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20/07/14

LA CERIMONIA DEL TÈ

LA CERIMONIA DEL TÈ È UN VIAGGIO DENTRO SE STESSI

I gesti la concentrazione, la «disciplina»:a Roma una scuola insegna il rito giapponese 

«Tutte le persone sono uguali nella stanza da tè» per i giapponesi il che-no-yu, la cerimonia del tè, è una filosofia di vita. Che ha regole precise: bisogna passare da una porta che costringe tutti a inchinarsi, non indossare gioielli, togliere qualunque oggetto che possa indicare la propria condizione sociale. «Esistono oltre 60 versioni del che-no-yu», spiega la maestra di cerimonia del tè. «Non è un semplice corso, ma una pratica interiore, con diversi scogli da superare.

Il primo? Valutare le proprie attitudini, mentali e fisiche: occorrono, per esempio, una notevole concentrazione e la capacità di restare a lungo in ginocchio. Poi si impara a "muoversi" nella stanza: come entrare, come camminare, la respirazione. Solo dopo aver appreso questi gesti l'"allievo'' può cominciare a maneggiare le tazze .», È una disciplina che si conquista con grande lentezza: quello che conta non è preparare una tazza di tè , ma farlo con la giusta disposizione di spirito. La cerimonia è uno strumento di conoscenza di sé, per acquistare distacco dalla routine quotidiana e vedere ogni cosa nella giusta dimensione.

Un obiettivo da inseguire per tutta la vita. Si dice che per diventare maestro del tè occorrano 25anni.«Dipende dall'impegno di ciascuno. In Giappone si ottiene un titolo ufficiale anche con un corso base che dura 3 anni e va frequentato a tempo pieno», Il Centro Urasenke, diretto da Michlko Nojiri, è stato fondato nel 1969 da un discendente di Sen no Rikiu, il maestro che nel '500 codificò i principi della cerimonia del tè

LA NONNA DICEVA CHE ... Per gli occhie e per i capelli il tè è un cosmetico alleato della bellezza  

• Per gli occhì arrossati: due compresse di garza o di cotone imbevute di tè - dal ben noto effetto astringente - dopo un quarto d'ora ridonano un aspetto fresco e uno sguardo limpido. Per dare ai capelli castani un bel riflesso ramato, aggiungere una tazza di tè scuro all'ultimo risciacquo. La bella tovaglia color écru, che una lavatura troppo energica ha reso bianca, riprenderà invece il suo colore se immersa per mezz'ora in acqua allungata con una tazza di tè.
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03/03/14

Giovane donna malata terminale sposa il suo “amato” in Rianimazione. Poi muore.

Senza dubbio un grandissimo atto d'amore quello di una giovane coppia. Una storia straziante di una donna di 33 anni, afflitta da un male incurabile, che vuole fortemente unirsi in matrimonio col suo principe azzurro e muore tre giorni dopo essersi sposata nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano. La coppia è riuscita a realizzare il proprio desiderio la settimana scorsa. Nessun prete, ma con rito civile, i due hanno trovato la forza di dire sì e di unirsi in matrimonio, “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”, per sempre. Lo hanno fatto nel reparto rianimazione dell’ospedale San Paolo di Savona dove lei era ricoverata e che da qualche tempo era diventata una specie di casa. Le nozze dovevano rimanere segrete, quel momento di gioia doveva restare un fatto fra loro due e le persone più care. Un segreto comprensibile al quale nel reparto di Rianimazione si sono tutti attenuti, dal primario, ai medici, agli infermieri, insomma a tutto lo staff. La notizia però si è diffusa ugualmente. Era una coppia che si voleva bene e che si era promessa amore eterno in circostanze comunque difficili. La cerimonia con rito civile si è svolta nel più assoluto riserbo. Purtroppo due giorni dopo dalla celebrazione del matrimonio le condizioni della neo sposa sono decisamente peggiorate e i medici savonesi hanno disposto il trasferimento della ragazza all'ospedale San Raffaele a Milano, un ultimo, disperato tentativo di combattere una battaglia purtroppo già persa in partenza . Lei non ce l'ha fatta ed ha cessato di vivere. La notizia della morte della ragazza si è diffusa rapidamente a Savona dove nessuno ha dimenticato quella coppia che ha voluto sposarsi in ospedale, dove tutti ricordano l'amore che quella giovane donna aveva saputo donare al suo compagno che aveva voluto sposare in un momento difficile e senza più alcuna speranza di sopravvivere.
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