Il-Trafiletto

12/12/13

Taglio alle bollette elettriche: il Governo promette

Gestire il bilancio familiare diventa ogni giorno più difficile, a me sinceramente sembra ormai un'impresa da esperti di economia e finanza. In parole povere parliamoci chiaro, le uscite superano le entrate, che cosa possono inventarsi le famiglie per far quadrare i conti se ogni giorno tutto aumenta? Credo ben poco, a parte non accendere il riscaldamento, stare al buio per non consumare corrente, mangiare poco, non usare l'auto, mantenersi sani perchè le spese mediche diventano insostenibili, e questo se si ha ancora la fortuna di non aver perso il posto di lavoro. Questa mia premessa è banalissima e lo so, qualcuno che conoco la definirebbe forse "aria fritta". Ma forse "aria fritta" è anche la promessa del governo relativa al taglio delle bollette elettriche.
Risparmio

Misure per ridurre le bollette elettriche, che gravano pesantemente sui bilanci di famiglie e imprese. A prometterle è stato il premier Enrico Letta, annunciando che i provvedimenti verranno varati dal Consiglio dei ministri in programma venerdì. Gran parte della riduzione delle bollette elettriche derivante dal decreto e dal ddl delega che andranno venerdì in Cdm andranno ad alleggerire le imprese, si appende da fonti di settore. In particolare, per quanto riguarda il decreto che taglia le bollette di 600 milioni, 250 deriveranno dalla possibilità che avranno i produttori di rinnovabili di spalmare, su base volontaria, gli incentivi che riceveranno nei prossimi anni. Il bond del Gse di cui si è parlato in passato sarà invece nel ddl. La cifra di 600 milioni di euro si raggiunge poi anche con altri interventi: in particolare, spiegano le fonti, 150 milioni dovrebbero derivare dalla mancata realizzazione di alcuni stoccaggi di gas già previsti, che a causa della crisi dei consumi non vengono più ritenuti necessari. Ci sarà poi un intervento sulla tariffa bioraria, meccanismo varato prima del grande sviluppo delle rinnovabili e che necessita quindi di una "rinfrescata" per tener conto del nuovo mix energetico. Altri 170 milioni, infine, arriveranno dal cosiddetto "ritiro dedicato", una modalità semplificata a disposizione dei produttori per la vendita dell'energia elettrica immessa in rete. Quanto al ddl delega, scelto per dare tempo al governo di capire cosa pensa Eurostat dell'ipotesi del bond Gse per tagliare gli oneri in bolletta legati all'incentivazione del fotovoltaico e delle altre fonti rinnovabili, visti i possibili effetti sul debito, non è ancora possibile quantificare gli effetti in bolletta. Il ddl, in ogni caso, dovrebbe contenere anche altre piccole misure per la spending review delle bollette delle imprese.

L'affascinante mondo delle piante afrodisiache: la Muira puama

Detta anche "legno della potenza ed "erba dell'amore" la Muira Puama è conosciuta anche come Parapuama. Scientificamente il suo nome è  Ptycopetalum olacoides appartenente alla famiglia delle Olacacee. Ne esiste anche un'altra specie lo Ptycopetalum uncinatum, ma sono i principi attivi dello Ptycopetalum olacides ad essere utilizzati a beneficio dell'uomo.

La Ptycopetalum olacoides è un arbusto dai rami sottili e fogli ovali sempre verdi che può arrivare anche a 5 m di altezza. Possiede fiori bianchi che hanno un odore pungente e aromatico che ricorda il gelsomino. I primi esploratori europei negli anni 1920-1930 osservarono che gli indigeni dell’Amazzonia usavano la Muira Puama per curare molteplici patologie: come tonico per i problemi neuro muscolari; come decotto di radici per fare bagni e massaggi per trattare la paralisi ed il beri-beri; la radice e la corteccia per fare degli infusi per la vigoria sessuale, per l'insufficienza cardiaca; per problemi gastrointestinali, per la dissenteria e per i dolori mestruali. Una volta portata in Europa la Muira puama entrò a far parte della medicina erboristica inglese ed è inserita nella “British Herbal Pharmacopoeia”, un’autorevole fonte della medicina erboristica inglese, dove è raccomandata per il trattamento sia dell'impotenza che della dissenteria.

