Il Sildenafil, meglio noto come Viagra, è il farmaco che ha rivoluzionato la sessualità maschile negli ultimi 15 anni, ora potrebbe attenuare i dolori mestruali nelle donne, e senza effetti collaterali. A dare una speranza su questa nuova possibile applicazione del Viagra è uno studio condotto dal Penn State College of Medicine e pubblicato da Human Reproduction. Il meccanismo d'azione del Viagra consiste nell'elevare i livelli delle sostanze chimiche che fanno rilassare i tessuti, migliorando il flusso sanguigno nell'organismo e di conseguenza nei corpi cavernosi dell'apparato riproduttivo maschile. Questo effetto sulla funzione erettile è stato scoperto per caso, nell'usare il medicinale per migliorare l'apporto sanguigno al cuore nei pazienti affetti da angina. Secondo la nuova ricerca alcuni antinfiammatori non steroidei ( FANS), come l'ipubrofene, non funzionano bene sulle donne che soffrono di dolori mestruali e, se usati a lungo, possono causare ulcere allo stomaco e danni renali. Anche una ricerca precedente aveva esaminato gli effetti delle pillole di Viagra per curare i dolori mestruali, ma le partecipanti al test sono state colpite da mal di testa. Quando però questo farmaco (Viagra) viene somministrato come ovulo vaginale, non si verificano effetti collaterali. Lo studio in doppio ceco ha coinvolto donne tra i 18 e 35 anni che soffrivano di dolori mestruali da moderati a severi, alcune sono state trattate con Viagra, ad altre è stato somministrato placebo. Le pazienti hanno valutato il loro grado di sofferenza nelle quattro ore successive e hanno dedotto che gli ovuli col Viagra hanno attenuato il dolore senza alcun effetto indesiderato. Se gli studi continueranno a dare questi risultati, hanno detto al Penn State College of Medicine, il Sildenafil (VIAGRA) potrebbe diventare un'opzione di cura per le pazienti.
25/12/13
Il Viagra attenua i dolori mestruali
Pubblicato da
Romolo Benedetti
Il Sildenafil, meglio noto come Viagra, è il farmaco che ha rivoluzionato la sessualità maschile negli ultimi 15 anni, ora potrebbe attenuare i dolori mestruali nelle donne, e senza effetti collaterali. A dare una speranza su questa nuova possibile applicazione del Viagra è uno studio condotto dal Penn State College of Medicine e pubblicato da Human Reproduction. Il meccanismo d'azione del Viagra consiste nell'elevare i livelli delle sostanze chimiche che fanno rilassare i tessuti, migliorando il flusso sanguigno nell'organismo e di conseguenza nei corpi cavernosi dell'apparato riproduttivo maschile. Questo effetto sulla funzione erettile è stato scoperto per caso, nell'usare il medicinale per migliorare l'apporto sanguigno al cuore nei pazienti affetti da angina. Secondo la nuova ricerca alcuni antinfiammatori non steroidei ( FANS), come l'ipubrofene, non funzionano bene sulle donne che soffrono di dolori mestruali e, se usati a lungo, possono causare ulcere allo stomaco e danni renali. Anche una ricerca precedente aveva esaminato gli effetti delle pillole di Viagra per curare i dolori mestruali, ma le partecipanti al test sono state colpite da mal di testa. Quando però questo farmaco (Viagra) viene somministrato come ovulo vaginale, non si verificano effetti collaterali. Lo studio in doppio ceco ha coinvolto donne tra i 18 e 35 anni che soffrivano di dolori mestruali da moderati a severi, alcune sono state trattate con Viagra, ad altre è stato somministrato placebo. Le pazienti hanno valutato il loro grado di sofferenza nelle quattro ore successive e hanno dedotto che gli ovuli col Viagra hanno attenuato il dolore senza alcun effetto indesiderato. Se gli studi continueranno a dare questi risultati, hanno detto al Penn State College of Medicine, il Sildenafil (VIAGRA) potrebbe diventare un'opzione di cura per le pazienti.
24/12/13
Un regalo per…Tre! Il Samsung Galaxy S4 Mini ma non troppo.
Pubblicato da
Vito Ienna
Siete alla ricerca di uno smartphone corredato di piano telefonico da potere regalare per Natale? Vorrei proporvi una soluzione ottima sia in termini di prezzo che di qualità può essere ritenuta quella che viene proposta da Tre, che permette di avere un Samsung Galaxy S4 Mini con tanto di piano telefonico davvero niente male.
Per il modello economico della serie Galaxy S4 sarà sufficiente sottoscrivere l'offerta del piano telefonico proposto da Tre "Scegli 15", che comporta una spesa mensile di 15.00 € e che rimborsa lo stesso importo sotto forma di ricarica telefonica, che può essere usata per pagare il piano 'tutto incluso' meglio conosciuto con il nome di “All In 2 GB Medium.”
