Il-Trafiletto

01/12/13

Il "marcio" nei consigli regionali Italiani

Dopo l'Emilia-Romagna anche il Piemonte, vagliato dai magistrati, risulta un uso "allegro" sei fondi pubblici. " E io pago!" Direbbe Totò.
Sono 16 su 20 i 'parlamentini' finiti sotto accusa per le spese pazze attinte dai fondi pubblici. Negli scontrini scaricati ora al vaglio di magistrati e giudici contabili figurano più cene consumate contemporaneamente nello stesso posto, limousine a nolo e gioielli

Le regioni Italiane
Nell'ultimo mese e mezzo è toccato di nuovo all'Emilia-Romagna, alla Sardegna, e poi al Piemonte. dove sono arrivati alle mani e a prendersi a sberle. E' un'escalation di avvisi di garanzia. Un crescendo di 'spese pazze' finite nel mirino della magistratura. Tre consigli regionali sono piombati nuovamente nell'occhio del ciclone, con tanto di dimissioni (a Bologna) e rissa (a Torino). Tre 'parlamentini' che vanno ad affiancarsi ad altri 13 consigli regionali già protagonisti di inchieste giudiziarie tuttora in corso e di monitoraggi costanti di una Corte dei conti che sulla questione vuole vederci chiaro. Viaggi extra lusso, ristoranti très chic, saune, massaggi, palestre, banchetti per cerimonie funebri, gioielli, penne d'oro, lap dance e perfino tasse. I rimborsi dei gruppi consiliari, ma soprattutto la gestione allegra di tali somme di denaro, aprono uno squarcio che appare sempre più profondo e desolante. Ben 16 Regioni su 20 al momento risultano coinvolte nelle inchieste. Da nord a sud. E - politicamente, s'intende - da destra a sinistra. A Bologna a fine ottobre vengono indagati tutti i 9 capigruppo dell'assemblea legislativa. Marco Monari del Pd arriva a dimettersi. Fa particolarmente scalpore la rivelazione di un viaggio da Napoli ad Amalfi con un'auto a nolo più conducente che on-line si pubblicizza come 'servizio limousine', costato 900 euro e messo tra i rimborsi del gruppo dem dallo stesso Monari e dal consigliere Roberto Montanari. La spesa, che è di fine luglio 2011, viene esaminata dalla Guardia di finanza che indaga per peculato su delega della procura di Bologna. I due consiglieri in quei giorni parteciparono ad un seminario di Areadem.Gli avvisi di garanzia, però, scatenano un vespaio di polemiche dentro allo stesso Pd. Che viaggia spedito verso le primarie dell'8 ottobre ma che nel frattempo deve cercare di gestire pure lo scandalo di un tesseramento anomalo che ha macchiato l'iter dei congressi provinciali. Complice il web, la base non perdona. Forse è per questo che, a ridosso di consultazioni aperte che hanno come obiettivo il massimo coinvolgimento dei cittadini (nonostante la defezione già annunciata di Romano Prodi), la direzione regionale del Pd ha deciso di riunirsi per affrontare il tema. Discutere di quanto accaduto. E condannare qualsiasi abuso. Un tentativo di fare 'pulizia' alla vigilia di un appuntamento a cui sarebbe meglio presentarsi con meno macchie possibili. Nel frattempo, in Piemonte si prendono a botte. Gli indagati sono addirittura 43, e tra questi c'è anche il presidente della Regione, Roberto Cota (Lega Nord), che per 115 volte è stato smentito perché 'beccato' dagli investigatori in luoghi diversi rispetto a quelli in cui, sulla base degli scontrini infilati nel rimborso, avrebbe dovuto trovarsi. Un "dono dell'ubiquità" su cui ora sarà nuovamente chiamato a rispondere davanti ai pm. E sono ben 592 gli scontrini che attesterebbero esborsi non propriamente riconducibili all'attività istituzionale. Sigarette, foulard, spazzolini, hamburger e cioccolatini. Ma soprattutto nel mirino finiscono le cinque cene diverse consumate da Cota nello stesso ristorante a pochi minuti di distanza l'una dall'altra. Il governatore si difende. I democratici attaccano dopo che, per quanti di loro erano stati indagati, è stata chiesta l'archiviazione. E tentano la spallata alla giunta Cota. In che modo? Dimettendosi dagli incarichi istituzionali in Regione. Il vicepresidente dell'assemblea, Roberto Placido, il presidente della Giunta per le elezioni, Rocco Muliere, e i vicepresidenti delle commissioni hanno formalizzato agli uffici regionali il loro passo indietro. Vale la pena ricordare che nel solo 2011 sono stati messi a disposizione dei 'parlamentini' 47 milioni di euro. Una cifra che la spending review ha ridimensionato sul 2013, limandola fino a farla scendere a quota 9 milioni. I compensi dei consiglieri, ovviamente, rimangono emolumento a parte.                                                                                                fonte