Muira Puama
E’ anche inserita nella Brazilian Pharmacopoeia sin dal 1950. I  principi attivi della Muira puama sono contenuti in quasi tutte le parti della pianta ma è principalmente nella corteccia e nella radice che si trovano delle sostanze di natura resinosa in particolare un alcaloide la Muirapuamina ad azione vasodilatatrice specifica e con una spiccata azione afrodisiaca. Gli studi sulla marapuama sono iniziati sin dagli anni venti. Già nel 1930, Meiro Penna ha parlato di questa pianta nel suo libro Notas Sobre Plantas Brasilerias. ed ha confermato l'efficacia della pianta per i problemi gastrointestinali, circolatori e per la cura dell'impotenza. Sono attualmente in corso numerosi studi sugli effetti benefici della Muira puama per altre patologie quali la cura per la memoria, i disordini nervosi, l'Alzheimer, come antistress, come analgesico e come riduttore della massa grassa corporea e per il colesterolo. Le proprietà della Muira puama possono essere così riassunte: è un ottimo stimolante sessuale migliorando l'erezione nell'uomo e l'inturgidimento dei genitali nella donna ed in generale le funzioni sessuali oltre che aumentare il vigore ed il desiderio sessuale sia nell'uomo che nella donna; è un ottimo tonico neuromuscolare per tutto l'organismo; ha ottimi effetti contro l'affaticamento, come antinevralgico, come digestivo; cura l'inappetenza, la depressione, l'esaurimento, i dolori mestruali ed i reumatismi. Poichè la marapuama è sempre stata usata, non si conoscono effetti collaterali o tossicità eccetto che per soggetti con ipersensibilità individuale.

TACCHINO CON SALSA D I CAROTE

Ecco una ricetta semplice, leggera e originale, che propone le carote non solo come contorno, ma anche come cremoso condimento. Calorie contenutissime in 310 kcal per porzione.

Ingredienti per 4 porzioni • 600 gr di fesa di tacchino • 6 carote • 2 spicchi di aglio fresco • 4 cucchiaio di olio EVO • l dl di vino bianco secco • 2 steli di erba cipollina • 2 rametti di timo • sale e pepe. 

PELATE le carote, tagliatene due a pezzetti e lessatele in acqua leggermente salata a bollore per circa 20 minuti. Quando saranno ben tenere scolatele, quindi frullatele; trasferite il purè ottenuto in una ciotola e tenete da parte.

TAGLIATE la fesa di tacchino a fette dello spessore di circa l cm e ricavatene poi delle piccole scaloppine; appiattitele leggermente con il batticarne. A questo punto sbucciate l'aglio, schiacciatelo con lo spremiaglio quindi fatelo appassire in un grande tegame con l'olio.
Tacchino con carote

UNITE le fettine di tacchino, cuocetele a fiamma media 2-3 minuti per lato, bagnatele con il vino bianco, salate e pepate. Coprite il tegame con un coperchio e lasciate cuocere lo carne per l0 minuti circa. Tagliatele a rondelle le restanti carote, unitele alla carne e proseguite lo cottura per altri l0 minuti; regolate di sale e spegnete

DISPONETE le fettine di tacchino con le carote a rondelle in un piatto da portata. Versate il purè di carote nel fondo di cottura della carne, scaldate lo salsa, poi versatene un cucchiaio su ogni fetta. Cospargete con l'erba cipollina e il timo tagliuzzati e decorate a piacere con fettine di limone.

VARIANTI APPETITOSE
l • Per un secondo più raffinato sostituite il tacchino con fette di filetto di vitello, cuocendolo insieme alle carote per soli 8-10 minuti.
2 • Al posto delle carote usate le patate, anch'esse in parte tagliate a rondelle sottili, in parte lessate e frullate.

Perchè si dice "acqua alle corde"?

