Il-Trafiletto

28/01/14

Perchè si dice "fare le scarpe"?

Scarpe
Anche questo modo di dire era molto in uso ai tempi della mia infanzia, ma ad oggi non lo si sente più o quasi, e mi chiedo il perchè si perdono così tanti e tradizionali modi di dire.  E' un vero peccato che la lingua italiana perda così tante particolarità, standardizzandosi in una piattezza assoluta.
 "Fare le scarpe", operare contro una persona cercando di apparire come un un suo amico con l’intento di prendere la sua posizione se non addirittura superarlo. G. L.Beccaria nel suo "Italiano antico e nuovo" la fa risalire al linguaggio militaresco e di caserma ma secondo altri studi ed in particolare quelli della Svimez, sull'unificazione economica italiana, sembra che il modo di dire, col significato di togliere di mezzo qualcuno fisicamente o anche metaforicamente, abbia la sua origine nel Meridione ed in particolare nell'usanza secentesca di far calzare ai morti di un certo rango, per il loro ultimo viaggio, delle scarpe nuove, approntate appositamente. E' pur vero anche che, nel Medioevo, fare stava per "aver fatto fuori le scarpe", quindi aver rubato le scarpe. All'epoca, molte persone e pellegrini andavano a piedi e quindi i sandali e le scarpe erano importantissimi. Le cronache raccontano che molti dormivano proprio con le scarpe sotto la testa (a guisa di guanciale) proteggendo nel sonno il bene più prezioso. Le cronache riportano che molti malandrini, mentre il viandante dormiva, gli sostituivano le scarpe nuove con altre vecchie e bucate.

Perché si dice ''parlare a vanvera''?

Parlare a vanvera è una espressione della quale non si conoscono con precisione le origini. L'espressione compare per la prima volta nel 1565 in un testo dello storico fiorentino Benedetto Varchi e significa dire cose senza senso o senza fondamento. Sulla sua provenienza si sono fatte molte ipotesi. Alcuni studiosi, ad esempio, asseriscono che la radice di vanvera assomigli a quella di vano. Altri ritengono che la parola derivi dal "gioco della bambàra", una locuzione, forse di origine spagnola, con la quale s'intendeva una perdita di tempo. A rinforzare questa tesi c'è il fatto che in certe zone della Toscana si dica proprio "parlare a bambera". Oggi gli etimologisti sono favorevoli a credere che parlare a vanvera sia una locuzione onomatopeica che deriva dal suono di chi parla farfugliando e dunque perde tempo senza riuscire a esprimere qualcosa di sensato. Inoltre si raccontano altre origini, più o meno fantasiose, della parola vanvera. Una di queste racconta la storia di una bambina di nome Vera Van, alla quale piaceva ascoltare tutto; a cinque anni chiese di andare a scuola per ascoltare le lezioni. La maestra le disse che si sarebbe annoiata ma Vera scosse la testa e fu iscritta. Quando la maestra faceva l’appello chiamava “Van Vera” e non Vera Van. A Vera piacque molto sentirsi chiamare così. Quando divenne adulta Vera divenne Uditrice Giudiziaria. Col tempo poi divenne vecchia e sorda e i suoi nipoti e pronipoti, che fino a quel momento le avevano raccontato i loro problemi, decisero di ricambiarle il favore. A turno andavano a trovarla e le raccontavano storie e discorsi senza senso. Da allora quando si parla dicendo cose senza senso si dice “parlare a vanvera”. Altra storia racconta di uno strumento chiamato appunto vanvera usato nel sei-settecento a forma di sacca con un tubo che veniva infilato nella parte terminale dell’intestino per impedire a chi andasse a teatro di emettere flatulenze udibili. Parlare a vanvera significa quindi parlare facendo uscire il fiato, o peggio.

FRITTATINE AFFUMICATE

UN'IDEA DIVERSA PER APRIRE UN MENU A BASE DI PESCE. SERVITE POI, TROTE AL CARTOCCIO E PER DESSERT PREPARATE UN FRESCO SORBETTO ALLE ERBE AROMATICHE.  155 kcal per porzione

Ingredienti per 4 porzioni • 4 UOVA • 1 MAZZETTO DI FINOCCHIETTO SELVATICO (O ANETO O BARBE DI FINOCCH IO) • 40 G DI PINOLI • 30 Gr DI FORMAGGIO PARMIGIANO GRATTUGIATO • 1 CETRlOLO • 30 GR DI BURRO • 150 G DI FAGIOLINI LESSATI (O IN SCATOLA) • 100 G DI SALMONE AFFUMICATO • SALE E PEPE 

LAVATE e asciugate il finocchietto, poi tritatelo finemente nel mixer insieme con i pinoli e con il parmigiano grattugiato.

SGUSCIATE le uova in una ciotola, insaporite con un pizzico di sale e una macinata di pepe e sbattetele con una forchetta. Incorporate il composto tritato e miscelate bene il tutto. Lavate il cetriolo e tagliatelo a fettine sottili.
 
FRITTATINE AFFUMICATE
SCIOGLIETE un pezzetto di burro in un padellino antiaderente del diametro di circa 12 cm. Versateci un mestolino del composto di uova e, appena comincerà a addensarsi, distribuitevi sopra qualche fagiolino, alcune fettine di cetriolo e un pezzetto di salmone.

COPRITE con il coperchio e cuocete per 2-3 minuti. Preparate le altre frittatine allo stesso modo, fino a esaurire gli ingredienti. Servitele tiepide o fredde, decorando a piacere i piatti con un rametto di finocchietto.