Per il pagamento è previsto una caparra di 60.00 €, che comunque si può riavere nei 12 mesi successivi alla scadenza del contratto (la cui durata è di 30 mesi). Anche se si decidesse di non farlo, per il piano e il telefono la spesa in questi due anni e mezzo sarebbe di 510.00 € pari a una media di 17.00 € al mese. Ma vediamo più nel dettaglio cosa include il piano telefonico proposta da Tre per avere il Samsung Galaxy S4 Mini.
All-In 2 GB Medium - Il piano prevede soglie settimanali di 100 SMS, 100 minuti e 500 MB (che su base mensile corrispondono a 400 minuti, 400 SMS e 2 GB). Il costo del piano normalmente è scontato a 2.00 € alla settimana, tuttavia con il piano Scegli 15 si paga il prezzo intero, pari a 3,50 €. Con la ricarica mensile di 15.00 € si coprono alla perfezione i 14.00 € previsti dal piano.
Le chiamate (che vengono scalate sugli effettivi secondi di conversazione) e gli SMS possono essere sfruttati anche sotto la rete Tim, in caso non fosse disponibile quella Tre (che sul territorio nazionale ha a disposizione solo ripetitori 3G e 4G, ma non 2G).
Il traffico dati invece deve essere effettuato esclusivamente sotto la rete 3. In caso di dubbio consigliamo di andare in un negozio e di farsi dare una SIM di prova con 3.00 € di traffico per controllare se c'è segnale nelle zone di vostro interesse.
Galaxy S4 Mini - Lo smartphone ha uno schermo con diagonale a 4,3 pollici non HD ma comunque con una buona densità di pixel per pollice (256), ha una fotocamera a 8 Megapixel in grado di restituire risultati molto soddisfacenti (in confronto ad altri prodotti dal costo di 300.00 €), ha un processore dual core a 1,7 GHz, batteria da 1900 mAh sostituibile, memoria interna da 8 GB espandibile e consente di navigare sotto la rete 4G
Per il modello economico della serie Galaxy S4 sarà sufficiente sottoscrivere l'offerta del piano telefonico proposto da Tre "Scegli 15", che comporta una spesa mensile di 15.00 € e che rimborsa lo stesso importo sotto forma di ricarica telefonica, che può essere usata per pagare il piano 'tutto incluso' meglio conosciuto con il nome di “All In 2 GB Medium.”
| Samsung Galaxy S4 Mini |
All-In 2 GB Medium - Il piano prevede soglie settimanali di 100 SMS, 100 minuti e 500 MB (che su base mensile corrispondono a 400 minuti, 400 SMS e 2 GB). Il costo del piano normalmente è scontato a 2.00 € alla settimana, tuttavia con il piano Scegli 15 si paga il prezzo intero, pari a 3,50 €. Con la ricarica mensile di 15.00 € si coprono alla perfezione i 14.00 € previsti dal piano.
Le chiamate (che vengono scalate sugli effettivi secondi di conversazione) e gli SMS possono essere sfruttati anche sotto la rete Tim, in caso non fosse disponibile quella Tre (che sul territorio nazionale ha a disposizione solo ripetitori 3G e 4G, ma non 2G).
Il traffico dati invece deve essere effettuato esclusivamente sotto la rete 3. In caso di dubbio consigliamo di andare in un negozio e di farsi dare una SIM di prova con 3.00 € di traffico per controllare se c'è segnale nelle zone di vostro interesse.
Galaxy S4 Mini - Lo smartphone ha uno schermo con diagonale a 4,3 pollici non HD ma comunque con una buona densità di pixel per pollice (256), ha una fotocamera a 8 Megapixel in grado di restituire risultati molto soddisfacenti (in confronto ad altri prodotti dal costo di 300.00 €), ha un processore dual core a 1,7 GHz, batteria da 1900 mAh sostituibile, memoria interna da 8 GB espandibile e consente di navigare sotto la rete 4G
Come sarà la natura dello spazio-tempo: discreta o continua?
Pubblicato da
Vito Ienna
La domanda che da sempre permea della mente dei fisici di tutto il modo: sarà liscia o ruvida? Discreta o continua? Tutto ciò riguardo la natura dello spazio-tempo. Tale quesito pulsa come un mantice nella testa dei fisici quando volgono il loro pensiero allo spazio-tempo, esattamente alla struttura quadridimensionale dell'universo introdotta dalla teoria della relatività di Albert Einstein. A riassumere il tutto sugli ultimi risultati in questo campo di studi giunge oggi un articolo di Stefano Liberati, coordinatore del gruppo di Fisica delle Astroparticelle della Scuola Internazionale Superiore di studi Avanzati (Sissa) di Trieste. Lo studio, apparso sulle pagine della rivista Classical and Quantum Gravity, è stato selezionato dalla stessa rivista tra gli Highlight papers dell’ormai prossimo trascorso 2013.