Forse non avrete sentito questo modo di dire così come lo propongo, ma in forme diverse, in ogni caso qualcosa di simile vi sarà capitato di sentire. L'origine è marinaresca, e affonda le sue radici  nell'esperienza di navigazione.
Acqua alle corde, nel 1586, per ordine di papa Sisto V, l'architetto Domenico Fontana doveva doveva innalzare sull'apposito piedistallo l'obelisco che oggi si ammira al centro di Piazza San Pietro a Roma. Era un'operazione che richiedeva la massima concentrazione e il massimo silenzio, quindi, per evitare confusione, il papa aveva fatto emanare un editto che vietava a chiunque non fosse addetto ai lavori, di entrare nel recinto o semplicemente di parlare.
Acqua alle corde

Bastava già il parapiglia creato dai 140 cavalli e dagli 800 uomini impiegati nei lavori. I trasgressori agli ordini del papa, sarebbero stai impiccati seduta stante e, per l'occasione, all'interno del recinto,il bargello e i suoi sbirri avevano eretto il patibolo. Secondo la tradizione, un certo Bresca, di San Remo, capitano di un bastimento genovese, si accorse ad un dato punto che le corde che reggevano il monolito tendevano ad allungarsi, a causa dell'eccessivo peso, e quindi avrebero finito per rompersi, provocando la distruzione dell'obelisco. Quindi, incurante dell'editto papale, si mise a gridare: "Acqua alle corde!" ( per l'esattezza, come narra Daniele Morchio, Aiga, dai de l'aiga ae corde). Da buon marinaio sapeva che la canapa, bagnata, si restringe e si accorcia. L'architetto, per fortuna, dette immediatamente l'ordine di bagnare tutte le corde, e così l'operazione fu felicemente portata a termine. Inutile dire che invece di essere impiccato, il Bresca ricevette, insieme agli elogi papali, anche consistenti privilegi, tra cui una lauta pensione mensile, estensibile ai discendenti, il titolo di capitano del primo reggimento di linea pontificio, con l'autorizzazione a protarne la divisa e innalzare la bandiera pontificia sul suo bastimento.

11/12/13

La Juve…”scivola” nell'Arena Turk ! Immeritata l’eliminazione dalla Champion decisa da Sneijder a 5’ minuti dalla fine.

La Juventus…”scivolanell’Arena Turk! Finisce 1-0 per il Galatasaray l’incontro sospeso ieri sera ed i se ed i ma già “scivolano” via senza requie in casa bianconera. Il fato ha sentenziato: e la squadra del “Mancio” a passare agli ottavi di finale. Una partita “segnata”per i bianconeri che vengono puniti immeritatamente da Sneijder, bravo a trovare il diagonale vincente che trafigge Buffon e manda in visibilio il pubblico sugli spalti. Disperazione ed incredulità per la squadra di Conte che nonostante il campo ai limiti dell’impraticabilità era riuscita a tenere in ogni modo con immensa personalità il risultato sullo 0-0 che sarebbe valso la qualificazione. Poi il goal degli uomini di Mancini che a 5' dalla conclusione mette fine a due giorni a dir poco allucinanti relegando la Juventus immeritatamente in Europa League. Tanti troppi i rimpianti e soprattutto il meteo ingiusto per una gara che avrebbe meritato migliore sorte per il valore delle due compagini ma che ancora una volta ha “punito”una Juve meritevole di andare avanti in Champions. Ma proviamo a rigor di logica di parlare della cronaca della partita.

8
Tevez scivola durante un'azione di gioco!
Juventus in palla- In avvio le squadre si presentano con le stesse formazioni della sera precedente quando Proenca aveva fermato il gioco. L'arbitro portoghese scodella il pallone nella metà campo turca dando nuovamente avvio al match. La Juve riparte subito bene prendendo in mano il possesso del gioco nonostante le pessime ed inaccettabili condizioni del terreno di gioco. E la prima azione pericolosa è proprio dei bianconeri che con Lichsteiner al 35', servito egregiamente da Tevez, va vicino al vantaggio. La difesa del Galatasaray si salva in calcio d'angolo. Al 41' nuova occasione colossale per Tevez:

