Il-Trafiletto
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03/01/14

“Hei Glass dimmi se sono stanco oppure no”!

Hei, Glass, dimmi se sono pronto per riprendere a lavorare oppure no”!
Potrebbe essere questo il modus operandi con cui potremo interpellare in futuro gli  occhiali di Google, se il lavoro dell’équipe di Don Afergan, della Tufts University di Medford, Massachusetts, dovesse concludersi positivamente. Infatti gli scienziati hanno creato un dispositivo che utilizzando la luce potrà essere in grado di  misurare il livello di concentrazione di chi lo sta indossando, giudicando se è sufficientemente attento per continuare con il proprio lavoro oppure se è il caso che si prenda una piccola pausa relax.
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Glass: occhiali di Google
Come racconta il NewScientist, il sistema invia degli impulsi di luce, 12 al secondo per la precisione, alla corteccia prefrontale, misurando i fotoni riflessi dall’emoglobina ossigenata e deossigenata presente nel sangue. Attività cerebrali più complessi, infatti, fanno in modo che arrivi più sangue ossigenato al cervello, variando di fatto l’assorbimento e la riflessione della luce. Un software messo a punto dagli scienziati, a questo punto, interpreterà i segnali e farà in modo di riferire al soggetto, in tempo reale, qual è il suo livello di concentrazione. La tecnica prende il nome di spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (fNirs).

Il sistema, che nella versione prototipale è abbastanza ingombrante, si tratta per ora di un insieme di fibre ottiche connesse a una matrice di led posti sulla fronte del soggetto da monitorare e un aggeggio che converte gli impulsi luminosi in segnali elettrici, non è destinato a poltrire in laboratorio ancora per molto tempo, assicurano i suoi creatori. Afergan e colleghi, infatti, stanno cercando di integrare il loro dispositivo all’interno degli occhiali di Google: “Sono perfetti”, racconta lo scienziato. “Non c’è bisogno di molta fantasia per immaginare di incorporare un chip fNirs nelle stanghette degli occhiali”. L’applicazione più intrigante sembra essere un sistema di navigazione per le automobili in grado di adattarsi al livello di attenzione del guidatore.

Quando questi è massimamente concentrato, il sistema gli mostra solo le informazioni base tramite avvisi sonori; nei momenti di distrazione, il dispositivo potrebbe intervenire per svegliarlo e fornirgli più istruzioni.
L’équipe ha in mente anche di adattare Google Now, l’assistente digitale messo a punto da Big G, in modo tale che invii notifiche all’utente solo quando la sua mente è abbastanza sgombra.



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