Il-Trafiletto
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28/10/14

Essere in forma: corri, immagina, puoi

Da che il mondo fu, correre è stato ritenuto da più parti uno dei metodi migliori calare di peso e al contempo rafforzare la propria forma fisica. 


Nonostante molti di noi non sono capaci di fare crescere l'amore per la corsa e conseguentemente non la praticano. In base ad una nuova ricerca, tuttavia, esiste un metodo che può supportarci a riconsiderare la corsa: l’immaginazione.

Lo studio che oltretutto è stato pubblicato sulla rivista Motivation and Emotion, è fondato su un’illusione, o meglio, sulla teoria che «incentrare» la propria attenzione verso a un obbiettivo visivo muta il concetto della distanza, della velocità e pure dello sforzo fisico. Tradotto in parole povere, tutti coloro che sono in grado di riuscire a concentrare la propria mente verso il proprio illusorio obbiettivo, avrà una maggiore motivazione per poterlo raggiungere. Sia chiaro, facendo fede a questo ragionamento, maggiore sarà la distanza del percorso, maggiori saranno i traguardi visivi che dovremo sviluppare. In base alla teoria suddetta, gli esperti affermano che un traguardo visivo può rappresentare qualsiasi cosa: un ciuffo d'erba del marciapiede, un'albero in mezzo del parco, un insegna pubblicitaria, un auto parcheggiata o il nostro bar preferito.

«La seguente strategia si basa sull’attenzione e per tal motivo necessita di un’esperienza di tipo visivo», ha chiarito bene Shana Cole, coordinatrice della ricerca. «Osservare un target e correre per raggiungerlo può essere molto più proficuo di un allenamento al chiuso, ad esempio sul tapis roulant o sulla cyclette. Queste attività, per l'appunto, implicano maggiori difficoltà nel riuscire a sviluppare una routine quotidiana di esercizio».

Ci tiene a precisare la Cole che, pur nonostante il training fatto all’aperto riesca a fornire gli elencati benefici, sarà possibile trovare degli «input» motivazionali pure per chi è costretto in casa o in palestra. «Determinate ricerche suggeriscono che distrarsi con qualcosa come la TV o la musica aiuti tantissimo durante gli esercizi al chiuso», ha concluso la Cole.


30/08/14

Il nanocerotto

Il Nanopatch

È incredibile pensare che adesso che abbiamo la possibilità di stampare parti del corpo con una stampante 3D, per far entrare i farmaci nel corpo dobbiamo ancora infilarci un ago nella carne. 


Ecco a voi il Nanopatch ("nanocerotto"), un rivoluzionario metodo per somministrare i vaccini creato dalla start-up di tecnologia medica Vaxxas. Il Nanopatch è composto da circa 20mila minuscole "mlcroproiezioni" sorrette da un pezzo di silicio di circa 1 centimetro quadrato.

Queste punte microscopiche sono coperte da una forma secca del vaccino; quando si applica il cerotto penetrano appena sotto l'epidermide, lo strato esterno della pelle, una zona ricca di cellule del sistema immunitario. L'elevato numero di queste cellule appena sotto la pelle fa sì che il Nanopatch sia molto più efficiente nel creare una risposta del sistema immunitario rispetto a un ago inserito in un muscolo. Quindi si può usare una quantità molto minore di vaccino, anche un centesimo delta dose abituale, ottenendo lo stesso effetto.

Ciò è di particolare importanza nel mondo in via di sviluppo, dove i vaccini contro malattie come la malaria possono essere molto costosi. Il Nanopatch è attualmente oggetto di sperimentazione in Papua Nuova Guinea, dove i vaccini scarseggiano.(science)


06/03/14

Dall’America un nuovo vaccino antinfluenzale, non più la classica iniezione ma un cerotto.

Probabilmente non ci sarà più bisogno della classica iniezione per il vaccino antinfluenzale. Un nuovo metodo innovativo è in arrivo dal Georgia Institute of Technology, che esclude il bisogno della tradizionale iniezione. Si tratta di un cerotto da applicare sulla pelle, indolore e di facile applicazione. L'obiettivo dei ricercatori è quello di diminuire i costi della sanità e l'affollamento di pazienti negli studi medici, vista la possibilità di poter essere ricevuto per posta o acquistato in farmacia. Il gruppo di ricercatori guidato da Mark Prausnitz ha messo a punto un'applicazione cutanea, provvista di una serie microaghetti che trasmettono il vaccino al contatto con la pelle. I primi test sono stati effettuati per stabilire il dolore provocato da questi piccoli aghi e i risultati sono stati lusinghieri. I primi volontari sottoposti alla sperimentazione hanno rilevato un livello di gran lunga inferiore a quello indotto da un'iniezione. Sulla scala di valutazione del dolore su un massimo di 100, il cerotto si ferma a 1,5, mentre la puntura può arrivare anche a 15. Al di là di questo aspetto, il prossimo passo sarà quello di capire realmente l'efficacia contro i virus influenzali stagionali. Se la nuova metodologia garantirà risultati soddisfacenti anche da questo punto di vista, il cerotto dovrebbe poi essere venduto in farmacia. Non solo, esiste anche la possibilità che il cerotto venga spedito per posta. In questo modo, si raggiungerebbe uno dei due obiettivi della ricerca, quello di diminuire le file e i tempi di attesa negli studi medici, spesso presi dall'assalto nella stagione invernale. Inoltre, i costi per la sanità pubblica diminuirebbero, trattandosi di una soluzione meno costosa e più facilmente reperibile.

05/01/14

Perchè si dice "prendere due piccioni con una fava"?

Due piccioni con una fava

Questo detto è largamente usato, in ogni dove, e più comune di così non saprei davvero che dire. Non c'è da pensar molto in merito al suo significato, non vi sono allegorie o leggende, nè ha alle spalle teorie filosofiche o nomi importanti. Possiamo dire che è pratico che più pratico non si può.
Prendere due piccioni con una fava, raggiungere due scopi con una sola azione. L'espressione deriva probabilmente da un metodo, poco ortodosso, usato per cacciare i piccioni selvatici, mediante un filo a un'estremità del quale era assicurata una grossa fava secca. Una volta inghiottita l'esca, il volatile non era più in grado di espellerla, come il pesce che abbocca all'amo.
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