Il-Trafiletto
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07/12/17

Errore stato HTTP più frequente: ERROR 404

Fonte - Wired - L’errore di stato dell’HTTP più frequente del web ha una storia piena di leggende, che i pionieri della rete smentiscono. 


Eppure, è ancora molto importante e viene personalizzata dai marchi nei modi più creativi. 404 Error:


Page Not Found l’Errore 404, maledizione di ogni cittadino digitale, la pagina davanti alla quale più sovente partono le imprecazioni, rappresenta un codice di errore del protocollo HTTP.

È il codice di stato che avvisa l’utente che il client ha comunicato col server, ma il server non è riuscito a completare la richiesta (e vattelappesca perché).

Forse non è riuscito a trovare la pagina desiderata (spostata senza adeguare l’URL, oppure l’URL stesso è stato scritto male), o forse non è stato configurato per mostrarla.

Poco importa, il significato suona per tutti allo stesso modo:

marca malissimo, girare altrove.

Così tanto noto da essere un meme che ha superato il linguaggio nerd ed è arrivato sulla bocca (o la maglietta) di tutti, a prescindere dal contesto digitale.

Anna Wiener racconta sulle pagine di wired.com che, poco dopo la sua apparizione, l’errore vantava già le sue leggende.

Nei primi anni Duemila si narrava che il suo nome derivasse dalla “stanza 404”, quella che ospitava i primi server del web, al CERN (l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, in Svizzera):

Tim Berners-Lee, padre del World Wide Web, aveva il suo ufficio lì.

Robert Cailliau, pioniere con Berners-Lee della struttura ipertestuale che ha condotto al web, per niente entusiasta all’idea di esprimersi sulla questione che suonava come un quiz, ha ritenuto la mitologia in merito una sonora fesseria.

“Quando scrivi il codice per un nuovo sistema, non perdi troppo tempo a scrivere lunghi messaggi per le situazioni in cui rilevi un errore“, ha scritto ad Anna Wiener.

Leggi articolo originale
 

28/03/14

Usa | Innocente condannato a morte nel 1985, torna libero dopo quasi trenta anni.

Ha trascorso la bellezza (si fa per dire ) di 25 anni nel braccio della morte. Ora per Glenn Ford, afroamericano, detenuto dal dal marzo del 1985 nel Penitenziario di stato della Louisiana, si aprono definitivamente le porte del carcere e torna ad essere un uomo libero, grazie ad un giudice della Corte distrettuale della Louisiana. Ford, 64 anni, 30 dei quali passati da recluso, era stato accusato di omicidio di primo grado e condannato a morte per l’uccisione del gioielliere Isadore Rozeman, avvenuta il 5 novembre 1983 in seguito ad una rapina. Per la giuria dell'epoca, formata di soli uomini bianchi che lo condannò, Ford era colpevole oltre ogni ragionevole dubbio ma per il giudice, che ha accolto la mozione avanzata dai pubblici ministeri affinché l’uomo fosse scagionato, si è invece trattato di un terribile errore. “Glenn Ford non avrebbe nemmeno mai dovuto essere arrestato”, ha dichiarato il giudice, “non ha partecipato e non era nemmeno presente durante la rapina”. “ E' una bella sensazione - dice Glenn a chi gli chiede come si sente - Il mio cervello vaga in tutte le direzioni, mi sento bene”.E' uno dei più longevi condannati a morte nella storia americana moderna. Per la legge dallo Stato della Louisiana, Glenn otterrà un risarcimento economico (25 mila dollari per ogni anno di detenzione illecita fino ad un massimo di 250.000 dollari, più altri 80.000 per la perdita della ‘opportunità di vita’), ma nessuno potrà mai restituirgli il tempo rubato. “Non posso tornare indietro e fare le cose che avrei dovuto fare quando avevo 35, 38 o 40 anni”, ha commentato con rammarico Ford, “i miei figli, quando li ho lasciati, erano bambini. Ora sono uomini che hanno dei bambini”. Duro anche il commento Amnesty International Usa, secondo cui “Glenn Ford è la prova vivente di quanto sia viziato il nostro sistema giudiziario”.

Schermi tattili | Addio impronte pasticcione!

Schermi tattili: addio alle impronte pasticcione che tanto fastidio procurano alla vista!

Sarà capitato certamente a tutti di pasticciare con i touchscreen del proprio smartphone o tablet, per poi ritrovarsi a fine giornata che lo schermo che sembri un campo di battaglia!

Apple ha cercato di contenere i malestri generati dai diabolici polpastrelli delle nostre dita con un dispositivo all'interno del quale si trovano degli accellerometri che rilevano il movimento e regolano il display di conseguenza. Se ad esempio, stiamo facendo jogging i tasti diventano più grandi e facili da "centrare".
Schermi tattili imbrattati

Il sistema è in grado anche di prevedere la probabile ripetizione di un errore già commesso in passato e di correggere la visualizzazione per evitarlo.

03/03/14

L'origine e la natura dell'Universo | L'idea del Big Bang di Einstein confusa con una bozza di un'altro progetto!

L'origine e la natura dell'Universo | L'idea del Big Bang di Eistein confusa con una bozza di un'altro progetto!