“Da tempo i fisici si interrogano sulla natura dello spazio-tempo”, racconta Liberati. “Ci si chiede infatti se sia continuo a tutte le scale, come appare nell’esperienza comune, o se a piccolissime dimensioni presenti una grana irregolare che nella nostra esperienza diretta non possiamo percepire”. Se così fosse, spiega l'esperto della Sissa, questo potrebbe portare a deviazioni dalla teoria della relatività speciale formulata da Einstein ormai più di cento anni fa.
In alcuni scenari teorici, la “non-continuità” dello spazio-tempo implica infatti violazioni all’invarianza delle leggi fisiche sotto le cosiddette trasformazioni di Lorentz (che stabiliscono che le leggi della fisica sono le stesse per tutti i sistemi di riferimento inerziali e che sono alla base della relatività speciale). Nello studio, Liberati passa in rassegna tutte le metodologie più promettenti (spesso basate su fenomeni legati all’astrofisica delle alte energie) messe a punto dai fisici a partire dagli anni ‘90 per testare queste deviazioni dalla fisica standard.
“Provate a immaginare di guardare una lastra di marmo da una certa distanza: vi sembrerà probabilmente di consistenza uniforme. A un più attento esame, ad esempio con un potente microscopio, si può vedere invece che il marmo è poroso e irregolare”, continua Liberati. “In un certo senso i fisici hanno cercato di fare qualcosa di simile con lo spazio-tempo: trovare qualcosa che agisca da microscopio per scoprire se a piccolissime scale di lunghezza c’è davvero un’irregolarità. Nel mio lavoro ho offerto un quadro sistematico degli esperimenti e delle osservazioni che si possono sfruttare per indagare l’esistenza di queste irregolarità. La relatività speciale è uno dei pilastri fondamentali della fisica moderna e in quanto tale è molto importante testarne la validità, fin dove le attuali osservazioni ce lo permettono”.
| Spazio-tempo |
In alcuni scenari teorici, la “non-continuità” dello spazio-tempo implica infatti violazioni all’invarianza delle leggi fisiche sotto le cosiddette trasformazioni di Lorentz (che stabiliscono che le leggi della fisica sono le stesse per tutti i sistemi di riferimento inerziali e che sono alla base della relatività speciale). Nello studio, Liberati passa in rassegna tutte le metodologie più promettenti (spesso basate su fenomeni legati all’astrofisica delle alte energie) messe a punto dai fisici a partire dagli anni ‘90 per testare queste deviazioni dalla fisica standard.
“Provate a immaginare di guardare una lastra di marmo da una certa distanza: vi sembrerà probabilmente di consistenza uniforme. A un più attento esame, ad esempio con un potente microscopio, si può vedere invece che il marmo è poroso e irregolare”, continua Liberati. “In un certo senso i fisici hanno cercato di fare qualcosa di simile con lo spazio-tempo: trovare qualcosa che agisca da microscopio per scoprire se a piccolissime scale di lunghezza c’è davvero un’irregolarità. Nel mio lavoro ho offerto un quadro sistematico degli esperimenti e delle osservazioni che si possono sfruttare per indagare l’esistenza di queste irregolarità. La relatività speciale è uno dei pilastri fondamentali della fisica moderna e in quanto tale è molto importante testarne la validità, fin dove le attuali osservazioni ce lo permettono”.
“Meglio un goccio di birra che un tozzo di pane!” Sarà poi vero?
Pubblicato da
Vito Ienna
Si esprimevano cosi i nostri progenitori: “meglio un goccio di birra che un tozzo di pane”! Secondo l’idea di Patrick McGovern, direttore del Biomolecular Archaeology Project for Cuisine, Fermented Beverages and Health alla University of Pennsylvania, i nostri antenati sarebbero giunti alla conclusione di abbandonare la vita che conducevano da nomadi preferendo l’istituzione delle prime comunità agricole incoraggiati dall’idea di dare vita alla “bionda” per eccellenza. Per esigenze di sete, insomma, più che di fame. Ma sarà poi vero? Certo è che la sua non è un’opinione condivisa dai più.
La teoria più largamente diffusa ed accettata dalla comunità scientifica, infatti, afferma che i raccolti agricoli di diecimila anni fa fossero destinati per la preparazione del pane – ma McGovern la pensa diversamente, come ha raccontato a Nautilus: "La birra ha innumerevoli effetti benefici. Un alto contenuto di vitamina B e lisina, per esempio. Ma anche il fatto che è molta più sicura da bere rispetto all’acqua, perché il processo di fermentazione uccide batteri e virus.