l'argentino si libera benissimo del suo marcatore su assist perfetto di Llorente, entra in area di rigore, ma al momento del tiro…indovinate? Scivola spedendo sul fondo! Proenca però dice che il gioco era già fermo per un fantomatico fallo di mano di Llorente in occasione dello stop prima del passaggio filtrante per l'argentino. Dopo un solo minuto di recupero l'arbitro manda tutti negli spogliatoi. Conte però non si da per vinto e dopo il fischio finale si reca dal portoghese Proenca protestando: «Questo non è calcio». Il tecnico della Juve chiede la sospensione del match e nello stesso momento arrivano anche Drogba e Yilmaz. L'arbitro rimanda poi tutti negli spogliatoi ma Conte prende sottobraccio l'ivoriano cercando di convincerlo a perorare la causa con l'arbitro che resta irremovibile, e mi vien da chiedere il buon gustaio del bel calcio al secolo Mancini? Probabilmente se ne sta zitto perchè sa che un terreno cosi infame è la sua unica possibilità di giocarsela contro una grande Juventus!

Il destino sceglie Sneijder- Alla ripresa delle operazioni è sempre la Juve ad impostare la manovra. Al 49' ci prova Pogba dalla distanza ma il tiro è centrale e bloccato in due tempi da Muslera. Al 54' arriva la risposta del Galatasaray, ma solo perchè Barzagli, probabilmente disturbato dagli attaccanti turchi, sbaglia un rinvio. Dalle retrovie arriva di corsa Sneijder che prova a sorprendere Buffon dai 25 metri ma la palla termina sul fondo. Al 58' occasione colossale per il Galatasaray. Pogba sbaglia un disimpegno a centrocampo sempre a causa dell'infido terreno di gioco ( grazioso arbitro portoghese!), Drogba riceve un assist perfetto servito da Sneijder, l'ivoriano si porta al centro dell’area di rigore e spara di destro a botta sicura! M tra i pali c’è non un portiere, ma bensì il PORTIERE, Gigi Buffon si supera e respinge da fenomeno qual’è! Al 60' ci prova Yilmaz su punizione ma il suo sinistro a giro finisce alta sopra la traversa. Al 62' Galatasaray ancora pericoloso: ci pensa Eboue a provare la conclusione dai 25 metri ma la sfera va alta sul fondo. Conte si sbraccia e urla dalla panchina «Ci stiamo abbassando troppo» impreca ma è impresa impossibile anche per la Juventus di questi tempi fare gioco in questo terreno infame.

Dall'altra parte invece guarda un pò il redivivo Mancini applaude i suoi, soprattutto Drogba per la grande carica che mette sul campo in ogni singola azione. La Juve però non molla di un centimetro, si appoggia su Tevez che cerca di tenere su la squadra con la sua infinità voglia di fare di autentico guerriero. Al 74' corner per i bianconeri e girata al volo di Bonucci ma la palla termina sul fondo di un nulla. La Juve continua però a guadagnare metri, a tenere alta la sua difesa mettendo in risalto una grande personalità e un carattere da grande squadra.

Il Galatasaray è schiacciato nella propria metà campo e al 79' la Juve costruisce la più grande palla gol dell’intera partita: Tevez viene servito in profondità da Vidal, il cileno appoggia al volo per Marchisio che prova la conclusione al volo ma Muslera è attento e blocca. L'impresa sembra in dirittura d'arrivo ma all'86' arriva, ingiusta, la beffa mortale. Lancio dalle retrovie per Drogba che di testa fa una sponda perfetta per Sneijder che in area di rigore non sbaglia incrociando perfettamente sul secondo palo. Nulla da fare nemmeno per super Gigi: uno a zero per il Galatasaray e pubblico in visibilio sugli spalti. Conte prova il tutto per tutto: fuori Marchisio, dentro Quagliarella per gli ultimi quattro minuti di passione. All'88' Tevez prova il jolly su punizione ma il tiro finisce sulla barriera vanificando la chance per i bianconeri. Al 90' altro cambio per Conte che leva Bonucci ed inserisce Giovinco nel tentativo di risolvere la questione. Ma non c'è più tempo. Proenca ( che coraggio, ma riuscirà a dormire la notte?) fischia la fine e la Juve dice addio alla Champions!

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