Il-Trafiletto
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07/05/15

5 facili modi per riciclare le Bottiglie di Plasti...

Tutto cominciò...: 5 facili modi per riciclare le Bottiglie di Plasti...: Vi invito a riflettere su questi dati: ogni ora vengono gettate ben 2,5 milioni di bottiglie di plastica . Siamo noi a gettarle non qualcun ...

28/04/15

Riciclo creativo delle Bottiglie di Plastica

Tutto cominciò...: Riciclo creativo delle Bottiglie di Plastica: Prima di gettare le bottiglie di plastica nell'apposito contenitore per la raccolta differenziata, pensiamo a come poterle ricilcare pe...

22/10/14

Maldive un paradiso che nasconde un'isola completamente ricoperta di rifiuti

Maldive, il paradiso dei vacanzieri, degli amanti del mare, dei velisti, dei serfisti di chi ama la natura incontaminata, già incontaminata si fa per dire, perchè c'è un'isoladi questo splendido arcipelago che è totalmente ricoperta di rifiuti. Ce lo racconta Alison Teal, surfista americana che dedica la sua vita a raccontare storie di sostenibilità. E' un'avventuriera e questo suo spirito lo ha ereditato dal padre, David Blehert, fotografo di fama internazionale. Alison ha un sito, Alison's Adventures, su cui pubblica storie di luoghi che hanno necessità di interventi.

Avventure che hanno in comune la volontà di sensibilizzare le persone, soprattutto i bambini, su temi come il rispetto dell’ambiente, tanto che lo slogan che ha scelto è “Surf, survive, sustain” (fai surf, vivi sostieni). Per vivere una vita il meno invasiva possibile dal punto di vista ambientale. Una delle esperienze più forti è quella che ha vissuto alle Maldive, un arcipelago dell’oceano Indiano a rischio per colpa dell’innalzamento del livello dei mari causato dal riscaldamento globale, dove ha scoperto l’esistenza di un atollo completamente ricoperto dai rifiuti. L’isola dei rifiuti o Thilafushi, in lingua locale.

E' stato il governo delle Maldive a scegliere questa laguna per accumulare tutti i rifiuti che non possono essere smaltiti in altro modo. Centinaia di tonnellate di plastica e materiale tossico che vengono trasportati ogni giorno da Malé (isola principale e capitale dell’arcipelago delle Maldive) e dai suoi lussuosi hotel a Thilafushi. A un anno di distanza, Alison è tornata alle Maldive accompagnata da due fotografi, Sarah Lee e Mark Tipple, per documentare la situazione e cercare di fare qualcosa di concreto per risolvere una situazione che l’ha colpita profondamente.

Thailafushi
immagine presa dal web

Durante il secondo viaggio, Alison ha deciso di raccogliere le bottiglie e la plastica che ha trovato su Thilafushi e sulle isole vicine per aumentare la consapevolezza sull’importanza di riciclare un materiale che può essere trasformato e riutilizzato svariate volte. “Mi piacerebbe che la plastica sparisse da questo mondo, in un colpo solo” ha detto Alison. “Ma nel frattempo, mi piacerebbe vederla all’interno di bikini, giacche, occhiali da sole piuttosto che sulle meravigliose spiagge delle Maldive”. Sul suo sito si possono trovare alcuni dati su quante bottiglie servono per realizzare un costume (10) o una maglietta (2). Dati presi da alcune grandi marche di abbigliamento che già hanno incluso nelle loro collezioni vestiti fatti di plastica riciclata, come Patagonia, The North Face e Teeki.

23/09/14

Stiamo attenti ad oggetti di uso comune: contengono gli Ftalati

Alla base del meccanismo che scatena dell'asma potrebbero esserci due comuni ftalati utilizzati per la realizzazione di composti chimici impiegati per oggetti di uso comune in casa , specialmente nei bambini anche se l'esposizione avviene durante la gestazione.

