10/11/13

Greenpeace | Il padre dell'italiano:" Ora basta! Si faccia qualcosa di veramente efficace per riportarli a casa"


Arresto attivisti di Greenpeace, l'appello del padre dell'italiano, nel 52esimo giorno di detenzione,  Cristian D'Alessandro - uno dei 30 fermati - diventa accorato. Scrivendo una lettera aperta, chiede ai governi dei 18 Paesi coinvolti di prendere una posizione nei confronti della Russia e per denunciare le condizioni detentive.
"Io chiedo che i 18 governi interessati si assumano la responsabilità di dichiarare pubblicamente se l'operato della Russia è legittimo o illegittimo. Se viene ritenuto legittimo, è giusto attendere gli sviluppi processuali, ma dovranno anche dichiarare che qualunque Paese può, liberamente, invadere con le armi un altro paese, senza che alcuno possa interferire. Se, invece, viene ritenuto illegittimo, i governanti dovranno imporre alla Russia un comportamento che faccia rientrare i diritti nell'alveo naturale delle cose". Nel 52esimo giorno di detenzione degli Arctic 30, il padre dell'attivista italiano Cristian D'Alessandro scrive una lettera aperta per chiedere ai governi dei 18 Paesi coinvolti di prendere una posizione nei confronti della Russia e per denunciare le condizioni detentive degli Arctic 30.

Attivisti di Greenpeace,



"Si specula sui ragazzi per biechi fini economici e commerciali - continua nella lettera Aristide D'Alessandro - e attorno a loro si è erto un monolite di silenzio dei governi, cui appartengono i meravigliosi 30". "Eminenti esperti del diritto hanno dichiarato che la Russia non poteva sequestrare la nave Arctic Sunrise in acque internazionali e hanno confermato che non potevano abbordare, armi in pugno, la nave, in quanto territorio olandese. Conseguentemente, anche gli arresti erano illegittimi. E' stato altresì affermato che la detenzione e le condizioni della stessa violano i diritti umani.

"L'arresto - prosegue Aristide D'Alessandro - è stato notificato ben oltre le 48 ore dal fermo ed è, pertanto, illegale per la stessa legge russa". "Mi ha fatto male leggere sulla rassegna stampa di Confindustria - continua il padre dell'attivista italiano nella lettera aperta - la dichiarazione di un nostro esponente diplomatico in occasione dell'incontro previsto con la Russia a Trieste per l'inaugurazione dell'anno incrociato del Turismo: "Il clima delle relazioni fra i due paesi è sempre più caldo". Il clima dovrebbe essere gelido, di ghiaccio, altro che caldo".

"Questi 30 ragazzi, innocenti, pacifisti fin nel midollo, votati all'opera di costruire un mondo migliore e più sicuro nell'interesse di tutti, patiscono ingiustamente per fini incomprensibili, o tristemente comprensibili. Hanno già dato il loro contributo di sofferenza. Ora basta! Si faccia qualcosa di veramente efficace per riportarli a casa", conclude.
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