Scosse di terremoto in centro Italia | Scosse di paura anche all'Aquila

L'Aquila rivive in queste ore la paura di un evento sismico, che riporta la memoria al 6 aprile 2009.
Scosse in Lazio e Umbria, di magnitudo 3,9 con epicentro nei monti Reatini. Ci sono state segnalazioni e chiamate ai Vigili del Fuoco, e testimoni parlano di un «boato», seguito un minuto dopo da un’altra scossa di magnitudo 3.0. Segnalazioni sono giunte da Terni, Norcia, Spoleto, Foligno.
epicentro del terremoto
Torna la paura all’Aquila, colpita dal terremoto del 6 aprile 2009, dove l’evento sismico è stato avvertito distintamente. In provincia di Teramo le scosse sono state avvertite in diverse località maggiormente a ridosso con l’area reatina. I comuni più vicini all’epicentro sono Cittareale, Amatrice e Accumuli, tutte in province di Rieti. La prima scossa è stata registrata ad una profondità di 11,4 chilometri; la seconda a 13,7. Successivamente si sono riscontrate nella stessa zona altre due scosse di minore entità: rispettivamente magnitudo 2.1 e 2.0. Tante anche le segnalazioni sui social network, Twitter e Facebook in particolare. A quanto riferisce la sala operativa del comando provinciale dei vigili del fuoco di Rieti, non ci sarebbero danni nel capoluogo, mentre nell’amatriciano, epicentro della scossa più forte, sono in corso delle verifiche da parte dei vigili del fuoco. Non si hanno, al momento, notizie di danni a persone o cose. In corso verifiche da parte della Protezione civile. fonte

Basta con rinvii e lentezze: Fare le cose e farle in fretta | Renzi pianta i paletti al Governo

"Basta con i rinvii, è ora di agire" Renzi mette punti fermi, deciso che ho si fanno le riforme o il Pd separerà il suo destino dalla maggioranza. Propone un patto a Letta, ma mette come paletti l'azione dell'esecutivo su riforme, lavoro ed Europa.
Matteo Renzi
Matteo Renzi pianta i suoi paletti. Il sindaco ricorda che l'esecutivo è sostenuto in primo luogo dai democratici e l'agenda per il 2014 deve essere concordata in primo luogo con loro. Alfano si deve adeguare: "Ha trenta deputati, noi ne abbiamo trecento. Se non è d'accordo, sappia che poi si va a votare. Io non ho paura delle elezioni, lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta"... Ma lei è sicuro che tutti e trecento la seguiranno? "Le cose da fare le decideranno gli italiani che parteciperanno alle primarie. Difficilmente qualcuno si tirerà indietro. Ma se c'è chi punta a spaccare il gruppo, sappia che la conseguenza saranno le elezioni anticipate". E allora lei come pensa di utilizzare tutta questa forza? "Aspettare l'8 dicembre per la verifica di governo non è stata una concessione. Chi vince impone la linea. Saremo leali ma conseguenti. Offro una disponibilità vera, un patto di un anno. E quindi proporremo tre punti che noi consideriamo ineludibili"...
L'intervista integrale su Repubblica in edicola o su Repubblica+

30/11/13

Jolla: lo smartphone che Nokia avrebbe potuto lanciare!

