Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta senatore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta senatore. Mostra tutti i post

10/08/14

Roma | Policlinico Umberto I: il senatore deve stare in una stanza singola, cacciati gli altri pazienti.

Il malcostume continua e imperversa, nonostante le belle parole (solo parole) che si ripetono nelle alte sfere del Parlamento, di un cambiamento che possa migliorare le sorti di un’Italia allo sbando in tutti i settori. Quello che è accaduto al Policlinico Umberto I di Roma ha dell’incredibile, e potremmo sicuramente annoverarlo come l’ennesimo caso di malasanità. Un’infermiera alcuni giorni fa ha avuto disposizioni di liberare, nel reparto dove lavorava, una stanza dai pazienti che vi erano ricoverati, i quali sono stati poi “sistemati” in altre stanze già al completo, lasciando la stanza in questione completamente vuota. Il motivo? Di lì a poco sarebbe dovuto arrivare un senatore, il quale doveva stare, disposizioni del primario, in una stanza singola. A questo punto l’infermiera in questione, Roberta Cristofani, del reparto di Medicina Interna del Policlinico Umberto I di Roma, ha scritto una lettera aperta al proprio primario, pubblicandola sul proprio profilo Facebook e inviandola alla stampa.
Alla cortese attenzione del professor Violi (Policlinico Umberto I, Roma), da una studentessa di Infermieristica - Lettera aperta.

 Gentile professor Violi, le rubo qualche istante del suo tempo per raccontarle una breve storia. Sono una studentessa di Infermieristica del primo anno e al mio secondo tirocinio mi sono trovata a lavorare nel suo reparto di Medicina Interna. Una sera, verso le 20, ho notato una certa agitazione da parte del personale. Due pazienti, senza ricevere alcuna spiegazione, sono stati spostati in stanze in cui erano presenti già altri quattro letti, mentre quella in cui si trovavano loro è rimasta vuota. Lo stato di agitazione continuava: apriamo le finestre, spruzziamo un deodorante, il nuovo letto deve essere perfetto. IL nuovo letto. Uno solo. Io non ho molta esperienza, per questo mi è sembrato naturale chiedere lumi. “Domani arriva il senatore. Deve stare in una stanza singola, disposizioni del primario.” Di primo acchito, non ho capito molto di ciò che mi era stato comunicato. Perché mai il senatore dovrebbe stare in una stanza singola? Con la penuria di letti che abbiamo, tra l’altro? E perché avremmo dovuto scomodare altri due pazienti per permettere a una persona di stare in una stanza singola? Riesce minimamente a percepire la mia incredulità? Incredulità che non ha fatto che aumentare, notando che al paziente venivano concesse visite a qualsiasi ora, nonché qualsiasi tipo di trattamento di favore. Altre “disposizioni del primario”, immagino. Caro professore, le scrivo per dirle che mi sento profondamente offesa. Dal momento in cui varca la soglia del reparto, il paziente per me è semplicemente una persona, ovviamente con pari dignità e diritti rispetto a tutte le altre. Cosa mi importa che nella vita faccia lo spazzino, il salumiere, l’insegnante o il senatore? Mi trovo di fronte, sempre e comunque, una PERSONA: spesso spaventata, con mille dubbi e incertezze, turbata, fuori dall’ambiente rassicurante della sua casa. E non è forse questo uno dei doveri dell’infermiere? Far sì che la persona che entra in reparto si senta accolta, rassicurata, ascoltata, al di là di chi è, cosa fa di mestiere o del suo status sociale? Può anche solo lontanamente immaginare l’umiliazione che ho provato nel comunicare ai due pazienti che occupavano la stanza sgomberata per far posto al senatore che avrebbero dovuto spostarsi? “Voi siete malati di serie B, dovete far spazio al malato di serie A.” Quel compito ingrato, me lo lasci dire, sarebbe toccato a lei, professore. Non a una studentessa che non riesce a farsi una ragione di episodi del genere. E sì, mi sento offesa. Sento che, rendendomi strumento di questo tipo di ingiustizie, lei ha sminuito la mia professionalità, l’impegno che metto ogni giorno per migliorarmi e diventare una brava infermiera. Così come, e questo è un mio modesto parere, ha sminuitola professionalità e il duro lavoro della caposala e di tutti gli infermieri che giorno per giorno si impegnano per dare al paziente, ad OGNI paziente, le migliori cure possibili e l’accoglienza di cui parlavo. La prego, per il futuro, di non mettermi più in una situazione tanto imbarazzante e umiliante. La prego, con tutto il cuore, di non lasciarmi con la sensazione amara che “tutti i pazienti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.” Cordialmente, R. Cristofani

13/06/14

Ex senatore della Repubblica Italiana Marcello Dell'Utri, al sicuro in carcere

E' atterrato questa mattina alle 7 all'aeroporto romano Leonardo Da Vinci di Fiumicino, l'aereo proveniente da Beirut con a bordo l'ex senatore della Repubblica Italiana Marcello Dell'Utri, estradato dal Libano dove si era rifugiato e dove era stato arrestato il 12 aprile scorso. 