VARIANTI APPETITOSE 
1• AI posto del salmone potete usare fettine di storione affumicato.
2 • Queste frittatine sono ottime anche servite con una mousse, ottenuta frullando 100g di tonno sottolio con 50 g dimaionese e l filetto d'acciuga.

SAVOIR FAIRE 
OLIO AGLI AROMI Per insaparire le vostre preparazioni a base di pesce, usate un olio aromatizzato Prendete una bottiglietta di vetro, mettetevi dentro qualche grano di pepe nero, 1 rametto di rosmarino, 2-3 spicchi d'aglio sbucciati oppure no (secondo l''intensità dell'aroma desiderato). Fate riposare l'olio per almeno 1 giomo, poi utilizzatelo per condire.

Italia | Nel nostro paese sei milioni di italiani a rischio alluvioni

E’ risaputo che l’Italia è un paese ad alto rischio idrogeologico a causa di svariati fattori: le caratteristiche geomorfologiche e geologiche, i cambiamenti climatici e la vasta presenza dell’operosità dell’uomo. Gli smottamenti e le inondazioni sono le calamità naturali che si ripetono con maggior frequenza e causano, dopo i terremoti, il maggior numero di vittime e di danni. I terremoti di magnitudo maggiore o pari a 2 avvenuti nell’arco di un anno, tra novembre 2011 e dicembre 2012, sono stati circa 4000. Per non parlare di quelli superiori a magnitudo 5, che sono di gran lunga aumentati. Le frane registrate sono oltre 486.000, interessando un’area pari al 6,9% del territorio nazionale. I comuni italiani interessati da frane sono 5708 pari al 70,5% del totale. Nel 2012 sono stati rilevati dall’ISPRA 85 eventi franosi sul territorio nazionale. Inoltre, è stato stimato che in Italia le persone esposte ad alluvioni sono circa 6.000.000. Lo rivela uno studio dell’Annuario dei Dati ambientali ISPRA 2012, presentato a luglio a Roma, che raccoglie tutti i dati sullo stato dell’ambiente in Italia e si conferma punto di riferimento per decisioni politiche, ricercatori, detentori di interessi economici e cittadini. Ricostruendo l’andamento del consumo di suolo dal secondo dopoguerra a oggi, ISPRA ha sviluppato un sistema di monitoraggio che rappresenta la più importante raccolta di dati a livello nazionale. Oggi il consumo di suolo in Italia raggiunge gli 8mq al secondo . Facendo rapidamente un calcolo, ogni mese viene cementificata una superficie pari a 20.75 Kmq. Sono confortevoli i dati relativi invece alle aree verdi: il coefficiente di boscosità, nel 2010 si afferma al 36%, più alto del valore registrato nel 1985 pari al 29%. Gli incendi rappresentano una vera e propria minaccia, solo il 72% dei quali, nel 2011, è risultato essere di matrice dolosa. Comunque tutto ciò che grava sull’ambiente sono le attività industriali. La presenza di sostanze pericolose nel suolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee continuano ad impensierire sulla salute dell’uomo. Nel 2012 sono stati rilasciati 13 provvedimenti di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale): 9 per impianti chimici, 3 per centrali termoelettriche e 1 per raffineria.

Svolta epocale in Tunisia | Pari diritti alle donne

Finalmente la Tunisia raggiunge un traguardo storico, che l'avvicina alla democrazia. Pari diritti alle donne e sharia cancellata. La nuova Costituzione Approvata


E' una svolta storica la nuova Carta post-rivoluzione (rivoluzione dei gelsomini) avvicina la Tunisia, con un passo enorme, alla democrazia. L’Islam è religione di Stato ma viene garantita la libertà di coscienza. Il plauso di Ban Ki-Moon: «Una tappa storica» È stata adottata nella notte dall’Assemblea nazionale costituente (Anc) tunisina la nuova Costituzione a più di tre anni dalla fuga dal Paese di Zine El Abidine Ben Ali al culmine della Rivoluzione dei Gelsomini. Il nuovo governo “apolitico” - frutto dell’accordo fra gli islamisti di Ennahda, in maggioranza all’assemblea, e le opposizioni - dovrà ora organizzare nuove elezioni legislative e presidenziali entro l’anno. Molte le novità della nuova Costituzione, la prima del dopo-rivoluzione.

Da sinistra a destra Jaafar,
presidente dell’assemblea nazionale,
il presidente Marzouki e il primo ministro
uscente Larayedh
Voluta per impedire una deriva autoritaria nel Paese, la Carta mira innanzitutto alla parità uomo-donna. L’articolo 20 afferma l’eguaglianza di diritti e doveri dei due sessi, mentre l’articolo 45 impone che il governo non solo protegga i diritti delle donne, ma garantisca le pari opportunità anche all’interno dei consigli elettivi. Nella nuova Costituzione si sancisce poi che l’islam è la religione di Stato ma si esclude la sharia - la legge islamica - come base del diritto del Paese. Ma nell’articolo 6 viene garantita la libertà di fede e di coscienza e viene posto anche il divieto di accusare qualcuno di apostasia. Il presidente Moncef Marzouki ha definito l’adozione della nuova Costituzione una «vittoria contro la dittatura», aggiungendo tuttavia che il cammino è ancora «lungo» per stabilire i valori democratici nel Paese. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha parlato di una «nuova tappa storica» e si è detto convinto che «l’esempio tunisino possa essere un modello per gli altri popoli che aspirano alle riforme». Il testo però non piace a tutti. Sostenitori del Partito integralista islamico Hizb ut-Tahriri, in lotta per l’instaurazione di un califfato islamico, hanno manifestato in piazza, definendo la nuova Carta, troppo «laica». fonte LaStampa.it
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