Lo smartphone che Nokia avrebbe potuto lanciare! Jolla Oy è un produttore, progettatore e rivenditore finlandese di telefoni cellulari. Ex dipendente Nokia, che assieme ad altri suoi colleghi aveva sviluppato il sistema operativo MeeGo.
Attualmente sta sviluppando un sistema operativo per dispositivi mobili chiamato Sailfish OS, basato sulla vecchia piattaforma MeeGo sviluppata da Nokia in collaborazione con Intel diversi anni fa, e deve affrontare ora una grande sfida per potersi addentrare in un mercato dominato da Android e iOS.
Il noto sistema operativo MeeGo fu abbandonato da Nokia, secondo me troppo frettolosamente, a favore del neonato OS Windows Phone by Microsoft. Non tutti gli utenti hanno accettato questa scelta di accogliere l’OS di casa Redmond e di chiudere le porte ad altri sistemi operativi, uno su tutti, Android.

Jolla smartphone
I fondatori della nuova società al momento possono facilmente conquistare l’interesse di molti, grazie ad una loro precisa presa di posizione e definizione del terminale in oggetto: “Questo è lo smartphone che Nokia avrebbe potuto lanciare se non avesse deciso di legarsi a Microsoft e al suo noto Windows Phone.”

Passiamo alla scheda tecnica di Jolla che, a quanto pare, oltre a portare il nome del suo ideatore, sembra avere tutte le potenzialità necessarie per sfidare molti device di pari livello.

Scheda tecnica di Jolla 
  • Display: 4,5 pollici Gorilla Glass 2. 
  • Processore: 1,4 GHz dual core. 
  • RAM: 1GB. 
  • Memoria interna: 16 GB, ma espandibile con microSD. 
  • Fotocamera anteriore: 2 megapixel. Fotocamera posteriore: 8 megapixel con Flash LED. 
  • Sistema operativo: Sailfish (basato su Linux). 
Jolla riprende una delle caratteristiche che riuscì a rendere Nokia originale ed unica: le cover intercambiabili!
La parte posteriore di questo smartphone, infatti, possono essere cambiate con cover di svariati colori. Come vi abbiamo detto, il sistema operativo non sarà ovviamente Windows Phone, ma la stessa nuova società ha sfornato l’OS che prende il nome di Sailfish e si basa sul già noto OS per desk, Linux. Jolla, inoltre, risulta compatibile con molti accessori dedicati alla realtà Android ed è anche in grado di eseguire molteplici (centinaia) applicazioni disponibili per il robottino verde.

Galliani: dimissioni ritirate! Berlusconi: Galliani resta al suo posto.

A dare una risposta definitiva alla domanda che da ieri aleggia e ha sconvussolato in ogni dove del mondo del pallone, se Adriano Galliani resterà al Milan, è il presidente stesso Silvio Berlusconi a rispondere senza troppi preamboli: «Galliani resta al suo posto». Dimissioni ritirate dunque!
Una dichiarazione, quella di Berlusconi che ha reso nota attraverso la direzione comunicazione della squadra. «Galliani é più sollevato», ha poi continuato Berlusconi. «Tutti restano al loro posto e il Milan prosegue all'insegna dell'unità di intenti».

Rimane, tuttavia, l'interrogativo se Galliani resterà al Milan fino al 22 dicembre oppure anche oltre questa data, cioè fino ad aprile oppure fino al termine della stagione?
Adriano Galliani

La domanda ancorchè articolata vero è, appare leggittima dal momento che altre fonti affermanno che il rapporto tra l'amministratore delegato del Milan e la stessa figlia del presidente, Barbara Berlusconi sarebbe ormai insanabile.

Di questo, sicuramente, si é parlato ieri ad Arcore nel lungo incontro che i due, Galliani e Berlusconi, hanno avuto e al termine del quale, a notte fonda, nessuno ha rilasciato dichiarazioni di conferma dell'addio o di marcia indietro di Galliani.

Berlusconi, sempre secondo le stesse fonti, avrebbe voluto essere a Milanello per incontrare la squadra e, forse, per dire alla stampa quanto affidato alla direzione comunicazione. Ma il maltempo, infatti a Milanello ha nevicato fino alle 11.30, gli ha impedito il volo in elicottero. Galliani, saputo che Berlusconi non sarebbe andato a Milanello, ha deciso di raggiungere la squadra all'aeroporto di Malpensa in partenza per Catania. Proprio prima di partire per la città siciliana, Galliani, fedele alla tradizione, ha detto che «Le parole del presidente Berlusconi non tocca a me commentarle. Per quanto mi riguarda sono sacre da 34 anni e sono parole che non si commentano».
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