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07/08/14

Acaro delle ciglia | La pulce del gatto | Quali esseri vivono in casa nostra?

Acaro delle ciglia
Acaro delle ciglia. Per i minuscoli Demodex folliculórum, i nostri follicoli ciliari, ovvero le cavità cutanee che contengono i bulbi piliferi delle nostre ciglia, sono microambienti caldi dove abbonda il nutrimento.

Gli acari delle ciglia sono parenti dei ragni, e colonizzano anche i nostri follicoli nasali e del condotto uditivo. Si cibano di secrezioni oleose provenienti dalle ghiandole sebacee e di cellule epiteliali morte e, in genere, non sono dannosi. Tecnicamente si definiscono commensali: organismi che traggono beneficio da altri senza causare loro sofferenza né disturbo.
Talvolta, però, l'ospite umano può sviluppare un'allergia al Demodex che provoca perdita delle ciglia e altri sintomi tra cui acne.

Pulce del gatto
La pulce del gatto
Questi insetti altamente specializzati, privi di ali, sono ectoparassiti, ossia parassiti che vivono esternamente all'ospite.

Le mandibole (le strutture seghettate che sporgono dalla linea inferiore della mascella) perforano la cute dell'animale infestato consentendo alla pulce di nutrirsi di sangue. La pulce del gatto (Ctenocephalìdes felis) in genere non colonizza gli umani, però può morderci, e chi ha un gatto sa bene quanti danni può causare agli animali. Le pulci nascono da uova che si schiudono dando alla luce parassiti allo stadio larvale, simili a minuscoli vermi. Le larve si cibano di sangue semidigerito, che ricavano dalle feci di pulci adulte, prima di impuparsi e, infine, emergere come insetti pienamente sviluppati, pronti a saltare su un ospite.

Anche se possono essere vettori di malattie, questi organismi sono uno straordinario esempio di adattamento parassitario.(science)

22/10/13

La calvizie ha le ore contante! I follicoli coltivati adesso funzionano.

La calvizie ha le ore contante! I follicoli coltivati adesso funzionano. Il team di ricerca facente parte del centro medico della Columbia University è riuscito nell'impresa per la prima volta al mondo di dare vita prima e di trapiantare dopo con successo nuovi follicoli di capelli umani, creando i presupposti per la soluzione di quella che potrebbe essere una cura contro la calvizie.
Calvizie o alopecia

Le cure contro l'alopecia (causata all'invecchiamento, ma anche da eventuali ustioni o cicatrici) hanno ad ora avuto effetti alquanto limitati. Tutto ciò perché si limitavano a stimolare i follicoli già esistenti e a trapiantarli da una zona all'altra dell'epidermide.
I tentativi di coltivare nuovi follicoli, invece, fallivano, poiché il tessuto prelevato dalle papille dermiche, le cellule che stanno alla base dei capelli, una volta messo a coltura, si trasformava in normali cellule epidermiche. Questo nonostante nei topi la crescita e il trapianto di nuovi follicoli fosse ottenibile senza problemi.
L'équipe guidata dai professori Colin Jahoda (professore di ricerca sulle cellule staminali all'Università di Durham, Gran Bretagna) e Angela Christiano ha osservato che nei roditori le papille dermiche tendono ad aggregarsi spontaneamente in grumi tridimensionali, a differenza di quelle umane. Ha quindi dedotto che potessero essere queste aggregazioni a stimolare la pelle a produrre nuovi follicoli, e che spingendo le cellule umane ad aggregarsi si sarebbero potuti ottenere risultati.
Per verificare l'ipotesi, i ricercatori hanno prelevato papille dermiche umane da sette donatori, e le hanno clonate e coltivate in vitro in modo da formare strutture tridimensionali. Questi aggregati sono stati trapiantati tra il derma e l'epidermide di pelle umana innestata su topi da laboratorio. In cinque casi su sette il trapianto ha provocato la crescita di nuovi capelli. Un'analisi del DNA ha confermato che si trattava di capelli umani corrispondenti al codice genetico dei donatori. "Il nostro metodo è l'unico ad avere il potenziale di far crescere nuovi follicoli a partire dalle cellule del paziente", ha dichiarato al dottoressa Christiano. "Questo potrebbe ampliare molto la possibilità di interventi chirurgici per curare la calvizie nelle donne e nei pazienti più giovani, che hanno un numero insufficiente di follicoli da trapiantare".
Perché il metodo possa essere applicato sono ancora necessarie numerose verifiche sulla qualità dei nuovi capelli e sull'interazione tra le papille dermiche e la pelle che le ospita. Tuttavia i ricercatori sono ottimisti sulla possibilità di testare clinicamente una terapia nel prossimo futuro.
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