Il-Trafiletto
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07/11/14

Cinghiale in salsa ribes

INGREDIENTI per 4 persone
PREPARAZIONE: facile
TEMPO: 40 minuti
CALORIE A PORZIONE: 380 



* 4 filetti di cinghiale,
*75 g di burro,
*200 g di ribes,
+2 cipolline,
* pepe *sale

*Insaporite la carne con pepe e sale, doratela da ambo i lati a fuoco vivo in poco burro e tenetela da parte coperta e al caldo.
*Rosolate le cipolline tritate con il resto del burro, unite il ribes passato al setaccio e lasciate addensate per qualche minuto a fuoco dolce .
*Irrorate la carne con lo salsina e servitela subito con un piccolo grappolo di ribes come decorazione.

Un consiglio per i vini da bere con la cacciagione:
Si consigliano vini piemontesi:
Per una gastronomia dai sapori decisi sono consigliabili vini rossi corposi, intensi, di qualità. Come i grandi vini piemontesi a Denominazione di  Origine Controllata selezionati fra i migliori dell'antica tradizione del Piemonte.
Grignolino del Monferrato Casalese D.O.C. Dal sapore asciutto, gradevolmente amarognolo, appena acidulo. Si adatta anche a bagnacauda, bolliti, arrosti, grigliate .. Ha grado alcolico 12% e si beve a una temperatura di 12-14°C, stappando la bottiglia mezz'ora prima del consumo.
Dolcetto di Ovada D.O.C. Ha sapore asciutto, leggermente mandorlato. ed è ottimo anche con antipasti caldi, brasati, arrosti, carni rosse in genere. Ha una gradazione alcolica del 12%, si beve a una temperatura di 14-16°C, e la bottiglia va stappata mezzora prima del consumo.
Barbera d'Asti D.O.C. Uno dei più antichi vini piemontesi, dal sapore asciutto, caldo, corposo. Invecchiato in fusti di rovere, ha una gradazione del 12,5% ed è indicato anche per le carni rosse, brasati, bolliti, arrosti. Si beve a una temperatura si 12-14°C, stappando la bottiglia almeno un'ora prima del consumo.

26/12/13

Bianca Malaspina: leggenda o verità?

Castelli e manieri hanno un fascino senza tempo, mi riportano sempre alla mente storie di principesse prigionere e principi che sul loro destriero combattono contro maghi e draghi per salvare le dolci pulzelle. Torri smerlate e ponti levatoi, fossati e mura ciclopiche. E proprio in un castello  la leggenda racconta che si sia consumata una tragedia d'amore impossibile, ma sarà solo leggenda?
Quella del castello di Fosdindovo è una storia molto interessante e alquanto misteriosa. Quella che sembrava essere esclusivamente una leggenda, potrebbe essere molto di più. Iniziamo anzitutto col parlare con quella che fino a qualche tempo fa veniva raccontata come una leggenda. Fosdindovo è una terra che si trova al confine tra Liguria e Toscana, e in essa è situato un meraviglioso castello al quale, appunto, è legata una storia d’amore degna dei migliori romanzi shakespeariani. Quella che vi abbiamo annunciato è la leggenda di Bianca Maria Aloisia, della famiglia Malaspina, proprietaria del castello per secoli. La sua è la storia di un amore proibito, talmente proibito che portò alla morte di entrambi gli amanti.
Bianca Maria Aloisia

Bianca, vissuta nel XIII secolo, era una giovane Malaspina, famiglia nobile di origine longobarda. La ragazza, incurante del suo ceto sociale, s’innamorò follemente dello stalliere del castello. Nonostante il loro amore sincero, i due potevano vedersi e frequentarsi esclusivamente lontano dagli occhi del padre di Bianca, nobile legato alle tradizioni familiari e attaccato a ciò che il suo blasone vuole. Il loro amore era destinato ad incontrare ostacoli, infatti poco dopo il padre di Bianca le annunciò che era stata promessa in sposa a un cavaliere della zona. La ragazza si oppose a tale scelta e per convincere il padre dichiarò il suo amore con lo stalliere. Il padre si sentì ferito e provocato, perciò decise di rinchiuderla a vita monastica nel vicino convento. Nonostante la ferma opposizione del padre, Bianca continuò ad avere appuntamenti clandestini con lo stalliere al convento. In uno di questi incontri con l’amato, la ragazza rimane incinta, ciò comportò il suo allontanamento dal convento e il ritorno al castello. La vicenda diventò di dominio pubblico e i Malaspina videro tutto ciò come una profonda umiliazione. Il padre, che non poteva sopportare tutto ciò, decise di mettere fine a tutto ciò, in maniera a dir poco drastica. Fece uccidere lo stalliere e rinchiuse Bianca nelle segrete del castello. Bianca venne torturata con ferri arroventati e macchine diaboliche che le torcevano gli arti. Il padre concesse alla ragazza di essere perdonata  dopo che si fosse pentita e avesse accettato la vita di clausura. La ragazza, però, non rinnegò il suo amore, perciò il padre decise di condannarla. La portò in una stanza buia e la fece murare viva all’interno. Assieme a lei vennero murati anche un cinghiale, simbolo della ribellione alle regole della famiglia, e un cane, simbolo della fedeltà. Bianca morì poco tempo dopo.

25/11/13

Perchè si dice "dare il calcio dell'asino"?

Gli animali sono spesso protagonisti di motti e adagi o frasi ad effetto che noi usiamo per indentificare tipologie umane sia a livello fisico  che comportamentale. Del resto la fisiognomica era ed è una disciplina psudoscientifica che pretende di dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona dal suo aspetto fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto.
Asino

Dare il calcio dell'asino, insultare  quando non è più nella condizione di nuocere, un potente che ci si è umiliati ad  adulare. Si dice di ogni vile vendetta del debole contro il potente caduto. Lo racconta una favola di Fedro. Chi perde il suo potere, anche il più vile si prende gioco della sua rovina. Tradito dalle forze e dall'età, il leone covava la sua fine. A vendicarsi da un'antica offesa venne il cinghiale dal fulmineo dente; poi venne il toro, e le sue corna ostili scavarono in quel corpo di nemico; l'asino vide i colpi non puniti e gli sferrò il suo calcio nella fronte. Il leone spirò. Ma prima disse: "Amaro fu l'assalto di quei forti. Ma dopo il tuo, viltà della natura, mi sembra di morire acnhe due volte".
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