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02/11/13

Siamo a conoscenza di oltre i 1000 pianeti extrasolari: non rimane altro che attendere quando potremo vederne uno direttamente

Siamo a conoscenza di oltre i 1000 pianeti extrasolari: non rimane altro che attendere quando potremo vederne uno direttamente! Fino a gennaio del 1995 non eravamo a conoscenza di nemmeno uno di essi, anche se ipotizzavamo ce ne fossero a milioni. Poi intorno la metà di quell'anno stesso, venne alla luce il primo pianeta extrasolare, cioè che orbita attorno ad una stella diversa dal Sole, per poi proseguire la scoperta di altri pianeti, fino ad arrivare al 22 ottobre scorso, quando è stata superata la soglia psicologica dei 1000 pianeti extrasolari conosciuti. Ad oggi sono per l'esattezza 1010, ma il numero è alquanto provvisorio, dal momento che non trascorre settimana che non ne vengano alla luce altri di essi scoperti dallo spazio oppure dalla terra.
Pianeti extrasolari

Capiamoci subito, questi pianeti gli astronomi non li vedono direttamente, ma ne intuiscono la presenza con varie tecniche, per esempio: da piccole fluttuazioni della luce proveniente dalla stella in osservazione e dovute al passaggio del pianeta davanti alla stella stessa, fra noi e lei. Una sorta di mini eclisse, ma molto mini, come fosse quella provocata da una farfalla notturna che voli davanti a un lampione lontano.
Il miglior strumento finora utilizzato in questa caccia ad altri sistemi solari, e quindi altre Terre, è senz'altro il satellite Nasa Kepler, che ha messo alla luce migliaia di possibili papabili o sospetti, che vanno poi confermati con pazienti e difficili osservazioni da Terra.

Fra questi 1000 e oltre pianeti troviamo un po' di tutto, da pianeti piccoli come il nostro Mercurio a giganti gassosi quasi 2 volte il nostro Giove che, ricordiamolo è almeno 11 volte più grande della Terra. Sono chiaramente molto più frequenti le scoperte di pianeti giganti, dato che c'è un evidente effetto di selezione: è tanto più facile vedere i pianeti giganti rispetto a quelli piccoli come la Terra, esattamente come è più facile scorgere un pachiderma in lontananza rispetto a una piccolo topino. L'archivio di dati ottenuti dal satellite Kepler è peraltro tutto da esplorare e riserverà senz'altro ancora sorprese. Ad esempio proprio in questi giorni due gruppi di ricercatori inglesi, indipendentemente, hanno proposto in questi giorni la identificazione di un intero sistema di pianeti, sette, abbastanza simile al nostro, attorno alla stella nana KIC 11442793.
Con la prossima generazione di telescopi, a partire dal 2020, saremo capaci, assicurano gli astrofisici, di vedere direttamente i pianeti attorno alle stelle più vicine. Certo se pensiamo che uno studio presentato lo scorso anno, e ritenuto del tutto esatto, ha stimato che nella nostra galassia, la Via Lattea, ci siano almeno 160 miliardi di pianeti capiamo che con i nostri 1000 scoperti nelle stelle più vicine siamo proprio appena all'inizio di un'avventura che speriamo si concluda con la scoperta di molte altre Terre.

Kepler, satellite americano, ha trovato il fratello della Terra, ma è troppo rovente

Una delle eterne domande dell'uomo che osserva l'universo, è chiedersi se siamo soli, o se ci sono altre forme di vita e pianeti simili alla terra dove la vita sia possibile. Beh un pianeta molto simile al nostro è stato ossevato dai ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), il suo nome è Kepler-78b e dista 700 anni luce, è roccioso e ha dimensioni, massa e densità molto simili a quelle della Terra.
Kepler-78b

Questo fratello della Terra senza precedenti ha un nucleo di ferro e orbita intorno alla stella Kepler-78. Purtroppo è troppo caldo per poter ospitare forme di vita. La sua orbita è infatti strettissima: un periodo di rivoluzione della durata di sole 8,5 ore e distante un centesimo di Unità Astronomica (poco più di un milione di chilometri) dalla sua stella che, sebbene abbia circa il 70% di massa del nostro Sole, a quella distanza rende la superficie decisamente rovente.
Il pianeta è uno dei circa mille candidati individuati dal satellite americano Kepler, progettato per trovare pianeti simili alla Terra all'esterno del Sistema Solare e che per questo si è guadagnato la fama di 'cacciatore di pianeti'. Purtroppo dallo scorso maggio è fuori uso a causa di un malfunzionamento dei suoi giroscopi. ''È un risultato straordinario'', ha detto il presidente dell'Inaf, Giovanni Bignami. ''Mai - ha aggiunto - si era arrivati così vicini ad individuare un pianeta di massa e densità simili a quelli della Terra. Una dimostrazione di come la caccia agli esopianeti si stia affinando.
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