01/03/14

Elettricità | Sveglia per chi dorme in...coma?

Elettricità! Sveglia per chi dorme in...coma? La nuova idea scientifica riguarda dunque la stimolazione elettrica transcraniale diretta, cioè l’applicazione di una leggera corrente sul cranio attraverso una serie di elettrodi innestati sul cuoio capelluto.

Si tratta di una tecnica innovativa che ultimamente sta trovando sempre di più il suo impiego nel settore medico. La nuova tecnica dunque, ovvero sia la stimolazione elettrica transcraniale diretta è stata utilizzata con successo dai ricercatori della University of Oxford per aumentare le abilità matematiche di alcuni studenti, anche se in quella circostanza non si erano risparmiati certi detrattori, secondo cui gli introiti avuti da tale innovazione, avrebbero dato luogo ad un deficit importante in altri settori. Comunque sia, gli scienziati dell'Università di Liegi, coordinati da Steven Laureys, dichiarano oggi di aver raggiunto un obiettivo ancora più ambizioso: usare la tDSC per svegliare pazienti in stato minimamente cosciente o vegetativo!
tDSC
stimolazione elettrica transcraniale diretta

Attenzione! Per svegliare, specificano i ricercatori, s’intende semplicemente recuperare alcune funzioni di base che si credevano perdute per sempre. Ed inoltre per un tempo assai limitato: “Non voglio dare false speranze alle famiglie dei malati”, dice Laureys a NewScientist. “Le persone che abbiamo sottoposto a stimolazione elettrica transcraniale diretta non si sono alzate né hanno iniziato a camminare. La tecnica però mostra buone potenzialità per un lieve recupero, anche anni dopo il danno”.

L’équipe di Laureys ha lavorato con 55 pazienti che a causa di gravi danni cerebrali o mancanza di ossigeno al cervello, come dicevamo, erano in stato vegetativo (cioè in cui sono presenti le fasi di sonno e veglia e i riflessi, ma non c’è alcuna consapevolezza) o di minima coscienza (in cui si avverte il dolore e si provano alcune emozioni, ma si è impossibilitati a comunicare). Gli scienziati hanno posto degli elettrodi sulla corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra dei pazienti, l’area del cervello coinvolta nella memoria, nei processi decisionali e nella coscienza. Hanno quindi eseguito venti minuti di stimolazione su metà di loro e un trattamento placebo sull’altra metà.

“Durante e subito dopo le stimolazioni”, racconta ancora NewScientist, “13 persone in stato minimamente cosciente e 2 persone in stato vegetativo hanno mostrato segni di consapevolezza mai osservati prima. Nel gruppo trattato con placebo non si sono osservati gli stessi miglioramenti”. Alcuni pazienti erano addirittura in grado di rispondere a semplici domande muovendo la testa o gli occhi e stringendo le mani. I risultati completi dello studio non sono ancora disponibili, ma saranno presto pubblicati sulla rivista Neurology per un vaglio più approfondito.

Anche perché, ammettono gli scienziati, non è chiaro come funzioni esattamente il trattamento: l’ipotesi più probabile è che agisca su un’attività cerebrale precedentemente soppressa, innalzandola al di sopra di una certa soglia. L’effetto, purtroppo, è durato soltanto un paio d’ore, dopo le quali i pazienti sono scivolati di nuovo nello stato di incomunicabilità in cui si trovavano prima. Nessuno può dire con certezza cosa sia successo in quelle due ore: “I pazienti potrebbero aver provato la stessa sensazione che abbiamo quando dormiamo in un hotel e ci svegliamo all’improvviso senza sapere dove siamo”, spiega Laureys. Gli scienziati stanno ora lavorando per allargare il più possibile questa finestra temporale, magari aumentando la durata della stimolazione cerebrale che specificano, non ha alcun effetto collaterale.
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