In sostanza la Dop si applica a produzioni il cui intero ciclo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito, viene svolto all'interno di un'area geografica ben delimitata, e quindi, non è riproducibile al di fuori di essa. Il prodotto certificato Dop gode di tutela e protezione dalle contraffazioni su tutto il territorio dell’Unione Europea.
Marchi Dop e Igp immagine presa dal web |
Il disciplinare di produzione contiene tutte le norme di coltivazione dell’oliveto, di raccolta e confezionamento dell’olio di oliva che devono essere rigorosamente rispettate per l’ottenimento dell’olio a marchio Dop. Una volta ottenuto il riconoscimento, la denominazione è costantemente soggetta al controllo di conformità al disciplinare di produzione da parte dell’Ente di certificazione.
Il "Consorzio di tutela" (è l’organismo rappresentativo dei produttori) vigila sulla commercializzazione dei prodotti tutelati dalla denominazione di origine protetta. La Denominazione di Origine Protetta è stata istituita nel 1992 con il Reg. CE 2081/92. Dopo 13 anni, sono 37 gli oli d’oliva extravergine italiani che hanno ottenuto questo riconoscimento.
Indicazione Geografica Protetta ( IGP ): è il marchio di qualità che viene attribuito ai prodotti agricoli o alimentari per i quali una sola fase del processo produttivo ha un legame con la zona geografica di riferimento. La differenza tra Dop e Igp sta dunque nella seconda parte della definizione: una sola fase del processo di produzione è necessaria per ottenere la denominazione IGP, mentre per la DOP il legame con il territorio riguarda tutto il processo produttivo.
Come per le denominazioni Dop, anche i produttori IGP devono attenersi alle rigide regole contenute nel disciplinare il cui rispetto è garantito da un organismo indipendente di controllo. Ad oggi l’unico olio extra vergine d'oliva italiano che ha ottenuto il riconoscimento Igp è il “Toscano”.