Il-Trafiletto
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11/12/13

Perchè si dice "de gustibus non est disputandum"?

Quando frequentavo il liceo, e avevo bisogno di fare grandi scorte di quaderni su cui trascrivere le innumerevoli versioni che Monna Vanna, detta Gina (la professoressa di latono e greco), ci dava da tradurre, ne trovai giusto uno con questo adagio, che tale è rimasto cementato nella mia memoria.
De gustibus
 De gustibus non est disputandum, sui gusti non si discute. Comunemente si crede che questa frase provenga dai classici latini; qualcuno in passato, l'attribuiva addirittura a Cicerone (anathena sit!). La grossolanità della frase non ha nulla che vedere con la finezza d'espressione dei nostri classici, e nessuno mai, a quell'epoca si sarebbe sognato di aggiungere quell'est così pleonastico, limitandosi, semmai a dire: De gustibus non disputandum. La massima quindi, deve senz'altro far parte di quel linguaggio aulico tanto caro ai dotti medioevali, che poi è rimasto in vigore nel linguaggio giuridico, e appartiene a quel bagaglio di modi di dire, che vanno dal latino maccheronico, tipo Gratatio capitis facit recordare cosellas (Il grattamento di testa fa ricordare le cose spicciole) e Non est de sacco ista farina tuo (Questa non è farina del tuo sacco), a frasi ancora oggi usate nelle aule di giustizia, come Testis ununs, testis nullus (Un solo testimone non è attendibile) e De minimis non curat praetor (Il pretore non si cura delle cose molto piccole).

30/11/13

Perchè si dice: "chi non lavora non mangia"?

Carissimi, molti di voi penseranno che il significato è chiaro, senza star lì a farsi troppe domande, su chi, come, quando e perchè. Ma io nonostante tutto mi le domande me le faccio, e quindi sono voluta andare a fondo.
Chi non lavora non mangia
Chi non lavora non mangia. La costituzione dell'Unione Sovietica, approvata e promulgata in occasione del V Congresso dei Soviet del 10 Luglio 1918, all'art. 18, div. II, cap. V, dice letteralmente: "L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche decreta il lavoro obbligatorio per tutti i cittadini della Repubblica e proclama il principio: Chi non lavora non mangia".
 Ma non è ai russi che si fa risalire il concepimento di questo concetto. La massima era già nota agli antichi ebrei, che la usavano come proverbio spicciolo, e venne consacrata da S. Paolo nelle lettere ai Tessalonicesi: Si quis non vult operari, nec manducet (Se qualcuno non vuole lavorare, non mangi, Ep. II).
Da allora ha fatto molta strada, prima di varcare la cortina di ferro. Veniva ampiamente usata nelle nostre campagne e nelle fabbriche all'inizio della propaganda socialista, fin dalla fine dell'Ottocento, per vincere l'avversione dei lavoratori credenti contro ogni forma di novità: come dire, il socialismo ateo sotto l'egida degli antichi detti del Vangelo.
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