Come capita sempre il miglior posto per nascondere qualcosa di segreto è quello di farlo, sotto gli occhi di tutti, proprio cosi, in bella vista! Capita agli Albert Einstein Archives di Gerusalemme, addirittura consultabile in maniera gratutia sul sito web del museo. Nonostante ciò, finora nessuno si era ancora accorto della sua importanza.

Si tratta di un manoscritto autografo di Albert Einstein, in cui il fisico mette a disposizione la sua soluzione al problema cosmologico per eccellenza: l’origine e la natura dell’Universo. Il documento risale al 1931 e dimostra in maniera chiara ed inconfutabile la reticenza di Einstein ad accettare la teoria del Big Bang in virtù di una spiegazione alternativa in cui l’Universo fosse in eterna e stabile espansione. La cosiddetta idea dello stato stazionario. Il manoscritto, racconta Davide Castelvecchi su Nature, era stato erroneamente classificato come prima bozza di un altro lavoro del fisico, ma in realtà non è così: a scoprirlo è stato Cormac O’Raifeartaigh, fisico del Waterford Insitute of Technology irlandese, che racconta di “essere quasi caduto dalla sedia” per lo stupore, quando si è reso conto del vero contenuto del documento.
Albert Einstein

Assieme alla sua équipe, O’Raifeartaigh ha analizzato attentamente lo scritto di Einstein e ne ha pubblicato una traduzione in inglese sul sito di pre-print arXiv.
“È ben noto”, scrive lo scienziato, “che durante gli anni '50 e '60 ci fu una grande battaglia di idee tra i teorici dello stato stazionario e quelli che invece sostenevano l’idea del Big Bang”. In realtà, le prime evidenze sperimentali della grande esplosione erano state già raccolte negli anni '20, quando l’astronomo Edwin Hubble scoprì che le galassie si stavano allontanando l’una dall’altra e che lo Spazio stesso fosse in espansione.

Osservazioni che implicavano un momento passato in cui tutta la materia dell’Universo fosse compressa in un “brodo primordialedenso e caldissimo. Nonostante ciò, negli anni '40 il fisico Fred Hoyle propose, insieme ai colleghi Hermann Bondi e Thomas Gold, una teoria alternativa, secondo la quale l’Universo sarebbe stato da sempre e per sempre in fase di espansione (una sorta di espansione stazionaria, donde il nome della teoria). Affinché in uno scenario simile la densità di materia restasse costante, Hoyle pensò che le particelle elementari spuntassero spontaneamente nello Spazio, fondendosi poi per formare stelle e galassie e riempire i buchi generati dall’espansione continua.

La teoria di Hoyle e colleghi, comunque, non trovò troppo credito nella comunità scientifica (lo scienziato ne ha proposto una versione rivisitata negli anni novanta, il cosiddetto modello quasi-stazionario, che ha avuto sorte più o meno simile). Viene da chiedersi cosa sarebbe successo se il fisico avesse dato un’occhiata al manoscritto di Einstein, che proponeva un’idea molto vicina alla sua ed era stato scritto dieci anni prima. Racconta O’Raifeartaigh che il documento non fu mai pubblicato perché “il modello non funzionava, cioè conteneva un errore che porta a una soluzione nulla, cioè a un Universo privo di materia. All’inizio dovette sembrare credibile al suo autore, che non si accorse di una svista nei calcoli”.

Dopo qualche tempo, comunque, Einstein dovette ricredersi, come testimoniano le correzioni sul manoscritto, eseguite con una penna di colore diverso. Resosi conto dell’errore, il fisico accantonò l’idea e si dedicò ad altro, tanto che nei lavori successivi non si trova alcuna menzione della teoria dello stato stazionario. Anche se, comunque, continuò sempre a dubitare dell’idea del Big Bang e del suo accenno implicito a un momento quasi mistico di creazione.

05/02/14

Perchè si dice "prendere in castagna"?

Adoro le castagne, il profumo che emanano le caldarroste mi rimandano ai tempi dell'infanzia, quando i nonni le preparavano sul fuoco. Ne mangerei fino a farmi male, anzi, ora che ci penso, l'ho fatto veramente (un mal di pancia incredibile!).
Castagna
E c'è un modo di dire che ha come protagonista la castagna, e che mi piace usare, come espressione originale nella conversazione.
 Prendere in castagna, si tratta di un’espressione derivata da “prendere in marrone”, considerata sinonimica, dato che castagna e marrone indicano entrambi il frutto del castagno. Ma marrone ha anche altri significati, tra cui quello di “errore, sbaglio” e “azione sconsiderata, dannosa, inopportuna” o più semplicmeente “marachella, birbonata, scappatella”. “Prendere in marrone”, oggi non più in uso, voleva dire cogliere qualcuno in errore e, per estensione, anche scoprire qualcuno in un luogo o in una situazione inappropriata.

01/01/14

Ordini dei panini al McDonald e ti danno…l’incasso!

Può capitare che si decida di uscire, ed andare al McDonald per gustare dei succulenti panini e ricevere…l’incasso!

