Il-Trafiletto
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30/04/14

Un 'cartellino giallo' Berlusconi | "Identità digitale" per i cittadini | 800mila persone pronte a partire dalle coste nordafricane

Milano - Silvio Berlusconi rischia quella che tecnicamente si definisce una 'diffida' per le dure dichiarazioni nei confronti dei giudici e della sentenza che lo ha condannato per evasione fiscale nell'ambito del processo Mediaset, rese durante il programma 'Piazza pulita'. In sostanza, l'Uepe potrebbe chiamarlo nei prossimi giorni e invitarlo nuovamente a tenere una condotta consona alle prescrizioni imposte dal tribunale di sorveglianza che gli ha concesso l'affidamento in prova ai servizi sociali. Una sorta di 'cartellino giallo' per il leader di Forza Italia che, al momento, non sembra rischiare provvedimenti piu' duri quali la revoca stessa dell'affidamento in prova, pur prevista in caso di violazioni delle prescrizioni o della legge. Non c'e un tetto di diffide codificato dalla legge oltre il quale arrivi la revoca. Sta alla sensibilita' dei singoli giudici stabilire quando la persona che sta scontando la pena abbia superato il limite e possa, quindi, andare incontro a serie conseguenze anche se nell'ordinanza con cui gli avevano concesso l'affidamento in prova ai servizi sociali, i giudici avevano sottolineato che Berlusconi avrebbe dovuto mantenere, durante l'esecuzione della pena, "comportamenti nell'ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni". (AGI)

Roma -"Sulla pubblica amministrazione presentiamo i provvedimenti che noi proponiamo alla pubblica amministrazione con un metodo un pò diverso. Molte misure faranno discutere". Così Matteo Renzi, a Porta a Porta, aggiungendo che la riforma introdurrà per i cittadini una "identità digitale", il che vuol dire "dare a tutti un pin che vuol dire mai più code per un certificato e non pagare più in un certo modo la bolletta". "L'obiettivo è beccare i fannulloni e farli smettere e valorizzare i tanti non fannulloni dando un premio a chi non è fannullone incentivando gli scatti di carriera e magari lo stipendio", ha aggiunto Renzi, il quale è intervenuto anche sui dirigenti: '"Servono dirigenti che facciano i dirigenti, non è possibile poi che il premio di produzione aumenti con l'indennita e a prescindere dai risultati e dalla situazione del paese". "Io so che è difficile ma come disse John Kennedy si scelgono gli obiettivi non perché son facile ma perchè la cosa più difficile. La cosa più difficile che possiamo fare è cambiare la pubblica amministrazione e lì non ci basta nemmeno la Nasa, forse i Marines". Così Matteo Renzi, a Porta a Porta, ironizza sulla difficoltà di fare la riforma della pubblica amministrazione.(Ansa.it)

Roma - Dopo l’allarme lanciato nelle settimane scorse dal ministro Alfano che aveva parlato di 300-600 mila nuovi sbarchi ora arriva la conferma del Viminale: sono 800mila, se non di più, le persone pronte a partire dalle coste nordafricane, dirette verso l’Europa.(Adnkronos)

04/12/13

Bocciatura di quel…Porcellum che non è altro!

Bocciato! Si ripresenti quando sarà decentemente presentabile. Questa la sentenza definitiva, Porcellum bocciato all’unanimità.
La Corte costituzionale, mentre attende la sentenza definitiva riguardo il ricorso avverso all'attuale sistema elettorale, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale sia del meccanismo facente riferimento al premio di maggioranza del 55% che entra in vigore indipendentemente dai voti ottenuti (a livello nazionale alla Camera e regione per regione al Senato) sia del meccanismo delle liste bloccate «nella parte in cui non consentono all'elettore di esprimere una preferenza». Si torna dunque a un proporzionale più “decente” con una sola preferenza.
Quali effetti giuridici posticipati si potranno avere.
Porcellum bocciato

Nonostante i giudici costituzionali hanno preso la decisione di dare un lasso di tempo supplementare al Parlamento, sia pure ai limiti del tempo consentito: gli effetti giuridici si potranno avere solo dopo la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane.

«Il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali», fa notare la Consulta scegliendo la strada più diplomatica del «garbo istituzionale».

