Il-Trafiletto
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02/03/14

Albanese di 30 anni arrestato e rilasciato dopo una notte in cella. Aveva lo stesso nome di un pericoloso latitante.

Tutto è bene quel che finisce bene, ma per un albanese incensurato è stata una notte da incubo. L’uomo, 32 anni, ha vissuto a proprie spese la paradossale vicenda del film «Fracchia la belva umana», con Paolo Villaggio, dove il popolare attore veniva scambiato per un latitante a causa dello stesso nome. Il suo unico torto è stato quello di avere un nome identico a quello di un pericoloso latitante connazionale, ricercato dall’Interpol. E come ciliegina sulla torta, la data di nascita dello “sfortunato Fracchia” era successiva di appena due giorni a quella del latitante. Così i carabinieri, con due indizi non di poco conto, ne hanno fatta una certezza. Scenario della vicenda è Ragusa. L'uomo è stato portato in caserma dopo essere stato fermato intorno all'una di notte dai militari dell’arma per un controllo mentre era in auto con il fratello di 30 anni con il quale conduce un'azienda agricola ed è stato rilasciato dopo un’intera notte passata in cella e sotto interrogatorio. Quello che ha fatto insospettire i carabinieri è il fatto che il fratello non aveva documenti e che il sospettato era in possesso di due passaporti, entrambi autentici e a lui intestati, che avevano una data di nascita di due giorni successiva a quella del ricercato, e di una patente di guida sulla quale, per un errore, la data di nascita risultava la stessa di quella del latitante. I militari della benemerita hanno poi appurato che l'uomo aveva perso il passaporto, sporto denuncia e richiesto un duplicato, e che in un secondo momento aveva ritrovato il documento, omettendo però di denunciare l'accaduto. Al termine della nottata trascorsa in caserma l'albanese ha confidato ai militari che già aveva vissuto una esperienza analoga in occasione di un suo viaggio nel suo Paese.

28/01/14

Perchè si dice "fare le scarpe"?

Scarpe
Anche questo modo di dire era molto in uso ai tempi della mia infanzia, ma ad oggi non lo si sente più o quasi, e mi chiedo il perchè si perdono così tanti e tradizionali modi di dire.  E' un vero peccato che la lingua italiana perda così tante particolarità, standardizzandosi in una piattezza assoluta.
 "Fare le scarpe", operare contro una persona cercando di apparire come un un suo amico con l’intento di prendere la sua posizione se non addirittura superarlo. G. L.Beccaria nel suo "Italiano antico e nuovo" la fa risalire al linguaggio militaresco e di caserma ma secondo altri studi ed in particolare quelli della Svimez, sull'unificazione economica italiana, sembra che il modo di dire, col significato di togliere di mezzo qualcuno fisicamente o anche metaforicamente, abbia la sua origine nel Meridione ed in particolare nell'usanza secentesca di far calzare ai morti di un certo rango, per il loro ultimo viaggio, delle scarpe nuove, approntate appositamente. E' pur vero anche che, nel Medioevo, fare stava per "aver fatto fuori le scarpe", quindi aver rubato le scarpe. All'epoca, molte persone e pellegrini andavano a piedi e quindi i sandali e le scarpe erano importantissimi. Le cronache raccontano che molti dormivano proprio con le scarpe sotto la testa (a guisa di guanciale) proteggendo nel sonno il bene più prezioso. Le cronache riportano che molti malandrini, mentre il viandante dormiva, gli sostituivano le scarpe nuove con altre vecchie e bucate.

23/11/13

Si consegna alla giustizia per amore | Solo per amore

Solo per amore: Si e' presentato in caserma con l'intenzione di saldare il suo debito con la giustizia per poi, conquistata la libertà, coronare il suo sogno d'amore con la sua donna. Con questi motivi e con valigia alla mano un cittadino tunisino 25enne, domiciliato a Reggio Emilia, si e' presentato ai Carabinieri della Stazione di Corso Cairoli costituendosi.
Carabinieri
Ed e' cosi' che quando il personale della Stazione di Reggio Emilia Principale ha ascoltato quelle inusuali parole non ha potuto far altro che andare incontro al desiderio del giovane. Si e' infatti accertato che lo stesso non era un mitomane, come del resto si poteva supporre, ma effettivamente una persona sul cui capo pendeva un ordine di carcerazione emesso il 25 maggio scorso dall'Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia all'indomani della sua fuga dai domiciliari dove stava espiando una condanna a oltre 2 anni di reclusione. Sentenza che il giovane stava scontando in regime di arresti domiciliari che poi ha violato, evadendo alla fine dello scorso mese di maggio rendendosi irreperibile. Durante la "latitanza" e' nato un amore risultato piu' forte della liberta'. Per poter proseguire la storia d'amore - in linea con le richieste della donna - l'uomo ha quindi deciso di saldare il suo debito con la giustizia costituendosi ai Carabinieri che dopo i dovuti accertamenti l'hanno arrestato conducendolo in carcere dove espiera' il residuo della pena pari a 7 mesi e 15 giorni di reclusione.(AGI) .
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