Il 23 maggio il presidente libanese Michel Suleiman ha firmato il decreto di estradizione. Con lui nell'aereo c'era la figlia Chiara, non ha potuto viaggiare vicino al padre ma riuscendo comunque a lanciargli qualche piccolo saluto. All'arrivo allo scalo romano, mentre la figlia usciva per le vie normali, Dell'Utri è stato condotto negli uffici della Polizia Giudiziaria dove ufficiali e funzionari della Direzione investigativa antimafia gli hanno notificato l’ordine di arresto emesso dalla procura generale della Repubblica di Palermo, procedendo poi alla perquisizione personale e del bagaglio di Dell’Utri, a seguito della quale gli è stata sequestrata una cospicua somma di denaro, circa 25mila euro, telefoni cellulari, due carte di credito e documentazione personale. A metà mattinata l'ex senatore ha lasciato l'aeroporto a bordo di un'ambulanza alla volta del carcere di Parma, il quale sembra sia attrezzato per seguire e controllare la patologia di Dell’Utri dopo l’intervento cardiaco a cui è stato sottoposto in Libano. Non sarà quindi ricoverato nel reparto reclusi dell'ospedale Maggiore della città emiliana. Nella stessa struttura sanitaria del carcere di Parma in passato era stato ospitato il boss della mafia Bernardo Provenzano, poi trasferito a Milano, mentre ora vi è detenuto l'altro mafioso Totò Riina. (immagine presa dal web)

11/04/14

Dichiarato latitante dalla Corte d’Appello Marcello Dell’Utri, ex delfino di Berlusconi.

Nessuna risposta dal suo cellulare, gli squilli suonano a vuoto. Da questa mattina Marcello Dell'Utri è ufficialmente latitante. La terza sezione della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Raimondo Lo Forti, ha emesso un ordine di custodia cautelare per pericolo di fuga nei suoi confronti, ma la polizia non ha potuto eseguirlo perché non riesce a trovarlo. Troppo tardi: l’ex senatore del Pdl, condannato a sette anni per mafia e che attende per martedì la sentenza definitiva, potrebbe essere all’estero. Il suo telefono cellulare sarebbe stato localizzato dagli investigatori nei dintorni di Beirut il 3 aprile, ma fonti bene informate hanno smentito l’indiscrezione. L’ex delfino di Berlusconi potrebbe anche aver raggiunto la Guinea Bissau o la Repubblica dominicana, Paesi di cui ha il passaporto. E proprio nell’ultimo Stato, si era rifugiato due anni fa, in circostanze simili, quando sparì nei giorni in cui la Cassazione doveva decidere il suo destino. Nel giallo sulla fuga, spunta anche la testimonianza di un passeggero che avrebbe viaggiato accanto a Dell’Utri su un volo Parigi-Beirut il 24 marzo scorso. L’uomo – che ha chiesto di restare anonimo – ha riferito all’Ansa che l’ex senatore ha viaggiato “in business” ed ha assicurato di averlo visto ritirare il bagaglio una volta atterrato e uscire dall’aeroporto. Alla Farnesina invece “non risulta che l’ex senatore sia in possesso di un passaporto diplomatico italiano” né di un “passaporto di servizio valido”, ovvero quelli previsti per i parlamentari o funzionari non diplomatici. In tutta questa storia l’unica cosa certa è che Dell’Utri risulta irreperibile. “Non rintracciato in alcuno dei luoghi ispezionati - riferisce una nota - al momento risulta irreperibile. La Corte d’Appello – continua la nota – ricevuti i verbali di vane ricerche, ne ha dichiarato lo stato di latitanza”. Verranno attivati nelle prossime ore tutti i canali di ricerca, sia in area Schengen, che in altre aree sensibili per riuscire a individuare la posizione dell'ex senatore. La Procura generale farà una richiesta di cattura internazionale attivando anche l'Interpol per riuscire a trovare l'ex politico. Il Movimento 5 Stelle insorge e chiede le immediate dimissioni del ministro dell'Interno, Angelino Alfano: "Non possiamo che augurare buona latitanza a Marcello Dell'Utri, amico fraterno di Berlusconi e del Pd e chiedere le dimissioni di Angelino Alfano, che fa arrestare e trasferire in Kazakistan una donna e una bambina perseguitate da quel regime, ma lascia fuggire i condannati per mafia", si legge in una nota dei deputati e senatori del M5S.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.