01/12/13

Il "marcio" nei consigli regionali Italiani

Dopo l'Emilia-Romagna anche il Piemonte, vagliato dai magistrati, risulta un uso "allegro" sei fondi pubblici. " E io pago!" Direbbe Totò.
Sono 16 su 20 i 'parlamentini' finiti sotto accusa per le spese pazze attinte dai fondi pubblici. Negli scontrini scaricati ora al vaglio di magistrati e giudici contabili figurano più cene consumate contemporaneamente nello stesso posto, limousine a nolo e gioielli

Le regioni Italiane
Nell'ultimo mese e mezzo è toccato di nuovo all'Emilia-Romagna, alla Sardegna, e poi al Piemonte. dove sono arrivati alle mani e a prendersi a sberle. E' un'escalation di avvisi di garanzia. Un crescendo di 'spese pazze' finite nel mirino della magistratura. Tre consigli regionali sono piombati nuovamente nell'occhio del ciclone, con tanto di dimissioni (a Bologna) e rissa (a Torino). Tre 'parlamentini' che vanno ad affiancarsi ad altri 13 consigli regionali già protagonisti di inchieste giudiziarie tuttora in corso e di monitoraggi costanti di una Corte dei conti che sulla questione vuole vederci chiaro. Viaggi extra lusso, ristoranti très chic, saune, massaggi, palestre, banchetti per cerimonie funebri, gioielli, penne d'oro, lap dance e perfino tasse. I rimborsi dei gruppi consiliari, ma soprattutto la gestione allegra di tali somme di denaro, aprono uno squarcio che appare sempre più profondo e desolante. Ben 16 Regioni su 20 al momento risultano coinvolte nelle inchieste. Da nord a sud. E - politicamente, s'intende - da destra a sinistra. A Bologna a fine ottobre vengono indagati tutti i 9 capigruppo dell'assemblea legislativa. Marco Monari del Pd arriva a dimettersi. Fa particolarmente scalpore la rivelazione di un viaggio da Napoli ad Amalfi con un'auto a nolo più conducente che on-line si pubblicizza come 'servizio limousine', costato 900 euro e messo tra i rimborsi del gruppo dem dallo stesso Monari e dal consigliere Roberto Montanari. La spesa, che è di fine luglio 2011, viene esaminata dalla Guardia di finanza che indaga per peculato su delega della procura di Bologna. I due consiglieri in quei giorni parteciparono ad un seminario di Areadem.Gli avvisi di garanzia, però, scatenano un vespaio di polemiche dentro allo stesso Pd. Che viaggia spedito verso le primarie dell'8 ottobre ma che nel frattempo deve cercare di gestire pure lo scandalo di un tesseramento anomalo che ha macchiato l'iter dei congressi provinciali. Complice il web, la base non perdona. Forse è per questo che, a ridosso di consultazioni aperte che hanno come obiettivo il massimo coinvolgimento dei cittadini (nonostante la defezione già annunciata di Romano Prodi), la direzione regionale del Pd ha deciso di riunirsi per affrontare il tema. Discutere di quanto accaduto. E condannare qualsiasi abuso. Un tentativo di fare 'pulizia' alla vigilia di un appuntamento a cui sarebbe meglio presentarsi con meno macchie possibili. Nel frattempo, in Piemonte si prendono a botte. Gli indagati sono addirittura 43, e tra questi c'è anche il presidente della Regione, Roberto Cota (Lega Nord), che per 115 volte è stato smentito perché 'beccato' dagli investigatori in luoghi diversi rispetto a quelli in cui, sulla base degli scontrini infilati nel rimborso, avrebbe dovuto trovarsi. Un "dono dell'ubiquità" su cui ora sarà nuovamente chiamato a rispondere davanti ai pm. E sono ben 592 gli scontrini che attesterebbero esborsi non propriamente riconducibili all'attività istituzionale. Sigarette, foulard, spazzolini, hamburger e cioccolatini. Ma soprattutto nel mirino finiscono le cinque cene diverse consumate da Cota nello stesso ristorante a pochi minuti di distanza l'una dall'altra. Il governatore si difende. I democratici attaccano dopo che, per quanti di loro erano stati indagati, è stata chiesta l'archiviazione. E tentano la spallata alla giunta Cota. In che modo? Dimettendosi dagli incarichi istituzionali in Regione. Il vicepresidente dell'assemblea, Roberto Placido, il presidente della Giunta per le elezioni, Rocco Muliere, e i vicepresidenti delle commissioni hanno formalizzato agli uffici regionali il loro passo indietro. Vale la pena ricordare che nel solo 2011 sono stati messi a disposizione dei 'parlamentini' 47 milioni di euro. Una cifra che la spending review ha ridimensionato sul 2013, limandola fino a farla scendere a quota 9 milioni. I compensi dei consiglieri, ovviamente, rimangono emolumento a parte.                                                                                                fonte
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