19/11/13

"Na tazzulella e cafè" croce e delizia del risveglio

"Na tazzulella e cafè" croce e delizia del risveglio, ma sarà una "delizia" o una "croce"?
Cari lettori il caffè è un piacere! Se non è buono che piacere è?. Adoro il caffè, che prendo rigorosamente amaro. Ne berrei dei litri, ma mi limito alle tre quattro tazzine al giorno, assaporando quel liquido scuro e cremoso che scende nella gola, sorso dopo sorso, attenta a farmi durare quel piacere. Il primo pensiero del mattino è: " Il caffè! Una bella tazza di caffè". Ma il caffè fa bene alla mattina? Sono sicura che non va bene berlo prima di coricarsi, ma la mattina appena svegli fa bene il caffè? Secondo un neuroscienziato non fa bene, o perlomeno non fa nessun effetto. Il cortisolo raggiunge il massimo della produzione al risveglio, e ci pensa lui a mettere in moto il nostro organismo. Secondo Steven Miller, neuroscienziato dell’Uniformed Services University of the Health Sciences di Bethesda, Maryland Stati Uniti, la caffeina interagisce con questo ormone, perdendo per strada i suoi (desiderati) effetti.
E anzi producendone di opposti: «Uno dei principi chiave della farmacologia è utilizzare un farmaco quando ce n’è bisogno – ha sottolineato Miller – altrimenti possiamo sviluppare una tolleranza a un farmaco somministrato alla stessa dose. In altre parole, la stessa tazza di caffè del mattino diventerà meno efficace». Qual è, quindi, l’orario più giusto per concedersi un espresso? Semplice. Dopo un po’ dal risveglio, fra le 9,30 e le 11,30 del mattino. Insomma, nonostante i nostri clamorosi sbadigli e la scarsa lucidità mentale, non sarebbe il risveglio il momento in cui abbiamo più bisogno della caffeina. C’è infatti già il cortisolo, ormone responsabile dell’aumento della glicemia, a svolgere quel lavoro, visto che i suoi livelli crescono proprio per accompagnare le varie fasi dell’orologio biologico. Dunque, per darci la spinta al risveglio. A partire da un’ora dopo aver aperto gli occhi questi picchi iniziano a scendere ed è dunque da quel momento in poi che un bel caffè nero bollente può sfoderare tutti i suoi effetti. Prima, rischia dunque di rivelarsi del tutto inutile. Sempre per la stessa ragione non è indicato concedersi altre tazzine all’ora di pranzo e fra le 17,30 e le 18,30. Anche in quelle fasi della giornata l’organismo ha già le risorse per darsi la carica da solo. Se assumiamo caffeina, quindi, non produciamo alcun effetto. Rimane ovviamente la sensibilità personale. I picchi di cortisolo, ha spiegato il neuroscienziato statunitense, possono variare da persona a persona. Di conseguenza anche il momento più opportuno per un caffè può spostarsi nell’arco della giornata. In linea generale, però, il ragionamento rimane valido per tutti e andrebbe adattato alle singole abitudini personali. Però, a pensarci bene, “il caffè è un piacere”, come diceva Nino Manfredi in un celebre spot televisivo. Se dobbiamo programmarlo che piacere è?


Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.