Con il suo quattro per cento di contenuto alcolico, era considerata un potente alterante della mente e una sostanza medicinale". Tanto che, secondo lo scienziato, gli antichi produttori di birra erano considerati medici dalle comunità preistoriche.
Racconta McGovern che l’uomo preistorico avrebbe imparato a produrre la birra partendo da una specie di "pappa" a base di orzo. Il lievito naturale, forse fornito dagli insetti, avrebbe fermentato tale pappa, creando una sostanza gelatinosa alcolica, l’antenato della birra moderna. Si tratta, in effetti, di una ricetta più semplice di quella del pane, che richiede, oltre alla mietitura, la macinazione e la cottura. Ma c’è dell’altro.
Secondo McGovern, la produzione e il consumo di birra aveva anche un forte impatto sociale: la bevanda era largamente utilizzata in cerimonie e celebrazioni, più o meno come accade oggi. La teoria dello scienziato statunitense non è del tutto nuova: già negli anni ‘50, Robert Braidwood, esperto di storia antica del Medio Oriente alla University of Chicago, analizzando grano e falci rinvenuti negli insediamenti dei Natufiani – una popolazione vissuta quindicimila anni fa nell’attuale Giordania – era arrivato a una conclusione analoga. Soprattutto perché la tecnologia di mietitura allora disponibile avrebbe portato a “produzioni di cibo troppo scarse rispetto al lavoro richiesto”: per questo motivo, secondo Braidwood, i nostri antenati avrebbero preferito “qualcosa di più gratificante e prezioso del cibo: l’alcool”.
| La "bionda" birra |
Con il suo quattro per cento di contenuto alcolico, era considerata un potente alterante della mente e una sostanza medicinale". Tanto che, secondo lo scienziato, gli antichi produttori di birra erano considerati medici dalle comunità preistoriche.
Racconta McGovern che l’uomo preistorico avrebbe imparato a produrre la birra partendo da una specie di "pappa" a base di orzo. Il lievito naturale, forse fornito dagli insetti, avrebbe fermentato tale pappa, creando una sostanza gelatinosa alcolica, l’antenato della birra moderna. Si tratta, in effetti, di una ricetta più semplice di quella del pane, che richiede, oltre alla mietitura, la macinazione e la cottura. Ma c’è dell’altro.
Secondo McGovern, la produzione e il consumo di birra aveva anche un forte impatto sociale: la bevanda era largamente utilizzata in cerimonie e celebrazioni, più o meno come accade oggi. La teoria dello scienziato statunitense non è del tutto nuova: già negli anni ‘50, Robert Braidwood, esperto di storia antica del Medio Oriente alla University of Chicago, analizzando grano e falci rinvenuti negli insediamenti dei Natufiani – una popolazione vissuta quindicimila anni fa nell’attuale Giordania – era arrivato a una conclusione analoga. Soprattutto perché la tecnologia di mietitura allora disponibile avrebbe portato a “produzioni di cibo troppo scarse rispetto al lavoro richiesto”: per questo motivo, secondo Braidwood, i nostri antenati avrebbero preferito “qualcosa di più gratificante e prezioso del cibo: l’alcool”.
Santana ritrova percussionista clochard
Pubblicato da
Romolo Benedetti
Un giornalista riconosce Marcus Malone, antico collaboratore del chitarrista messicano, finito in disgrazia, e li fa incontrare. Un giornalista di una tv californiana, lavorando in un'inchiesta sulle discariche illegali e sulle baraccopoli situate alla periferia di San Francisco, conosce tra i clochard della città californiana un ex musicista, per l'esattezza un percussionista, che gli riferisce di aver suonato, agli inizi degli anni 60 con il famosissimo Carlos Santana, e di aver partecipato alla nascita della Santana Band che ha accompagnato il famoso cantante per moltissimi anni. più che giustificato il dubbio e lo scetticismo iniziali del giornalista, i quali vengono a cadere quando il clochard dice di chiamarsi Marcus "magnificent" Malone e svela una serie di particolari che non lasciano dubbi sulla vera identità e sul suo passato di percussionista del famoso Carlos. Infatti Marcus era l'addetto alle conga nel primo album del chitarrista messicano, poi però dovette lasciare la Band per problemi personali e di lui non si seppe più nulla. Così il giornalista decide di far incontrare Marcus Malone con il suo vecchio leader. Quest'ultimo va ad incontrare il percussionista nel suo fatiscente domicilio, un camper non degno di questo nome, e si commuove nel rivedere il suo vecchio amico. Un abbraccio tra i due e la promessa del grande Carlos di aiutarlo a ripartire, regalandogli delle percussioni nuove di zecca, e chissà se un giorno, magari solo per un'esibizione, potremmo rivedere Marcus "Magnificent" Malone su di un palco.
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