Il-Trafiletto
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16/07/14

Dop e Igp per l'olio di oliva

Denominazione di Origine Protetta ( DOP ): è il marchio di qualità che viene attribuito ad un prodotto agricolo o alimentare, le cui caratteristiche qualitative dipendono esclusivamente dal territorio in cui viene prodotto. L'ambiente geografico di produzione comprende sia i fattori naturali che quelli umani, come le tecniche di produzione e trasformazione, i quali consentono di ottenere un prodotto unico e inimitabile.

 In sostanza la Dop si applica a produzioni il cui intero ciclo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito, viene svolto all'interno di un'area geografica ben delimitata, e quindi, non è riproducibile al di fuori di essa. Il prodotto certificato Dop gode di tutela e protezione dalle contraffazioni su tutto il territorio dell’Unione Europea.

Marchi Dop e Igp
immagine presa dal web
L'olivicoltore la cui azienda si trova in un territorio che ha ottenuto questo riconoscimento e che intende commercializzare la propria produzione di olio con il marchio Dop, deve attenersi ad uno specifico disciplinare di produzione e sottostare al controllo di un "Ente di Certificazione" indipendente e appositamente incaricato e riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

Il disciplinare di produzione contiene tutte le norme di coltivazione dell’oliveto, di raccolta e confezionamento dell’olio di oliva che devono essere rigorosamente rispettate per l’ottenimento dell’olio a marchio Dop. Una volta ottenuto il riconoscimento, la denominazione è costantemente soggetta al controllo di conformità al disciplinare di produzione da parte dell’Ente di certificazione.

Il "Consorzio di tutela" (è l’organismo rappresentativo dei produttori) vigila sulla commercializzazione dei prodotti tutelati dalla denominazione di origine protetta. La Denominazione di Origine Protetta è stata istituita nel 1992 con il Reg. CE 2081/92. Dopo 13 anni, sono 37 gli oli d’oliva extravergine italiani che hanno ottenuto questo riconoscimento.

Indicazione Geografica Protetta ( IGP ): è il marchio di qualità che viene attribuito ai prodotti agricoli o alimentari per i quali una sola fase del processo produttivo ha un legame con la zona geografica di riferimento. La differenza tra Dop e Igp sta dunque nella seconda parte della definizione: una sola fase del processo di produzione è necessaria per ottenere la denominazione IGP, mentre per la DOP il legame con il territorio riguarda tutto il processo produttivo.

Come per le denominazioni Dop, anche i produttori IGP devono attenersi alle rigide regole contenute nel disciplinare il cui rispetto è garantito da un organismo indipendente di controllo. Ad oggi l’unico olio extra vergine d'oliva italiano che ha ottenuto il riconoscimento Igp è il “Toscano”.

04/02/14

La prostituta bambina, faceva anche 600 euro al giorno

Non sappiamo proteggere i nostri bambini, che continuano a essere vittime di orchi travestiti da "persone per bene". Non esiste una legislazione che difenda i diritti dei minori. I genitori sono lasciati a se stessi, senza tutela che garantisca una efficace punibilità a chi approfitta dei minori. Sfruttatori di minori, che agiscono indisturbati procacciando clienti facoltosi, che impuniti pagano fior di euro per giacere con ragazzette che dovrebbero solo studiare e giocare. 


Due studentesse romane, incontrano l'orco in internet: "Un giorno sono andata su 'google' e ho scritto 'fare soldi facili' e poi ho risposto a un annuncio".
Cosi' e' cominciata la storia di una delle due studentesse romane che, dalla scorsa primavera, si prostituivano in un appartamento ai Parioli messo a disposizione da Mirko Ieni. "Credo che lui sapesse che ero minorenne e si serviva di questo per aumentare il numero dei clienti potenzialmente interessati a fare sesso. Guadagnavo molti soldi, anche 5-600 euro al giorno, di cui una piccola parte la giravo a lui per l'affitto della stanza".
Sentita nel corso di un incidente probatorio, con l'assistenza di un avvocato e di uno psicologo, la giovane, in collegamento video da un'altra stanza del palazzo di giustizia, ha risposto senza tanti indugi alle domande al gip Maddalena Cipriani. "Non mi sono fatta mancare nulla, quello che guadagnavo lo spendevo per le cose che mi piacevano di piu'", ha ammesso la ragazzina. Rispondendo a quella inserzione su internet, lei entro' in contatto con il caporalmaggiore dell'esercito Nunzio Pizzacalla e poi con Ieni. Il militare, secondo l'accusa, avrebbe indotto lei e l'altra sua amica minorenne (che sara' sentita dopodomani sempre in sede di incidente probatorio) a prostituirsi nell'appartamento ai parioli "procacciando clienti, mantenendo la contabilita' e impartendo disposizioni sulle tariffe".

Per l'accusa, pero', Pizzacalla avrebbe anche sfruttato la prostituzione di ragazze maggiorenni e indotto una delle baby-squillo a produrre foto e video in pose sexy per procacciare clienti. "Pizzacalla non credo di averlo mai visto - ha detto la minore al gip -. So che e' venuto a Roma due volte per incontrarmi ma mi sono rifiutata. Del resto, alla fine mi ero creata un mio giro di conoscenze e quindi anche a Ieni giravo qualche soldo ma non gli dicevo tutto quello che facevo". Quest'ultimo, secondo il capo di imputazione, deve rispondere anche della cessione di stupefacenti e della commercializzazione del 'servizio' sul sito web 'bakecaincontri'". Al commercialista Riccardo Sbarra e' contestato non solo di aver avuto rapporti con le due minorenni, ma anche di aver detenuto e ceduto materiale pedopornografico. C'e' poi il cliente Mario Michael De Quattro che risponde anche di un episodio di tentata estorsione, (definito inesistente per la difesa), per aver cercato di farsi dare 1.500 euro dalla piu' grande delle due minorenni, dopo aver videoregistrato un incontro a loro insaputa e dietro la minaccia di diffondere il filmato. C'e' poi al vaglio del gip la posizione della madre dell'altra minorenne, arrestata a fine ottobre assieme agli altri per induzione alla prostituzione, e quella dell'imprenditore Marco Galluzzo che avrebbe ceduto cocaina in cambio di prestazioni sessuali. A completare la lista ci sono tre clienti indagati a piede libero per aver avuto rapporti sessuali con le ragazzine. "Non potevano sapere che quelle due erano minorenni", e' la versione dei loro difensori.                                                                                                  fonte(AGI)
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