Il-Trafiletto

18/12/13

Storia di degrado che non fa sensazione | La presa in giro dell'informazione

Abbiamo appena visto e letto su tutti i tg e le testate online, del trattamento subito da immigrati nei centri di "accoglienza" e che accoglienza! Sembra che stessero cercando di disinfestarli dalla scabbia, malattia infettiva provocata da un acaro che si infiltra sotto la pelle provocando prurito e allergie. Ho guardato il video ho ascoltato le notizie, ho letto articoli e mi sono documentata sulla malattia della scabbia. Ho visto personale sanitario occuparsi degli immigrati, sottoponendoli a docce nudi in pieno inverno(a Lampedusa? Vicino all'Africa farà così freddo?) e volontari li facevano rivestire con abiti nuovi e puliti, e sicuramente li aspettava un pasto caldo, dopo le "torture subite". Ma per cosa li hanno "torturati" se nessuno di loro aveva la scabbia?.
L'appartamento di Ribera
dove sono morti i due conviventi
Le "torture" agli immigrati



L'informazione si è impegnata a sottolineare che non era necessario farlo e che lo hanno fatto per trattarli come animali, senza informare che la scabbia ha un periodo di incubazione e la prevenzione è necessaria. E non si può disinfestarli vestiti! 
(L'infezione iniziale richiede da quattro a sei settimane per diventare sintomatica:WiKipedia)
Abbiamo gia fatto passare la TBC, e nuovi casi si sono riscontrati in Italia, proprio per non aver fatto prevenzione. In conclusione io ho visto personale volontario e medico, che si prendeva cura di far migliorare la vita di persone in difficoltà che arrivano da altri paesi, dimenticandosi di quelle che già vivono qui e sono cittadini Italiani. Nessuno si occupava dei signori Vincenzo Maniscalco ed Enza Catanzaro, 66 anni lui e 55 lei, trovati morti, 4 giorni fa, nel loro appartamento a Ribera, paese dell'agrigentino. Nessuno si occupava del signor Maniscalco costretto a letto da una disabilità, morto di fame e di sete. Nessuno si occupava di lui, solo la sua convivente Enza Catanzaro, che è stata trovata morta in terra vicino ad una scala dalla quale probabilmente, è caduta procurandosi o una ferita grave o la morte. Probabilmente non aveano un cellulare, come hanno certi immigrati sui barconi, con una telecamera per filmare il viaggio in mare, il signor Maniscalco non poteva permetterselo e non ha potuto chiedere aiuto. E' morto di fame e di sete sicuramente chiedendo aiuto a voce, e nessuno l'ha sentito e nessuno l'ha cercato. Non avevano figli i conviventi, e nessuno che si occupasse di loro. Questa notizia nessuno l'ha riportata, tranne i giornali locali e la parola "nessuno" è imperante in questa storia. Ecco il vero degrado, ecco la vera lenta tortura  che i nostri cittadini dimenticati da tutti anche dalle autorità, devono subire in silenzio senza che nessuno si accorga di loro. Ma non fa "sensazione" questa notizia, e se non fosse stata una persona dal cuore nobile siciliano, ad avvertirmi probabilmente non avrei saputo nulla neanch'io che mi trovo al centro-nord.
"Cara "presidenta" Boldrini, la prego: quando va giù a Lampedusa a vedere le "torture" che infliggono ai poveri immigrati, si guardi attorno per favore, li ci sono anche i SICILIANI.

“La legge elettorale si può fare con il più ampio schieramento possibile"

