Nell'attesa che vengano messe messe a punto nuove tecnologie, da utilizzare contro i batteri e le infezioni che provocano, conoscere come riescono a sviluppare la resistenza agli antibiotici è di certo uno dei metodi migliori.
Su questo si è concentrato un gruppo di ricercatori dello Scripps Research Institute (TSRI) in California. In un lavoro pubblicato lo scorso febbraio in anteprima di stampa sul sito della rivista Chemistry & Biology, gli scienziati hanno studiato Streptomyces platensis, un batterio che si protegge dai suoi simili producendo sostanze antibiotiche come la platensimycin e la platencin. Perchè questi antibiotici naturali uccidono gli altri batteri ma non quello che li produce?
Cercando di dare una risposta a questa domanda i microbiologi hanno scoperto il meccanismo di resistenza di S. platensis. "Utilizzando tecniche genetiche e bioinformatiche, abbiamo identificato ptmP3, il gene responsabile della resistenza", spiega Ben Shen, uno degli autori dello studio. "Il meccanismo è semplice: sia la platensimycin che la platecin inibiscono la sintesi degli acidi grassi, che è essenziale per i batteri. Nel nostro studio abbiamo abbiamo scoperto che il gene ptmP3 può rimpiazzare funzionalmente i due passaggi inibiti dalle due sostanze e che questo stesso gene non può essere inibito a sua volta da esse".
Platensimycin (immagine dal web) |
Riusciremo a trovare nuove strategie di difesa e a produrle in maniera in maniera massificata prima di dovere decretare la "fine dell'era degli antibiotici"? Collins ritiene che gli scienziati siano in grado di trovare una soluzione: tutto dipende dalla disponibilità di tempo, impegno e denaro. "Possiamo farcela prima che sia troppo tardi, ma le attuali risorse non bastano. Il tema deve essere portato al centro dell'attenzione internazionale, o le conseguenze saranno molto serie per tutti".(science)