Il
caso nasce dal suo interessamento a favore della detenuta eccellente
Giulia
Ligresti, sul quale ha dovuto dare spiegazioni ai
magistrati
competenti.
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Ministro Cancellieri |
“Mai interferito, pronta a chiarire” il ministro della Giustizia
Annamaria Cancellieri prova a spegnere il fuoco delle polemiche.
L’imprenditrice, coinvolta nell’indagine sul caso
Fonsai ma
in sofferenza in custodia cautelare, è stata scarcerata infatti dopo che
la guardasigilli, in seguito a contatti con la famiglia
Ligresti, ha
segnalato il suo caso all’amministrazione penitenziaria.
E’ stato il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, a precisare
per primo che “sarebbe arbitraria e del tutto destituita di fondamento
ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari a
circostanze esterne di qualunque natura”. “Non c’è stata, quindi, né
poteva esserci, alcuna interferenza con le decisioni degli Organi
giudiziari”, ha affermato dal canto suo il ministro.”Avuta conoscenza,
per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza - ha
spiegato - era mio dovere trasferire questa notizia agli organi
competenti” per evitare “eventuali gesti autolesivi. Mi sono comportata,
peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio
segnalazioni, da chiunque inoltrate, che manifestassero preoccupazioni
circa le condizioni sullo stato psicofisico di persone in stato di
detenzione”. Eppure non si amavano tanto. Intercettata,
Giulia Ligresti dice:
«Sono giornatacce, veramente,
un incubo.... Ho degli sconforti, credimi. Ieri hanno fatto ’sta cosa
alla Procura di Torino. Poi il commissario arriva in Fondiaria a sparare
contro di noi. E Peluso... Gli hanno dato una buona uscita di cinque
milioni, ti rendi conto? Cinque milioni, è stato un anno, ha distrutto
tutto».
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Giulia Ligresti |
Questa è la voce di Giulia Maria Ligresti. La mattina del 19
ottobre 2012 si sta sfogando al telefono con un’amica. Sono già tempi
molto difficili, la bufera giudiziaria si sta addensando nel cielo di
Fonsai. Ma ancora nessuno ne conosce l’esatta portata. Giulia Ligresti
parla della liquidazione concessa a
Piergiorgio Peluso, il figlio del
ministro
Annamaria Cancellieri. È arrivato da
Unicredit nel 2011 con il
ruolo di direttore generale. Stanno parlando della sua liquidazione dopo
un anno di lavoro. L’amica è solidale con
Giulia Ligresti:
«Gli danno
una liquidazione, invece che chiedergli i danni!».
«Sì, invece di
chiedergli i danni! Mi hanno detto che in consiglio nessuno ha fiatato.
Sì, sì.. Approvato all’unanimità. Che se fosse stato il nome di qualcun
altro... A mio padre di 85 anni avrebbero contestano quella cifra.
Questo qui ha 45 anni, è un idiota. Perché veramente è venuto a
distruggere una compagnia. Perché lo ha fatto proprio su mandato la
distruzione... 5 milioni, è andato in Telecom, e l’Italia non scrive
niente».
«Cavolo, potessero scrivere qualcosa», dice l’amica.
E Giulia
Ligresti: «Al contrario c’è un articolo su sua mamma, sai che è il
ministro Cancellieri, pieno di lodi, figurati... Secondo me quella è
un’area intoccabile proprio. Pazzesco.... L’Italia è un paese distrutto,
è veramente una mafia. I giornali che scrivono tutti uguali, poi appena
uno alza la testa... ».
Fa uno strano effetto rileggere queste parole, alla luce di quanto è emerso successivamente nelle indagini. E cioè che la famiglia Ligresti si è rivolta proprio al ministro Cancellieri per chiedere aiuto. A luglio Giulia Maria è in carcere. Non mangia, soffre di anoressia. I suoi avvocati chiedono senza successo gli arresti domiciliari. È in quel momento che Gabriella Fragni, la compagna di Salvatore Ligresti, intercettata, dice: «La persona che potrebbe fare qualcosa per Giulia è il ministro Cancellieri». Chiedono aiuto al ministro. E il ministro Cancellieri, accolta la richiesta, si spende personalmente. Come ha spiegato lei stessa in un verbale datato 22 agosto 2013. Quando è stata sentita in qualità di testimone, dal procuratore aggiunto di Torino, Vittorio Nessi:
«Ligresti mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia Maria, la quale, come peraltro riportato in articoli di stampa, soffre di anoressia e rifiuta il cibo. In relazione a tale argomento ho sensibilizzato i due vice capi del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati. Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso, in considerazione del rischio connesso con la detenzione».
Per tutta la giornata si sono moltiplicate le prese di posizione dell’opposizione in Parlamento: Sel, M5S e Lega, hanno chiesto alla guardasigilli di chiarire in Parlamento la vicenda. Per il Carroccio è “una vicenda torbida”. E per gli stellati se non può chiarire deve dimettersi. Ma anche dalla maggioranza non sono mancate le prese di distanza: Secondo Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd, “è opportuno” che il ministro “chiarisca il senso delle parole da lei proferite nel corso di una telefonata con Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti”. Secondo l’esponente democratico bisogna “fugare ogni dubbio che possano esistere detenuti di serie A e di serie B”. A sostenere pubblicamente la posizione della guardasigilli è intervenuto a fine giornata il vicepremier Angelino Alfano, parlando di vicenda “strumentalizzata ad arte”. Ma al riparo dell’anonimato, a Montecitorio qualche parlamentare del Pdl faceva notare che “a Berlusconi per molto meno hanno appioppato la concussione”. A questo punto solo un passaggio in Parlamento potrà chiarire se la vicenda, come si pensa negli ambienti più vicini al ministro, è da considerare definitivamente chiusa.