Il-Trafiletto

17/12/13

Doveva prostituirsi per 10 ore al giorno: storia di una schiava

Ancora una volta una storia di schiavitù e prostituzione, percosse e minacce. Son notizie ormai all'ordine del giorno,  vite spezzate già dall'infanzia,  traumi, false promesse, speranze infrante.  Sono storie di sfruttatori, di persone che non conoscono altro che violenza, che non hanno nessun tipo di morale, e che spesso rimangono impunite a meno che le loro vittime non trovino il coraggio di denunciarli, sempre che ce la facciano e non soccombano prima alle violenze subite o dopo, quando il loro carnefice torna in libertà. Questa è la storia di una bambina, violentata dal suo patrigno alla verde età di 11 anni,  che aveva creduto alle promesse di un suo connazionale che si era finto innamorato di lei e per scappare dall'incubo nel quale si trovava, l'aveva seguito in Italia. Ma qui Serena - questo il nome di fantasia che la polizia le ha dato, come augurio per una vita futura davvero diversa - è stata di fatto ridotta in schiavitù e solo grazie all'intervento della polizia a Napoli è riuscita a liberarsi.
Schiava

La giovane albanese, di appena 20 anni, una volta giunta nel nostro Paese, si è trovata di fronte una vita di violenze, maltrattamenti, percosse, con un vero e proprio annientamento psicologico. Responsabile di tutto ciò, secondo il racconto fornito dalla ragazza agli agenti del commissariato di polizia dell'Arenella il suo sfruttatore, E.Z. colui che l'aveva convinta a lasciare la sua patria anche per le violenze subite dal patrigno quando lei aveva solo 11 anni. Serena era costretta a prostituirsi dalle 9.30 alle 19 di ogni giorno, dapprima in località Domiziana di Giugliano (Napoli) e poi a Maddaloni (Caserta). La giovane veniva malmenata per un nonnulla e le percosse le subiva anche se si intratteneva con qualche cliente più dei 10 minuti 'programmati'. L'intero incasso della giornata, dai 50 ai 700 euro, veniva trattenuto dallo sfruttatore. A lei lasciava 20 euro da spendere per il rifornimento di benzina nell'auto con la quale si spostava. Minacciata di morte, con ripercussioni anche nei confronti dei suoi familiari, Serena era divenuta di fatto la schiava di E.Z. che pochi giorni fa, rientrato da una breve assenza per un viaggio in Albania, l'ha accusata di aver rubato i soldi e una pistola che custodiva in casa. La giovane, malmenata al punto da dover ricorrere alle cure dell'ospedale, pur di porre fine alle torture, ha ammesso di aver commesso il furto, col chiaro scopo di fuggire. Serena, infatti, ha finto di andare a riprendere l'arma e i soldi, recandosi invece in ospedale dove ha chiesto aiuto ai poliziotti che hanno ascoltato la sua triste storia. Dopo aver effettuato vari riscontri circa le dichiarazioni della giovane, gli agenti si sono messi sulle tracce dell'uomo e sono riusciti a rintracciarlo e a sottoporlo a fermo con l'accusa di riduzione in schiavitù, induzione e sfruttamento della prostituzione e sequestro di persona. Ora si trova nel carcere di Poggioreale. Secondo la polizia, quella di Serena è una storia come quella di tante altre ragazze dell'Est illuse da ingannevoli speranze, venute in Italia con la promessa di un lavoro e poi trascinate in una realtà di violenza, prostituzione e sfruttamento.

Separare idrogeno dall'acqua con nano particelle di cobalto

L'idrogeno, gas combustibile, è stato più volte studiato il suo impiego come energia alternativa; ma uno degli ostacoli all’uso dell’idrogeno è quello legato alla sua produzione, l’intero processo non è del tutto conveniente. Non sorprende quindi che da diverso tempo i ricercatori siano impegnati a cercare un modo abbastanza efficiente per la sua produzione. Forse, quello messo a punto dai ricercatori della University of Houston potrebbe andare nella giusta direzione. Gli scienziati guidati da Jiming Bao hanno sviluppato un metodo per la separazione dell’idrogeno dall’acqua, che si basa sull’uso della luce abbinato a quello di nanoparticelle. Si tratta cioè di un sistema di fotocatalisi, metodo già sperimentato da decenni.
Questo dei ricercatori di Houston però è il primo a utilizzare particelle di cobalto, acqua neutra e luce visibile, senza bisogno di altri co-catalizzatori. Il sistema è abbastanza semplice: una volta che le particelle e la luce sono applicate all’acqua, questa si separa quasi immediatamente in idrogeno e ossigeno, secondo l’atteso rapporto di due a uno (come da formula, H2O). Al momento il processo ha un’efficienza di circa il 5% (ovvero circa il 5% della luce incidente è convertita in energia chimica dell’idrogeno prodotto), alta per un processo del genere, ma non abbastanza per essere trasferita a livello commerciale. Insieme al problema dell’efficienza (e quello dei costi) resta poi ancora da superare quello delle nanoparticelle di cobalto che dopo un’ora si disattivano, degradandosi. Tuttavia, concludono gli autori, si tratta di un’opportunità da non sottovalutare: “La scoperta di un fotocatalizzatore molto attivo a base di nanoparticelle di ossido di cobalto offre l’opportunità di sviluppare pratiche applicazioni a combustibile solare e acquisire nuove conoscenze microscopiche nella scissione dell’acqua attraverso fotocatalisi”.

Uno spinello al giono: toglie o mette il medico di torno?

