Il-Trafiletto
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11/12/13

Perchè si dice "de gustibus non est disputandum"?

Quando frequentavo il liceo, e avevo bisogno di fare grandi scorte di quaderni su cui trascrivere le innumerevoli versioni che Monna Vanna, detta Gina (la professoressa di latono e greco), ci dava da tradurre, ne trovai giusto uno con questo adagio, che tale è rimasto cementato nella mia memoria.
De gustibus
 De gustibus non est disputandum, sui gusti non si discute. Comunemente si crede che questa frase provenga dai classici latini; qualcuno in passato, l'attribuiva addirittura a Cicerone (anathena sit!). La grossolanità della frase non ha nulla che vedere con la finezza d'espressione dei nostri classici, e nessuno mai, a quell'epoca si sarebbe sognato di aggiungere quell'est così pleonastico, limitandosi, semmai a dire: De gustibus non disputandum. La massima quindi, deve senz'altro far parte di quel linguaggio aulico tanto caro ai dotti medioevali, che poi è rimasto in vigore nel linguaggio giuridico, e appartiene a quel bagaglio di modi di dire, che vanno dal latino maccheronico, tipo Gratatio capitis facit recordare cosellas (Il grattamento di testa fa ricordare le cose spicciole) e Non est de sacco ista farina tuo (Questa non è farina del tuo sacco), a frasi ancora oggi usate nelle aule di giustizia, come Testis ununs, testis nullus (Un solo testimone non è attendibile) e De minimis non curat praetor (Il pretore non si cura delle cose molto piccole).

30/10/13

Perchè si dice: accettare una cosa con beneficio d'inventario? Parliamone

Proprio stanotte cari amici, prima che il sonno avesse il sopravvento sui miei pensieri, mi sono ricordata di un altro modo di dire, di uso comune, tanto comune che lo infiliamo nella conversazione come fosse la cosa più naturale al mondo, ma se ci chiedessero il perchè si dice così, cosa mai riposnderemmo? Non facciamoci trovare impreparati.

Testamento
"Accettare una cosa con beneficio di inventario" significa accettare qualcosa (una notizia, un'informazione, un proposta), riservandosi di controllarne la fondatezza o la validità.
L'espressione deriva dal linguaggio giuridico, e riguarda l'accettazione dei beni ereditati, da parte dell'erede, con riserva di decidere se tenerli o meno, dopo aver fatto l'inventario del patrimonio, in modo da evitare brutte sorprese, quali potrebbero essere tasse di successione  troppo onerose oppure debiti che il caro estinto ha contratto gravando di ipoteche i propri beni, per cui chi eredita potrebbe trovarsi nella situazione di dover spendere cifre speriori all'importo dei beni ereditati.
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