto
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01/09/14

Il futuro prossimo sarà senza occhiali con gli schermi "optometrici"

Un software in grado di capire il vostro difetto di vista e adattando lo schermo per correggerlo, si potrà fare a meno degli occhiali.


Anni di ricerca per poter eliminare gli occhiali hanno portato alle lenti a contatto, che non sono per tutti i tipi di miopia, ma mai si sarebbe pensato di far portare gli occhiali a quello che stiamo guardando. Un gruppo di ricercatori del Mit (Massachusetts Institute of Technology) e dell’Università di Berkeley in Californiaha sviluppato un dispositivo elettronico con un display che si adatta ai difetti di vista di chi lo guarda.
Ma come funziona questo dispositivo? Intanto serve un software (programma o dati oppure entrambi) che abbia la capacità di capire il tipo di vizio visivo ha l'utente che sta guardando il display. Dopodichè il software regola la distanza corretta, che verrebbe vista sfuocata da chi ha una vista sana.
Il meccanismo sfruttato è simile a quello che permette la visione di film in 3D: sullo schermo vengono proiettate due immagini leggermente differenti e sfasate per ciascuno dei due occhi; l’uso di occhiali speciali fa sì che ciascun occhio veda solo l’immagine a lui destinata.

Ma in questo caso  occorre produrre immagini distinte e non allineate per le diverse parti della pupilla. Questa tecnica, che prevede la rappresentazione di diverse immagini sullo stesso schermo, necessita di un gran numero di pixel (unità fondamentali in cui si divide la superficie di un display) Un numero maggiore di immagini sfasate consente di adattare ancora di più lo schermo alla vista. Il fatto di dover impiegare un gruppo di pixel fisici per riprodurre un solo punto dell’immagine reale fa sì che la risoluzione dello schermo diminuisca notevolmente.

Il problema è stato risolto emulando i ricercatori che hanno sviluppato la tecnologia 3D.  In pratica, i ricerc atori del MIT hanno capito che c’è una notevole ridondanza tra le varie immagini richieste per simulare i differenti angoli di visione, per cui ogni singolo pixel fisico può partecipare contemporaneamente alla formazione delle immagini per vari angoli visuali. Con questo diversivo la perdita in risoluzione è molto più modesta.

Nel prototipo realizzato dai ricercatori lo schermo è ricoperto da una sottile maschera che presenta una finissima matrice di fori. Grazie alla quale ogni parte dell’occhio vede i pixel dell’immagine che le è destinata, mentre gli altri le sono invisibili. Nella futura versione commerciale molto probabilmente questa maschera sarà eliminata e sostituita dalla tecnologia usata per i 3D, ossia la sovrapposizione di sottili schermi a cristalli liquidi.

Questa tecnologia potrà essere applicata a telefoni cellulari, palmari, tablet e computer, nonché a dispositivi Gps da usare in auto, in modo che il guidatore possa limitarsi a usare lenti per vedere a distanza (se necessario), senza preoccuparsi dei problemi di vista da vicino.     fonte Corriere della Sera

30/01/14

Samsung prova a…vederci meglio di Google| I Galaxy Glass provano a “spaventare” quelli di Google!

Samsung prova a…vederci meglio: i Galaxy Glass provano a “spaventare” quelli di Google! Pare proprio che Samsung stia per lanciare sul mercato wereable device i suoi Glass. Durante l'ultima edizione del Ces di Laas Vegas è giunta la conferma di quanto si paventava finora: il fenomeno "wereable device" assume sempre di più un target prioritario nelle strategie di molti vendor hi-tech.

Si è visto di tutto e di più in questa edizione del Ces a Las Vegas: braccialetti, orologi e accessori digitali indossabili (più che altro prototipi) di ogni tipo e genere. Ma ciò che più a preso la scena, l'icona di questa ennesima evoluzione dell'industria consumer è stato un prodotto non ancora sul mercato, e quindi poco conosciuto, anzi per nulla conosciuto, almeno con il brand di Samsung, sto parlando dei Google Glass.

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Galaxy Glass di Samsung
Figuratevi l’adrenalina e lo stupore di tutti gli appassionati di tecnologia, nonostante il prodotto lo conoscano già da tempo, ma con il marchio ormai onnipresente di “mastro” Google, rimarcandone più volte il limite di non essere utilizzabili da parte di chi porta già gli occhiali da vista.

Come pensate abbiano provveduto a rimediare a tale mancanza quelli di casa Mountain View? Semplice, presentando nei giorni scorsi 4 nuove montature (da 225 dollari l'una), tutte ispirate a modelli già in commercio e specificatamente pensate per il gadget con la realtà aumentata.

Appuntamento all'Ifa di Berlino
Il debutto ufficiale sul mass market dei Google Glass è fissato per quest'anno, resta da capire se entro l'estate o in prossimità del prossimo Natale. Per assistere al battesimo in anteprima dei Galaxy Glass targati Samsung pare si debba aspettare invece fino a settembre. In occasione dell'Ifa di Berlino, infatti, il colosso coreano dovrebbe togliere i veli al suo secondo gadget indossabile dopo lo smartwatch Galaxy Gear (di cui si attende prossimamente la seconda versione) presentato sempre all'Ifa l'anno passato.