Lo ha dimostrato, per la prima volta uno studio realizzato dai ricercatori del Columbia Center for Children's Environmental Health presso la Mailman School of Public Health che hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche sulla rivista 'Environmental Health Perspectives'. Le loro ricerche hanno rivelato che i bambini nati da madri esposte durante la gravidanza a livelli piu' elevati di queste specifiche sostanze chimiche, butilbenzilftalato (BBzP) e di-n-butil ftalato (DNBP) hanno avuto un 72 per cento e il 78 per cento di aumento del rischio di sviluppare l'asma tra 5 e 11 anni rispetto ai nati da madri con bassi livelli di esposizione.

L'utilizzo degli fatalati è ampio, dai profumi sintetici a contenitori di plastica alimentare, pavimenti in vinile, repellente per insetti, tende da doccia, anche volanti e cruscotti ("odore di macchina nuova" contiene ftalati). Dal 2009, alcuni ftalati, tra cui BBzP e DnBP-sono stati banditi dai giocattoli per bambini e articoli per l'infanzia negli Stati Uniti. Ma non sono state prese misure precauzionali per proteggere il feto in via di sviluppo avvertendo donne in stato di gravidanza al pericolo delle esposizioni potenziali.

ftalati
Negli Stati Uniti gli ftalati raramente figurano tra gli ingredienti sui prodotti in cui vengono utilizzati. "Il feto e' estremamente vulnerabile durante la gravidanza. Le madri sono praticamente impotenti quando si tratta di ftalati come BBzP e DnBP che sono inevitabili. Se vogliamo proteggere i bambini, dobbiamo proteggere le donne in stato di gravidanza", dice l'autore senior dello studio Rachel Miller, MD, professore di medicina (in Pediatria) e Scienze della Salute Ambientale alla Columbia University Medical Center; e co-vice direttore del Centro di Columbia per bambini Salute Ambientale presso Mailman School of Public Health della Columbia.

I ricercatori hanno seguito 300 donne in gravidanza e dei loro bambini. I livelli di esposizione a ftalati sono stati misurati attraverso metaboliti chimici nelle urine. I campioni sono stati raccolti dalle madri durante il terzo trimestre e nei bambini di eta' 3, 5, e 7 anni. Quasi un terzo dei bambini (94) ha sviluppato l'asma. Altri 60 bambini avevano una storia di respiro sibilante e di altri sintomi simili all'asma senza una diagnosi di asma. In questo gruppo anche i ricercatori hanno trovato un legame tra l'esposizione prenatale ai DnBP e i sintomi.

25/08/14

Tesori nascosti | La storia del nostro Pianeta riassunta in una pallina

Vita di una pallina di plastica, dalla notte dei tempi a oggi. Mi arriva la voce alterata di un genitore: "Non toccarla! Non sai dov'è stata".

Il bambino posa sconsolatamente l'oggetto sulla sabbia, dove l'aveva trovato, e trotterella via, alla ricerca di uno svago più tollerato. Mi avvicino per dare un'occhiata alla causa del rimprovero. È una pallina di plastica, sporca dopo essere stata a lungo esposta alle intemperie. È vero, non si sa dove sia stata: mi fermo a pensarci. Sicuramente, ne avrà passate tante. La sua esistenza deve essersi svolta più o meno così...

Immaginiamo un mare tropicale, a circa 25° di latitudine Nord. Il clima è caldo e umido, e la quiete è interrotta soltanto da un plesiosauro che nuota veloce a caccia di seppie. La terraferma, piuttosto lontana, è ricoperta da felci, conifere ed equiseti ed è dominata dagli stegosauri, mentre il cielo è popolato da pterodattili: siamo nel Giurassico. La luce del sole riscalda l'acqua marina fornendo nutrimento ad alghe e batteri. Il primo anello di una lunghissima catena alimentare. Per la maggior parte, questi organismi vengono consumati da minuscole creature marine, che a loro volta finiscono in pasto ai pesci. Gli avanzi, però, abbondano: le alghe e i batteri che non sono stati mangiati muoiono di morte naturale e, piano piano, affondano, scendendo nelle profondità oceaniche, depositandosi sul fondale e dando origine a un cimitero fangoso.