E’ successo negli Stati Uniti ad una coppia che dopo aver chiesto dei panini hanno scoperto di avere avuto la loro confezione del McDonald con dentro l’incasso al posto dei panini che avevano ordinato. Al fast food avevano messo da parte l’incasso e l’avevano messo all’interno di alcune buste comuni per farlo passare… inosservato per poi versarlo in banca, se non che, al momento dell’ordinazione, le buste del cibo e quelle dei soldi erano state scambiate. I coniugi però hanno pensato immediatamente di riconsegnare i soldi e per tal motivo il proprietario li ha ringraziati pubblicamente.

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McDonald
Siamo in Tennessee (USA), chi di noi ha mai ricevuto dei soldi dopo aver ordinato da mangiare? Nessuno? Beh normale direi. A Hermitage, una piccola cittadella nella vasta America, una coppia ha avuto proprio questa fortuna. All’ora di pranzo si è recata al “Drive-through”(McDrive) per ordinare il pranzo e ha ricevuto quelle che da fuori sembravano delle normali buste del McDonald.

Appena tornati a casa Stacye, la moglie, ha intuito l’errore e subito ha pensato di riportare i soldi. Stacye ha detto ai giornalisti:
”Appena abbiamo capito che erano i soldi che dovevano depositare, il mio primo pensiero è stato di risalire in macchina e riportarglieli. Non c’era altra cosa da fare. Non potevamo tenerli, non avrei potuto vivere con me stessa”.
Quei soldi erano stati tolti dalla cassa per essere portati in banca e depositati, qualcuno aveva pensato bene di nasconderli in alcune buste, utilizzate solitamente per l’asporto di panini e patatine del McDonald, così da nasconderli magari agli occhi di qualche malintenzionato. Purtroppo dopo che i coniugi effettuarono l’ordine, le buste dei soldi furono scambiate con quelle delle ordinazioni ed ecco che invece di mangiare degli ottimi panini, i giovani si ritrovarono a mangiare l’incasso del fast food equivalente a diverse migliaia di dollari. Fortunatamente i soldi sono capitati nelle mani di persone per bene che subito hanno pensato di restituirli e per questo, il proprietario del McDonald li ha ringraziati pubblicamente dicendo:

”La cosa più importante è sapere che siamo parte di una comunità con dei valori, che sono stati evidenziati dalle azioni di queste persone”. Non tutti si sarebbero comportati in questo modo e sapere che ci sono ancora persone di questo genere è molto positivo visto che è questa generazione che deve dare le basi per lo sviluppo dei giovani, giovani che molte volte si ritrovano a vedere e sentire esempi sbagliati. Siamo noi che dobbiamo far capire a loro cosa vuol dire “essere civilizzati”. Spero almeno che il proprietario gli abbia offerto i panini che i due onesti cittadini volevano comperare!

19/11/13

Una scoperta accidentale potrebbe cambiare il futuro dei nostri computer

Tante scoperte sono state fatte grazie ad un errore, ad una dimenticanza, ora me ne ricordo una. Quella del gorgonzola, che un innamorato casaro che correva dall'amata, dimenticò di togliere la cagliata e il giorno dopo si ritrovò con un formaggio che ha meritato tl marchio DOP, formaggio che ci invidia  il mondo intero. Questa scoperta accidentale, potrebbe avere un posto nella storia futura dei computer.
Studentessa dell'Università Statale di Washington, chiamata Marianne Tarun, scopre accidentalmente modo per aumentare di 400 volte la conduttività.  Grazie ad un errore in laboratorio ha scoperto un nuovo modo per aumentare la conduttività elettrica di un cristallo di 40.000%, semplicemente esponendolo alla luce!
Marianne Tarun durante alcuni test in laboratorio.
Credit: Università Statale di Washington

Tarun aveva accidentalmente lasciato un campione di titanato di stronzio fuori su una bilancia, prima di testare la conduttività del cristallo, ed ha così scoperto questo incredibile fenomeno. Il team sospetta che i fotoni rilasciano elettroni che contribuiscono alla conduttività. Ulteriori test hanno confermato l'effetto, scoprendo che appena 10 minuti di esposizione alla luce possono far durare l'effetto per giorni. Questo fenomeno è conosciuto come fotoconduttività persistente. Anche se non si avvicina neanche alle proprietà dei materiali super-conduttivi, potrebbe portare a grandissime novità in campo tecnologico. Specialmente perché la super-conduttività funziona solo a temperature molto basse ed è difficile da mantenere, mentre questo effetto funziona a temperatura ambiente.

"La scoperta di questo effetto di alta conduttività a temperatura ambiente apre a nuovi possibili usi in dispositivi pratici" ha spiegato Matthew McCluskey, co-autore della pubblicazione e presidente del Dipartimento di Fisica dell'Università Statale di Washington. "All'interno di una memoria standard usata dai computer, l'informazione viene immagazzinata sulla superficie di un chip o in un hard-drive. Un dispositivo che usa la fotoconduttività persistente, tuttavia, può immagazzinare informazione per l'intero volume di un cristallo" Questo potrebbe portare ad un enorme incremento nella capacità di archivio dei futuri computer!
                                                                                                                                                    fonte
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