Fumare marijuana: una pratica in aumento che allerta e stimola i ricercatori a fare studi sul sui danni che creerebbe il fumo dell'"erba". Da sempre in contrasto le opinioni: "Fa bene o male fumare uno spinello? E fumarne tanti?" e ancora " Legalizzare l'uso della canapa per uso medicale o no"

Fumare marijuana durante l'età adolescenziale, quando il cervello è ancora in formazione, creerebbe danni evidenti alle strutture cerebrali che regolano la memoria e la capacità di ragionamento. Uno studio pubblicato sul Schizophrenia Bulletin mostra - con risonanza magnetica su un gruppo di 80 volontari di età media 20 anni - che i cervelli dei giovani che avevano fatto forte uso di 'erba' erano alterati nelle regioni sub-corticali: strutture che regolano i circuiti della memoria e della logica.
La funzionalità polmonare non è compromessa da un uso occasionale o moderato di marijuana, anche a lungo termine. A stabilirlo è stato uno studio condotto da ricercatori dell'Università dell'Alabama a Birmingham, che ne riferiscono in un articolo pubblicato sul "Journal of American Medical Association" "Con l'uso della marijuana in aumento e un gran numero di persone che sono state e continuano ad esservi esposte, sapere se provoca danni permanenti alla funzione polmonare è importante per la salute pubblica e l'uso medico della marijuana", dice l'autore senior dello studio, Stefan Kertesz, ricordando che dal 1996 a oggi, 16 stati e Washington, DC, hanno legalizzato l'uso medico della marijuana per contribuire a una migliore gestione dei sintomi di molte malattie, comprese cancro, AIDS e glaucoma."Ai livelli di esposizione alla marijuana comunemente osservati negli americani, l'uso occasionale è stato associato a un aumento del PEF e della capacità polmonare", spiega Kertesz. "Gli incrementi osservati non sono grandi, ma statisticamente significativi. Fino a livelli di utilizzo moderati, intorno a una 'canna' al giorno per sette anni, non ci sono prove di una diminuzione del flusso d'aria o del volume polmonare".

Perchè si dice:"passare il quarto d'ora di Rabelais"?

Chi non ha mai passato il cosiddetto brutto quarto d'ora? Credo che tutti noi ci siamo trovati a volte in situazioni da cui ci è sembrato impossibile uscire. Questo adagio riassume proprio una situazione di questo genere. Vediamo perchè.

Rabelais
Passare il quarto d'ora di Rabelais, trovarsi in una situazione difficile, critica, e particolarmente trovarsi a dover pagare senza aver soldi o dover rendere conto di qualcosa senza averne il mezzo. Si racconta che Rabelais si trovava a Lione e non aveva di che pagare il conto all'oste presso il quale era alloggiato. Preparò allora delle cartine di polveri misteriose, su cui scrisse: Polvere per il Re, Polvere per il Delfino, Polvere per la Regina, mettendole bene in vista sul tavolo. L'oste se ne accorse, e credendo di aver a che fare con un avvelenatore, lo denunciò. Rabelais fu subito arrestato e inviato a Parigi sotto buona scorta, e ovunque passava, era trattato come un prigioniero di stato. Alla fine fu condotto davanti al re Francesco I e questi, che conosceva bene quel genio matto, comprese tutto, ringraziò le guardie di Lione per la loro sollecitudine e....invitò a pranzo "l'avvelenatore".

LINGOTTO DI ARANCIA

VI CONSIGLIO DI PREPARARE QUESTA BAVARESE, DAL SAPORE PARTICOLARE, PER LA CENA DELLA VIGILIA DI NATALE: È MOLTO RINFRESCANTE ED È LA CONCLUSIONE PERFETTA PER UN MENU A BASE DI PESCE.

Ingredienti per 8'porzioni • 3 ARANCE • 10 G DI GELATINA IN FOGLI (colla di pesce) • 1 PERA • 150 G DI ZUCCHERO • 3 CUCCHIAI DI MARASCHINO • 3 DL DI LATTE • 1 STECCA DI VANIGLIA ·3 TUORLI • 1 DL DI PANNA FRESCA 

AMMORBlDITE lo gelatina in una ciotolina con poca acqua fredda. Nel frattempo lavate bene la frutta e asciugatela. Tagliate a fettine un'arancia e la pera privata del torsolo; pelate al vivo le altre 2 arance e dividetele a spicchi, eliminando del tutto lo pellicina.

SCIOGLIETE in un pentolino 50 g di zucchero con poca acqua e lasciate sobbollire per circa 2 minuti fino a ottenere uno sciroppo. Mescolatelo con le arance pelate al vivo e il Maraschino, poi frullate il tutto.
lingotto di arancia

SCALDATE il latte con la vaniglia incisa per il lungo, spegnete e scioglietevi la gelatina strizzata. In una piccola casseruola sbattete energicamente i tuorli con lo zucchero rimasto fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.

VERSATE a filo il latte intiepidito e filtrato sulle uova sbattute e, continuando a mescolare, aggiungete anche la salsina di arance. Cuocete per circa 2 minuti, senza portare a bollore, finché la crema si sarà addensata. Lasciate intiepidire, quindi incorporate la panna precedentemente montata. Versate il preparato nello stampo e riponetelo in frigorifero per almeno 3 ore.

IMMERGETE per un istante il fondo dello stampo in acqua calda in modo da far staccare il dolce, asciugatelo, capovolgetelo sopra un vassoio e guarnite con le fettine di pera e le fettine di arancia.

VARIANTI APPETITOSE
 l • Potete decorare questa bavarese caramellando le fette di arancia con una noce di burro e 40gr di zucchero, scaldati in un pentolino.
 2 • Il dolce sarà ottimo anche sostituendo il latte vaccino con lo stessa quantità di latte di riso.
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