Le correnti marine ristagnano, l'ossigeno manca: le condizioni ambientali non favoriscono il naturale degrado. Alghe e batteri non si decompongono, ma rimangono intatti, sepolti via via sotto nuovi strati di altri organismi che hanno terminato il proprio ciclo vitale. La deriva spinge terra e acque verso nord. Questo mare diventa teatro di un epico scontro tra continenti, che sottopone i fondali a forze tali da elevare e distruggere intere catene montuose. Impressionanti terremoti smuovono i sedimenti, ormai depositati in strati molto spessi: le nostre alghe si trovano a una profondità di 4 chilometri, dove la temperatura è di circa 120 C. Le molecole che le costituiscono finalmente si arrendono al calore e alla pressione. Cambiano struttura, formando lunghe catene: sono gli idrocarburi. La guerra dei continenti si sposta in un'altra fossa tettonica, che si spalanca a formare l'Oceano Atlantico. Il Pianeta viene colpito da un asteroide, che fa estinguere i dinosauri. Ma negli strati più profondi, sotto il fondale del Mare del Nord, non arriva neppure l'eco di questi sconvolgimenti: le alghe e i batteri decadono lentamente, fino a trasformarsi in petrolio.

È finita l'età dei rettili, inizia quella dei mammiferi. Per il petrolio, è ora di intraprendere un nuovo viaggio. Negli strati rocciosi inferiori, la pressione è così intensa da innescare la migrazione verso l'alto del liquido, che penetra lentamente nelle minuscole porosità delle rocce. Talvolta riesce a percorrere diverse centinaia di metri, dirigendosi verso la superficie. Ma prima o poi, incontra uno strato lapideo troppo compatto, e deve arrestarsi. Intanto è iniziata l'evoluzione dell'uomo. Il Mare del Nord ha raggiunto i 50° N, la sua attuale latitudine. Si susseguono alcune ere glaciali, l'Impero Romano, i Vichinghi, la Rivoluzione Industriale. Poi, qualcuno decide di perforare le rocce che imprigionano il petrolio, portandolo alla luce: il liquido preistorico schizza in superficie, per la prima volta dopo 150 milioni di anni.

Viene trasformato nelle materie prime che servono per produrre la plastica, e con l'aiuto della chimica, le catene corte di atomi di carbonio si saldano insieme: le alghe giurassiche sono diventate polietilene. Il polimero viene utilizzato per creare una pallina: è proprio quella abbandonata oggi, sulla spiaggia, da un ragazzino. Non ci accade spesso di raccontare una storia che ha per protagonista la plastica: eppure, riuscite a pensare a qualcosa di più poetico?

La prossima volta che vedrete una pallina, raccoglietela: pensate a quanta strada ha fatto e alla vita incredibile che ha avuto.(science)

16/05/14

Materiali per gli imballaggi degli alimenti: sono davvero sicuri? Il vetro è la soluzione migliore

I materiali per gli imballaggi degli alimenti come la plastica, il metallo, la carta, il cartone sono davvero sicuri per la salute? E gli alimenti a cosa vanno incontro?


Quando andiamo a fare la spesa, oltre ai prodotti freschi, acquistiamo anche quelli confezionati. Sono sicura però, che molti di noi non si domandano affatto se il materiale della confezione sia un materiale sicuro per gli alimenti che vi sono conservati all'interno. Anche questo è un tema verso il quale dovremmo sensibilizzarci, cercando di informarci e capire quale materiale sia più sicuro a tutela della salute.

Già, perchè non dimentichiamoci che vi sono sostanze chimiche che possono trasferirsi dalla confezione agli alimenti. Friend of Glass, è un movimento che crede nel vetro come materiale sicuro per la salute, per l'ambiente, perchè non altera gli alimenti, per la sua storia, per la creatività.