Del possibile annuncio ne ha scritto il Korea Times, confermando le grandi ambizioni della compagnia nel mercato dei wearable device nonostante le vendite del suo primo orologio intelligente siano andate tutt'altro che a gonfie vele. Samsung, in ogni caso, ha registrato un brevetto presso il Korea Intellectual Property Office nel 2013 per occhiali sportivi che molti credono possano essere la base stilistica dei Galaxy Glass. A livello funzionale gli occhialini si potranno connettere (presumibilmente via Bluetooth) a uno smartphone per gestire le chiamate telefoniche e saranno dotati di un connettore Usb posizionato sulle estremità di una delle aste della montatura.

Il mercato potenziali degli occhialini magici
A raffreddare gli entusiasmi di Samsung (e della stessa Google) c'è una parte di analisti, come Patrick Moorhead di Moor Insight & Strategy, che non ritengono gli smart glass poter diventare un prodotto popolare fra i consumatori prima di 5 o 10 anni. Perchè allora buttarsi in questo segmento oggi, in assenza dei requisiti per diventare un mercato di tipo "mainstream"? Perchè la corsa all'innovazione impone certe scommesse e, secondo gli esperti, Samsung questo concetto l'ha ormai ben capito e digerito.
La sensazione è che gli occhialini coreani saranno meno complessi e soprattutto meno costosi di quelli di Google (1.500 dollari il modello attualmente in dotazione ai tester), pensati cioè per uso relativamente semplice dell'apparecchio.

Parliamo per contro di oggetti per la realtà virtuale che richiederanno, come detto, alcuni anni prima di poter essere considerati un gadget maturo per gli utenti. E questo forse spiega perchè altri nomi illustri della consumer electronics, come Sony, si siano per il momento fermati ai soli prototipi, vedi gli Smart Eyeglass per la realtà aumentata pensati per applicazioni in campo gaming e presentati dalla casa nipponica a Las Vegas a inizio gennaio. Apple e Microsoft, dal canto loro, dovrebbero entrare nel mercato dei device indossabili, con i loro rispettivi orologi e/o occhialini, solo a partire dal 2015. Per contro c'è una lunga lista di aziende specializzate che nel corso dei prossimi mesi porterà sul mercato esemplari di smart glass di fattezze, prezzi (dai 79 ai 3mila dollari) e funzionalità diverse. I prodotti in rampa di lancio sono Epiphany Eyewear, GlassUp, Meta 1, Oakley Airwave 1.5, Optinvent ORA-S, Ion Glasses, Recon Jet, Vuzix M100, Atheer Glasses, Technical Illusion CastAR, Icis Smartspecks e Lumis DK-40.

Entra in campo anche Acer, con una collana dotata di sensoriFra gli obiettivi di rilancio del produttore taiwanese, è noto da tempo, ci sono anche i dispositivi indossabili. Indiscrezioni rimbalzate in rete in questi giorni vedono Acer pronta a battere strade alternative a quelle intraprese da Google, Samsung o Sony e puntare su form factor particolarmente distintivi.
Il gadget oggetto di voci, che potrebbe vedere la luce al prossimo Mobile World Congress di Barcellona, a fine febbraio, è una sorta di collana dotata di sensori per la rilevazione della temperatura corporea e connessa a uno smartphone via Bluetooth. Il prodotto, questo è certo, non sbarcherà sul mercato prima del secondo semestre di quest'anno.

26/01/14

Google Glass, aiutano i vigili del fuoco nel fare una mappa dell'incendio

Non sono ancora distribuiti su larga scala, e i Google Glass hanno trovato un incredibile applicazione in vari settori. Anche i vigili del fuoco hanno trovato il modo di farsi aiutare da questi occhiali speciali facendosi mappare il luogo dell'incendio.


Patrick Jackson, pompiere e programmatore autodidatta di Rocky Mount, North Carolina, sta lavorando ad una applicazione che potrebbe cambiare davvero il modo in cui i vigili del fuoco svolgono il loro difficile lavoro, rivela il sito specializzato Mashable. La versione inziale dell'app ha un numero ridotto di funzioni, come la ricezione dei messaggi o l'dentificazione degli idranti più vicini. Jackson prevede però che l'app potrebbe un giorno essere in grado di fornire mappe e planimetrie degli edifici e fornire diagrammi per l'estrazione di civili da un veicolo.

Anche se queste funzioni ancora non sono pronte, Jackson ritiene di poter avere una versione dell'app pronta per l'uso nei prossimi sei mesi, molto probabilmente prima che i Google Glass stessi siano disponibili sul mercato. Gli occhiali ipertecnologici, però, verrebbero impiegati nei ruoli di gestione e sicurezza all'esterno degli edifici e non da chi lavora all'interno. Questo perché i Google Glass non possono essere indossati sotto la maschera in dotazione ai pompieri. Jackson - si legge su Mashable - spera che Google possa proporre una versione delle sue 'lenti' specifica per i vigili del fuoco.
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