Matteo Renzi continua ad insistere per far presto e ribadisce quasi ogni giorno quello che ha detto all'assemblea del Pd per la memoria del presidente del Consiglio Enrico Letta e degli alleati di governo: “La legge elettorale si può fare non necessariamente con i partiti della coalizione, meglio farla con il più ampio schieramento possibile perché sono le regole del gioco” ed è “meglio farle tutti insieme”. Un concetto che Renzi ripeteva prima di diventare segretario, ha ribadito durante il discorso all’assemblea di Milano e che ora sottolinea di nuovo.
La partita sulla riforma elettorale è due volte complicata, perché tocca la tenuta della maggioranza che sostiene il governo, ma che necessita anche di un dialogo con le opposizioni.
Renzi
Ma questa nuova presa di posizione arriva proprio nel giorno in cui Forza Italia prova a imbrigliare sia il Pd che il Movimento Cinque Stelle: “Votiamo per tornare il Mattarellum” dice il capogruppo alla Camera Renato Brunetta. “Il Mattarellum è lo strumento più immediato che si possa utilizzare – aggiunge Brunetta – Ricordo agli italiani: il Mattarellum è la legge elettorale prima del cosiddetto Porcellum, con collegi uninominali per il 75%, con il 25% di proporzionale. Si è detto favorevole Grillo, si è detto favorevole Renzi, siamo favorevoli noi, le tre grandi forze che esistono nel Paese sono favorevoli, anche se i centristi vecchi e nuovi non sono d’accordo, ce ne faremo una ragione”. Sul punto però il presidente del Senato Piero Grasso: “Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale – dice – non sono utilizzabili né il Porcellum né il Mattarellum”.                                           fonte

17/12/13

Doveva prostituirsi per 10 ore al giorno: storia di una schiava

Ancora una volta una storia di schiavitù e prostituzione, percosse e minacce. Son notizie ormai all'ordine del giorno,  vite spezzate già dall'infanzia,  traumi, false promesse, speranze infrante.  Sono storie di sfruttatori, di persone che non conoscono altro che violenza, che non hanno nessun tipo di morale, e che spesso rimangono impunite a meno che le loro vittime non trovino il coraggio di denunciarli, sempre che ce la facciano e non soccombano prima alle violenze subite o dopo, quando il loro carnefice torna in libertà. Questa è la storia di una bambina, violentata dal suo patrigno alla verde età di 11 anni,  che aveva creduto alle promesse di un suo connazionale che si era finto innamorato di lei e per scappare dall'incubo nel quale si trovava, l'aveva seguito in Italia. Ma qui Serena - questo il nome di fantasia che la polizia le ha dato, come augurio per una vita futura davvero diversa - è stata di fatto ridotta in schiavitù e solo grazie all'intervento della polizia a Napoli è riuscita a liberarsi.
Schiava

La giovane albanese, di appena 20 anni, una volta giunta nel nostro Paese, si è trovata di fronte una vita di violenze, maltrattamenti, percosse, con un vero e proprio annientamento psicologico. Responsabile di tutto ciò, secondo il racconto fornito dalla ragazza agli agenti del commissariato di polizia dell'Arenella il suo sfruttatore, E.Z. colui che l'aveva convinta a lasciare la sua patria anche per le violenze subite dal patrigno quando lei aveva solo 11 anni. Serena era costretta a prostituirsi dalle 9.30 alle 19 di ogni giorno, dapprima in località Domiziana di Giugliano (Napoli) e poi a Maddaloni (Caserta). La giovane veniva malmenata per un nonnulla e le percosse le subiva anche se si intratteneva con qualche cliente più dei 10 minuti 'programmati'. L'intero incasso della giornata, dai 50 ai 700 euro, veniva trattenuto dallo sfruttatore. A lei lasciava 20 euro da spendere per il rifornimento di benzina nell'auto con la quale si spostava. Minacciata di morte, con ripercussioni anche nei confronti dei suoi familiari, Serena era divenuta di fatto la schiava di E.Z. che pochi giorni fa, rientrato da una breve assenza per un viaggio in Albania, l'ha accusata di aver rubato i soldi e una pistola che custodiva in casa. La giovane, malmenata al punto da dover ricorrere alle cure dell'ospedale, pur di porre fine alle torture, ha ammesso di aver commesso il furto, col chiaro scopo di fuggire. Serena, infatti, ha finto di andare a riprendere l'arma e i soldi, recandosi invece in ospedale dove ha chiesto aiuto ai poliziotti che hanno ascoltato la sua triste storia. Dopo aver effettuato vari riscontri circa le dichiarazioni della giovane, gli agenti si sono messi sulle tracce dell'uomo e sono riusciti a rintracciarlo e a sottoporlo a fermo con l'accusa di riduzione in schiavitù, induzione e sfruttamento della prostituzione e sequestro di persona. Ora si trova nel carcere di Poggioreale. Secondo la polizia, quella di Serena è una storia come quella di tante altre ragazze dell'Est illuse da ingannevoli speranze, venute in Italia con la promessa di un lavoro e poi trascinate in una realtà di violenza, prostituzione e sfruttamento.