Alimenti conservati in vetro
immagine presa dal web
Grazie ad una ricerca portata avanti da questo movimento e condotta su circa 8000 persone, è emersa
una preoccupazione crescente per le sostanze chimiche che potrebbero migrare dalle confezioni agli alimenti. Circa il 66% degli intervistati ha espresso la propria preoccupazione per le contaminazioni alimentari. La preoccupazione maggiore ruota intorno alle confezioni di plastica, ritenute più pericolose rispetto ad altre tipologie come metallo, cartone, carta e vetro.

La tendenza dei consumatori, dettata dalla logica è quella di acquistare di più cibi e bevande confezionati in imballaggi in vetro e la tendenza è in crescita. La sensibilizzazione nei confronti degli alimenti ha fatto sì che i consumatori rivolgano la loro attenzione non solo alle etichette presenti sulle confezioni, ma anche ai materiali di imballaggio. I più attenti sono i  neo genitori con figli piccoli, infatti il 77% conserva gli alimenti dei propri figli in contenitori in vetro ed evita l'acquisto di cibi o bevande in confezioni di plastica.

Il problema della migrazione di sostanze chimiche dalla confezione all'alimento è un problema da non sottovalutare, lo spiega Dieter Schrenk, esperto di farrmacologia e tossicologia dell'Università di Kaiserslautern, in Germania. Il problema però, dice Dieter, era molto più rilevante in passato rispetto ad oggi. Il rischio di contaminazioni alimentari oggi è piuttosto basso, ma non per questo le ricerche si fermeranno,  perchè dal punto di vista scientifico  il tema è da approfondire.

Perchè il vetro è considerato il materiale più sicuro per il confezionamento di cibi e bevande? Perchè esso agisce come una barriera naturale e impermeabile e non interagisce con gli alimenti solidi o liquidi. La Food and Drug Administration negli Stati Uniti, ritiene che il vetro sia l'unico materiale ritenuto davvero sicuro dal punto di vista degli imballaggi alimentari. Quando l'Unione Europea, nel 2011, ha deciso di mettere al bando il BPA (bisfenolo A, composto organico con due gruppi di fenolo, dannoso per la salute) per la produzione dei biberon, ha indicato proprio il vetro come alternativa sicura per la salute. La Commissione Europea sta lavorando alla legislazione relativa alle sostanze chimiche cedute dagli imballaggi alimentari verso il loro contenuto. Il vetro è la soluzione migliore per tutti.

11/02/14

Samsung annuncia una nuova colorazione per il Galaxy S4 LTE-A!

Samsung annuncia una nuova colorazione per il Galaxy S4 LTE-A! La novità riguarderà soltanto l'utenza coreana che potranno beneficiare del device sudetto nella colorazione Rose Gold.

Anche se i riflettori al momento sono puntati sull’ormai prossimo arrivo del Samsung Galaxy S5 giunge notizia, grazie ai membri di Sammyhub che l’azienda Coreana ha preso la decisione di lanciare una nuova colorazione dell’attuale top di gamma che momentaneamente resterà un’esclusiva del proprio paese d’origine.

Ci tengo a precisare che il terminale nella versione LTE-A si differisce dalla versione “standard” per l’utilizzo del processore Qualcomm Snapdragon 800 Quad Core e più di tutto per la compatibilità con le reti LTE Coreane che risultano essere nettamente più veloci rispetto a quelle Italiane.
Come vediamo questa nuova colorazione non va a rivoluzionare il design in quanto troviamo una cornice laterale sempre realizzata in plastica ma colorata d’oro ed una cover per l’anteriore ed il posteriore di colore nero.
s4-rose-gold
Samsung Galaxy S4 LTE-A
Samsung non si è attualmente espressa per quanto riguarda l’arrivo di questo dispositivo nel resto del mondo, come sempre attendiamo conferme ufficiali.

Il resto delle specifiche vi ricordo che vede 2 GB di memoria RAM un display da 5 pollici Super Amoled Full HD 1920x1080 pixel, batteria da 2600 mAh, fotocamera da 13 megapixel con LED Flash e sistema operativo Android personalizzato dalla Touch Wiz UI sviluppata dalla stessa Samsung.
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