Tortelli |
28/03/14
Tortelli o Ravioli? Un dilemma nel piatto
Pubblicato da
Galadriel
Tortelli e Ravioli sono in generale «italiani
», i tortelli sono quelli romagnoli.
Nulla a che fare coi
tortellinì bolognesi, che invece sono della stessa famiglia dei cappelletti: i tortelli (i popolari «turtel») sono caratrerìstici
con la loro sagoma rettangolare
o quadrata, ripieni di ricotta, parmigiano e spinaci o erbette. Tutto qui
e nient'altro (eccetto ovviamente sale
ed aromi) perché, si badi bene, anche il minimo sentore di carne li riporterebbe
alla dizione più ampia di «ravioli», di cui sono una sottospecie a
parte, più elementare ma non meno
prelibata.
Rossi di sfoglia e verdi di ripieno,
chiedono solo di far risaltare il loro
gusto genuino con quello dei ricchi
condimenti romagnoli, oppure con
quello tenue del burro. E così i tortelli
fanno eco, asciutti, ai cappelletti, che
invece nascono per morire in brodo.
Sono l'altra faccia (sempre squisita,
però) della minestra classica romagnola,
in un dualismo col cappelletto
che non vuol avere vincitori, ma nobilita
entrambi e fa risaltare i sapori intensi
della Romagna popolare, quella
attaccata alle cose semplici ma anche
schietta e vigorosa. E già perché il torello
delizia e riempie nella stessa misura,
anche se (ben più delle ciliegie)
uno tira l'altro ...
Si diceva della composizione, essenziale
ma obbligatoria: pasta all'uovo
per la sfoglia;
parmigiano grattugiato, ricotta o
raviggiolo, erbette o spinaci per il ripieno.
Le uniche varianti ammesse,
per farli restare tortelli nel senso letterale
della parola (resta inteso che
ognuno poi li chiama come vuole, comunque
li faccia e li preferisca ... ) è
quello che li vede (tipici di Santa Sofia)
farciti col fortunato abbinamento
di patata e zucca, oppure con le erbe
di campo (ripieni entrambi ideali per i
guscioni sulla lastra di Verghereto e
dintorni: tortelli alla lastra, sono un piatto
caratteristico dell'alta Romagna).
La forma a rettangolo o quadrato è
oggi la più tradizionale, ma va detto
che in un passato nemmeno troppo
remoto erano assai diffusi anche con
altre sagome, prima di tutte quella a
mezza luna. Lo testimonia pure Artusi,
che nella sua «Scienza in cucina» li
indica in quest'ultima veste; aggiungendo
peraltro «è da preferirsi la forma
dei cappelletti»!
Altri tempi: adesso simili fogge sono
rimaste unicamente per i tortellacci, i
classici orecchioni , che anzi prendono
questo nome proprio perché, a
mo' di lunetta ed assai grandi, ricalcano
la sembianza delle orecchie.
I tortelli sono invece subito riconoscibili:
forma regolare, dimensioni non
eccessive e un cuore verde che traspare
sotto il giallo involucro della pasta.
Non è il caso comunque di stare
a sottilizzare: se anche ve li offrissero
con qualche tipo di carne nel ripieno
chiamandoli tortelli, cambierebbe ben
poco; anche i tortelli più autentici, infatti,
sono pur sempre ravioli! Eppoi,
basta che siano ben fatti, e quindi inevitabilmente
deliziosi, per far cadere le
disquisizioni terminologiche in secondo
piano: la gola, in certi casi, prende
sempre il sopravvento e a buon ragione
sulla lingua! Per realizzarli è indispensabile
la consueta «sprunéla», la
speronella da cucina che grazie alla
sua rotellina dentata incide la sfoglia
con l'abituale bordo ondulato.