Separare idrogeno dall'acqua con nano particelle di cobalto

L'idrogeno, gas combustibile, è stato più volte studiato il suo impiego come energia alternativa; ma uno degli ostacoli all’uso dell’idrogeno è quello legato alla sua produzione, l’intero processo non è del tutto conveniente. Non sorprende quindi che da diverso tempo i ricercatori siano impegnati a cercare un modo abbastanza efficiente per la sua produzione. Forse, quello messo a punto dai ricercatori della University of Houston potrebbe andare nella giusta direzione. Gli scienziati guidati da Jiming Bao hanno sviluppato un metodo per la separazione dell’idrogeno dall’acqua, che si basa sull’uso della luce abbinato a quello di nanoparticelle. Si tratta cioè di un sistema di fotocatalisi, metodo già sperimentato da decenni.
Questo dei ricercatori di Houston però è il primo a utilizzare particelle di cobalto, acqua neutra e luce visibile, senza bisogno di altri co-catalizzatori. Il sistema è abbastanza semplice: una volta che le particelle e la luce sono applicate all’acqua, questa si separa quasi immediatamente in idrogeno e ossigeno, secondo l’atteso rapporto di due a uno (come da formula, H2O). Al momento il processo ha un’efficienza di circa il 5% (ovvero circa il 5% della luce incidente è convertita in energia chimica dell’idrogeno prodotto), alta per un processo del genere, ma non abbastanza per essere trasferita a livello commerciale. Insieme al problema dell’efficienza (e quello dei costi) resta poi ancora da superare quello delle nanoparticelle di cobalto che dopo un’ora si disattivano, degradandosi. Tuttavia, concludono gli autori, si tratta di un’opportunità da non sottovalutare: “La scoperta di un fotocatalizzatore molto attivo a base di nanoparticelle di ossido di cobalto offre l’opportunità di sviluppare pratiche applicazioni a combustibile solare e acquisire nuove conoscenze microscopiche nella scissione dell’acqua attraverso fotocatalisi”.

Uno spinello al giono: toglie o mette il medico di torno?

Fumare marijuana: una pratica in aumento che allerta e stimola i ricercatori a fare studi sul sui danni che creerebbe il fumo dell'"erba". Da sempre in contrasto le opinioni: "Fa bene o male fumare uno spinello? E fumarne tanti?" e ancora " Legalizzare l'uso della canapa per uso medicale o no"

Fumare marijuana durante l'età adolescenziale, quando il cervello è ancora in formazione, creerebbe danni evidenti alle strutture cerebrali che regolano la memoria e la capacità di ragionamento. Uno studio pubblicato sul Schizophrenia Bulletin mostra - con risonanza magnetica su un gruppo di 80 volontari di età media 20 anni - che i cervelli dei giovani che avevano fatto forte uso di 'erba' erano alterati nelle regioni sub-corticali: strutture che regolano i circuiti della memoria e della logica.
La funzionalità polmonare non è compromessa da un uso occasionale o moderato di marijuana, anche a lungo termine. A stabilirlo è stato uno studio condotto da ricercatori dell'Università dell'Alabama a Birmingham, che ne riferiscono in un articolo pubblicato sul "Journal of American Medical Association" "Con l'uso della marijuana in aumento e un gran numero di persone che sono state e continuano ad esservi esposte, sapere se provoca danni permanenti alla funzione polmonare è importante per la salute pubblica e l'uso medico della marijuana", dice l'autore senior dello studio, Stefan Kertesz, ricordando che dal 1996 a oggi, 16 stati e Washington, DC, hanno legalizzato l'uso medico della marijuana per contribuire a una migliore gestione dei sintomi di molte malattie, comprese cancro, AIDS e glaucoma."Ai livelli di esposizione alla marijuana comunemente osservati negli americani, l'uso occasionale è stato associato a un aumento del PEF e della capacità polmonare", spiega Kertesz. "Gli incrementi osservati non sono grandi, ma statisticamente significativi. Fino a livelli di utilizzo moderati, intorno a una 'canna' al giorno per sette anni, non ci sono prove di una diminuzione del flusso d'aria o del volume polmonare".
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